mah, il problema è che tanti vorrebbero pure, ma, abituati ad avere tutto e subito, quando si accorgono che bisogna effettivamente studiare libri interi a memoria per passare un esame, si ritirano, perché non possono saltare una serata al pub per studiare, insomma.
l'università sta diventando sempre più di massa, anche facoltà ostiche come biologia e chimica ormai sono frequentate da gente di ogni tipo, dal fancazzista a quello che ci crede e chiaramente, essendo impostata per "la massa", tende a sfornare professionisti mediocri, tanti la fanno come parcheggio perché non gli va di lavorare subito, poi così fanno pure l'erasmuschefffico.
sostanzialmente ai ggggiovani d'ogggi manca un po' di spirito di sacrificio e di fatica.
è anche vero che tanti non sanno cosa vogliono e s'imbarcano in studi assurdi e proficui per pochi eletti (fondamentalmente per quelli che puntano all'insegnamento universitario), tipo lingue orientali.. (ma fai la scuola di traduzione, no? ) sperando di imparare una lingua, si ritrovano a studiare il Don Chisciotte in spagnolo o a imparare a memoria poesie in cinese.
secondo me c'è troppa disillusione in giro, è questo il dramma.
è come se tutto fosse pre-confezionato.. vuoi fare l'artista?
vai al dams.
il filosofo?
studia filosofia e lo diventerai.
il genio?
fai il poser nerd e ne avrai la parvenza.
invece no.
uno musicista ci nasce, pure filosofo ci nasci, Dostoevskij mica ha scritto delitto e castigo perché ha studiato lettere all'università. però che cosa pheega pubblicare un libro, pure se poi in realtà hai pagato la casa editrice per fartelo pubblicare, ma ne è valsa la pena, adesso sei figo. sei uno scrittore.
vedo in giro che tanti vogliono fare la vita da geni libertini e poeti maledetti-indie,
miti alimentati da gente tipo Pete Doherty (un drogato che scrive canzoni mediocri, famoso più che altro perché
compagno di kate moss. che culo.) e Amy Crackhouse.
non vorrei esagerare ma berlusconi è apprezzato tanto (anche) perché ricorda un po' il mito di tony montana, o sbaglio?
l'individualismo ha portato a questo.
quando senti in giro che è più richiesto il lavoro del manovale che qualunque altro lavoro in cui serva una laurea, ti passa la voglia di fare pure quello che volevi fare.
che poi queste informazioni il più delle volte siano false è un altro conto, si sa che l'Italia è il paese della negatività,
infatti uno dovrebbe sempre vedere con i suoi occhi, ma questo non sempre è possibile.
insomma in sostanza, le facoltà che danno lavoro certo sono poche e sono più che altro laure brevi tipo infermieristica o tecnico di laboratorio, che di solito però sono anche le più snobbate (embè, sennò non erano le figure professionali più richieste) perché è più figo studiare aristotele o la letteratura cinese.. ma senza dubbio, solo che poi non mi ti lamentare se non trovi lavoro.
ci sono corsi di laurea che sfornano figure professionali che in Italia non sono nemmeno attive nella società.
insomma in sostanza lo studio di certe materie (quasi tutte) serve più come ampliamento dei confini culturali che come mezzo per trovare lavoro, per questo le università sono invase di fancazzisti, perché studiano "tanto per".