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VARIANTI, in più situazioni contemporaneamente


isaefrenk

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Come il corpo fisico di uno stesso individuo, che può vivere una variante, possa essere rappresentato in più situazioni contemporaneamente.

Intanto bisogna premettere che ciò che l’uomo vede come “divenire” costituisce invece un “essere”. anche le varie situazioni del piano fisico sono da considerarsi nella realtà dell’essere come tante situazioni fisse, una per ogni unità di mutazione. Quindi, non esiste un corpo fisico che è in divenire, che da fanciullo diventa adulto e poi su fino alla vecchiaia ed oltre, fino alla morte; ma esistono tanti corpi fisici per quante sono le unità di mutazione, così come in un film esistono tanti fotogrammi che, proiettati, danno l’illusione del movimento; e se vi è raffigurato un corpo, i fotogrammi che lo raffigurano danno, proiettati l’illusione di un solo corpo in divenire, in movimento.

Ognuno di noi esiste solo nel piano Akasico, della coscienza: il suo vero essere e il suo vero sentire sono nel piano Akasico. Poi si collega ad altri veicoli, come il veicolo mentale, il veicolo astrale e il veicolo fisico, e trasla la sua consapevolezza fino a credere di essere solo nel piano fisico. Ma questo è un errore di percezione e di traslazione. Ossia, avendo dei sensi attivi nel piano fisico, l’individuo crede di essere nel piano fisico; ma il suo vero essere è sempre e stabilmente nel piano della coscienza, del sentire, nel piano Akasico.

Se potessimo schematizzare questo meraviglioso meccanismo, vedremmo l’essere vero, cosciente, nel piano Akasico; il quale ha come dei tentacoli sensori; una volta si lega al fotogramma in cui il suo corpo fisico pone l’atto di camminare, l’istante successivo sente l’altro fotogramma in cui è rappresentato il suo corpo fisico che cammina, e così via. In realtà, non è il suo corpo fisico che si sposta nello spazio, ma è la sua consapevolezza che si lega a queste situazioni cosmiche fisse, che gli danno l’illusione di camminare.

Allora, se per un individuo ad un dato punto esiste la possibilità di scegliere di muoversi in una direzione oppure in un’altra; e se nella direzione, chiamiamola A, egli deve necessariamente incontrare altre persone, le quali da questo incontro devono avere una certa esperienza; che cosa potrebbe succedere? Potrebbe succedere che se lui, per ventura, scegliesse di seguire la direzione B, quelle persone non avrebbero l’esperienza che invece devono avere. Si può dire a questo punto: “ma se deve essere così, togliamo la libertà a questo individua e facciamogli seguire solo la direzione A”.

Ma sarebbe un reprimere. Se lui ha questa libertà, per quale motivo gli si dovrebbe togliere la possibilità della scelta?

Per questo, nel piano divino, c’è la soluzione diversa, che è quella di dare una doppia versione della questione.

La prima versione riguarda l’esperienza nella direzione A, che chi deve avere ha necessariamente, qualunque sia la scelta, ossia vivrà quei fotogrammi in cui l’individuo è visto andare appunto nella direzione A. l’altra versione invece, è quella in cui egli volta verso la direzione B. ossia, nel momento in cui l’individuo ha la facoltà di scegliere, può scegliere e vivere indipendentemente dagli altri.

Si tratta quindi proprio di spezzoni di situazioni fisiche, e quindi astrali, e quindi mentali, sdoppiate: appunto per consentire all’individuo di fare una scelta e di non influire in modo diverso da come è scritto nella esperienza degli altri, che non hanno questa libertà.

Com’è il meccanismo di questo sdoppiamento?

Nel piano Akasico c’è l’essere, il vero essere, la sua coscienza, che si porrà in contatto con la successione dei fotogrammi fino al momento della scelta. D’altra parte, quegli stessi fotogrammi nella direzione A sono percepiti dagli altri esseri che quella situazione fisica debbono vivere e che si pongono in contatto con la serie in direzione A, e la vivono così come è tracciata. Essi vedono, cioè, il corpo fisico dell’altro che fa quei dati movimenti, che dice loro le cose che deve dire affinché essi abbiano l’esperienza che debbono avere; mentre lui, a quel punto, potrà benissimo fare la sua scelta e porsi in comunicazione con i fotogrammi della direzione B, che lo vedono in tutt’altre esperienze affaccendato. Gli altri, ricordate, vedono di noi quello che debbono vedere.

Dal libro di François C.F77

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