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ilaria

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messaggi di ilaria

  1. si l'ho scritto qualche post fa....un bel libro!!! Da leggere...specialmente per chi fa analisi!!!!

    Comunque marilena ti posso assicurare che ho avviato e chiuso più votle la chiamata, ho dovuto proprio superare un gradino difficilissimo per me...e mentre parlavo la voce tremava, specialmente quando mi ha detto che non le era possibile nè oggi nè domani...infatti mi sono subito buttata avanti dicendo "ah ma non si preoccupi non è accaduto niente, mi scusi ecc." e lei a quel punto mi ha detto che se volevo poteva inserirmi per domani alle 19.30 (quindi all'ultimo orario)...e avrei potuto dire che non faceva niente...ma a quel punto ho deciso di prendere l'occasione al volo....quando ho riattaccato, ho pensato "e mò che le racconto"???? :icon_confused: poi pian piano mi sono rasserenata....e mi son detta, avevo bisogno di vederla, punto!!!! Insomma non è che mi stia facendo un favore!!!! Io la PAGO!!!!!! Probabilmente ha aiutato anche un pò di rabbia!!!! :Raised Eyebrow:

    Baci

    non c'è niente di anomalo soprattuto a considerare che per alcune persone in certi periodi la frequenza settimanale delle sedute è davvero insufficiente..

  2. News dalla sala d'aspetto della mia analista.

    Oggi vado mi chiudo e aspetto.Dopo poco esce la pz precedente (non era la "preferita" ma un'altra) e suona inopinatamente il campanello ..entra un vocione da idraulico che la mia analista conduce nel bagno adiacente alla saletta d'aspetto e con il quale si mette a disquisire di un guasto al wc dovuto a certe cartacce che qualcuno c'ha buttato dentro. Mi sono sentita così sollevata e protetta dalla mia corazza difensiva che oltre a impedirmi di levarmi il cappotto e di chiedere di andare in bagno mi ha resa d'un botto,in un momento critico,la "paziente al di sopra di ogni sospetto".

    Eheheh ...care le mie incontinenti, capito che rischi correte?

    Comunque la seduta è stata bella e un po' più lunga del solito... e congedandomi mi ha detto "s'è fatto tardi anche se io avrei continuato ancora"..e per me frasi come questa sono come pane per gli affamati.

    Tutto è ruotato attorno a un sogno nel quale io mi trovavo a dover scendere una scala bianca che portava giù giù verso un mare limpido verde di una tonalità che andava scurendosi verso il centro dove maggiore era la profondità; avevo timore di precipitare dall'altezza della scala ma una volta preso a scendere gradino dopo gradino mi rendevo conto che era più facile di quanto immaginassi.. scendere in profondità dentro di sè mi fa paura a considerarlo da una certa distanza ma poi si potrebbe rivelare più facile di quel che sembra...da qui un' ora e mezzo di seduta con quella dottoressina partecipe e vibrante..a sabato la prossima.

  3. digi io ho l'esperienza della mia compagna che si è fatto circa 4 anni di terapia

    non se è cambiata (io l'ho conosciuta quando aveva appena finito la sua analisi), ma sicuramente adesso ha degli strumenti per analizzarsi, ha una maggiroe capacità di introspezione

    in tutti questi anni mi è capitato di vedere dei suoi comportamenti "non corretti", ne abbiamo parlito e poi mi sono resa conto che lei riesce in qualche modo a vederli e vedersi in maniera chiara, come se avesse una luce incorporata

    questo non significa che non abbia dei momenti bui o che non faccia xxxxxxx, ma ha una maggiore consapevolezza

    la mia psi mi ha detto che la sua prima terapia è durata 6 anni, non so dirti come era prima e che benefici concreti ne ha avuto, ma ho come l'impressione che sia "coerente con se stessa" . una cosa che le invidio è la sua capacità di vivere e comunicare le proprie emozioni con estrema naturalezza, senza paure (senza le mie paure), di saper essere stessa, serena in qualche modo

    nin riesco a spiegarmi bene , ma spero che qualcosa di quello che ho scritto si capisca :huh:

    La mia analista continua ad andare in analisi da quello che lei chiama "il suo maestro".. e, ovviamente, si è sottoposta per anni a quello che lei chiama (!) il "torchio" dell'analisi. Ne ho l'impressione di una persona "profonda" , semplice, è scarruffata, distratta, è tutt'altro che perfettina: dice le parolacce, è sprezzante dei conformismi, non se la tira nemmeno un po', si abbandona a grasse risate, posso trovarla con gli occhi gonfi per la seduta precedente.. e a me piace tanto così com'è..

    Mi ha detto che nonostante gli anni di lavoro su di sè , a scalare la montagna si arriva sempre a vedere qualcosa che prima non si era visto, di cui nemmeno si sospettava l'esistenza, dice che le scoperte che si fanno su di sè sono infinite e sembra quasi di essere sempre all'inizio ..

  4. si anche per me è un pò così...diciamo che il problema è questo dover perforza trovare un colpevole a tutti i costi delle cose che non vanno bene...e il più delle volte ovviamente anche io mi sacrifico a capro espiatorio delle varie situazioni...il fatto cìè che non si riesce proprio ad accettare che alcune cose possiamo non saperle o poterle fare...o appunto siamo incapaci di farle....io invece no....o lo faccio o mi dò la colpa....e siccome c'è di mezzo un certo masochismo, la cosa migliore per me è mettermi nelle condizioni di non riuscire in niente....ecco perchè ieri dicevo a Euridice che la "invidio perchè alemno ha una laurea, ovviamente il problema è mio....quella è una delle tante cose che non hofatto perchè pensavo non fossi in grado...ora a dirlo mi viene anche da ridere (se non fosse che è successo davvero!!!) , porca miseria!!!

    Scusate oggi sono lamentosa,mi odio pure per questo,tanto per concludere in bellezza...

    Si vorrei dormire per non pensarci, invece mangio per sentirmi dopo ancora più merda....

    è così che succede..

    leggendoti pensavo che forse tutti abbiamo "un sogno nel cassetto", qualcosa che simboleggia la realizzazione di sè, l'appagamento dei desideri..per me era una cosa, per te un'altra..

    io pure vivo la frustrazione di non aver conseguito gli obiettivi che mi ero prefissata e a lungo ho ritenuto una "parentesi" la vita reale che mi trovo a vivere, come se io ci fossi dentro di passaggio, momentaneamente...in attesa che quella vera si concretizzi, e allora i conti torneranno e io mi sentirò realmente me stessa.

    Poi succede che la vita vera mette a dura prova e non consente distrazioni, anzi butta in faccia spietatamente tutte le difficoltà personali irrisolte...io sono arrivata a pensare di non essere riuscita a realizzare i miei progetti perchè volevo prendere una scorciatoia, volevo glissare quelle difficoltà e puntare subito al risultato finale.

    Invece occorre che io mi sporchi le mani, faccia i conti con queste melme che frenano ,..solo poi,forse, avrò energie a disposizione per cambiare scenario...ma magari, allora, avrò altri investimenti da fare.

    Inzomma quello che mi senbto di dirti è che se non ti sei laureata invece di stare lì a massacrarti, come dice priscilla, "perdonati", accogli questo dato e comprendi che vuole dirti..senso di inadeguatezza, paura del fallimento, motivazione, sopravvalutazione delle difficoltà ecc.... e poi, abbi tenerezza per quell'aspetto fragile di te invece di farlo nero :angry:

    un abbraccio!!

  5. si certo che ne ho e ne abbiamo parlato in passato a lungo.......

    ma poi mi accorgo che tutto è legato da un filo...da un collegamnto,da un mio modo distorto di pensare.....che capita fuori.....e li con lui...

    Per me.......analizzare cosa capita li con lui,per me significherebbe risolvere l'80% dei miei disagi.........

    Perchè li come ho scritto prima.......viene riproposto alla grande.....

    Poi si certo ci sono sedute dove vengono affrontati problemi quotidiani (anche il lavoro!).......ma poi si ricollegano sempre al bisogno di essere stimata,voluta bene,all'autostima,al non credere in se stessi,all'insicurezza......ecc........

    Elemento principale per me!Capisci che li viene riproposto alla grande!Secondo me la gran parte dei miei problemi parte da li......

    credo di aver capito e trovo che tu abbia ragione, poi del resto è questo il tuo bisogno...

  6. Ila dovresti pensare che la tua relazione ha una determinata forma che la rende

    unica rispetto alle altre, da questo punto di vista forse non esiste dunque una relazione più efficace.

    Secondo me esistono due interni con i loro proprio meccanismi e le loro proprie difese il quali

    vengono in contatto e si incastrano proprio in base a questi ingranaggi e che risuonano in un loro specifico modo.

    Non pensare che la tua relazione sia meno efficace di altre, questa fantasia piuttosto è da analizzare

    perchè potrebbe essere un indice di come funzioni.

    Secondo me è la relazione la cosa più importante nel bene o nel male, non la qualità rispetto ad altre.

    Sì, è vero quello che dici. Io lo sento che c'è qualche cosa "di nostro" tra me e la mia analista. Ma io ho timore di me stessa e, per come è andata l'analisi finora, ho ragione d'averne: se non si abbassano le resistenze e le difese non si dà accesso nè a se stessi nè all'analista rispetto al proprio mondo interno e questo comporta il rischio di affossare l'analisi. Poi c'è il fatto che gli psi son pur sempre umani e noi umani funzioniamo meglio e ci motiviamo di più se riceviamo uno straccio di riconoscimento e di gratificazione dalle cose che facciamo.

    Quanto all' "indice di come funziono"...anche questo è vero..

    Euridice, io credo che tu possa diventare una brava psicoanalista: stai qui tra noi paziente al 100%, non te la tiri a quella che studia psi per dispensare

    pillole di sapienza..

    poi Woody Allen docet...a esser bravi si può tirar su una fortuna dalle nostre nevrosi :wink:

  7. ciao Ilaria...

    quello che scrivi,è tutto vero!Sai anche io sento le stessissime cose....

    E' vero che siamo noi che costriuamo il rapporto cosi come siamo!Poi penso che se il trasfer influenzi negativamente e positivamente la terapia...... ma poi dovrebbe poi essere oggetto di discussione......-(come scriviamo sempre)

    Ma......anche io in qs momento sento che il problema principale è proprio la terapia......e penso poi che lo sarebbe con chiunque altro ne sono sicura (conoscendomi!)

    Vorrei proprio......parlarne.....è un mio obbiettivo.......(difficile da raggiungere...penso che quando sarà raggiunto,quando avro' abbassato le difese la terapia sarà conclusa!)

    Poi pero' c'è una frase che lui ha detto che mi fa riflettere......lui mi dice che il trasfer non deve essere il centro della terapia (se no diventa nevrosi...)ma deve essere parte della terapia.......Per me invece adesso è il centro...e tutto il resto è parte della terapia.....

    Ma secondo me è il centro perchè...li si ripropongono le dinamiche dei rapporti del quotidiano....in modo (x me)amplificato.....

    Quinidi rivivo con lui le stesse situazioni,e rivivendole con lui,non posso ignorarle,perchè riemergono in continuazione.....

    Se parlo di altro.......poi alla fine sento che non riesco a fidarmi,ad aprirmi,perchè c'è tutta una parte 'non detta'.......

    Forse è qui per me il problema......mentre nel quotidiano puoi permetterti di non dire(cosa che faccio spessisimo).....in terapia il non dire....fa si che che venga a mancare l'elemento principale.......

    e questa differenza,per me è difficile da superare/gestire............

    Ma tu non hai cose della vita quotidiana di cui senti la necessità di parlare con lui?

    Delle difficoltà che non riesci a gestire e che hai bisogno di capire?

    Io ne ho molte, soprattutto di lavoro, ahimè...anzi di questo me ne sono fatta molto un cruccio ma lei ritiene che sono cose importanti e ci insiste parecchio: per me a volte sono pressanti, a volte meno e vorrei virare verso altro..

    Oltre alla vita quotidiana,poi, ci sono i sogni.

  8. ottio ilaria, andiamo a vivere insieme, ti prego...

    io ho ospiti al piano di sotto, non ce la faccio a vestirni, sono tipo ombra infera in piagiama.

    sono talmente distrutto dal distacco di queste feste che ho perso ulteriori 2 kg, peso 46 ora

    mangiucchio solamente qualcosa da venerdì..

    :icon_biggrin:

    ho tolto le festività comandate dal mio calendario...è stata dura ma si può fare!

    più che la Pasqua odio la migrazione di massa del lunedì: me ne andrei volentieri al mare ma c'è il mondo, e sembrerebbe di essere al mercato nell'ora di punta...

  9. il mio "va così?" è riferito al rapporto con lo psicologo. mi rendo conto che la mia terapia è fortemente incentrata sul mio rapporto con lui. indipendentemente dalla mia volontà. ad esempio in questo caso volevo tralasciare un piccolo fatto legato a lui..un'inezia mi sembrava...e questa inezia ha smosso paure enormi...

    è per questo che dico a ilaria di parlare. non vorrei che anche per lei fosse così, che razionalmente si dicesse "non ci sono rimasta malissimo." ma poi invece dentro...

    sì, di queste cose bisognerebbe discuterne con l'analista...dico bisognerebbe perchè non sempre è facile. nel caso specifico non mi va di entrare in merito alle sue emozioni verso un'altra paziente, sono fattacci suoi, loro...mi sembrerebbe di essere davvero intrusiva ed invadente.. mi sembrerebbe di avanzare una richiesta, ma è impossibile chiedere quando si tratta di emozioni, di sentimenti..

    il pensiero immediato che ho avuto quando ho sentito quel saluto affettuoso, "sentito" tra la mia analista e la paziente è stato: quella è una relazione veramente curativa, lì si guarisce... io ho invidiato l'affidarsi reciproco, l'abbandonarsi in un affetto che contiene e che protegge grazie al quale è possibile dire tutto, affrontare tutto, seriamente; la fiducia della paziente di poter confidarsi e di ricevere "le cure " la serenità dell'analista di sapere che il proprio intervento "lavora" sulla sua paziente grazie a quella fiducia.

    In definitiva quello che a me è balzato subito agli occhi è l'efficacia terapeutica di una relazione basata su una partecipazione così sentita delle due parti in causa..

    tempo fa si è parlato del transfert come condizione ottimale per il funzionamento dell'analisi discutendo della sua necessità o meno; bene ora mi pare di capire meglio qual è la posta in gioco, penso di aver sperimentato tutte le conseguenze del transfert negativo.

    Dico che la cosa mi ha fatto male ma non malissimo perchè ho presente la parte giocata con me dall'analista e questo m'infonde una speranza di andare oltre il punto nel quale sto.

    Ho ripensato in questi giorni alle sedute e ho riletto delle cose su di lei e tra i discorsi ho rintracciato un filo: bene io sono partita diffidente, ho cercato conferme alla mia diffidenza, ho nutrito risentimento e avversione senza mai esplicitarli, l'ho messa in discussione, una volta, criticando un intero anno d'analisi come inutile...certo non solo questo e non sempre questo...ma scorre anche questa venatura aspra insieme al resto.Che posso pretendere? Però è comunque utile essere consapevoli di questo, per questo dico che quella conversazione "rubata" è un ottimo spunto, non tanto per struggere d'invidia, quanto per "relativizzare" la mia relazione con lei, e riconoscere che se è diversa è perchè io ci metto dentro temi miei, anche bruttacchiotti parecchio: questo mi fa anche pensare a come siano poco attendibili le descrizioni che noi facciamo dei nostri psi,e come uno stesso psi che un pz svilisce come incompetente, non professionale, per esempio, possa essere il non plus ultra per un' altro pz.

    E comunque in qualche modo sta faccenda la devo affrontare con lei, come dici tu judi, perchè altrimenti cristallizzo l'abitudine a non dire, tacere, omettere, falsificando il rapporto che lei, poi, siccome non è fessa, riconduce alla genuinità ma senza la mia spontanea attiva collaborazione.

  10. Ilaria, non potrebbe essere che sono pazienti che conosce da più tempo, e con cui quindi ha una maggiore confidenza?

    Anch'io mi faccio mille paranoie....ho paura che con me si annoi, ho paura di essere quasi "invisibile" con lui, come lo sono per il resto del mondo :Sigh:

    E poi, nella mia immaginazione, sono tutte super-belle, super-sexy, super-femminili e accattivanti...maledette pazienti...ops scusate :p:

    non lo so, ma non credo: io sono due anni e mezzo che vado..

    a riguardo della noia, gliel'ho proprio detto: " mi dispiace 'doverla intrattenere con queste amenità'" ..e lei ha detto, spicciando il discorso rapidamente che erano cose importanti per il lavoro che si fa lì...

  11. Ciao Carissime

    sono assolutamente d accordo con Euridice....(ma ancora lì siamo??!!!Quante volte è già uscito quest'argomento su LA PREFERITA?)Non voglio dire spropositi o fare psicologia da settimana enigmistica, ma questo anelare ad essere "LA PREFERITA" del proprio Psi, mi ricorda troppo il complesso edipico...il bisogno di essere l'unica amata, o amata dipiù, in competizione con le altre figure femminili...situazione che ci si trascina fino all'adolescenza e diventa dover essere UNICA E PREFERITA per il Prete dell'oratorio o per il Prof....vedete un pò qui..

    http://id.answers.yahoo.com/question/index...14073755AASIiup

    Personalmente me ne frega davvero poco di essere o non essere (questo è il problema)la preferita di Stefano...e mi chiedo perchè deve per forza essere così importante....mah, chiedo: non si può comunque fare un'ottima terapia anche se non si è LA MIGLIORE?.....E qui confondo MIGLIORE con PREFERITA...forse l'ho percepito così, o forse è un mio problema.....Mi sembra di avere a che fare con "la sindrome della prima della classe"! Comunque essere LA PREFERITA è una responsabilità troppo alta e c'è sempre un prezzo da pagare: se ne arriva un'altra, così all'improvviso, e diventa lei la preferita....quanto pago in delusione??...Oppure non verrò mai a saperlo, ed è anche peggio,...meglio essere una delle tante, meno complicato!!

    Io credo che ogni emozione abbia la sua dignità di essere sentita, accolta con umiltà, da chi la prova, per quello che è e per il contributo di senso che può dare rispetto alla propria storia.

  12. ilaria manco a dirlo hai fatto una tenerezza enorme anche a me !!

    e cmq credo sia normale che loro si "fasino" su di noi, su come ci comportiamo lì.....

    ultimamente la mia mi ha detto che all'inizio lei era molto controllata con me, cercava di non invadere i miei spazi, di non mostrarsi troppo affettuosa perchè aveva paura che un gesto eccessivo nei mie confronti mi avrebbe fatto fugfgire a gambe levate e, probabilmente, aveva ragione.......

    e cmq almeno a me una paziente con i suoi cappotti abbottonati, coi suoi silenzi, con il suo eterno risentimento verso il mondo farebbe una tenerezza infinita ! :abbr:

    grazie!!! :abbr:

  13. domanda che mi assilla ultimamente......

    io la mia l'ho vista con altri pazienti a cui è legata e inevitabilmente mi sono chiesta in che posizione sono io in una (neanche troppo) ipotetica classifica

    è che parto dal presupposto che lei abbia una riserva d'amore a cui attingere e se ne dà di più a un altro allora poi ne rimarrà meno per me e allora ne sono gelosa

    in ogni caso ogni terapeuta non è che ha 100 pazienti, sì e no ne ha 8/9 ..credo di aver letto così da qualche parte...

  14. Io penso invece che fai tenerezza e lei la prova per te ma immagino che in generale gli psi tendano ad irrigidirsi con le persone meno sciolte, non saprei spiegare perchè penso così, forse immagino che hanno paura di perdere il controllo della situazione perchè magari una persona molto timida poi potrebbe avere reazioni imprevedibili o non so che, scusa non riesco ad esprimermi.... :icon_confused:

    Nel mio caso io credo che la dottoressa rispetti la mia distanza, lei sta molto attenta a non essere intrusiva, invadente, sta dove la metto io...ciò non toglie che dei tentativi di avvicinamento li abbia comunque fatti ....

  15. Mah...riguardo al mio post "io sono la paziente preferita" voleva essere ironico..ti dirò che forse io non sono la paziente preferita, mi convinco sempre di più che forse la paziente preferita non c'è, siamo noi che vogliano per forza essere le preferite.

    Quello che posso testimoniare è che il rapporto che c'è fra me e lui è unico, come dice lui "irripetibile", ma non perché è "meglio di", semplicemente perché ogni rapporto (e questo anche nella vita, per così dire, reale) è una cosa speciale a se.

    Questa cosa l'avevo letta in molti manuali di psicoterapia, ma all'inizio non la concepivo, non la sentivo mia, io volevo essere l'unica, col tempo inizio a capire che in un certo senso il rapporto che ho con lui è unico per davvero.

    Ho paura di rimanere delusa? No non più, ho lui che mi protegge :Angel: , almeno dentro quella stanza.........

    Anch'io penso che ogni rapporto sia unico, ma penso anche che il coinvolgimento la partecipazione emotiva può essere, a seconda dei casi, maggiore o minore..Quali scorte d'affetto avrebbero, altrimenti, sti psi?

  16. Non l'hai presa malissimo?sei sicura? Da quello che scrivi non si direbbe.......comunque a me fai tenerezza.

    GrazieBatting%20Eyelashes.gif

    se riesco a mettere a fuoco poi cerco di dire meglio perchè ci sono rimasta male ma non ci sono rimasta malissimo...anzi è stata un po' una bomba che ha fatto esplodere i sentimenti reali che io provo verso di lei e che la collera rancorosa che mi opprime come il gelo dell'argomento preminente dei nostri incontri (il lavoro :icon_confused: ) hanno seppellito...

  17. esatto quello che ho provato anche io....non esagero se vi dico che mi è scappata una lacrima..non so perchè ma questa cosa mi fa molto male...Ilaria sei sicura di non averla presa male??? O semplicemente hai cercato di non pensarci?

    Guarda è difficile da raccontare, io poi a raccontare le emozioni sono un disastro.

    Io l'ho presa male ma non malissimo, ecco. Però lei mi sta venendo incontro, per quello che io lo consento...le fa quel che può ...ha parlato di transfert, mi ha riproposto la doppia seduta ( che io ho acchiappato al volo)...certo si muove verso di me dal punto nel quale io l'ho messa...e forse altri "accorciano le distanze" con maggiore facilità..

    so che mi devo decidere, o abbasso la corazza e bando alle timidezze decido di aprirle un varco o sennò è un po' stupido che io rimanga asserragliata dentro me stessa, ingrugnita, implorando aperture e affetto..

    è che non so come fare i conti con il fatto di essere in un posto x di un'ipotetica graduatoria la cui vetta è occupata da altri.. certo è che, come dici tu, è difficile parlarne, anche se sarebbe forse utile a me per elaborare la mia sindrome da esclusione, a lei per darsi una regolata con la "pulizia del setting"..anche se, in definitiva, è meglio conoscere la verità..

    è che quando si pensa al rapporto analista-paziente, quando se ne legge e se ne parla, si tende sempre a mettere se stessi al centro di una relazione duale UNICA, a pensarsi uniti con il proprio analista da un legame iripetibile, invece il loro è un affetto prodotto in serie graduate per intensità...

    forse non ci sono rimasta malissimo perchè nutro la speranza, o forse perchè mi sono difesa mica a caso!!

  18. oggi scherzo ma è un momento terribile, mi sento tremendamente gelosa, lo so...assurdo...però è così

    rimedi? Balsami? unguenti?

    forse il barocco può essere d'aiuto

    .......ma anche no

    o zazà....pene forever!!

    io nessun balsamo..ahimè

    racconto della mia gelosia..."analitica":

    in un periodo un po' bruttarello durante il quale le sedute stentavano a decollare perchè i silenzi iniziali erano lunghissimi vado alla seduta, mi siedo sulla poltroncina e scorgo in bella mostra due tazze: si gozzovigliava con il paziente precedente prima che calasse l'austerity col mio arrivo....

    ho sgamato la paziente preferita, che ovviamente non sono io: l'ho sgamata perchè, nella saletta d'aspetto, dentro la quale io mi chiudo per non essere indiscreta, giungono comunque i rumori del corridoio.E sento i toni di voce, quando non addirittura le parole che si scambiano l'analista e il pz mentre si congedano . Con una in particolare la mia analista è affettuosa, le dà il tu, le fa i complimenti e le dà il bacino di saluto; si sente dal tono della voce e dal trasporto che è toccata nel profondo del cuore da quella ragazza.

    L'ultima volta ho sentito proprio tutto l'affetto di uno scambio veloce di saluti e di auguri. E quell'affetto lei per me non ce l'ha ed è fuori dubbio.

    Io coi miei cappotti abbottonati, coi miei silenzi, con il mio eterno risentimento verso il mondo faccio assai meno tenerezza..

    Antiche fantasie di esclusione riaffiorano..però non l'ho presa malissimo, tuttosommato...è pur sempre uno spunto...

  19. Ho sul comodino due libri sul rapporto tra l'uomo e il cane:

    John Fante, Il mio cane stupido, in A ovest di Roma

    "Era più vicino a Dio di quanto io non sarei mai stato, non sapeva leggere nè scrivere, ma andava bene anche così.Era un disadattato e io ero un disadattato.Io avevo combattuto e avevo perso, lui avrebbe combattuto e vinto" Sono Henri Molise e Stupido - uno scrittore e un cane - i protagoniosti de "Il mio cane Stupido" che , assieme, al racconto "L'orgia", fanno di "A ovest di Roma" uno dei capolavori di John Fante e uno dei suoi libri più amati.

    Una frase:

    "Se uscivo la notte con la mia pipa e spostavo il mio sguardo da Stupido alle stelle, vedevo una connessione. Quel cane mi piaceva. "

    Asor Rosa, Storie di animali e altri viventi

    dal risvolto di copertina:

    "Il cane, il gatto, io e te. Questa che ci racconta Asor Rosa è un'arca di Noè in formato domestico. Un quartiere di voci che si fondono armoncamente senza solisti.Quattro vite che si compenetrano nei piccoli gesti quotidiani e nelle più complesse strategie relazionali. Perchè un gatto più un uomo più una donna pù un cane femmina non fanno solo quattro persone intelligenti e affettivamente predisposte. Fanno un gruppo straordinario,un'entità in grado di intuire qualche briciola di realtà profonda, di condividere ritmi e cicli dell'universo."

  20. Io non ho mai fatto pipì nel suo bagno, ma credo che 1) mi imbarazzerebbe 2) mi piacerebbe proprio perché, come hai detto tu, sa di 'marcare il territorio'.. sono paziente tua e faccio pipì nel tuo bagno! °_°

    Sul fumare sigarette con lo psi,poi.. è rilassante, aiuta a stemperare l'atmosfera da 'inquisizione'..

    Ma perché non togli nemmeno il cappotto?

    ..sinceramente non lo so con precisione, certo mi proteggo dalla relazione ...

  21. a me solo una volta è capitato di dover addirittura interrompere la seduta e scappare a fare pipì...poi basta ( però io non tolgo il cappotto, non bevo acqua, non fumo sigarette, non porto fogli scritti...che ci vado a fare...)

    in compenso mentre sono nella sala d'attesa, adiacente al bagno, sento le pipì di tutti, pazienti in uscita e analista in intervallo..

    in ogni caso mi chiedevo se fare la pipì nel bagno dell'analista non sia anche un po' come marcare il territorio, come fanno gli animali..

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