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soledade

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    musica,cinema,letture,fotografia,teatro/danza,psicologia/sociologia,sport

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Reputazione comunità

  1. ciao inanzitutto, non esiste una età in cui non si possa essere timidi,xchè questo secondo me è legato al grado di sensibilità e riservatezza di ogniuno di noi.Essere sensibile come qui detto ,non è un difetto,anzi. Comunque la timidezza puo' nascere anche da una sensazione di faticare ad "esporsi",ovvero uscire dal guscio e manifestare chi sei (ovvero cosa ti piace,esprimere opinioni, dire cosa desideri fare,avanzare proposte...) e questo puo' anche dipendere dal timore di sentirsi inferiore o dal sentirsi giudicato negativamente. " non riesco a dare il meglio di me quando sono in "compagnia".." - qui non è chiaro infatti se come dicevo sei tu che non t senti a tuo agio o magari,e puo' essere, che la tua compagnia sia fatta di persone con cui senti di non condividere piu' magari il tipo di cosa da fare, o le opinioni (normale che crescendo ci siano persone che cambiano gusti,si stufano a fare sempre le stesse cose e vorrebbero x curiosità fare altro)...forse è anche x questo che senti il desiderio di fare nuove amicizie (oppure x trovare altre persone con cui aprirti xchè pensi che con loro non sia possibile?) Uno dei consigli che condivido con gli altri è cercare di non essere passivo (chiuderti e subire la situazione..)Quindi potresti agire su due fronti: trova nella tua compagnia qualcuno con cui ti pare di condividere qualcosa di + (es. magari vi piace lo stesso sport,oppure lo stesso genere di film..) e proponi tu qualcosa da fare. Qualcosa che piaccia anche a te, esci dall'essere il vagone che segue gli altri.. altro fronte è quello suggerito sopra: ovvero esci anche x conto tuo. Pensa a cosa ti piacerebbe fare. Anche cose semplici come andare a correre,farsi un giro in bici,pensa a cosa ti piace ,a quali sono i tuoi interessi e magari iscriviti a qualche corso.... in bocca al lupo e...magari facci sapere come va...
  2. Mi è capitato di leggere qua e la' nel forum e ho visto che alcuni soffrono di questa fobia o hanno comunque problemi nel relazionarsi con gli altri,così volevo suggerire un testo a mio avviso interessante e fatto bene,con analisi precise e chiare,ricco di consigli concreti, anche con presentazioni di varie psicoterapie e con l'approccio con il terapista...X chi è interessato all'argomento e vuole darci un'occhiata: "Come vincere l'ansia sociale" di Dayhoff ed. Erikson X l'argomento forza d'animo o ,meglio, resilienza suggerisco questo testo che è molto adatto anche ai genitori: " La forza d'animo" di Anna Oliviero ferraris e "Resisto dunque sono" di P. Tabucchi questo adatto a tutti (anche a chi invecchia...perchè coltivare la resilienza fa invecchiare meglio!!!)
  3. Li ho letti in passato sono libri/manuali semplici che riguardano l'autostima,scritti in maniera semplice e che possono offrire buoni spunti di riflessione e consigli: La stima di sè di Christophe Andre' e Francos Lelord (ed. Tea) (Trovo questo libro adatto anche x chi ha figli (adolescenti e non)) Imperfetti e felici di C. Andre' E Le vostre zone erronee di Wyne Deyer Ovviamente i libri non risolvono i problemi (ogni problema è diverso, + o - radicato e complesso...)ma come dicevo possono offrire spunti interessanti,aiutarci a capire meccanismi psicologici/mentali... buona serata e lettura...qualsiasi cosa state leggendo... p.s. Qualcuno ha letto qualche testo/manuale di psicologia che ha trovato interessante?
  4. soledade

    chiedo un consiglio...

    Sorry...mi accorgo ora delle vostre risposte...grazie! X Vi@letta Concordo: un primo passo è decidere di farsi aiutare quando da soli non si resce a "sbrogliare" i propri problemi, i pensieri /le ansie bloccanti tornano e ci si sente,appunto,come bloccati,ovvero si tende ad usare le stesse risposte... Ma tutti i grandi viaggi iniziano con il primo passo (e farsi aiutare non è mai segno di debolezza..anzi) x gineprix: grazie... alcune cose le ho apprese,forse guardando i problemi da angolature diverse...ma c'è ancora da fare (xchè tra capire e agire in maniera attiva come si dice..."c'è di mezzo il mare"!)
  5. soledade

    Ansia/Panico

    Ciao, ogni tanto mi è capitato anche a me di vivere stati d'ansia nel parlare di fronte a gruppi di persone o anche davanti a una persona (dipende dalla situazione dal carico di importanza emotiva che aveva per me in quel momento..),ma penso sia un peccato che tu debba rinunciare a fare delle cose che vorresti per via di quest'ansia. Inoltre dici che è inevitabile,nel tuo lavoro,trovarti in situazioni in cui ti trovi a subire questi forti momenti di ansia.Il fatto che vuoi fare qualcosa,ovvero affrontarla, è importante. Siccome mi piace leggere testi di psicologia,magari di argomenti che interessano in quel momento,te ne consiglio uno che riguarda prorio l'ansia/fobia sociale: Come vivere l'ansia sociale di S.A. Dayhoff (ed. Erikson) sono sicura che troverai indicazioni interessanti (tipo farti un'idea di questo tipo di problema,orientare sulle possibilità di come affrontarlo,anche nel caso di terapie...) Ma un libro non puo' mai sostituire l'intervento di un professionista (a volte non si riesce proprio a uscirne da soli...e chiedere aiuto non è mai segno di debolezza!)
  6. scusa se mi intrometto, anche io concordo che il passato non deve determinare chi sei,o vuoi essere oggi...non si puo' cambiare il passato ma puoi intervenire sul presente e sulle scelte che fai oggi. Chiediti cosa vuoi oggi, e impegnati su quello (anche cose semplici,i passi piccoli sono importanti quanti i + grandi...)Questo ti aiuterà anche a tenere lontana la mente da pensieri fuorvianti/negativi....a fargli perdere quel loro potere che ti blocca. I comportamenti altrui non dipendono sempre da noi,ma anche da chi li fa. I tuoi comportamenti (ovvero modo di reagire e affrontare le situazioni) i tuoi pensieri la tua vita appartiene solo a te... Inizia, un passo alla volta, a pensare ed agire guardando all'oggi...
  7. soledade

    chiedo un consiglio...

    Girando un po' qua e la' x il sito mi è venuta in mente una risposta (a cui avevo pensato già in passato) Anche il lasciare la terapia fa parte della terapia stessa... ovvero riuscire a dire/dirsi ora posso camminare con le mie gambe,le difficoltà non mi creano più un ansia bloccante,ma riesco a controllarle (ho imparato a capire che non spariscono da un momento all'altro ma che perdono il loro potere bloccante e deviante ogni volta che compaiono,xchè discrimino che sono io a cambiare attegiamento verso i pensieri generatori d'ansia..) finchè si affievoliranno sempre +.... Sapro' insomma accettare il rischio (tutta la vita lo è...nel piccolo e grande del quotidiano)di allontanarmi dalla terapia e sostituire il vuoto che lascierebbe con cio' che mi sta arrivando e ho imparato a fare mio... Dirlo è una cosa e farlo è un'altra cosa ma è questo che serve una buona terapia imparare anche a lasciarla...
  8. è quello che sto cercando di capire.... sono cio' che sono, o rincorro cio' che vorrei essere,cerco di resistere a cio' che gli altri pensano io sia... o (che credo che gli altri pensano di me) e spesso cado nellassecondare gli altri... Sono chi sono...e basta semplicemente è cio' che vorrei arrivare a fare (bisogna darsi questa opportunità accettandone il rischio...anche se gli altri non ti concedono possibilità)....
  9. soledade

    Amicizia

    un amico/a è quella/o con cui puoi essere anche non d'accordo senza timore di perderlo/a.....
  10. ciao anche io sono nuova del forum... e chiedo anche io se sei seguito da qualcuno... x il momento ciao....
  11. soledade

    un saluto a tutti

    ciao grazie del benvenuto...e buona giornata/serata/nottata....a te e a tutti voi!
  12. soledade

    un saluto a tutti

    un saluto a tutti ...sono nuova di qui...quando potro' verro' a dare il mio contributo (anche se intanto ho postato io per chiedervene uno a voi tutti...) buona giornata!!!!
  13. la difficoltà non è nel raggiungere il risultato,ma nel cambiamento per farlo.

    1. turbociclo

      turbociclo

      Per questo antico saggio cinese dile: "fai il tuo massimo sfolzo senza volelti impolle un lisultato". Quello che importa è il cambiamento interiore, non il risultato dello sforzo.

    2. L.E.D.

      L.E.D.

      Eh si, proprio vero! Cambiare mi "costa" parecchio e di solito so' cosa perdo e raramente quello che ottengo, indipendentemente dal risultato che mi prefiggo. I miei ossequi a chi ci riesce (conosciuti pochi) :)

  14. soledade

    chiedo un consiglio...

    Salve. Volevo chiedere un consiglio a proposito di come valutare la durata di una psicoterapia e di come si fa a capire quando si è giunti alla fine e si puo' "chiudere". Mi spiego meglio.Io sono una ragazza disabile che ha sempre vissuto in una famiglia un po' chiusa in se stessa,ansiosa e molto statica (nel senso che i cambiamenti anche minimi,o gli imprevisti, sono vissuti con molta ansia soprattutto da mio padre..) Inoltre non sono mai riuscita a crearmi in un ambiente esterno una vita sociale ricca (in termine di numero di amici che è molto esiguo)e soprattutto soddisfacente (in termine di qualità di relazione d'amicizia). Da poco + di un anno e mezzo ho cominciato a seguire una psicoterapia xchè avevo problemi di autostima (ansia nel prenderedecisioni,disagio nel relazionarmi con gli altri..)Diciamo che la terapia mi sta aiutando a capire quali sono gli schemi mentali da me usati e imparare a riconoscerli e a sostituirli con nuovi... Ma mi chiedo se la psicoterapia puo' diventare un luogo a cui appigliarsi e difficile da lasciare... Quale la vostra esperienza? o il vostro consiglio?
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