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marilena176

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messaggi di marilena176

  1. Ieri ho avuto una crisi d'ansia umanamente insostenibile e sono andata d'impulso nel suo studio, l'ho deciso in tre secondi..non so come ho fatto sto colpo di testa...

    SAPEVO che lui era l'unica persona che poteva assorbire come una palla di gomma la mia angoscia senza rimandarmela indietro e senza angosciarsi.

    vado, aveva per puro chiulo un quarto d'ora di pausa, mi riceve, mi dà un the caldo, mi spiega alcune cose tecniche della terapia,dei farmaci che dovrò riprendere anche se solo al bisogno, mi alzo, gli dò un bacio su una guancia, anche qui non so cosa azz m'ha preso. Lui fermo, immobile, non si è scomposto, una statua.

    Stamattina c'era la seduta, serio e professionale come sempre. E io con gli appunti, come prima, a distanza normale. Che bello, sapere che lui c'è, solido, sempre uguale, lineare.

    grande!!!! Anche da parte mia......ma tornando alla possibilità di essere spontanei, cosa possibile solo se ci si fida di se stessi..tu dici che bello sapere che lui c'è, ecco che lui c'era lo sapevi prima di andare non dopo che hai appurato la sua presnza, il suo accudimento, altrimenti non saresti andata, altrimenti non ti saresti concessa tanta spontaneità.

    Io ho passato un week end da incubo e non sono stata capace di telefonarle, neanche dopo che lei stessa lo aveva sollecitato...

  2. cosa credi che potresti fare di così pericoloso marilena se ti lasciassi andare, se fossi spontanea ?

    Potrei semplicemente rovinare il rapporto, farlo finire....ricordi la continua attesa di un colpo imminente? Questa è la sensazione, se fossi spontanea determinerei l'allontanamento dell'altro, il suo abbandono....grazie a quale disastro? Forse so che se mi lasciassi andare l'amerei troppo, andrei troppo vicina, allora mi freno, mi controllo, sempre, e mantengo un sacco di bei rapporti, da decenni......ma che fatica!!!

  3. debba esserci la spontaneità più totale. e se questa

    spontaneità ci porta a chiedere una seduta in più: farlo! sarà poi lo psicologo a gestire la nostra spontaneità nel modo che considera più utile per la nostra terapia....

    giusto, ma tra il dire e il fare....io mi sento di doverla proteggere, e con lei tutte le mie relazioni, dalla mia spontaneità, mi sento "pericolosa", se non mi freno posso rovinare, distruggere.....

    la mia sensazione è che alcune (o tutte?) di noi si considerino "inamabili"

    sicuramente tutti i nostri psicologi ci vogliono bene!! (che poi alcuni non lo dicano a parole per scelta terapeutica è un altro discorso...).

    perchè vi deve sembrare un concetto così "assurdo" che una persona che ha un colloqui settimanale così intimo con noi, non possa sviluppare un affetto. a me sembrerebbe assurdo il contrario, sinceramente!!!!!

    insomma, quello a cui vorrei esortarvi è a chiedervi perchè considerate così "assurdo" o "impossibile" che il vostro terapeuta vi voglia bene. (indipendentemente dalle manifestazioni esteriori del sentimento)

    Ho letto, capisco, trovo ragionevole, ci sta che uno psi prenda pazienti "amabili" e che questo sia prerogativa per un buon lavoro.....ma credere a questo, comportarsi di conseguenza è un altro paio di maniche. Per quanto mi riguarda c'è un gap mostruoso tra quanto so e quanto sento, quello che so non mi aiuta a sentire: così so "accademicamente" che uno psi ama le sue pazienti, ma non mi sento amata dalla mia psi. La mia, freudiana ortodossa, non si lascia andare ad evidenti manifestazioni di qualsiasi tipo, ma se mi dicesse chiaro e tondo che mi vuole bene, non mi basterebbe, vorrei sentirlo continuamente, certe manifestazioni d'affetto non so prenderle, mantenerle dentro di me, vanno tutte in un buco nero e così non ho mai abbastanza materiale per costruire quella fiducia di sè che ti permette di trovare almeno possibile l'essere amati. Questo succede ovviamente con tutti, ma tra maschere, strategie, difese... rimane più nascosta, con la psi e l'amplificazione del transfert invece....

  4. Non riesco a credere in un affetto da parte della mia psi, ....raramente mi sono ritrovata a compiacermi di alcune frasi che potevano essere interpretate come manifestazioni di stima o affetto, ma appena me ne rendo conto vado in angoscia, può sembrare paradossale, ma sto bene quando sento di non essere amata...così come sto bene quando ho fame, quando sento il vuoto dentro il mio stomaco. scusate ma dopo tre anni di lettino c'ho l'associazione "facile"...

  5. sono un po' scoglionata sull'andamento della mia terapia, sull'utilizzo del transfert per capire qualcosa in più e, come se non bastasse, lunedì mi sono pure beccata un mezzo cazziatone da concettina..... :sorry:

    Non parliamo di scoglionamento da terapia e, purtroppo, non solo! La mia dopo aver parlato, un po' avventatamente, di conclusione se ne è andata in vacanza per 17 lunghissimi giorni...e io mi ritrovo in crisi d'astinenza, come sempre, non è cambiato nulla, nessun passo in avanti!! Mi vengono in mente le prime delusioni amorose: stai male da morire e pensi che sia perchè sono le prime, perchè sei giovane e inesperta.....poi ti ritrovi a 50 anni a reagire esattamente alla stessa maniera e oltre alle "sofferenze" del caso, ti arrovelli anche sul fatto che dopo tanti anni, dopo tante esperienze, ancora non hai imparato un cxxx! Ecco abbiamo interpretato, parlato, ma poi alla fine quando se ne va io sto sempre punto e a capo :(:

  6. io purtroppo non ricordo neanche i fatti..... ho una specie di buco nero nella mia memoria, ricordo solo qualche episodio (si contano sulla punta delle dita) della mia infanzia , ma nulla più

    e cmq anche per quel poco che ricordo, ho chiaro l'episodio in sè, ma nulla sulle emozioni o sui sentimenti vissuti

    che fatica !! :Sigh:

    Le emozioni e i sentimenti vissuti e dimenticati dovrebbero saltar fuori dall'interpretazione del transfert :o:

  7. Secondo me anche questa gelosia andrebbe analizzata, io arrivo a mettermi in competizione con le altre pazienti e sono curiosissima di sapere quali sono i suoi gusti riguardo alle donne..Anche se un'idea ce l'avrei, secondo me a lui piacciono le stangone bionde, capelli lunghi e prosperose, cioè il contrario di me <_<

    Questa gelosia VA analizzata e infatti io l'ho analizzata...anche se non l'ho affatto risolta :Big Grin: Per esempio tu dici di metterti in competizione, io tendo a chiamarmi fuori, l'unica possibilità di "vincere" è quella di far fuori le altre, non avere competitori...come vedi se ne possono leggere di cose! La mia poi è una donna...non mi aiuterebbe neanche essere una stanga prosperosa :D:

  8. quello che a me fa girare le scatole è che ho chiaro il meccanismo, le difese e tutte queste belle cose, ma non riesco a fare il passo successivo, capire il perchè di questo mio comportamento !

    tutto sommato la mia infanzia non è stata così drammatica da giustificare un terrore così assoluto, ho avuto delusioni , ma come tanti altri e allora COSA è stato che mi ha fatto barricare così dentro me stessa, che ha fatto radicare in me in maniera così inamovibile una simile certezza tale da non farmi sentire le mie emozioni per paura ?!

    in qualche modo sento che se riuscissi a individuare la causa scatenante potrei compiere il passo successivo, ma così continuo a brancolare nel buio !!

    Io in realtà ho chiari i meccanismi , le difese e tutto sommato potrei spiegarti anche il perchè...il fatto è che il cosiddetto "trauma" di riferimento mi sfugge...la mia infanzia non è stata felice, deve essere stata un inferno, ma questo lo posso solo dedurre, non ho memoria di sofferenza, ricordo i fatti, ma nessuna sensazione, nessun dolore.....le difese sono troppo antiche e mi devo far bastare la deduzione. Basterà veramente? Forse no.

    Però sono molto negativa....il suo accenno alla conclusione, per i motivi di cui sopra, mi impone un atteggiamento di discredito nei confronti suoi e delle sue amate teorie.

  9. Froggy, visto che sei in vena di citazioni, eccone una che a me pure piace tanto e che mi sta come un pennello:

    " Non riesco a spiegarmelo se non col fatto che per lui l'amore non era un prolungamento della sua vita pubblica bensì il suo polo opposto. Significava per lui il desiderio di darsi in balia dell'altro. Chi si dà all'altro come un soldato si dà prigioniero, deve prima consegnare tutte le armi. E così privato di ogni difesa, non può fare a meno di chiedersi quando arriverà il colpo. Posso dunque affermare che per Franz l'amore era una continua attesa di un colpo imminente"

  10. per me è utopia pura pensare che qualcuno possa realmente non dico amarmi, ma anche solo volermi bene....

    appunto, se non lo pensasimo così pericoloso, essere amati non sarebbe così lontano, cos'irrangiungibile come un'utopia... e a proposito di attesa di mazzate c'è un passo dell'insostenibile leggerezza dell'essere che ti dovresti leggere...non so citartelo a memoria e sarebbe un peccato rovinarlo, appena posso lo posto..

  11. :Thinking:

    bhè qualcosa in comune l'hanno il credere e lo sperare...

    - hanno in comune il fatto che non sappiamo in entrambi i casi.

    - entrambi i casi prevedono "immaginazione"

    - entrambi i casi vengono in essere per esigenza di sicurezza...

    - entrambi i casi non portano mai al sapere.

    :clapping:

    Può essere se dici "credo" intendendo una fede, ma se io dico credo alla vita dopo la morte e soprattutto non credo a..... è come dire io sono certo di non avere questa fede, questa credenza. Io sono convinta che quando morirò non ci sarà niente dopo, ma posso sperarlo. In una cosa forse speranza e fede si somigliano: entrambe ci aiutano a vivere, ad esorcizzare una paura che abbiamo tutti, a dare un senso alla nostra vita. Chi ha la fortuna di credere in Dio, quale che sia, di sentire una fede sincera, infatti, campa molto meglio!

  12. Io non ci credevo fino a qulche ora fa e il mio più grande tormento, in tutto questo tempo, è stato proprio che io fossi per lui solo lavoro e che il giorno in cui fosse finita la terapia fossi "finita" anche io. Però ieri ho sentito una vicinanza diversa e, presa dalla follia dell'ultima seduta (in cui puoi dire e fare veramente tutto, essendo l'ultima) gli ho chiesto se questa conclusione dispiacesse un po' anche a lui, e lui mi ha risposto di sì. Poichè non può essere dispiaciuto di aver semplicemente concluso la terapia con un paziente, ergo almeno un po' come individuo mi ha vista. E poi, l'ho "sentito". Sai, in un altro momento di grande apertura, a dicembre, gli chiesi se mi volesse bene e anche lì, lui mi disse di sì: "come paziente e come individuo". Scommetto che se trovi il coraggio di chiedere avrai la risposta che vorresti tanto sentire :)

    Sei bella anche tu :Rose:

    Ci proverò, devo trovare il coraggio di chiederlo prima, aprirmi per sentirlo e crederci poi.

    sono talmente convinta di essere per lei solo lavoro che sono andata avanti anche per questo, che fossi per lo meno un lavoro ben riuscito....

    Ti ringrazio di nuovo, per le parole e l'esempio...

  13. Sei sicura? La parola "esemplare" come sostantivo è maschile... :Raised Eyebrow:

    Volendo scrivere per esteso, senza troncare, sarebbe "uno esemplare femmineo" o "una esemplare femmineo"?

    Secondo me è "uno", e quindi andrebbe senza apostrofo... però non sono sicuro che sia un ragionamento corretto!

    il tuo ragionamento è corretto, il mio sbagliato! parola di amica esperta e insegnante di lingua italiana. Ma vedo che siete passati al cinese...

  14. No, non credo alla vita dopo la morte, non alla vita come la intendiamo comunemente. Restiamo vivi solo nel ricordo degli altri, nel loro pensiero. Pirandello, saputo della morte di sua madre dopo un po' che era morta, si diceva che la madre era per lui vissuta in quel frattempo perchè la poteva pensare. Forse rimaniamo vivi se siamo nei pensieri di qualcuno.

  15. Ah, un'altra cosa (forse la più importante): oggi ho capito che mi vuole bene. Ci sono voluti 15 mesi, ma adesso sono abbastanza sicura che sia così.

    Baci a tutte!!!!!

    Vorrei avere la tua stessa forza, la tua stessa capacità di amare e lasciare andare la mia psi con la stessa tua dolcezza. E soprattutto vorrei capire che mi vuole bene. Io penso che se riuscissi a convincermi di questo potrei pure affrontare la conclusione, ma non ce la faccio proprio. E' una brava psi, ha fatto un lavoro egregio, ma non riesco a pensare che mi voglia bene, o che sia anche solo interessata alla mia persona, se non come paziente: il giorno che non lo sarò più , sarò nulla.

    Sei una bella persona :give_rose:

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