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ilaria

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messaggi di ilaria

  1. Il grande boh

    Non so che cosa desidero, non so verso cosa muovermi, non cosa vorrei sperimentare...

    ciò che prima mi piaceva ora mi interessa meno, sono invischiata in un presente così e così e poca energia per strattonare altrove..forse nel presente così così c'è qualcosa che ancora mi trattiene, non di piacevole, forse un mio nodo che m'imbriglia..

    Sogni:

    1-due facce di donne, rosa pallido. Ho davanti a me questi due volti (uno è di una conoscente). Mi dico che le ho uccise e al tempo stesso loro non sembra siano state ammazzate (non c'è sangue d'intorno) e io mi autorassicuro che non è vero, che io sono quella di sempre e non un'assassina, o, altrimenti mi auguro, se è davvero successa una cosa del genere, che non si scopra...

    2-Una scalinata difficile da discendere senza precipitare o farsi male.A complicar le cose : sono con una mia anziana zia che, nella realtà, quand'era viva aveva collezionato fratture al femore e discendiamo la scalinata con gli sci quasi volando sopra gli scalini e io mi trovo davanti a lei che non sembra consapevole dei rischi che sta correndo e chiacchiera serenamente di varie amenità finquando non finisce fuori dalla scalinata addosso ad un albero e poi precipita e muore...

    Io assisto lucidamente alla scena prevedibile e mi chiedo se non ne sono responsabile poichè ho lasciato che la zia corresse il rischio senza suggerirle di lasciar perdere o di fare attenzione.

    Mi è arrivata la rivista con l'articolo della mia analista.Bello, anche se non mi ha sorpreso più di tanto perchè son cose di cui mi ha parlato, mi aveva detto che le studiava da un po' e così via

    Struttura:

    - Questione

    - excursus teorico sulla questione

    - approccio teorico alla questione dal punto di vista della psicoanalisi junghiana

    - esemplificazione della teoria con caso clinico felicemente concluso tratto dalla sua esperienza terapeutica

    Dove si annida il tarlo?

  2. Ola,

    digi..sei un fiume in piena: non so, al di là del dolore che traspare da ciò che scrivi io sento tanta voglia di vivere, c'è passione nelle tue parole anche se riguardano ferite, c'è energia.

    La famiglia è un luogo di tortura, è il luogo dove si commettono i più terribili delitti. Penso sia inevitabile la fase dell'odio e del distacco..quanto meno per prendere le distanze da quello stillicidio che martirizza e comprendere meglio quanta roba di quelle dinamiche è diventata roba nostra...che è il vero intoppo.

    La mia estate senza l'analista sta trascorrendo allegramente: la cosa mi lascia un po' perplessa... a me manco uno straccio di transfert (positivo) a quanto pare. Non conto i giorni, non penso alla ripresa e se c'è ripresa a cui penso con una smorfia di contrizione è la ripresa della scuola... quindi mi godo il sole, il caldo, l'assegno della funzione aggiuntiva, il mare, la canina e la varia umanità che mi sfiora..dilatando il tempo che mi separa a settembre..

    Sto pensando se questo distacco emotivo dall'analista ha importanza, se dipende da me, se è specchio di un distacco dell'analista, se per me, dopo le passate esperienze di struggimento per abbandoni vari, è come scattato un meccanismo per cui "stop" non ce n'è più per nessuno oppure ha perso di fascinazione seduttiva l'analisi stessa anche se mi piace, la trovo utile.

    Forse non ho più voglia di "maestri", di figura "mitiche" dalle quali rimanere affascinata, forse lei stessa,umilmente, ha sempre evitato di farsi percepire come troppo oltre la mia dimensione.

    boh..

  3. leggendo quello che hai scritto mi viene in mente che è uscita un'immagine di mia madre che non corrisponde del tutto alla verità, sembra quasi una strega !!

    cmq non è una persona che concede poco spazio al gusto

    no, no...io non deducevo dalle tue parole che tua madre corrispondeva al ritratto della mia conoscente... ho fatto la domanda proprio perchè lo spunto era debole e l'associazione mia e poteva essere confermata oppure no ...

  4. Ilaria che piacere qualcuno sul forum !!

    mamma è di coprporatura normale ...... come mai questa domanda ? mi incuriosisce.....

    credi ci sia una correlazione tra tipo fisico e tipo caratteriale ?

    non credo che ci sia correlazione diretta tra tipo fisico e tipo caratteriale , ma tra tipo caratteriale e rapporto con il cibo, con inevitabili conseguenze sull'aspetto fisico..

    quelle imposizioni di velluto mi hanno fatto venire in mente un tipa che conosco ammalata di smanie di potere e di controllo esercitato con modi studiatissimi, distaccati e gentili ma impositivi come pochi... e quel controllo lo esercita su tutto e tende a esercitarlo su tutti...ovviamente anche su di sè e sul suo corpo per il quale ha una cura diligentissima e severa che concede poco spazio al gusto e al piacere del cibo.. ovviamente è esile.

  5. cmq questo solo per fare un esempio di quello che è il mio rapporto con mio padre

    tra lui e mia madre la figura più forte è quella di mia madre, quella da cui io dipendo di più e il cui giudizio mi influenza di più. sono semrpe stata scissa tra 2 opposte situazioni: da una parte piacerle e dall'altra ribellarmi alle sue "imposizioni di velluto", quelle richieste fatte non in maniera esplicita, ma che hanno il potere di farmi sentire in colpa

    quelle imposizioni di velluto sono tutto un programma, sono una faccenda terrificante: legano di più di pesanti catene d'acciao...

    la mia dott. disse che le donne hanno "la fantasia" dell'uomo forte, solido, protettivo e cercano sto mito per tutta la vita lamentandosi di quei pappamolle che si ritrovano per compagni... mentre nell'animo maschile ci sono fragilità grandiose e traballamenti impensabili...forse sono le donne ad essere più "toste": ovvio che ha accennato a un modo comune di pensare con tutti i limiti delle generalizzazioni....ma non c'è da stupirsi se il potere delle volte lo tengono queste figure capaci di esercitare imposizioni di velluto...

    Una domanda campata in aria: la tua mamma è esile, nella norma o robusta?

  6. a volte l'essere feriti da un comportamento altrui è solo un problema nostro. direi il più delle volte.

    sì, concordo...ne senso che l'essere feriti di oggi è una riedizione di un'antica ferita.

    Io per ora ho capito che ciò che mi ferisce sono:

    - le persone che rilevano come inadeguata qualcosa che ho fatto, o sto facendo...

    richiamano le critiche feroci subite a piccola e che alimentano un'attitudine autocritica altrettanto feroce.

    - le persone che invadono i miei spazi privati.. o verbalmente con domande intrusive, l' esperessione di pareri non richiesti, il coinvolgimento arbitrario in faccende che non mi riguardano... o anche materialmente non rispettando i limiti di luogo e di ora ( il segretario scolastico che telefona il 6 agosto ne è un esempio)

    che richiamano la prepotenza irrispettosa, invadente e intrusiva delle parole e degli atti del mio parentado che disconosceva di fatto il diritto a una mia vita personale e disconfermava ogni mio passo compiuto verso l'autonomia.

    per dirne due

    e sta a noi decidere come reagire,

    questo mi è davvero difficile .. se forzo la tua espressione virandola verso il suo senso stretto: io di fronte a un'aggressione altrui non mi sento in grado di operare una scelta in merito alla reazione...sul momento scivolo nella dinamica...se vengo accusata mi giustifico, se vengo aggredita mi sento colpevolizzata dall'aggressore

    il "tonema" mi condiziona, sul momento...è che tanto chi accusa quanto chi aggredisce svolgono una funzione paterna in quel momento e io in un istante rimango invischiata ...la mia dott dice di non avere fretta...di compiacermi di certe reazioni avute e di darmi tempo...

    è che volte non so chi voglio essere, quale reazione vorrei avere... che immagine di me, tra quelle che mi sfilano nella testa e che recitano le possibili reazioni, è quella più giusta, più adatta a me, più adeguata alla situazione...

    troncando rapporti che non meritano...e conservando i rapporti che ci danno qualcosa.

    fatto. ma non ho conservato granchè...

  7. hai ragione, sono più serena...

    quello che apprezzo in giovanni è l'umiltà, unita alla paraculaggine certo...insomma: è un umile parlaculo! :He He:

    comunque ho apprezzato il fatto che mi abbia detto che le critiche servono anche a lui, a capire dove può aver sbagliato... ha ammesso che il fornirmi risposte razionali può essere stata una sua reazione "di difesa" (non ha usato questo termine, ma il senso era quello) di fronte alla mia angoscia. un reazione umana, anche dettata dal desiderio di aiutarmi a lenirla in qualche maniera...

    a me piace questa sua onestà, questa capacità di non mettersi sempre dalla parte del "giusto", relegando me al "sbagliato"

    si sa mettere in gioco.

    lui pensa che sia una cosa positiva che gli abbia fatto quelle critiche e in quel modo soprattutto, perchè sono riuscita a parlare in maniera serena, non ferita o astiosa...e mi ha chiesto se penso di riuscire a portare anche fuori di li questa capacità. io gli ho risposto (e lo penso ancora) che il problema, nella vita "reale" è che le persone di fronte a una critica, anche espressa in maniera serena, reagiscono immediatamente con la chiusura, mettendosi sulla difensiva. ho concluso che forse non ho molta fiducia nelle persone...

    vabbè poi il discorso è proseguito...

    a fine seduta ero moscia, spossata...come se fossi uscita da una trance... che strana seduta! poi ci siamo salutati per le vacanze e mi sono intascata il mio bacio sulla guancia :He He: !

    Nella vita reale le persone reagiscono alle critiche con l'aggressività e aggredendo feriscono...e mica che noi andiamo in giro a cercarci sempre occasioni di sofferenza...

    Certo, c'è da dire che se ci feriscono è perchè toccano un'antica ferita...ma mica che uno c'ha sempre voglia di star lì a buttare sangue fintanto che la ferita non si è rimarginata..

  8. ma davvero iniziò a mangiarsi le unghie? :o:

    certo che sono tutti matti questi psicologi...

    peccato che la lezione non gli servì...chissà, forse il fatto di essere proiettato verso la pensione, non aveva più stimoli a mettersi i gioco...

    però giovanni questa scusa non ce l'ha! :icon_confused:

    sì, perchè s'è reso conto di "quanto" stessi male e probabilmente ha visto incrinarsi la sua immagine di "bravo terapeuta" .. anche perchè gli dissi che preferivo "fare festa" dalla psicoterapia .. ha traballato solo perchè l'ho colto in un suo punto debole ma era troppo s.tronzo inside per fare del revisionismo su larga scala

    la pausa estiva prosegue in uno stato di demotivazione totale...e se non riprendessi? mi mancherebbe? a volte il mio pessimismo si estende sull'analisi, nel senso che inizio a dubitare che ne valga la pena, che possa servire, così profondamente interne sono le mie robacce che è difficile che io mi senta agganciata dalla dott....

    o forse mi sento così perchè lei, a differenza dell'altro psi, non collude con me, non si fa trascinare dentro le trappole dinamiche che involontariamente tendo.

    p.s: oggi, 6 agosto, mi telefona il segretario della scuola per una mia domanda (che non è poi una roba importantissima nè riveste carattere d'urgenza) compilata male, dico che lo so che c'è qualche errore..."qualche? " risponde aggressivo e punitivo. Dice che dovrei passare, dico che il fatto è che sono in ferie ... non perde tempo e abbaia che lui mi ha chiamato per farmi un favore, dico che io oggi non posso passare, ringhia che lui "mica m' ha detto che devo passare oggi". Va bene anche lunedì.

    Questo è il tipo di comunicazione "standard" che si svolge in quel terzo mondo della scuola...

  9. Salve a ho appena terminato il secondo anno di Giurisprudenza e sono molto preoccupata. Sono sempre stata una ragazza studiosa, al liceo sono uscita con il massimo dei voti e studiavo con costanza ogni giorno. Sin da piccola volevo fare il giudice o l'avvocato quindi la scelta della facoltà da frequentare è stata facile. Se adesso penso bene... oltre a giurisprudenza non c'è nient'altro che mi appassioni veramente..bè mi piace l'arte ma va bene come hobby.. amo viaggiare, voglio salvare gli animali ma questo non c'entra. Ho scelto questa facoltà ripeto xkè niente mi interessava al punto di fare un confronto. Sono angosciata. Il primo anno su sei esami ne ho dati 3. Ho avuto problemi con la casa in cui alloggio, ne ho trovata un altra con splendide ragazza e mi sono trovata bene. Bene ho detto.. questo secondo anno andrà melgio...e invece su 5 esami ne darò sempre 3.. mi sto preparando per un esame a settembre e non ho voglia di studiare.. a casa ci sono un pò di casini ma posso attribuire a ciò la colpa della mia mancanza di voglia. Ho perso tanto tempo senza far nulla e mi sento in colpa. Qual'è il mio problema? Grazie davvero..

    Non entrare in crisi per il numero degli esami dati/da dare...non misurarti e/o valutarti guardando solo a quello che non hai fatto, alla distanza che ti separa dal traguardo.Compiaciti dei progressi compiuti.

    Stai dando esami, sei in cammino..magari hai avuto bisogno di prendere le misure con l'università, tieni a prepararti con cura..magari una volta che ti sentirari più "rodata" prenderai un ritmo più accelerato...

    Ogni esame dato, del resto, è organizzazione,fatica, coinvolgimento, passione,sforzo, dubbio, ansia, gioia...

    insomma non siamo delle catene di montaggio che funzionano solo a divisioni del numero delle pagine per il numero dei giorni, tot. pagg al dì e vai verso la laurea...no, non è così...

    Ah, poi, lascia stare "gli altri"..

    Che tu non abbia voglia di studiare il 5 di agosto,poi, a me pare una cosa assai comprensibile...

  10. sono mesi che ormai facci opassi avanti, certo capitano periodi no ma sono fini a se stessi, sono ostacoli che supero e non mi riportano indietro nel tunnel, nemmeno di un passo, mi sento forte, sto affrontando temi improtanti, eppure una volta uscita da quella stanza riesco a riappropriarmi di tutto ciò che ho conquistato fin'ora....

    Ma nessuno di voi sente questo percorso come tale? Io potrei spiegare le tappe più importanti, le sedute che mi hanno portato un cambiamento, quelle che me lo hanno confermato. per me è come se salissi una scala, se mi fermo so sempre a che punto sono, so quanta strada ho fatto, e so quanta me ne rimane (non in termini di tempo ovviamente), so ad uno ad uno come sono fatti i gradini già percorsi, e in lontananza già conosco i prossimi che farò, partendo da quello più vicino fino a dove la mia vista riesce a vedere..

    Non mi sento fortunata, non ho conquistato la felicità o cose del genere, semplicemente sto ritrovando me stessa, insieme alla perdita del grasso corporeo è come se perdessi anche quella patina grigia di cui ho ricoperto la mia vita per troppo tempo....mi ritrovo a essere disposta a nuove esperienze, a sentirmi felice anche solo per una bella giornata, a vedere le cose sotto una luce nuova, e quindi anche il futuro che prima vedevo così tetro...non mi faccio più convolgere troppo dalle cose negative, le vivo intensamente, forse anche più di prima, ma riesco a separarle dal resto....è come se tutto avesse uan nuova prospettiva, tra l'altro ho fatto mia uan dote che non pensavo potesse mai appartenermi, la costanza...ora so cosa voglio (o per lo meno alcune cose, quelle più basialri, su altre sono ancora alla ricerca) e ci metto tutta me stessa per arrivare la mio biettivo, prima non ero convinta di niente!!! Cedevo alla minima difficoltà, mi sembrava tutto inutile, non mi sentivo mai all'altezza, era coem se niente mi fosse dovuto o tutto mi fosse dovuto ma non c'era mai nessuno disposto a darmi quel che volevo...dipendevo dagli altri, lasciavo agli altri la decisione sulla mia vita....

    ecco adesso almeno sento di viverla questa vita....magari può sembrare poco ma io ero arrivata a uno stato di anestesia tale che ormai niente mi toccava più.....

    No, io sinceramente non sento questo "risveglio"..passettini, piccole cose.. niente di più...

    Sento di essere ancora facilmente impantanabile nei rapporti con gli altri, sento di non avere quella stabilità interiore che mi consente di fidarmi di me stessa anche in momenti difficili. Ho ancora alcune somatizzazioni che mi intralciano, specie d'inverno quando devo andare a scuola.

    A volte sento l'analisi evanescente, impalpabile, a volte invece mi sembra che lavori in sordina...in luoghi di me stessa di cui non sono consapevole.Forse abituata ai ragionamenti e ai giudizi, alle valutazioni col bilancino questo rapporto soft, emotivo mi spiazza e non ho scale di misura da applicarvi per leggerne i risultati.

    So che rimuovo il fatto che vi sarà una fine. Proprio non ci voglio pensare.

    Ogni volta che lei accenna a tempi e momenti trascorsi dell'analisi io glisso: ho timore si parli di un percorso con un punto di partenza, una strada da percorrere e un traguardo finale da tagliare. A parte che non mi ritrovo in queste letture di evoluzione lineare dei percorsi personali ma è che io non ci posso pensare a stare sola senza un riferimento per quel che concerne la mia vita...Non è come l' esame per la patente che alla fine vai ..

    ma penso di avere paura di rischiare il cambiamento, temo di leggere il cambiamento troppo correlato con la perdita.. e io mal volentieri mi predispongo a sopportarne altre. magari manco ci tengo più di tanto a questa psi ma è il mio scenario interiore delle separazioni che è ancora troppo intriso di malinconia.

  11. non vorrei che mi dicesse nulla.

    vorrei che mi lasciasse esprimere il dolore.

    ma lui subito con la razionalità. lasciami sfogare prima! le risposte razionali le posso avere da chiunque...

    è quello che rimproveravo al mio ex-psi : non dava spazio all'elaborazione del dolore perchè o infieriva ( sei tu che vivi la tale cosa in questo modo e giù col cattivo rapporto col lato cattivo) o minimizzava; poi un giorno arrivai con una botta di depressione tale che gli fece fare un balzo sulla sedia e prese a mangiarsi le unghie a tutto spiano...ma non è che durò a lungo nè modificò approccio..

    ci vuole lo spazio d' accoglienza del dolore, c'ha pure un nome , "abreazione", mi pare...solo dopo aver "sturato" il lavandino dalle passioni e dalla potenza delle emozioni.. ci sono spazio ed energia per valutare altre possibilità e prospettive...

  12. digi:

    "Sono nuova e non sono la sola ad accorgermene, i miei se ne sono accorti (mia madre però ne è felice nella misura in cui non si parla di sentimenti e di cambiamenti ma io mi guardo bene dal parlarne), mio marito e credo anche il mio bambino a cui adesso mi dedico con più interesse, a cui grazie alla riscoperta del mio lato infantile, riesco ad essere più vicina, più in sintonia...."

    Oh, ecco..questo fa numero e tua sorella è unica e sola.

    I cambiamenti in positivo sono una provocazione per gli altri, specie per chi si è costruito nel tempo un ruolo preciso, ha inchiodato gli altri in un ruolo preciso e non ammette ribaltoni ma deve la sua soporavvivenza al persistere di un preciso equilibrio....

    La gente pur di sopravvevere nelle sue nevrosi condannerebbe a morte gli altri. Sono catene pesanti, è dura scrollarsele di dosso: la famiglia è un covo di omicidi e vi si commettono i più efferati delitti anche se apparentemente senza spargimento di sangue.

    Mi piace molto la faccenda della riscoperta del tuo lato infantile e del conseguente miglioramento del rapporto con tuo figlio ... è questa la via per trovare un feeling meraviglioso con i bambini: ci sono certe madri che sono vecchie dentro, dure, sembrano essersi scisse dal lato vitale e creativo.

    Quanto a me: digi cercherò di parlargliene .. ma devo passare la trafila del "fargliela pagare " in qualche modo... che la gente impari a provare su se stessa quello che infligge agli altri.

    Si tratta di una mia "restituzione".. in qualche modo.

  13. Mi sono resa conto che la mia psi è "camaleontica" nel senso che lei "sparisce" ...le riesce davvero bene non ingombrare il setting con se stessa,con la sua personalità - tranne in casi, rari, di gap della comunicazione, come l'u.s. - il tutto dietro un'apparente disinvoltura di comportamento in cui lei è se stessa, risponde al telefono, se deve fare un lavoro nello studio magari ci trovi gli operai dentro, arriva in ritardo, ha foto dei suoi genitori sulla libreria;so dove ha lavorato quando lavorava nel pubblico, ho incontrato per il mio lavoro sue ex-colleghe... tutto alla luce del sole..apparentemente...

    e, invece, mi sono resa conto che lei di se stessa non dice niente.Non so niente dei suoi gusti, dei suoi interessi , hobby (-ies), delle sue idee politiche...se le dico di aver visto un film mai da parte sua un commento ma solo attenzione a cosa io dico..

    in questo senso l'altro mio psi era molto esplicito: mi suggeriva letture (Wilde, Simenon,Tabucchi), film (Almodovar) mi dichiarava le sue passioni (la vela.. ) ..mi faceva esempi tratti dal suo vissuto...mi dava cioè materiale per partire con mille mie fantasie e congetture su di lui (quando invece avrebbero dovuto essere stimoli per me) alimentando anche una notevole dipendenza.

    La mia dott. solo ultimamente mi ha detto di avere un figlio in modo estremamente incidentale (si parlava di cani: cioè non è che suo figlio è un "cane" ma ha una ragazza con un cane particolare)

    Solo qualche indizio colto qua e là dalla sua scrivania :un libro della Allende, uno di Buber, il numero di una rivista su cui lei ha pubblicato un articolo..

    Così tocca darmi da fare con internet e cercare di scoprire se è così mimetica perchè cela il nulla oppure perchè è umile e cerca di non condizionare...

    pertanto ho "dovuto" cercare di recuperare il numero di quella rivista : cerca in librerie cittadine e fuori città, on-line .. infine invia mail per richiedere il numero (arretrato) direttamente alla rivista..e mi costerà quanto una seduta : ma chiederlo a lei direttamente, per fotocopiarlo, mai.

  14. meno male che parla...

    a questo punto mi rimane la curiosità... gli psi delle altre rispondono alle mail?o durante la seduta dicono qualcosa in proposito?

    io non ho l'indirizzo mail della mia psi.

    ma ho usato mail in passato quando ero in cerca di uno psi da cui andare...se non ci fossero state le mail io non avrei mai ripreso...odio telefonare.Poi, di fatto, la mia l'ho contattata per telefono.

  15. mi sarebbe piaciuta l'email, ma non so... l'analisi con tutte quelle regole, quella costruzione del setting così

    così così cristallizzata.... un rudere, non credo contempli lo scrivere email al proprio terapeuta...

    che due palle ragà

    comuqneu ci vediamo il 31

    adoro l'email, è discreta: non "squilla", e la leggi quando puoi

  16. cosa intendi per "vendettina"? son curiosa... non ho mai pensato di "vendicarmi" per qualche sbaglio del mio psi (e ne ha fatti)... per cui non riesco a immaginarmi...

    magari mi dai qualche buona idea :He He:

    a settembre pensi di dirle della tua incaxxatura?

    io alla fine non ho sputato il rospo. ci sono stati degli "scaxxi" totalmente inaspettatiche mi hanno davvero alterata... praticamente ho parlato solo di quello, ero davvero incaxxata...

    ho l'ultima seduta questo giovedì, vediamo, anche perchè poi prima di metà settembre, se non ottobre, non lo rivedrò...

    ma non lo so...le mie sono di solito "ripicche" da giardino d'infanzia con notevole effetto boomerang ..ripromettermi di farne mi serve sul momento per avere l'impressione di non subire la situazione...meglio non trarre spunti.

    Penserei di dirglielo ma so che non ci sono buone intenzioni preventive che reggano: andrò lì e mi uscirà fuori inaspettatamente qualche pezzo che adesso mi è impossibile prevedere.

    Certo la comunicazione è importante in una relazione , e non ne rappresentano una buona base messaggi comunicativi conflittuali in cui si dice a qualcuno "guarda tu puoi scegliere tra x e y però y non la scegliere e scegli x perchè è quello che tu vuoi/puoi scegliere" .

    Mi sono sognata che il 5 agosto la mia psi se ne andava in vacanza sul monte "ordinanza".

    Anch'io pensavo di slittare in là oltre metà settembre per recuperare un po' d'ossigeno economico.

  17. Mi sono passate le paturnie. Sarà che c'è il sole, le passeggiate sul lungomare con la canina, le nuotate, la bicicletta, i parchi con la canina, e poi i film, i libri ecc. ecc. ..io manco me la ricordo l'analista...

    sì perchè il vero transfert l'ho avuto con l'altro psi; con lei la dipendenza è sempre stata di tono minore.poi, in effetti, m'è passata.. forse sul momento ho sentito riafforare qualcosa d'altro che brucia forte ..ma c'ha messo poco per svanire, è che in effetti non mi sento abbandonata.

    Bah..sicchè lunedì niente sms e niente seduta... magari una vendettina me la studio lo stesso, ma nel tempo libero..

    Come sono andate le "ultime sedute" di tutte quelle che l'avevano ieri?

    Mi vado a leggere eventuali resoconti...

    ciao

  18. Io, l'interruzione estiva so che c'è e l'accetto, inoltre generalmente trascorsi i primi giorni mi "assesto" sull'assenza della psi e trovo un certo equilibrio. Mi mandano in bestia, invece, gli accordi mal presi, le ambiguità e le vaghezze...

    Poi, stavo pensando che per cavarci le gambe da tutto il casino vissuto e da tutto il nero forse dovrei giocare al meccano con me stessa: smontarmi, guardare i pezzi e rimontarmi nel modo giusto. Ma ci si cavano le gambe?

    Ho sempre creduto che una parte della soluzione fosse accettare quanto è successo e come siamo. Voglio dire: uno c'ha avuto una madre che non ha funzionato .. bè alla fine tocca farsene una ragione e tirare a campare. Però è come se uno zoppo continuasse a rimanere senza una stampella.

    Poi, l'altro giorno, la dott se n'è venuta fuori che se non si ha avuto una madre almeno "sufficientemente buona " bisogna "inventarsela". E qui mi ha spiazzato.

    Ora so di persone che sono riuscite a trovare e ad appoggiarsi a figure sostitutive, che hanno costruito la propria identità (anche di genere) su modelli raccattati al di fuori della famiglia ; io in parte ho fatto questo con il mio prof dell'uni. ma erano gli anni della propria formazione che per quel che mi riguarda son passati da un pezzo.

    Però, davvero non so da che parte mettere le mani, da dove cominciare..

  19. Felicità è un dito in bocca ed una coperta

    Felicità è un mucchio di foglie

    Felicità è una persona simpatica alla porta

    Felicità è giocare con la sabbia e sentirsi amici

    Felicità è dormire nel proprio letto

    Felicità è stare con gli amici

    Felicità è un marciapiede liscio liscio

    Felicità è aver tolto la scheggia dal dito

    Felicità è un albero da arrampicarsi

    Felicità è arrivare alla maniglia

    Felicità è un lumino nel buio

    Felicità è tanti zuccherini gialli rosa bianchi e rossi senza quelli verdi

    Felicità è il singhiozzo… dopo che è passato

    Felicità è giocare sempre a nascondino

    Felicità è un golfino tutto pelo

    Felicità è piegare in due il pane con burro e zucchero

    Felicità è sapersi allacciare le scarpe da sé

    Felicità è camminare sull’erba a piedi nudi

    Felicità è diciotto colori tutti diversi

    Felicità è un bocconcino preso al volo

    Felicità è trovare finalmente quel pezzo rosa con l’angolo di cielo e la cima del veliero

    Felicità è una cosa per uno e una cosa per un altro

    [da "La felicità è un cucciolo caldo"Charles M. Schulz]

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