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"Accolto ricorso contro voto di religione cattolica"


ilaria

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L' Ordinanza 2408 pronunciata dal TAR del Lazio il 23 maggio 2007 segna un buon passo avanti nella difesa della laicità dello Stato e della libertà di coscienza .

Il TAR ha accolto favorevolmente il ricorso proposto da numerose associazioni laiche, confessioni religiose, studenti, rappresentati tutti dagli avv.ti Fausto Buccellato e Massimo Luciani , contro l'Ordinanza Ministeriale n.26 del 15 marzo 2007 ( art. 8- credito scolastico, par. 13,14) relativa agli Esami di Stato del corrente anno scolastico.

I paragrafi citati, configurando la competenza dei docenti di religione cattolica ad esprimere il proprio voto nell'attribuazione del credito scolastico avrebbero dato luogo a discriminazioni inaccettabili tra gli alunni che non hanno scelto l'insegnamento di religione cattolica, ai quali sarebbero stati riconosciuti crediti di diverso rango e solo sulla base di un loro presunto impegno . Sarebbe stato totalmente stravolto lo “stato di non obbligo” loro riconosciuto dalle famose sentenze 203/89 e 13/91 dalla Corte Costituzionale.

Le motivazioni con cui il Tar Lazio ha accolto nell'immediato la richiesta di sospensiva relativa ai paragrafi 13,14 si fondano: - sulla violazione del T.U. della legislazione scolastica (D.P.R. 294/97, art.309) che dispone che l'insegnamento della religione cattolica non fa parte della pagella scolastica e il profitto e l'impegno degli alunni viene comunicato ad alunni e famiglie con una “speciale nota” a parte, a cura del docente.; - “sul piano didattico- sono parole del TAR- l'insegnamento della religione non può, a nessun titolo, concorrere alla formazione del >>>“credito scolastico”(..) per gli esami di maturità, che darebbe postumamente luogo ad una disparità di trattamento con gli studenti che >>>non seguono né l'insegnamento religioso e né usufruiscono di attività sostitutive”.

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L'antefatto della faccenda è l'aggiunta da parte del ministro Fioroni di due punti all'ordinanza dell'esame di stato:

-Il punto 13 stabilisce che «I docenti che svolgono l’insegnamento della religione cattolica partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento».

«analoga posizione (...) compete ai docenti di attività didattiche e formative alternative all'insegnamento della religione cattolica».

-Il punto 14 specifica che: «l'attribuzione del punteggio, nell'ambito della banda di oscillazione, tiene conto (...) del giudizio formulato dai docenti di cui al precedente comma 13 riguardante l'interesse con il quale l’alunno ha seguito l’Irc (insegnamento della religione cattolica, ndr)» e prosegue omologando le attività alternative all'irc.

(Di fatto molto raramente le scuole superiori prevedono materie alternative per chi non si avvale dell'irc, preferendo - per ovvi motivi - strutturare l'orario in maniera tale da anticipare l'uscita o posticipare l'entrata dei pochi infedeli; o - là dove, altra nota dolente, le biblioteche esistono - dirottarli nella sala di lettura.)

Tutto ciò mette in discussione il concetto che «l'insegnamento della religione cattolica non deve essere in alcun modo discriminante», come stabilito dalla Corte Costituzionale in seguito a quanto definito dal Nuovo Concordato del 1985.

"C’era bisogno di una volontà così intransigente? C’era necessità di marcare in termini tanto netti il fatto che il nostro paese, più di ogni altro, ha sempre dovuto accettare il diritto-dovere - riservato alla Chiesa - di intervento, di attacco, di critica esplicita alle norme sgradite?

E perché questo inasprimento della pressione e questo allentamento dei limiti proprio da parte di un governo di centro-sinistra?

Eppure il colpo di mano della Moratti, che aveva immesso in ruolo insegnanti di religione ponendoli in una anomala situazione di assoluto privilegio, determinata dal poter godere di diritti derivanti sia dal diritto canonico che da quello civile, aveva sollevato proteste da più parti. Benché la religione cattolica non faccia parte delle materie su cui calcolare la media, il docente di religione cattolica può influire sull'attribuzione del credito. In un Paese come il nostro, dove le suore allevano generazioni di bambini alla scuola materna, può sembrare un dettaglio quasi irrilevante. In un paese come il nostro dove, proprio per difendere le suddette suore, si continuano a devolvere in misura persino crescente soldi pubblici alle scuole private, può sembrare un passaggio poco significativo.

In realtà - oltre alle conseguenze in termini pratici, se solo si pensa a borse di studio o ad ammissioni a facoltà, soprattutto straniere, che sono vincolate al punteggio d'uscita - si tratta di una grave violazione della laicità della scuola pubblica e del criterio di pari opportunità e di uguaglianza (art. 3) che essa è tenuta a garantire dalla nostra Costituzione. Nonché di una fastidiosa sollecitazione a un'omologazione a una logica di normalità e conformismo premiante: una logica lontana da ogni idea di coscienza critica, la cui formazione rappresenta uno dei primi mandati che la scuola dovrebbe avere nei confronti dei propri alunni."

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Il Consiglio di Stato dà ragione a Fioroni

La religione porterà crediti per la maturità

La Religione contribuisce alla determinazione del credito per l'ammissione agli esami di Stato. Sembra chiarito, almeno per quest'anno, il giallo aperto con il pronunciamento del Tar Lazio dello scorso 23 maggio. Botta e risposta fra le associazioni di genitori (e di 'altre confessioni') e il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni. E anche se non si tratta di una vittoria a tutto campo, sulla cosiddetta 'guerra di Religione' per il momento l'ha spuntata l'inquilino di viale Trastevere. Il Consiglio di stato - fa sapere il direttore generale Giuseppe Casentino in una circolare inviata agli Uffici scolastici regionali e provinciali - ha sospeso 'l'esecutività dell'ordinanza del Tar Lazio, con la quale era stata, a sua volta, sospesa l'efficacia dei punti 13 e 14 dell'articolo 8 della Ordinanza ministeriale in materia di istruzioni e modalità per lo svolgimento degli esami di Stato'.

In altre parole, gli insegnanti di religione cattolica "partecipano a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento. Analoga posizione compete, in sede di attribuzione del credito scolastico, ai docenti delle attività didattiche e formative alternative all'insegnamento della religione cattolica, limitatamente agli alunni che abbiano seguito le attività medesime". Così, se un ragazzo va bene in religione può aspirare a qualche punto in più di credito scolastico.

[...]

A questo punto, come dovranno comportarsi i docenti? Dovranno senz'altro uniformarsi ai dettami del ministro ma, spiegano dalla Consulta romana per la laicità delle istituzioni, 'nell'attuale situazione gli scrutini si svolgeranno secondo la volontà del ministro, ma il successivo pronunciamento nel merito del Tar Lazio, che deve ancora avvenire, con molta probabilità ne porrà in dubbio l'esito annullando la parte impugnata dell'ordinanza ministeriale. Si verificherebbe così una situazione di incertezza giuridica sul corso e sugli esiti degli esami di Stato, la cui responsabilità non potrà che ricadere sul Governo'. Parte così l'appello al premier. "Chiediamo al presidente del consiglio, Romano Prodi, di adoperarsi in tempi rapidissimi affinché impedisca questo grave scempio della laicità della scuola pubblica".

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io farei studiare tutte le religioni , facedendo discernere i credo, dalle realtà.....

in modo che siano liberi di scegliere e tolleranti verso che sceglei diverso....

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io farei studiare tutte le religioni , facedendo discernere i credo, dalle realtà.....

in modo che siano liberi di scegliere e tolleranti verso che sceglei diverso....

concordo, il mio prof, di religione delle superiori (un prete), ci fece studiare tutte le religioni più importanti, mettendole a paragone, fu molto interessante e devo ammettere che il prof. essendo un prete cattolico fu estremamente corretto, non mise mai in risalto pregi o difetti dell'una o l'altra religione, solo ciò che esse professavano e le principali differenze!!!

Devo ammettere anche un'altra cosa, che è l'unica cosa che ricordo di aver studiato in quella materia!!!!!! :Four Leaf Clover:

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Ho trovato questo: :wink:

Per una scuola senza marchi e sigilli

Nel saggio "Non arrendetevi mai", Oscar Luigi Scalfaro afferma che "lo Stato é la casa di tutti e nessuno ha il diritto di mettervi sopra il proprio marchio o il proprio sigillo. Lo Stato ha il dovere di essere laico". Queste parole del nostro ex Presidente non lasciano spazio ad equivoci, eppure ministri e amministratori locali, pur appropriandosene nei loro comunicati, le smentiscono alla prova dei fatti.

Mi riferisco a quanto sta accadendo in questi giorni a Roseto degli Abruzzi e nella scuola superiore italiana. La cittadina di Roseto degli Abruzzi è disturbata da una vivace polemica, ospitata sulla stampa locale, scaturita dal vano tentativo di un dirigente scolastico di impedire che agli alunni della propria scuola, cattolici e non, fosse impartita una benedizione e fatta recitare una preghiera in orario scolastico e nel corso di un'attività sportiva. I cittadini sono stati bersagliati da deprimenti e irresponsabili dichiarazioni di parlamentari e amministratori locali, i quali, in spregio al dettato costituzionale e ai principi basilari della democrazia, hanno stigmatizzato il comportamento del dirigente scolastico considerando lecita l'azione del prete, peraltro non concordata, in quanto esercitata in nome dell'identità cristiana della maggioranza degli alunni presenti.

Mi sembra che qui il marchio di una fede religiosa su un'occasione formativa sia stato impresso con un colpo di mano, senza tener conto della volontà delle famiglie e degli organi collegiali della scuola. Laicità e intercultura sono concetti ampiamente condivisi nel mondo della cultura e della scuola, ma non in quello politico, dove di tali termini si ignora il vero significato. La laicità, motore della civiltà, non è contrapposizione al confessionalismo, è equidistanza dello Stato dalle diverse religioni ed è garanzia di libertà per tutti; l'intercultura è un traguardo che, attraverso la pratica della reciprocità e dello scambio tra diversi, arricchisce ogni cultura, contrariamente alla prospettiva dell'assimilazione e dell' integrazione passiva di chi è ospitato.

Integrazione e assimilazione sono processi che comportano una rinuncia alla propria identità culturale, che va considerata invece nei tratti che accomunano e rendono identico all'altro. La scuola italiana è frequentata da oltre un milione di alunni non cattolici e alunni stranieri ai quali bisogna far apprendere la straordinaria forza dei principi cristiani, fattori costitutivi, unitamente a quelli della tradizione classica e dell'illuminismo, della nostra cultura e della nostra società; al tempo stesso essa fa riconoscere che esistono diversi credi, tutti sullo stesso piano del rispetto.

Per questo la scuola, luogo di prevenzione dei conflitti sociali, promuove una formazione condivisa, dove le diversità non vengono registrate, ma riconosciute e valorizzate. Questo vuol dire scuola laica, non altro. Quello che è accaduto a Roseto è un segno del nostro tempo, nel quale i nuovi chierici e gli opportunisti della politica abusano del nome di Dio, per dirla con Gian Enrico Rusconi, e sfruttano i valori cristiani e le posizioni della Chiesa solo per puro calcolo elettorale.

Un'altra polemica avvelena la nostra scuola : in base all'O.M. n. 26 del 15 marzo 2007, in corso d'anno si concedono crediti formativi agli studenti frequentanti le attività di religione cattolica. Si crea, in tal modo, un'evidente discriminazione nei confronti di coloro che non hanno frequentato attività alternative e di coloro che non si sono avvalsi dell'insegnamento della religione cattolica. Tale discriminazione è dovuta anche al fatto che molte scuole non riescono a progettare attività alternative, interessanti e ben strutturate, per mancanza di fondi e di personale docente.

Ritengo opportuno pertanto che il Ministro della Pubblica Istruzione si dedichi con urgenza ad incentivare e finanziare la progettazione di attività alternative fortemente motivanti per far sì che a tutti gli studenti vengano riconosciuti pari opportunità nell'acquisizione dei crediti. Se quest'Ordinanza fosse stata emanata ai tempi della Moratti avremmo sicuramente parlato di grave attentato alla laicità dello Stato e alla Costituzione.

Pasquale Avolio

dirigente scolastico

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