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autostima


hai stima di te ?  

24 utenti hanno votato

  1. 1.

    • spesso
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    • mai
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come si perde? come si ritrova ?

in che misura ne sono responsabili gli altri ? oppure è solo da noi stessi che dipende la capacità di avere stima di se ?

lancio questo argomento sperando di potermi confrontare con voi su questo spinoso problema.

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Io non so l'autostima è roba che si possa perdere.Ho come l'impressione che se si ha un crollo di autostima è perchè qualche frangente critico ha fatto venire a galla un giudizio di valore su noi stessi che è sempre stato traballante.Magari uno riesce a raccontarsela di essere forte, di valere, magari lo fa per farsi forza e coraggio,ma non corrisponde realmente a ciò che sente e pensa su se stesso e alla prima grande prova (una separazione, una crisi sul lavoro o che altro)la melma viene a galla con tutta la sua potenza. A me è successo così, almeno.

Chiedere che responsabilità abbiano gli altri è davvero una bella domanda. Quando io mi lamentavo col mio psi che gli altri coi loro pareri "mi buttavano giù" lui mi diceva che non stavo assumendomi la responsbilità del giudizio negativo che avevo di me stessa.

E mi pare che sia un po' acquisito tra gli psi che se è vero che quando siamo piccoli chi ci sta intorno può influenzare con le sue opinioni l'idea che noi ci facciamo di noi stessi, è anche vero che da un certo momento in poi quelle opinioni vengono interiorizzate e le facciamo nostre, tanto da divenire noi i peggiori e i più severi giudici di noi stessi.

Ecco forse il problema dell'autostima si risolve in questo: in una nostra tremenda severità verso di noi, più che in una valutazione di ciò che noi siamo.E' quel giudizio severo che tortura più delle cose che facciamo e di come le facciamo. In fondo ci sono egregi figli di che ne fanno di tutti i colori e dormono sonni tranquilli semplicemente perchè si perdonano, sono tolleranti verso se stessi.Come ci sono persone che sono stimabilissime per le cose magnifiche che dicono e fanno ma continuano a non stimarsi e a imporsi mete sempre più difficili da raggiungere per darsi prova del proprio valore, spostando così fuori di sè una roba che dipende solo da come si sentono verso se stessi.

Oddio spero di essermi spiegata.E comunque non credo di averti detto niente di nuovo vista la carriera da paziente che ti ritrovi :wink:

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Credo che l’autostima nasca fondamentalmente dall’amarsi, se ti ami hai anche stima, sicurezza e rispetto di te, della tua mente come del tuo corpo, se non ti ami questo non è possibile.

Amarsi credo sia molto difficile, più difficile che amare qualcun'altro.

Credo che però non vada confusa l’eccessiva sicurezza in se stessi con l’autostima perchè penso che dietro ad un’incondizionata sicurezza possa nascondersi il suo opposto.

L’autostima credo che sia più che altro una sana autoanalisi di se stessi e una capacità di individuare le debolezze senza però giudicarsi severamente quando non è necessario e farlo quando lo è.

Difficile riuscirci però……

Personalmente sono una persona che ha un’idea generale di se abbastanza positiva, ma nello stesso tempo sono molto intransigente e severa verso me stessa, certe volte troppo, ho poca fiducia nelle mie potenzialità soprattutto nel campo artistico, quello a cui tengo di più, nonostante io abbia tante conferme positive esterne.

Quindi per me è difficle rispondere a questa domanda, in generale forse si la ho...

Io credo che l’autostima dipenda solo da noi stessi, quando ci guardiamo allo specchio e tiriamo le somme del nostro essere, pensare e agire, ecco, in quel momento sappiamo se abbiamo più o meno stima di noi e nessuno può togliercela o regalarcela, parte esclusivamente da noi, anche se mi rendo conto che l'autoanalisi è la cosa più difficile che possa esserci, siamo troppo di parte.

Credo che la responsabilità degli altri in una perdita di autostima sia solo una conseguenza di una mancanza di autostima di base, se manca in noi stessi anche una sola parola di un'altra persona può farcela perdere.

Bisogna vedere però quando abbiamo persa la stima di noi e soprattutto se l’abbiamo ma acquisita, perché credo che nessuno nasca con l’autostima incorporata, credo piuttosto che sia un lungo percorso di crescita.

Per quanto mi riguarda, mi è capitato solo una volta nella mia vita di perderla completamente, quando con un’azione feci molto male ad una persona, in quel momento persi totalmente la stima di me stessa e subentrarono enormi sensi di colpa, perché realizzai di aver ferito in maniera molto egoista e infantile una persona molto importante, persi l’autostima perché andai contro a ciò in cui credevo, a determinati valori che per me sono fondamentali, e nonostante sia passato molto tempo ancor oggi il pensarci mi provoca dolore.

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penso che voi già sappiate cosa io penso di me... penso di essere molto intelligente ma molto stupida nello stesso tempo....

non riesco ad amarmi... sarà forse il periodo, ma non ci riesco proprio... penso che una persona debba sempre pensare ai suoi difetti, sempre, e quelli che si possono prevenire bisogna prevenirli...

da quest'ultima esperienza da me fatta sono arivata alla conclusione che è vero.. è vero che bisogna mettere sempre al primo posto se stessi... sempre....

amarsi come dice xela è difficile... io lo vedo come quasi impossibile [ uso il termine quesi perchè è vero che tutto è possibile ] e una persona non deve nemmeno sprecare tempo per farcela...

io mi stimo solo nel pianoforte [ ultimamente no ] e in nien'altro... certo, dico che sono brava a disegnare, o a scrivere etc, ma io non dovrei nemmeno avere la stima nella musica, perchè arriverà il giorno in cui tutto ti crollerà a dosso, tutta la tua stima da te acquisita con tanto more e fatica ti si rivolterà contro e sarà la tua peggior nemica...

ho fatto gli esami di pianoforte il 3 Giugno, e sono andati male... non mi era mai successo di andare male in quel campo, e adesso la stima che io avevo di me per la musica non c'è più, e non la rivoglio, perchè un altro giorno come il 3 Giugno tornerà e io non voglio stare un'altra volta come sto adesso, e la metà delmio stato d'animo è per colpa di lei.

Chiara

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io chiara invece penso che se un giorno arriverai veramente ad aquisire stima in te stessa non la perderai più. credo sia un percorso lungo e faticoso ma non inraggiungibile.

non far si che le sconfitte siano motivo di perdita di stima verso te stessa.

La vita è fatta di tante sconfitte, perdite e di porte chiuse in faccia ma ricordati che c'è una sola cosa che ti appartiene veramente e che non perderai mai, la tua persona.

Se ami veramente la musica, e ti posso capire in questa passione, lotta per questo e non cedere di fronte ad un esame andato male.

Ho alcuni amici musicisti che sono riusciti solo dopo molti anni di duro lavoro ad ottenere i risultati che desideravano, ci vuole perseveranza e molta pazienza, sei giovane e hai il tempo a tuo favore, sfruttalo.

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io non credo che la stima di se dipenda da una valutazione sull' intelligenza o sulle capacità.

credo che il problema sia come dice xela sapersi amare.

io finchè si tratta di una dimensione narcisistica cioè finchè stò tra me e me mi amo molto a dire il vero, purtroppo è il rapporto con gli altri che non funziona.

io sono diverso da " gli altri " non faccio parte del loro mondo, per cui se gioco con le regole degli altri non funziono piu'.

cioè mi trovo davanti ad una scelta se amo " gli altri" il mondo così com' è non posso amare me che sono l' opposto, se amo me non posso amare il mondo e gli altri.

è un delirio ? bè io deliro spesso.

io non avro' mai conferme dal di fuori, le conferme posso averle solo da me il che vuol dire " solitudine " .

la stessa solitudine di cui parliamo all' inizio dicendo che autostima è anche autoamore.

sapersi amare sapersi apprezzare,,,, tutto da soli ? che palle.

io credo che si possa perdere la stima di se nel momento in cui ci si misura con il prossimo, in questo senso se è vero che da fuori non arrivano conferme è vero che arrivano attacchi continui alla nostra autostima, così succede che se ci apriamo al mondo fiduciosi , spesso, questo ci aggredisce e ci maltratta, se ne puo' uscire abbastanza malconci.

mahh

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è la trappola nella quale si cade il più delle volte, nella quale tutti più o meno siamo caduti il più delle volte...quella di far dipendere la nostra autostima dall'esterno, delegare a prove d'esame, ai giudizi degli altri il metro per stabilire quanto e se valiamo. E del resto non può che essere così poichè l'autonomia di giudizio non ci viene insegnata, ma subito, sin da piccoli gli altri ci vincolano a loro con delle dipendenze, dei sistemi di controllo, e uno di questi è proprio il loro giudizio su di noi: il giudizio della mamma e del papà che ci rimproverano o ci accolgono

dicendoci "brava/o, il giudizio degli insegnanti e i loro voti, gli status sociali conseguiti, i titoli accumulati. Il bambino costruisce l'opinione su di se dall'espressione del volto con cui la madre lo guarda: il suo viso è il suo specchio, da quello specchio deduce la sua desiderabilità, la sua sgradevolezza, e inizia a costruirsi un'immagine de sè. Non sembra, magari lo rifiutiamo ma anche se a queste cose ci opponiamo razionalmente, se ci dichiariamo indifferenti a tutte ste menate, queste al contrario hanno lavorato in noi, hanno attecchito dentro di noi e occorre prenderne atto per procedere a una loro reale demolizione, a una liberazione da queste stratificazioni di giudizi interiorizzati che più o meno inconsciamente continuano ad orientare il modo in cui ci percepiamo.

Occorre smantellare tutto e riappropriarsi di noi stessi e del giudizio su di noi, assumendocene la responsabilità senza più farlo dipendere dal di fuori.

Non per tutti certamente le cose vanno nello steso modo: io ho avuto un crollo di autostima quando, una volta laureata mi sono ritrovata a casina senza un tubo da fare, senza sapere come muovermi per trovare un lavoro e ..con tasche e pancia vuote. Mi sentivo uno schifo perchè mi condannavo per questo senza capire che condannarsi non serve a un'emerita mazza, serve molto di più accettare di aver bisogno di lavorare e mobilitare tutte le energie e le speranze per mettersi alla ricerca.

Al contrario di me, altre persone vivevano quella fase come una fase di transizione, non come un banco di prova del loro valore, e pertanto con molta più serenità, fiduciose e convinte di se stesse si muovevano armoniosamente alla ricerca del loro posto al sole,senza piombare nella depressione, continuando a vivere come sempre: io mi vergognavo a farmi vedere dagli altri così inconcludente mentre loro, pur non concludendo molto facevano spallucce e commentavano "evvabbè, passerà, farò le mie mosse e tutto di risolverà".Di cosa è sintomo una frase simile se non della capacità di perdonarsi, e fregarsene del giudizio esterno e considerare se stessi sotto prospettive più estese, complessive,articolate e soprattutto personali.A volte noi leggiamo noi stessi in modo davvero riduttivo,mentre siamo molto di più di quello che vediamo.

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io finchè si tratta di una dimensione narcisistica cioè finchè stò tra me e me mi amo molto a dire il vero, purtroppo è il rapporto con gli altri che non funziona.

e ne scrivo un altro di post perchè il tema m'intriga.

qui si pone una questione difficile quella della differenza tra l'amore di sè inteso come autostima e l'amore narcisitico. Ora io non sono un'esperta ma mi viene da pensare che tutto ciò che pertiene il narcisismo rigurda anche sistemi di difese e dipendenze. Voglio dire che il narcisita non basa il giudizio su se stesso su se stesso (scus per il gioco di parole) ma vede gli altri come uno specchio dal quale riceve il feedback di quello che lui è.Per questo è vulnerabile agli altri e ha bisogno di difendersene.

La persona che ha raggiunto una buona centratura su se stessa non vacilla in relazione a cosa fanno/dicono gli altri, depotenzia l'altro e il suo "potere" di far star bene o male grazie alla consapevolezza che ha raggiunto, alla coscienza piena di se stesso che, in ultima analisi significa , aver accolto dentro di sè il dottor Jekill e Mr Hyde ( o come cavolo si scrivono), il bene e il male, perfezioni e imperfezioni, e grazie a queste integrazioni riuscire a diventare forti tanto che non ce ne frega più un tubo se gli altri riflettono di noi le nostre parti alte o quelle basse, le altezze o le meschinerie.

Io sto nel bel mezzo di questo guado.

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Anch’io penso che l’autostima si crei in base agli input che riceviamo da quando siamo molto piccoli, crescendo poi sta a noi pulirci da contaminazioni educative che crediamo non corrette per diventare gli unici giudici di noi stessi.

Il punto quindi è se riusciamo a far si che nel ruolo di giudice non ci sia più quella voce latente della mamma o del papà che ci dice: No, non si fa questo, oppure, Si, questo è bene farlo.

E sono convinta che quelle siano le voci fondamentali che ci creano le basi della nostra autostima, del nostro essere individuo.

Poi di conseguenza gli altri possono in qualche maniera “distruggercela” ma solo perché di base era costruita da vacillanti idee.

Io credo che l’educazione che riceviamo è per forza il nostro umus, che diventa il nostro essere fondamentalmente.

Quando siamo piccoli è come fossimo del pongo plasmabile, ogni parola, gesto e sguardo ricevuto crea la nostra personalità, non si può secondo me eludere da questo.

Io credo di essere stata fortunata perché non penso di aver vissuto particolari disagi o essere stata in qualche maniera condizionata violentemente nelle scelte che ho voluto fare nella mia infanzia/adolescenza, ma nello stesso tempo sono certa nel dire che io sono così perché sono figlia dei miei genitori.

I bambini sono come spugne che assorbono tutto, poi chiaramente diventando adulto assumi quelle consapevolezze che ti mettono in condizione di fare le tue scelte e stabilire tu quale è il buono e quale è il cattivo, e quindi crearti la tua autostima, ma sono comunque convinta che l’autostima che ti sei creata nonostante la tua abilità nel disintossicati da vecchie contaminazioni dipenda sempre e comunque dalla tua educazione, non credo che siamo totalmente esseri liberi nella mente…sembra forse brutto da dire, ma è così secondo me.

Anche ora da adulti tutto ciò che siamo e che pensiamo e in cui crediamo, se ci si pensa un attimo è frutto di esperienze vissute, di ciò che abbiamo letto e studiato, di cose che abbiamo visto, cose che non provengono solo dalla nostra mente ma che appartengono ad altri.

Se per paradosso fossimo nati da un uovo in un deserto primordiale dove gli unici abitanti fossimo noi e dove non avremmo possibilità di confronto se non con noi stessi cosa saremmo?

X cuorenero

Cosa significa per te essere diverso dagli altri e non appartenere al loro mondo? Cosa significa se ami te non puoi amare il mondo e gli altri?

Io credo che tutti siamo diversi, per forza, e meno male.

Ognuno di noi vive nel proprio mondo dove è il protagonista assoluto come del resto gli altri vivono nel loro e poi accade che questi pianeti si incontrano, dialogano e queste congiunzioni possono essere più o meno durature, più o meno profonde. Io credo che ognuno di noi debba accettare la propria Unicità, è questo secondo me il segreto per riuscire ad aver stima di se stessi, prescindendo dai giudizi e dai confronti degli altri.

...Mi rendo conto che è difficile prescindere…

Io credo non esista il giusto o lo sbagliato in un universo fatto da miliardi di mondi unici, e sono sempre più convinta che il non senso per me può essere il senso per te e questo non mi porta a distruggere la mia idea di senso. …..non so se sono stata chiara…

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io sono convinto che la stragrande maggioranza delle persone vive nel tentativo di affermare la propria personalità nel mondo.

questo è un modo di agire verso l' esterno comune a tutti.

io sono diverso perchè non vedo fuori di me un mondo in cui esprimere la mia personalità, vedo un mondo pronto a distruggere la mia personalità.

paradossalmente io vedo come minaccioso anche uno come alessandro martinelli.

quindi la mia autostima nel mondo non è applicabile perchè non sono un lupo.

non ho voglia di sbranare nessuno e questo fa di me un individo a rischio.

devo difendermi e nascondermi.

hai visto il film mistic river?

il mondo è orribile e minaccioso la gente estremamente violenta e cattiva o sei come loro oppure devi restare nascosto, oppure alla fine muori.

io la vedo così.

per uno come me il mondo non è affrontabile, è per questo che la mia autostima resta chiusa in me, svanisce nel confronto con gli altri.

se giochiamo a fare i lupi io perdo e vengo sbranato.

il concetto di stima che è stampato nel codice genetico umano e un gioco a chi è piu' cattivo come lupo.

purtropppo non esiste un piano di scambio che non preveda uno sbranatore ed uno sbranato.

la voiolenza la prepotenza l' arroganza la strafottenza, l' arrivismo queste cose costituiscono la base dell' autostima nel sociale.

io nel deserto lontano da tutti sotto le stelle accarezzato dal vento dolce del sud, vivo, e non ho problemi di autostima godo di far parte di un universo e basta.

non sono i riconoscimenti a farti crescere l' autostima ma i morti che lasci lungo i l tuo percorso .

autostima e aggressività sono due anelli della stessa catena.

chi si afferma nel mondo anche solo con una barzelletta esprime il desiderio nascosto di vincere una piccola battaglia personale, affermandosi sugli altri e superandoli per vederli vinti e porsi al loro capo.

siamo animali in continua lotta per conquistare la femmina del branco e voi donne per essere attrattive usate ogni mezzo.

l' autostima dipende dall' animalità,

dalla capacità di soddisfare i propri desideri quali essi siano senza freni.

guai ad avere rispetto delicatezza sensibilità... il primo lupo che passa non avrà pietà di te.

un po' come piero che per non sparare al nemico viene sparato a sua volta... è così la vita .....

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Rispetto al discorso sulla nostra "libertà mentale":

è per questo che io credo tanto nella psicoterapia, perchè non credo che l'uomo sia autarchico, però credo che abbia delle grosse opportunità/potenzialità di cambiamento.Io credo e ho

fiducia non tanto nella libertà della mente dell'uomo, ma nella sua possibilità/capacità di liberarsi.Noi, per esprimere la nostra malaeducazione, i nostri vissuti negativi ci inventiamo i sintomi, le patologie, che sono, in modo deviato se si vuole, delle reazioni a ciò che non va bene, a ciò che non è andato bene.Esiste poi una "dinamica psichica", studiata per l'appunto dalla psicologia dinamica, che spiega i meccanismi con cui e grazie ai quali rimaniamo abbarbicati a certe storture del passato,e quelli grazie ai quali siamo in grado di liberarcene.

Tuttosommato la nostra esposizione al modellamento degli altri se in alcuni casi può essere un grosso pericolo, in altri può rappresentare una vera risorsa.Io credo che ognuno di noi abbia esperienza di qualche "grande maestro",e avverta quale fortuna sia stata incontrarlo e sentire una voce diversa da accogliere dentro di sè e che ha vissuto, magari dialetticamente, conflittualmente, con le voci severe/autoritarie del passato, per poi magari finire per sovrastarle.E quanta parte di quel che siamo, nel bene, sia anche grazie a quelle voci "discordanti" rispetto al coro sentito dai nostri più immediati educatori.

In ogni caso è pur sempre vero che noi siamo quel che siamo stati, ma ciò che siamo stati non è un marchio d'origine,secondo me, può piuttosto divenire una risorsa, se continuiamo a "divenire" senza fissarci solo su alcune di quelle voci, ma continuando ad ascoltarne di altre che credo "solo apparentemente" appartengano solo agli altri: degli

altri a volte ammiriamo certi tratti e caratteristiche perchè essi

appartengono anche a noi , solo che magari non li abbiamo sviluppati ancora come vorremmo.

E tornando al bambino, e alla famosa faccenda della fiducia di base

che a volte c'è, a volte non c'è, in relazione alle esperienze che si sono avute: la psicoterapia e la nuova relazione terapeutica offrono

una seconda opportunità, una nuova esperienza formativa e di crescita che soppianta e libera dalle storture del passato, senza certamente negarle, ma integrandole, e consentendo di riprendere a camminare senza gli intralci di relazioni negative.Per questo penso che l'autostima possa rappresentare la conquista di una lotta di "liberazione".

Poi, certo,io di mio ci metto un bel po' di entusiastica parzialità, evvabbè. :roll:

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non condivido la tua speranza nel fatto che qualcuno ti possa far

riaccquisire fiducia e stima per te... ma sono contento per te.

insisti.

io per la mia esperienza ho notato che chi come me non ha autostima è perchè ha un buco nel proprio vissuto infantile.

cioè ci manca un pezzo, il pezzo in cui qualcuno ci abbia fatto capire che ci voleva bene.

da adulti si possono ricucire strappi ma non riempire buchi.

non voglio demoralizzarti e ti auguro riuscita.

in bocca al lupo

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io sono convinto che la stragrande maggioranza delle persone vive nel tentativo di affermare la propria personalità nel mondo.

questo è un modo di agire verso l' esterno comune a tutti.

io sono diverso perchè non vedo fuori di me un mondo in cui esprimere la mia personalità, vedo un mondo pronto a distruggere la mia personalità.

paradossalmente io vedo come minaccioso anche uno come alessandro martinelli.

quindi la mia autostima nel mondo non è applicabile perchè non sono un lupo.

non ho voglia di sbranare nessuno e questo fa di me un individo a rischio.

devo difendermi e nascondermi.

hai visto il film mistic river?  

il mondo è orribile e minaccioso la gente estremamente violenta e cattiva o sei come loro oppure devi restare nascosto, oppure alla fine muori.

io la vedo così.

per uno come me il mondo non è affrontabile, è per questo che la mia autostima resta chiusa in me, svanisce nel confronto con gli altri.

se giochiamo a fare i lupi io perdo e vengo sbranato.

il concetto di stima che è stampato nel codice genetico umano e un gioco a chi è piu' cattivo come lupo.

purtropppo non esiste un piano di scambio che non preveda uno sbranatore ed uno sbranato.

la voiolenza la prepotenza l' arroganza la strafottenza, l' arrivismo queste cose costituiscono la base dell' autostima nel sociale.

io nel deserto lontano da tutti sotto le stelle accarezzato dal vento dolce del sud, vivo, e non ho problemi di autostima godo di far parte di  un universo e basta.

non sono i riconoscimenti a farti crescere l' autostima ma i morti che lasci lungo i l tuo percorso .

autostima e aggressività sono due anelli della stessa catena.

chi si afferma nel mondo anche solo con una barzelletta esprime il desiderio nascosto di vincere una piccola battaglia personale, affermandosi sugli altri e superandoli per vederli vinti e porsi al loro capo.

siamo animali in continua lotta per conquistare la femmina del branco e voi donne per essere attrattive usate ogni mezzo.

l' autostima dipende dall' animalità,

dalla capacità di soddisfare i propri desideri quali essi siano senza freni.

guai ad avere rispetto delicatezza sensibilità... il primo lupo che passa non avrà pietà di te.

un po' come piero che per non sparare al nemico viene sparato a sua volta... è così la vita .....

Non lo so,non so se ho capito bene, ma comunque azzardo.

Io credo che sia vero che il grado in cui una persona percepisce l'altro come minaccioso dipenda dalla sua capacità di sentirsi in grado, a sua volta, di "farsi valere", ed è vero che la propria autostima consegue alla capacità di difendere ed affermare il proprio valore.Ma ne è anche il motore. Qui si profila un problema relativo all'aggressività.

C'è stato un periodo in cui io ero letteralmente sbranata dagli altri e tuttora non aggredisco un granchè.Tuttavia non è che in me non vi fosse aggressività, era semplicemente imbrigliata e spesso rivolta verso me stessa.Io appartenevo alla categoria delle bambine "buone" che a scuola non si ribellavano mai palesemente, dicendo i suoi "no".E questo perchè avevo paura di farlo, temevo punizioni e conseguenze, temevo soprattutto l'autorità dei miei genitori.Così ho finito di mancare di palestra.Ma non perchè io non fossi aggressiva, che ribollivo spesso di una grande rabbia, ma perchè non sapevo come canalizzarla:rimaneva imbrigliata nel senso di colpa, nella paura delle conseguenze,e nella condanna del "non si fa".

Mi azzardo a dire che noi non siamo o lupi o agnelli, ma un po' l'uno e un po' l'altro. Se prevale o solo il lupo o solo l'agnello per me questo significa che l'altro aspetto della natura umana è rimasto imprigionato e non riusciamo a dargli voce, a trovare il modo giusto di farla venir fuori, o raccontando barzellette o facendo qualsiasi altra cosa .

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non condivido la tua speranza nel fatto che qualcuno ti possa far  

riaccquisire fiducia e stima per te... ma sono contento per te.

insisti.

io per la mia esperienza ho notato che chi come me non ha autostima è perchè ha un buco nel proprio vissuto infantile.

cioè ci manca un pezzo, il pezzo in cui qualcuno ci abbia fatto capire che ci voleva bene.

da adulti si possono ricucire strappi ma non riempire buchi.

non voglio demoralizzarti  e ti auguro riuscita.

in bocca al lupo

Aspe', dico due cose ma non per "convincerti", solo per cercare di spiegarmi meglio.

Non è che qualcuno mi può far riacquisire fiducia e stima in me: penso che qualcuno mi possa sostenere in un lavoro che sono io a voler fare.E comunque anch'io penso che i buchi quando ci sono non si possono cancellare , ma si possono vivere con sentimenti diversi.Si parla tanto di "bambini interiori" : chi è il "nostro bambino interiore" se non una parte di noi che è rimasta fissata a un'esperienza di disamore, e non la relativizza, non la colloca storicamente nel suo vissuto, con la consapevolezza che la sua parte adulta può far molto,oggi, per farsi carico di quegli aspetti della propria affettività legati all'infanzia, a una propria esperienza di infanzia.Si dice spesso che diventare adulti significa diventare i "genitori di se stessi", intendendo con questo la possibilità di destituire quelle due persone che ci hanno curato/ trascurato di un potere così grande su di noi.L'adulto ha degli strumenti di comprensione che il bambino non ha e può, con questi strumenti, andare a ripescare quel bambino senza essere più tiranneggiato dalla sua emotività.Il dramma del disamore può essere elaborato, certamente continuerà sempre a far parte della nostra storia, è la materia del nostro vissuto, ma potrà non rappresentare più un intralcio, qualcosa che continua ad esercitare un suo potere su di noi a distanza di anni.

Ecco, questo è quello che più o meno penso, e mi rendo conto che è personalissimo punto di vista.

grazie dell' "in bocca al lupo" che mi prendo tutto.

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si è tutto vero, anzi complimenti.

solo che quando sei a pezzi e subentra ansia depressione paura angoscia...

insomma se le prendi sempre nella vita e continui sempre a prenderle non ci fai nulla con l' analisi.

viene un momento in cui devi darle.

non si tratta di essere cattivi o buoni.

si tratta di poter far del male a qualcuno solo così recuperi la tua autostima.

ma se non sei prepotente non lo diventi ...

tu ilaria non sei una persona prepotente, per cui gli altri aumentano la propria usando te per esempio.

io spesso potrei far sentire altri degli idioti ma non lo farei mai.... solo per sentirmi meglio.

gli altri non si fanno scrupoli a farmi sentire un idiota per la loro gratificazione.

ma non lo fa nessuno con cattiveria fa parte del gioco della vita.

il giorno che tu non ti farai scrupoli nel trarre giovamento dalla sofferenza altrui sarai anche guarita ma sarai un astronza come tutti gli altri.

io non ho mai riso nel vedere un apersona in difficoltà .

la comicità si basa spesso su questo principio.

vedo fracchia e rido di lui pensando che io sono meglio.

invece io vedo fracchia e penso in fondo non siamo così diversi scatta in me un meccanismo di compenetrazione nei suoi problemi e cerco di capirlo e di sentire la sua sofferenza.

mah...

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xela, io penso che io sia unica e speciale... quando davide mi ha lasciata definitivamente io gli ho sempre detto che ioosno unica e che non potrà trovare nemmeno una persona che mi assomigli vagamente....

io osno sicura di essere speciale...

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come si perde? come si ritrova ?  

in che misura ne sono responsabili gli altri ? oppure è solo da noi stessi che dipende la capacità di avere stima di se ?

lancio questo argomento sperando di potermi confrontare con voi su questo spinoso problema.

Ti faccio tanti auguri e ti ammiro per aver messo in discussione questo argomento cosi delicato e che si confronta con noi stessi ogni giorno della nostra vita.A mio parere le motivazioni e i responsabili possono essere dei piu vari e molteplici allo stesso tempo, possiamo essere noi stessi o il nostro prossimo in una determinata situazione.

Distinti saluti, Alessandro Martinelli.

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sono contenta chiara che tu ti senta speciale e unica perchè la sei, questa è una grande verità credo l'unica certezza che abbiamo. :D

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xela, io penso che io sia unica e speciale... quando davide mi ha lasciata definitivamente io gli ho sempre detto che ioosno unica e che non potrà trovare nemmeno una persona che mi assomigli vagamente....

io osno sicura di essere speciale...

Brava Chiara, continua cosi.

Distinti saluti, Alessandro Martinelli.

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x cuorenero

Tu credi quindi che l’autostima sia una prevaricazione sugli altri, un sapersi imporre anche usando violenza? Non pensi che sia invece la capacità di fottersene degli altri e andare avanti per la propria strada.

Io ad esempio sono una persona che non riesce ad aggredire nessuno, anzi, tendo sempre a cercare un accordo, a fare da pacere, odio alzare la voce e litigare, o prevaricare su chi sembra più debole di me..e ce ne vuole ad esserlo!

Io credo che le persone feriscano quando tu glielo permetti, una sola parola può diventare una lama se tu per primo permetti a questa lama di ferirti.

È vero che il mondo esterno è ostile ma non tutto secondo me, bisogna saper distinguere chi lo è da chi non lo è.

Scrivi che l’autostima è la capacità di soddisfare i propri desideri, ma sei veramente sicuro che questo significhi essere insensibili, pensi realmente che serva la violenza per soddisfarli?

Se penso alla realizzazione dei miei desideri questi non hanno bisogno di violenza per essere realizzati ma solo determinazione e sicurezza in quello che sono e in quello in cui credo, e so che questa sicurezza non me la regala nessuno, devo trovarla in me stessa.

Hai perfettamente ragione quando dici che la straffotenza l’arroganza e l’arrivismo provocano l’affermazione nel sociale, ma proprio perché mi considero una romantica artista che vive di concetti che vanno oltre la materia non mi importa affermarmi in un lavoro gestito da altri appartenente ad un sistema che vive sullo sfruttamento e sul soldo, preferisco delirare creativamente senza ricompensi monetari ma solo quelli artistici e affermarmi in quel mondo, quello che amo, che risiede nei miei ideali .

Si l’ho visto mistic river. molto bello.

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bè sai cosa ti dico, il fatto che tu ti ritieni un artista è già un modo per metterti al di sopra di me per esempio che non mi sentirei mai di dire che sono un artista , ti trovo già profondamente arrogante in questo, presuntuosa anche, te ne strafotti degli altri ma ci tieni a dire che tu sei un artista per gratificarti per darti un senso.

dici di non essere violenta ma mi domando tra l' arroganza, le mancanza di umiltà e la violenza come azione il passo è breve.

già ti senti in diritto di affermare un tuo modo di essere e di vivere.

il giorno che riceverai dei riconoscimenti che fai ti metti una corona in testa.

bè se sei così libera che dobbiamo dirti tutti in coro, con occhi sognanti, BEATA TE xela come ti invdiamo.... sei fantastica.

be se ti serve per pomparti l' autostima te lo dico ok : BEATA TE COME TI INVIDIO.... sei risolta matura libera inelligente colta ..dimentico qualcosa ?

io invece sono una merda e me ne vanto.

non ho vergogna di confessare i miei dubbi e i miei problemi e le mie angoscie. e non cerco ne il plauso ne le conferme che cerchi tu.

io sono sempre stato me stesso umiliato offeso picchiato distrutto in tutti i modi da tutti, comprese le persone come te che di se dicono di essere splendide sensibili etc. etc.

dentro di me la luce non si è mai spenta ne mai si spegnerà, la solitudine è il prezzo che devo pagare in cambio della vita.

lo pago volentieri per me la vita è il vento il sole i gabbiani e i riflessi verde smeraldo sotto le onde nere che si schiantano sulle scogliere.

in quanto all' uomo uno solo ne ho conosciuto che era diverso da tutti, se ne è andato.

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perchè invidiarmi non sai nemmeno chi sono? sai solo una cosa, che amo l'arte e che mi piace farla, questo credi che sia sinonimo di arroganza? caro cuorenero non hai capito nulla. La passione è sofferenza, è notti in bianco, è crederci e portare avanti un sogno con tutte le tue energie, è solitudine. Parli di solitudine ad una persona che la vive eccome.. ma tu non lo puoi sapere, chiaramente.

non credo ne di essere colta matura o tutte le cose che hai elencato, sai cosa ho fatto? ho solo comunicato una mia passione e questo in te ha provocato ira....è strano

Tu credi io non abbia confessato i miei dubbi , le miei paure le mie insicurezze e la mia fragilità?..hai la memoria corta

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