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ilaria

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messaggi di ilaria

  1. laclasse(1).jpg

    La risposta francese all'Attimo fuggente...nel senso che in questo film c'è un professore che ce la mette tutta, che cerca il dialogo con i suoi studenti, che ci prova a usare metodi democratici, che ne azzecca qualcuna ma che, come è realistico che accada, non per questo può aspettarsi che i suoi alunni lo elevino a modello da amare, anzi è da loro spesso frainteso,è sempre al centro di una mitragliata di provocazioni che talvolta lo fanno traballare nelle espressioni e nei comportamenti.

    Il film è interpretato da alunni e professori "veri".

    link

  2. (dal blog di lia circolo.net)

    Sono una prof. Sono una statale. Mi sono ammalata. Sono un’insegnante statale a casa in malattia.

    Un esperimento sociale, più che una donna.

    Alle 7 di ieri mattina ho telefonato a scuola rantolante: “Bbuonggiorno, sdo male, non vengo” e sono ri-svenuta sul cuscino in preda a sonni doloranti. Poco dopo ha suonato il citofono e sono volata giù dal letto, sbandando qua e là e stupendomi per la celerità del medico fiscale. Infatti era il muratore del piano di sotto, non il medico fiscale.

    Alle 9 ho cominciato a stilare una mappa particolareggiata del mio domicilio, che è difficilissimo da raggiungere perché abito in un numero civico ma ho il citofono davanti al portone di un civico diverso, ed è che il centro storico di Genova venne progettato nel Medio Evo per depistare i medici fiscali. Ho quindi mandato alla mia scuola un’email con le istruzioni dettagliate per raggiungermi, da girare all’Asl e al suddetto medico fiscale. Mi sono trattenuta dallo specificare “quinto piano senza ascensore” perché avrei potuto dare adito a malintesi.

    Alle 13 avevo l’ora d’aria, fino alle 14, perché è il momento in cui il medico non deve venire per legge. Mi sono messa una sciarpetta e sono corsa a comprarmi da mangiare. Sono tornata con due sacchetti della spesa sentendomi come una che ha fatto qualcosa di male. In un sacchetto c’erano dei biscotti Ringo, comprati per gratificarmi.

    Alle 16 era l’orario di visita del mio medico curante. Ho chiamato: “Sdo male. Però non posso venire perché sennò il medico fiscale non mi trova.” Il medico curante mi ha detto cosa prendere e abbiamo previsto insieme che in paio di giorni mi sarei rimessa in sesto.

    Alle 16,30 mi ha chiamato la scuola per sapere quando mi sarei rimessa in sesto, appunto. Efficiente, ho saputo rispondere.

    Alle 8 di questa mattina è suonato di nuovo il citofono. Era ancora il muratore e, fino a questo momento, del medico fiscale nessuna traccia. Intanto, girando sui newsgroup dedicati alla scuola, ho appreso che ogni visita fiscale a domicilio costa all’Asl attorno ai 100 euro. Ho pensato con simpatia al mal di portafoglio che deve attanagliare la povera Asl - per giunta genovese - da quando c’è stato il decreto Brunetta. Perché prima, come è noto, la scuola era obbligata a richiedere tale visita a partire dal terzo giorno di malattia. Poteva farlo anche dal primo, certo, ma lo faceva solo se il preside subdorava assenteismo, appunto. Di sicuro non lo faceva per i prof che stanno a casa un giorno all’anno. Adesso è obbligata a chiederla da subito, invece, e chissà come sono contenti all’Asl, appunto.

    In mattinata ho mandato un’altra email avvisando che alle 17 di oggi sarei stata costretta a uscire per farmi fare il certificato medico dal mio medico curante. Come è noto, la legge mi obbliga a presentare certificato medico ma non obbliga il medico a starsene in studio ad aspettare me fino a quando termina la fascia oraria nuova, stabilita da Brunetta, entro cui ti potrebbe arrivare l’Asl. Fino alle 20, quindi. Il mio medico se ne va a casa alle 17, 30, e ci ha pure ragione.

    Io, quindi, adesso devo uscire. Nel frattempo, il medico fiscale potrebbe arrivare.

    Io direi, ad occhio, che le email che ho spedito dovrebbero bastare a tutelarmi, in caso di problemi. Ma, per essere più sicura, stavo pensando che potrei attaccare un foglio sul citofono scrivendo: “Salve, dottore, sono la prof che è in malattia. Sono andata dall’altro medico. Ora sono le 5, massimo alle 6 sono di ritorno e il certificato dimostrerà che non mentivo”.

    Poi mi sono chiesta come potevo dimostrare che il foglietto lo avevo attaccato proprio alle 5 e non chessò, alle 3, commettendo una grave truffa ai danni dello Stato. E quindi ho pensato di farmi una foto col cellulare, tipo sequestrato delle BR, con un orologio in mano mentre attacco il foglietto.

    Oppure, più semplicemente, una perizia della magistratura potrebbe accertare che, mentre scrivo questo post, sono le 16,39 ed io sono quindi ancora a casa. Ora che mi vesto passano 10 minuti, 5 per scrivere e attaccare il foglietto e ci siamo: saranno le 17.

    Poi, appena torno a casa, mi ricollego al pc, in modo che una seconda perizia possa attestare che sono stata fuori il tempo necessario per raggiungere il mio certificato medico e tornare.

    Mi piace, contribuire alla semplificazione della Pubblica Amministrazione. Trovo che sia tutto molto più scorrevole, adesso.

  3. vedo ilaria collegata...

    forse questo topic dovrebbe essere spostato in una sezione più adatta, tipo "l'ho appena visto e ne parlo"...qua c'entra poco...

    judy...sto leggendo questo topic soprattutto perchè rosico di non avere sky e speravo di trovare info su quando e se lo faranno vedere in chiaro da qualche parte.... :Shame On You:

  4. da Repubblica

    Daniel Pennac: "Ma ai ragazzi serve autorità morale non 7 in condotta e grembiule inamidato"

    L´intervento dello scrittore francese Daniel Pennac al festival della letteratura di Mantova

    ANTONIO GNOLI

    DAL NOSTRO INVIATO

    MANTOVA - Salta fuori quasi alla fine del suo intervento. Come una palla colorata che rimbalza provocatoria in mezzo alla platea. «Ho sentito dire che i mali odierni della scuola, lo scarso rendimento, il bullismo, la disaffezione, siano imputabili al ‘68. È una boiata infantile, pronunciata da vecchi bacucchi. Ma è soprattutto un modo per sgravarsi dalle proprie responsabilità. Oggi in cattedra non ci va il maggio ‘68, ma professori che devono sapere cos´è la scuola e quali problemi essa ci pone».

    Daniel Pennac è netto nel giudizio. Ha insegnato per venticinque anni in una scuola per studenti "difficili". Conosce la trincea, le sue paure, le sue contraddizioni. Scrive una «Fenomenologia del somaro», ma non è un elogio della scuola perfetta bensì una messa in discussione dei sistemi di insegnamento superati del disamore che a volte avvolge la professione dell´insegnante. È un pubblico misto quello che affolla l´intervento di Pennac al Festival della letteratura di mantova, composto da insegnanti, studenti, lettori. Molti dei quali con in mano «Diario di scuola» (edito da Feltrinelli) l´ultima fatica dello scrittore francese.

    La scuola è in crisi? La scuola soffre di cadute di autorità? Pennac dice di non conoscere perfettamente la scuola italiana, ma non la vede così diversa da quella francese. Non pensa insomma che i problemi fondamentali siano differenti. Divise e voti in condotta sono solo «forme esteriori dell´autorità» e alla scuola invece serve un´autorità che può essere solo «intellettuale ed esemplare» anche dal punto di vista morale. E infatti il problema più macroscopico è dato dalla concorrenza che l´insegnante deve subire dalla società mercantile e consumistica. Si tratta, osserva Pennac, di tornare alle categorie fondamentali: insegnare a leggere, scrivere, ragionare. Ma come risvegliare l´interesse spento del bambino e dello studente? Pennac ha percorso una via paradossale per giungere nel cuore dei problemi scolastici, si è chiesto cosa significa essere un alunno mediocre.

    In un´epoca di numeri uno, di forsennati cacciatori di successo, di competitori estremi, di aspiranti alla fama, Pennac ha scritto di retrovie, di ballerine di fila, di eterni ultimi. Del resto, anche Pennac a scuola era un perdente. Non sappiamo se sia una leggenda o se sia vero ma lui dice che per imparare alle elementari la lettera «a», impiegò un intero anno. Pennac ci parla di qualcosa che riguarda la gran parte dei ragazzi: è la sofferenza del non capire. Si tratta di una sensazione di spaesamento e dolore, di frustrazione e paura, di ira e paralisi. Sentimenti che convivono nella figura dell´alunno disastroso. Gli insegnanti lo hanno bollato come pigro, ottuso, svogliato, i genitori hanno visto in lui il fallimento dei loro sforzi. Eppure questo alunno disastroso, è la dimostrazione di una ricchezza e di una versatilità antropologica con cui Pennac ha inteso fare i conti.

    Non è il buonismo deamicisiano che anima le intenzioni dello scrittore. È che nelle pieghe di un disastro, in quella valanga di voti deludenti e di note di biasimo, si cela l´idea che la scuola, salvo poche eccezioni, renda infelici coloro che la frequentano. «Occorrerebbe suscitare curiosità senza trasmettere certezze», dice lo scrittore. Ma ora che si è sdoganato il 7 in condotta e i brutti voti nuovamente piovono sui meno bravi, come fare in modo che i Franti di tutto il mondo diventino i nuovi angeli della conoscenza? Pennac scomoda la parola amore. Si tratta di una parola pesante che non va declinata affettivamente, ed è rivolta soprattutto agli insegnanti. Bisogna amare la materia che si insegna; amare il modo di comunicarla e amare con curiosità antropologica quella tribù di alunni che ogni mattina ci si trova di fronte.

  5. da l'Unità.it

    Scuola, l'ultima della Gelmini: «I precari? Nel turismo»

    Campanella stonata per la scuola italiana. L'era Gelmini è partita ufficialmente con la riapertura in Lombardia. E il ministro non si è lasciata sfuggire l'occasione per rassicurare i precari. Con una grande pensata: la Gelmini sta lavorando alla possibilità di impiegare una parte degli insegnanti precari che non possono essere messi a ruoli nei prossimi anni nel settore del turismo. Lo ha detto durante l'inaugurazione dell'anno scolastico alla scuola Schweitzer di Segrate.

  6. Cara Juditta

    mi dispiace tantissimo leggerti così ferita, affranta e arrabbiata...

    non ho leto tutti i post in risposta al tuo, ma poichè anch'io mi sono subito ricordata dell'episodio capitato di Arley, ho letto i suoi interventi e devo dire che concordo molto con quello che scrive...

    che le scuse siano opportune è fuor di dubbio e, secondo me, ti arriveranno se ce la farai a parlargli di quanto stai provando in questi giorni.

    Io non so dire se si tratta di una mossa intenzionale o meno, pianificata oppure no..inizio a pensare che abbia una sua utilità terapeutica in ogni modo...

    non so, forse c'è una lezione difficile da imparare, dura da buttar giù, su cui mi pare froggy abbia detto qualcosa: nei rapporti con gli altri ci si ferisce.Si può evitare di soffrire e allora rifuggire le relazioni, andare in giro corazzati oppure si può accettare il rischio, buttare giù le maschere nella consapevolezza che così facendo abbiamo il fianco scoperto...ti capita di fidarti, ti capita di riporre mille aspettative in una persona e ti capita pure di prenderla in tasca terribilmente proprio da lei.

    Ora, si tratta di scegliere, di vedere come fare a campare il meno peggio possibile: personalmente credo che ci sono dei momenti nella vita in cui "non ce la si fa", la permeabilità al dolore è troppo alta e troppo debole le capacità di reagire e sopravvivere: e allora ci si difende, si sta accorti, e si vive, conseguentemente, a scartamento ridotto. In altri momenti si valuta ciò che si riceve in termini di relazione qualcosa di così prezioso da correre il rischio, consapevoli che esponendosi si può soffrire ma reputando quella sofferenza qualcosa che comunque ha un valore per la conoscenza di sè.

    Ora, mi viene in mente che tu judy, un po' di tempo fa,in un topic riflettevi proprio sulle relazioni con gli altri e di come il modello di rapporto sperimentato in terapia ti invogliasse a sperimentare relazioni profonde e aperte ( non so se uso gli aggettivi giusti, ma spero di farti ricordare il topic in questione) e ti riproponevi di andare verso delle persone per tentare di "esportare" nella quotidianità quel che vivevi nel setting, ma poi però,per qualche motivo, ne rimanesti delusa.Ora, in quel caso forse si trattava di un target di persone sbagliate. Ma le delusioni ci arrivano anche dal babbo, dalla mamma, dal compagno, dall'amico, dallo psi..ecco forse,per quel che ci riguarda, si tratta di imparare a gestire meglio le inevitabili delusioni, per quel che riguarda gli psi, esercitare la capacità di scusarsi va bene, dato che non sbagliare è impossibile.

    p.s.post scritto con le migliori intenzioni, cazziatone no grazie :(::huh:

  7. Ma nessuno sa qualcosa su come superare questo problema?? sto diventando una creatura della notte e ho le occhiaie!!! help.. :D::(:

    coccy .. :(: ..non posso aiutarti più di tanto...

    a me è capitato di passare delle nottatacce in cui ho dormito tre o quattro ore...ma roba episodica...

    mi vengono in mente consigli del piffero letti in quelle occasioni..tipo stancati tanto durante il giorno: bicicletta, nuotate, ammazzati di fatica...in modo da crollare la sera

    quando non riesci ad addormentarti non insistere, alzati e fai qualcosa (di compatibile coi sonni altrui... :Nail Biting: ) ma tira dritto per tutta la notte e vivi la tua giornata normalmente senza toccare il letto fino a sera...

    bah, non so dirti di meglio.

    comunque,come dici tu, evidentemente la maggiore o minore tranquillità affettiva gioca la sua bella parte...pertanto l'insonnia sarebbe sintomo di altro.

    sogni d'oro :(:

  8. Un Pennac all'altezza di "Come un romanzo" racconta la vita scolastica dal punto di vista dei "somari".E ne ha ben donde non solo perchè quello è il target delle scuole in cui ha insegnato, ma perchè lui stesso è stato un bel somaro più volte bocciato alla maturità e collezionatore di votacci e giudizi impietosi da parte della maggior parte dei suoi insegnanti.Tranne due o tre, quelli che hanno colto il suo talento.Un somaro che ha avuto la possibilità di riscattarsi, e che, debitore di quegli esordi infelici, ha deciso di fare il "professorino nelle scuolette" e aiutare i tanti somari che le frequentano...

    Interessanti spunti per affinare la sensibilità nella relazione coi ragazzi.

    Una bella carezza alla parte somara che c'è in ognuno di noi.

  9. Davvero Ilaria?

    è un antidepressivo :Nail Biting:

    allora lo provo :D:

    qualche info in più? :(:

    Oh, dunque:

    Simenon,come si sa, è celebre soprattutto per le inchieste del commissario Maigret...ma io preferisco leggere i suoi romanzi.

    La tecnica narrativa è quella dell'inchiesta giudiziaria ma i "casi" sono investigati piuttosto sul piano psicologico: non si tratta di cogliere prove ed indizi ma di comprendere le motivazioni profonde di una vicenda umana...Infatti in questi romanzi l'indagine per risalire alla verità non viene raccontata dal punto di vista di chi amministra la giustizia, ma da quello di uno dei un personaggi coinvolti nella vicenda e spesso succede che la verità che questi ricostruisce stride con le sentenze emesse nei processi spesso fermi ai "fatti" senza interpretarli in profondità.

    L'ultimo romanzo che ho letto è La verità su Bebè Donge, (e scopro ora che,nel 1952, ne è stato tratto un film con Jean Gabin e Danielle Darrieux).

    Francois e Bebè Donge sono sposati da dieci anni. Lei è una signora elegante e compassata, stimata ed appezzata da tutti per fascino e grazia. "Nessuno, e tanto meno lui (il marito) avrebbe potuto neanche immaginare che una domenica d'estate, servendo il caffè nel magnifico giardino della loro villa in campagna, proprio quell'essere immateriale e di squisita e vaporosa eleganza avrebbe versato nella tazzina del marito una dose mortale di arsenico."

    L'inchiesta giudiziaria si svolge parallelamente all'inchiesta privata condotta dalla vittima, Francois, che durante la degenza in ospedale e durante il processo avrà modo di ripensare ai dieci anni di vita con la moglie e rivedendo, in tal modo,sia lei che se stesso troverà le ragioni e le cause di un gesto solo apparentemente inspiegabile e condannabile.

    Ma per me lo scavo interiore è decisamente meglio riuscito ne L' uomo che guardava passare i treni..me lo consigliò il mio expsico presentandomi l'intreccio con pochissime parole : un tale di mezz'età,borghese dalla vita ineccepibile a un certo punto decide di deragliare dai binari:molla la famiglia, va con una prostituta, la uccide compiendo così il primo di una serie di ispiegabili delitti.

    Dice Kees Popinga:"Per quarant'anni mi sono annoiato. Per quarant'anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare dolci. Adesso so che i dolci sono di coloro che si danno da fare per prenderli".E, ancora .."Dunque, non sono né pazzo, né maniaco! Solo che a quarant'anni ho deciso di vivere come più mi garba senza curarmi delle convenzioni né delle leggi, perchè ho scoperto un pò tardi che nessuno le osserva e che finora sono stato gabbato".

    Sostanzialmente un metafora della paranoia e delle manie persecutorie...imperdibile..

    L'effetto antidepressivo o liberatorio credo dipenda dal fatto che tutto quel nero nel quale ti immergi leggendo riceve un ordine, diviene comprensibile. Mentre il nero della depressione a volte assomiglia al nero in cui si dibatte il personaggio di un romanzo ma mentre ci sei dentro non riesci a definirlo..

  10. Ciao mi presento, sono fobicboy :D:

    Il nick già dice tutto, i miei problemi sono legati alla fobia sociale (che non so se ho stando al DSM).

    Ho difficoltà in alcune situazioni sociali, a parlare in pubblico, a firmare, con persone che non conosco, ecc...

    Mi vengono sintomi di vario genere a seconda del tipo di prova da affrontare, dal semplice tremare avere freddo alla nausea

    Che altro dire, sono anche un po' paranoico, quindi non scrivo cose che potrebbero farmi riconoscere :)

    Lavoro e cerco di convivere con le mie paure, per lo più evitando.

    Ovviamente non ho una ragazza, perchè la timidezza mi blocca molto e le mie fobie specifiche mi sono d'impaccio, anche se non credo di essere oggettivamente brutto e noioso, anzi mi considero abbastanza brillante e spiritoso, solo che dal vivo non so molto dimostrarlo, mi ci vuole tempo e le ragazze scappano prima davanti ad una persona chiusa ed un po' impaurita!

    Bè, come presentazione spero basti :)

    Adesso vado a vedere se esiste una sezione del forum più specifica ai miei problemi, perchè mi piacerebbe conoscere persone con i miei stessi problemi.

    Ah, di solito scrivo molto, non fateci troppo caso, anche se cercherò di limitarmi :(:

    Ciao a tutti!

    Ciao fobicboy!

    penso che qui troverai "pane per i tuoi denti" ! :Nail Biting:

    Benvenuto..Four%20Leaf%20Clover.gif

  11. e quando non è un gioco 'effettivo', allora 'gioco' facendo la mamma, cucinando, pulendo casa, giocando alla maestra quando mio figlio deve studiare... sotto le lenzuola con mio marito..

    la vita è tutta un gioco... basta convincersene..

    adesso vado a giocare alla cuoca e porto in tavola... buon appetito!

    condivido l'opinione che esista un'attitudine ludica che può essere applicata a qualsiasi cosa si faccia..è un'esercizio costante della creatività..

    in fin dei conti tutto potrebbe essere un grande gioco se avessimo l'animo libero e alleggerito da umori neri..perchè in ogni cosa siamo in gioco noi stessi, ci cimentiamo e reinventiamo nel nostro particolare modo ciò che esiste...

    ma se il nostro spazio di creatività è ingombrato dalla gabbia della severità del giudizio, dei troppi doveri, dei sensi di colpa, della paura...quell'ammasso di roba oscurerà la vitalità e la ludicità nell'approccio alle cose della vita...

    io gioco con la vita quando la malinconia è lontana da me...

  12. le vie del transfert sono infinite!!!! ^_^ E' bello ciò che dici, tempo addietro avremmo evitato discussioni pesantissime se solo avessimo trovato questa frasetta nel mezzo!!!! :huh: Poche parola ma che dicono tutto!!!!

    Ilaria si mi hai compreso molto bene e devo dire che leggerti mi ha aiutato a capire alcune cose, è vero io spesso vado di testa, penso a cosa sarebbe più giusto cosa farebbe più piacere alla psi senza fermarmi ed ascoltare ciò che sento dentro, tempo fa dissi alla psi che avevo trovato delle mie vecchie poesie che sembravano rispecchiare perfettamente ciò che provavo adesso a riprova che io ho sempre vissuto in questo stato d'animo di depressione e paura, le dissi che avevo dimenticato di portargliele (era vero) ma lei non mi rispose che avrei potuto o cose così semplicemente lasciò cadere la frase e la mia testa ha costruito castelli che sarebbe il caso di smontare!!!!!

    Ho anche trovato i miei disegni dell'asilo alcuni mi hanno colpito, vorrei portaglieli e anche per quelli mi sono fatta un sacco di giri mentali ma credo sia il caso davvero di smetterla.....alla fin fine se non li degnerà di uno sguardo vorrà dire che comunque sa che io volevo farglieli vedere.....

    Riguardo a ieri, oggi va mooolto meglio, dopo un'altra nottata insonne, mi sento davvero meglio, quella discesa negliinferi mi ha aiutato comprendere delle cose, e mi sento rinvigorita da questo......spero che duri ma sono fiduciosa!!!!!

    Ricambio l'abbraccio

    sono contenta che vada molto meglio...visto che le risorse ci sono!!!!!

    magari, per evitare delusioni, prova a chiederle cosa ne pensa di diari o foto o altre cose portate in seduta, magari lei ha un suo punto di vista e può spiegartene la motivazione...va molto a opinioni personali e credo che in analisi certe cose sono negoziabili..ci mancherebbe che si prendessero posizioni per principio o per punto preso su tutto...

    buona giornata a digi e a tutti

  13. ciao Ilaria non volevo sminuire quello che fai, anzi davvero mi interessava sapere se poi tu lo portavi in terapia o era uan cosa che tenevi per te, a quanto ho capito la tieni per te, e me lo chiedevo perchè a volte a m viene in mente di portare avanti uan specie di diario delle vacanze proprio per poter annotare glie eventi, o i sogni più importanti e non perderli con il passare dei giorni, ma poi mi chiedo se questo può servire alla terapeuta o no, se lei lo accetterebbe o meno.

    Scusamo se sono sembrata superficiale, come ho detto oggi è stata una giornata davvero tremenda e mi è stato difficile esprimermi come avrei voluto, invece mi sono riletto il tuo post più volte e credimi ne ho tratto anche insegnamento, no te lodico per farmi perdonare ma è la verità!!!

    tutti i miei dubbi erano relativi a me stssa e alla mai di terapia, non per quanto ti riguarda, c'è anche da dire che tu sei in terapia da molto più tempo e forse conosci meglio la tua psi, il suo modo di lavorare, per adesso io mi sento ancora agli inizi, mi manca ancora quel punto in cui si stabilisce un vero contatto.....nonstante sento che lei è quella giusta e mi trovi molto bene...

    Sper si riuscita ad essere un pò più chiara, stasera sono ancora annebbiata anche se sto molto meglio rispetto a stamattina!

    Riguardo al ridondare nella testa delle parole della psi dette tempo prima mi capita con ciò che mi diceva l'altra psi, ora mi torna spesso in mente quello che mi diceva e stranamente prende un senso che allora non riuscivo a dargli.....

    La strada è ancora lunga.....la primasettimana di astinenza è stata smarcata, vediamo come va!!!!!

    digi, è vero che sono permalosetta :o: ma tu non hai di che scusarti ... :(:

    dunque , è che io sono timida e mi vergognerei a portarle qualcosa ...però non penso che lei non accetterebbe eventuali miei scritti..

    per esempio, all'inizio dell'analisi le dissi che avevo un vecchio quaderno dei sogni che avevo fatto durante il precedente percorso...glielo dissi perchè quei sogni mi parevano più belli di quelli cha andavo facendo...e lei, la seduta seguente, mi disse di essersi "illusa" che io le avrei portato il quaderno dei sogni ma constatava che non l'avevo portato...le dissi (bugia) che non mi pareva potessero sembrare interessanti visto che erano sogni vecchi e lei disse che non c'entrava un tubo, erano pur sempre cose mie...questo per dirti che diari di vacanze o sogni o qualsiasi cosa uno si senta di portare lei li avrebbe accolti.tu sai che la mia è junghiana e ho letto da qualche parte che Jung faceva portare diari ai pazienti che non si faceva lasciare per leggerli da solo ma li leggeva in seduta con loro.

    Credo che sia importante comunicare il nostro lavorìo interiore... qualsiasi sia la sua forma: a me piacerebbe,ad esempio, prestarle dei film che mi hanno toccata particolarmente, mi piacerebbe davvero, ma non lo farò mai...non ora almeno..

    la durata dell'analisi conta eccome, quindi capisco che tu possa fare affidamento su una scorta di sedute meno cospicua e su un contatto ancora agli albori.. e ti senta pertanto più in preda a te stessa..certamente...e forse la mia apparentemente serena (per ora..) accettazione della pausa dipende in parte proprio dalla contentezza di avere avuto quella possibilità di un eventuale contatto, solo l'idea della sua disponibilità mi sostiene soprattutto perchè il confronto lo faccio con uno psi cerbero che mi catapultava nel nulla rafforzando sentimenti depressivi, lei invece, con quell'apertura, mi ha lasciato del calore....

    poi c'è il fatto che mi sento risollevata per i chiarimenti avuti nelle ultime sedute che hanno dissipato una crisi che ha intralciato sin dagli inizi l'analisi e mi sembra di essere all'inizio di una nuova fase del percorso, molto più fiduciosa e intima:come vedi le vie del transfert sono infinite...

    spero che tu, in un modo o in un altro, riesca a scrollarti quest'uggia o che tu riesca a leggerci dentro..vorrei che ci fosse la speranza che anche il più cupo dei momenti può schiarirsi (e te lo dice una pessimista ) e l'analisi con tutto quello che misteriosamente porta con sè.. in questo è davvero un aiuto..

    un abbraccio

  14. si è bellissimo! <_<

    per ilaria: è molto psicologico, devi vederlo :angry:

    e ci sono effetti molto belli tra ricordi e cancellazione della memoria, la locandina e il titolo non rendono affatto il film e questa è una cosa che capita spesso in Italia.

    visto. sì, la trovata di lui che si oppone alla cancellazione dei ricordi dal di dentro del meccanismo di rimozione è bellissima e forse capisco ora cosa intendeva datango con il suo commento...

  15. Stanotte ho sognato che andavo da lui (era settembre) e non lo trovavo; mi aveva inserito in un gruppo gestito da una delle donne che odio di più al mondo (a causa della quale è finita la mia storia d'amore più importante). Dopo l'umiliazione gli telefonavo dicendogli che non torvavo professionale il suo modo di comportarsi (gemendo e piangendo) e lui, freddamente, mi diceva che avevo ragione, ma lui non aveva tempo.

    :angry:

    <_<

  16. si in fondo credo sia proprio così Ilaria ma quando si cade troppo in basso è difficile aggrapparsi a così "poco", stavo per chiamarla, poi ho deciso di adare a farmi una doccia, prendo un caffè e faccio un giro fra le mie paintine, provo insomma a tirarmi un pò su, poi vedrò....

    Comunque non avevo pensato al diario delle vacanze, appuntare qualche sogno importante, qualche episodio come quello di ieri, solo che poi mi vergognerei un pò ad andare lì con i compiti (non richiesti ) o tu studi prima tutto a casa e poi lì fai il riassunto?

    Mamma mia sto delirando!!!! <_<

    Fra credo che in parte sia vero quell oche dici, il ditacco ha un pò provocato questo straripamento di sentimenti, lei in fondo di solito me li riordinava....settimana per settimana, infatti guardacaso è successo proprioa distanza di una settimana esatta, chissà se avrei reagito allo stesso modo se fossi tornata da un incontro della psi, prima dell'episodio....?

    Ilaria una domanda, ma tu poi applichi queste regolette o a volte anche tu dimentichi i buoni propositi???

    quando andavo alla asl e il mio psi se ne andava in ferie per due mesi e avevo una depressione galoppante mi sentivo come fossi stata mollata nel vuoto senza paracadute, mi sentivo sormontata da un tempo illimitato, con un senso di perdita e di morte dentro laceranti...probabilmente allora, se ne avessi avuto la possibilità una telefonata l'avrei fatta:ora però mi sento in modo diverso.

    quindi ogni "strategia" è relativa al "come si sta"..e quelle sono le mie...valgono al momento, potrebbero non valere più tra 5 giorni..

    quindi quelle che tu hai chiamato "regolette" (e che semmai lo fossero varrebbero per me soltanto) non sono delle prescrizioni nè dei buoni propositi,...tantomeno si tratta di preparare i compiti da portare alla psi dopo le vacanze a mo' di riassunto,non si tratta di una cosa da riversare al di fuori ma il contrario...

    sto cercando un modo come un altro per trattenere dentro di me qualcosa che non voglio che si disperda, per mantenere il contatto...non credo che l'analisi si svolga solo "in presenza" dell'analista, c'è un'elaborazione che avviene attraverso un dialogo che uno fa con se stesso riandando con la mente agli scambi avuti...dopo un anno e mezzo io sento che le sue parole hanno scavato dentro di me, ci sono stati dei colloqui dai quali sono uscita con un senso di pienezza, quasi di sazietà, a volte "straripavo", non riuscivo a contenere dentro di me tutto quello che veniva detto,forse vi facevo muro con la distrazione, le resistenze o forse il ritmo serrato della quotidianità mi strattonava altrove....ora ho del tempo per far decantare i discorsi, per prestare più attenzione a qualcosa che magari ritorna in mente perchè c'è qualcosa che la evoca e perchè c'è un silenzio che consente l'ascolto...

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