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"La merlettaia", un film del 1977 con una giovanissima Isabelle Huppert.

ll titolo viene da un quadro di Vermeer, la vicenda da un romanzo di Pascal Lame che ha vinto il Premio Goncourt: ormai assimilato al cinema francese, lo svizzero Goretta ne ha tratto uno dei più bei ritratti femminili del cinema attuale. Beatrice (Isabelle Huppert) è una giovane parrucchiera segnata da una carenza affettiva, timida di carattere, incerta sul modo di affrontare la vita. Nel corso di una vacanza sulla spiaggia normanna di Cabourg, la ragazza incontra lo studente François (Yves Beneyton) e nasce un amore. Ma può durare un rapporto fra due giovani tanto diversi per cultura ed educazione? Lui appartiene a una buona famiglia, frequenta amici intellettuali; lei, pur avvertendo un'insoddisfazione crescente, non è abbastanza vitale da fronteggiare la difficile situazione. [...] La merlettaia si presenta come una riflessione, tra psicologistica e poetica, sui solchi che ancora dividono gli esseri umani, sui condizionamenti familiari e sociali che impediscono la libertà di amare. Più in fondo, il film è anche una toccante variazione sull'inferiorità riferita a un personaggio la cui dolcezza attinge quasi a una forma di santità. Dietro le rare figure del film il regista coglie un paesaggio che ha una pregnanza pressoché animistica, con un miracoloso senso delle atmosfere e dei colori, in un clima rarefatto. È un'opera intensamente partecipata, tutta al di fuori delle mode, concentrata su un discorso che riguarda l'essenza e non l'apparenza. Un film isolato e raro, soprattutto per la sua capacità di organizzare una materia dolorosa m un quadro di nitida eleganza formale.

Da Tullio Kezich, Il nuovissimo Mille film. Cinque anni al cinema 1977-1982, Oscar Mondadori

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"La merlettaia", un film del 1977 con una giovanissima Isabelle Huppert.

ll titolo viene da un quadro di Vermeer, la vicenda da un romanzo di Pascal Lame che ha vinto il Premio Goncourt: ormai assimilato al cinema francese, lo svizzero Goretta ne ha tratto uno dei più bei ritratti femminili del cinema attuale. Beatrice (Isabelle Huppert) è una giovane parrucchiera segnata da una carenza affettiva, timida di carattere, incerta sul modo di affrontare la vita. Nel corso di una vacanza sulla spiaggia normanna di Cabourg, la ragazza incontra lo studente François (Yves Beneyton) e nasce un amore. Ma può durare un rapporto fra due giovani tanto diversi per cultura ed educazione? Lui appartiene a una buona famiglia, frequenta amici intellettuali; lei, pur avvertendo un'insoddisfazione crescente, non è abbastanza vitale da fronteggiare la difficile situazione. [...] La merlettaia si presenta come una riflessione, tra psicologistica e poetica, sui solchi che ancora dividono gli esseri umani, sui condizionamenti familiari e sociali che impediscono la libertà di amare. Più in fondo, il film è anche una toccante variazione sull'inferiorità riferita a un personaggio la cui dolcezza attinge quasi a una forma di santità. Dietro le rare figure del film il regista coglie un paesaggio che ha una pregnanza pressoché animistica, con un miracoloso senso delle atmosfere e dei colori, in un clima rarefatto. È un'opera intensamente partecipata, tutta al di fuori delle mode, concentrata su un discorso che riguarda l'essenza e non l'apparenza. Un film isolato e raro, soprattutto per la sua capacità di organizzare una materia dolorosa m un quadro di nitida eleganza formale.

Da Tullio Kezich, Il nuovissimo Mille film. Cinque anni al cinema 1977-1982, Oscar Mondadori

Bellissimo, toccante, con un meraviglioso finale. Mi piace quando François parlando di "Pomme" dice "è sensibile, ha un'intelligenza istintiva"; mi piace quando lei alle prime esprienze con un uomo, lo guarda sorridendo e quasi sorpresa; mi piacciono i suoi silenzi, la sua "sottomissione", l'ingenuità con cui ama il suo uomo. Mi piace il contrasto tra il personaggio della Huppert e l'amica estrosa, audace, espansiva.

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