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relazione terapeutica


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Ma nooo! Io non lo pago! Te l'ho detto: è uno psicologo dell'Asl e il numero di sedute è predeterminato.

In quanto poi alla mia frase io gli ho risposto così perchè la mia risposta corrisponde perfettamente alle regole della terapia ( ho già detto che, pur non essendo laureata in psicologia, ma in lingue, ho fatto diversi esami di psicologia all'università e che per lavoro e interesse personale frequento l'ambiente e leggo molti libri di psicologia per corsi di formazione e aggiornamento ): cioè che il transfert va affrontato e risolto all'interno della relazione terapeutica stessa e che, se non si può risolvere, allora bisogna interrompere la terapia. E' questo che io gli ho proposto: di parlarne. E il fatto che lui invece mi abbia detto di " metterlo da parte " è assolutamente irrituale ed è questo che fa pensare alle mie amiche ( e anche a me ) che lui vuole capire se alla fine della terapia ci sarà uno spazio per un altro tipo di rapporto.

Mi spiace di essermi spiegata male...non avrei mai acconsentito a portare avanti contemporaneamente una relazione terapeutica e una personale! E lui non me l'avrebbe mai chiesto...te lo assicuro

Ti ringrazio tantissimo di condividere con me le tue opinioni

Ciao e a presto

ciao farfalla,

anche io ho fatto un percorso di psicoterapia con uno psicologo della asl e non si è mai verificata la circostanza in cui gli argomenti di cui si parlava vertessero sulla relazione terapeutica tra di noi. L'esatto contrario sta accadendo con la mia analista che non perde occasione per elaborare ogni cosa ambigua o non detta che possa verificarsi .

Le terapie sono tante e di tanti tipi e non credo che sempre ci sia il tempo (specie in una asl) per questo tipo di elaborazioni che forse si addicono a percorsi più lunghi e che vanno più in profondità.

Quindi quel "mettere da parte" il transfert anzichè elaborarlo potrebbe anche riferirsi a un particolare tipo di approccio.

Il che, ovviamente, non aggiunge nè leva niente alle tue ipotesi sui sentimenti che lui prova per te e che,nel caso, potranno forse trovare anche a terapia finita uno spazio adeguato per l'elaborazione.

Ciao :)

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Scusa Ila, ma secondo te sono normali tutte queste relazioni tra psicologi e pazienti? Quasi più che tra professori e alunne...

:icon_rolleyes:

eheh

a me il mio expsi non me se filava de pezza, e a me lui stava anche un po' indigesto :abbr:

comunque qui, siamo noi pazienti a raccontare il nostro modo di vivere la faccenda, che non è l'esatto equivalente di ciò che accade di fatto.....

in ogni caso il transfert è una roba che capita, eccome, e non è l'equivalente di una "relazione" come comunemente s'intende...

anzi quando capita la cosa più interessante è forse chiedersi perchè ci capita,e che cosa esattamente ci sta capitando..

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Non mi va di andare contro i suoi desideri ( non sono il tipo di persona che si impone e penso che se mi ha detto così avrà i suoi buoni motivi )e poi, nonostante io ora stia proprio bene, ci sono ancora delle piccole cose da mettere a punto durante le prossime sedute ed io ho ancora bisogno di lui come terapeuta. Però senz'altro, a fine terapia ( prima settimana di Ottobre ) gli parlo chiaramente e vediamo cosa ne esce.

Grazie ragazzi. Mi fa molto piacere che vi interessiate. Vuol dire che la mia situazione tocca un nervo scoperto. Continuate a scrivermi

Un bacio

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ciao farfalla,

anche io ho fatto un percorso di psicoterapia con uno psicologo della asl e non si è mai verificata la circostanza in cui gli argomenti di cui si parlava vertessero sulla relazione terapeutica tra di noi. L'esatto contrario sta accadendo con la mia analista che non perde occasione per elaborare ogni cosa ambigua o non detta che possa verificarsi .

Le terapie sono tante e di tanti tipi e non credo che sempre ci sia il tempo (specie in una asl) per questo tipo di elaborazioni che forse si addicono a percorsi più lunghi e che vanno più in profondità.

Quindi quel "mettere da parte" il transfert anzichè elaborarlo potrebbe anche riferirsi a un particolare tipo di approccio.

Il che, ovviamente, non aggiunge nè leva niente alle tue ipotesi sui sentimenti che lui prova per te e che,nel caso, potranno forse trovare anche a terapia finita uno spazio adeguato per l'elaborazione.

Ciao :)

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Ciao Ilaria,

è proprio vero che ogni relazione terapeutica è un caso a sè: tu dici che col tuo psicologo della ASL non avete mai parlato della vostra relazione e delle dinamiche tra di voi. Noi lo facciamo in contnuazione, fin dall'inizio della terapia quando ancora non ci era successo nulla: lui è convinto ( e con lui tutto lo staff dell'ASL che sta facendo una ricerca in proposito ) che una buona relazione terapeutica abbia una ricaduta positiva sulla " guarigione " del paziente, quindi su questa cosa è sempre stato molto attento...e non solo su questo. Per me è stato la salvezza. Non ho trovato nessuna differenza d'attenzione e di cura tra quello da cui andavo precedentemente privatamente e lui che non pago. Anzi devo dire che è con lui che ho cominciato a rinascere. Evidentemente con l'altro non ero in sintonia!

Grazie mille a te ,a Bello e Impossibile, a Chiccablu e agli altri per il vostro interessamento alla mia vicenda. Continuate a scrivermi

Farfalla 62

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Ciao Ilaria,

è proprio vero che ogni relazione terapeutica è un caso a sè: tu dici che col tuo psicologo della ASL non avete mai parlato della vostra relazione e delle dinamiche tra di voi. Noi lo facciamo in contnuazione, fin dall'inizio della terapia quando ancora non ci era successo nulla: lui è convinto ( e con lui tutto lo staff dell'ASL che sta facendo una ricerca in proposito ) che una buona relazione terapeutica abbia una ricaduta positiva sulla " guarigione " del paziente, quindi su questa cosa è sempre stato molto attento...e non solo su questo. Per me è stato la salvezza. Non ho trovato nessuna differenza d'attenzione e di cura tra quello da cui andavo precedentemente privatamente e lui che non pago. Anzi devo dire che è con lui che ho cominciato a rinascere. Evidentemente con l'altro non ero in sintonia!

Grazie mille a te ,a Bello e Impossibile, a Chiccablu e agli altri per il vostro interessamento alla mia vicenda. Continuate a scrivermi

Farfalla 62

Bene, farfalla,

mi sembra che tu abbia ben pochi dubbi e la tua situazione ti risulti assai chiara...quindi ti faccio in bocca al lupo per tutto!!!

:girl_devil:

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Bene, farfalla,

mi sembra che tu abbia ben pochi dubbi e la tua situazione ti risulti assai chiara...quindi ti faccio in bocca al lupo per tutto!!!

:girl_devil:

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Da circa un anno sto facendo psicoterapia e ne ho tratto un enorme beneficio: ora mi sento rinata. però c'e un problema: .................

Ciao Farfalla, anche io ho fatto terapia, anche io ho subito il fascino del terapeuta; nel mio caso era maschio quindi, si è creata in me una bella dinamica di dubbio sul mio orientamento sessuale.

Secondo me la terapia crea empatia tra paziente e terapeuta, il paziente si affida al terapeuta e il terapeuta sta li per te ad appoggiarti.

Una parte importante della terapia è superare gli archetipi che portano alla creazione di pensieri che ostacolano la fruizione della terapia e ostacolando anche la possibilità di concedersi l'appoggio del terapeuta. La terapia avrà effetto quando l'intesa terapeutica sarà priva di pensieri e la consapevolezza da parte del paziente che il risultato è qualcosa di possibile farà il resto...basta concederselo.

Un abbraccio :girl_devil:

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Ciao Farfalla, anche io ho fatto terapia, anche io ho subito il fascino del terapeuta; nel mio caso era maschio quindi, si è creata in me una bella dinamica di dubbio sul mio orientamento sessuale.

Secondo me la terapia crea empatia tra paziente e terapeuta, il paziente si affida al terapeuta e il terapeuta sta li per te ad appoggiarti.

Una parte importante della terapia è superare gli archetipi che portano alla creazione di pensieri che ostacolano la fruizione della terapia e ostacolando anche la possibilità di concedersi l'appoggio del terapeuta. La terapia avrà effetto quando l'intesa terapeutica sarà priva di pensieri e la consapevolezza da parte del paziente che il risultato è qualcosa di possibile farà il resto...basta concederselo.

Un abbraccio :icon_biggrin:

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Caspita, che bel messaggio Datango! Ti dirò...non so proprio cosa succederà, ma una cosa è certa: io mi sento benissimo, nei suoi occhi vedo riflessa un'immagine di me così bella, così potente e piena di luce che quando esco dal suo studio...galleggio! Alcune volte mi verrebbe da dirgli: "ma tu mi vedi veramente così?" . Vi assicuro che è una cosa bellissima! Questa settimana non lo vedo perchè è andato in vacanza per una settimana, poi lo vedo due volte in Agosto e poi parto io per lavoro e resto un mese senza vederlo...insomma la terapia terminerà la prima settimana di Ottobre...è un'agonia dolcissima...poi chissà, tutto è possibile: che le nostre paure abbiano il sopravvento oppure, come dice Mio, sarà "la meraviglia delle meraviglie"

Notte

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Ma no, anzi!!! Volevo davvero ringraziarti per condividere i tuoi pensieri co me. Io penso che tutti i pensieri, le emozioni, i diversi modi di vedere la vita e le cose ci possano davvero arricchire mostrandoci degli angoli di visuale che da soli non vedremmo.

Quindi ancora grazie Bello e Impossibile.

Buona Notte

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in ogni caso il transfert è una roba che capita, eccome, e non è l'equivalente di una "relazione" come comunemente s'intende...

anzi quando capita la cosa più interessante è forse chiedersi perchè ci capita,e che cosa esattamente ci sta capitando..

Ma quello del transfert non è un concetto ormai obsoleto?

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Ma quello del transfert non è un concetto ormai obsoleto?

Secondo te è obsoleto? Perchè?

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Mi pareva di aver letto che il concetto di transfert, così come formulato da Freud, ovvero di elemento necessario alla guarigione del paziente, fosse superato. E' vero che a volte il paziente proietta sul terapeuta contenuti inerenti il proprio vissuto, ma ciò non accade sempre e non sempre è indispensabile alla guarigione. Potrei anche sbagliarmi, magari ricordo male, c'è però da auspicare che la psicoanalisi non sia ferma ai tempi di Freud (altrimenti per fare lo psicologo uno dovrebbe essere un maniaco sessuale). Nel caso di Farfalla, in base a quello che scrive, la relazione col terapeuta mi sembra reale, non frutto di proiezioni e controproiezioni, quindi secondo me è sbagliato parlare di transfert. Credo che il termine esatto sia infatuazione, probabilmente quando fra qualche tempo si accorgerà che quella persona non è niente di speciale, andrà a caccia di aitanti bagnini ;)

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Ciao Bello e Impossibile.Sul concetto che hai del transfert sono d'accordo in parte: non è un concetto superato ma va aggiornato nel senso che NON è necessario per guarire ma é comunque un fatto abbastanza frequente nella relazione terapeutica. Quanto a me, anche lì hai ragione solo in parte: il mio non è un transfert ( o non lo è più ) ma non è neanche un'infatuazione: è qualcosa di molto più potente...te lo posso assicurare!!! Altro che bagnini! :American Flag:

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Guarda, non ti posso dire che è un figo pazzesco ( il suo vicino di studio sì invece: potrebbe fare l'attore stile bello e dannato...non Bello e Impossibile ) però è carino, ha dei bellissimi occhi neri, ciglia lunghissime e mani splendide e poi ha una voce...insomma per me è fantastico! :American Flag:

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Mi pareva di aver letto che il concetto di transfert, così come formulato da Freud, ovvero di elemento necessario alla guarigione del paziente, fosse superato. E' vero che a volte il paziente proietta sul terapeuta contenuti inerenti il proprio vissuto, ma ciò non accade sempre e non sempre è indispensabile alla guarigione. Potrei anche sbagliarmi, magari ricordo male, c'è però da auspicare che la psicoanalisi non sia ferma ai tempi di Freud (altrimenti per fare lo psicologo uno dovrebbe essere un maniaco sessuale). Nel caso di Farfalla, in base a quello che scrive, la relazione col terapeuta mi sembra reale, non frutto di proiezioni e controproiezioni, quindi secondo me è sbagliato parlare di transfert. Credo che il termine esatto sia infatuazione, probabilmente quando fra qualche tempo si accorgerà che quella persona non è niente di speciale, andrà a caccia di aitanti bagnini ;)

Non m'arrischio di addentrarmi in una disputa terminologica sulla stratificazione di significati che la parola transfert ha acquisito nel tempo perchè non ne ho la preparazione.La parola ha un "senso vulgato" che si può acquisire in senso lato, giusto per intendersi, come ha fatto farfallina qui per farci capire di che stava parlando. E, seppure non si verifica sempre, mi pare sia un fenomeno molto ricorrente, e non prende sempre le sembianze di un'infatuazione sentimentale.

In definitiva a me pare comprensibile che sia così se si pensa che chi va in terapia non ha una piena consapevolezza di sè e di tutto quell'accidenti di macello che compie "inconsciamente", proiezioni in pool position..

Io credo nel "potere curativo" della relazione terapeutica: proprio grazie a una qualitativamente diversa e nuova relazione con l'altro, a una diversa immagine che l'altro ci può rimandare di noi stessi, noi possiamo cominciare a vederci e sentirci in modo diverso.Per dirne una...

Quanto a freud....ho come l'impressione che i detrattori di freud criticano un freud più freudiano di quanto non fosse freudiano il freud reale..forse sono loro che son rimasti attaccati alle origini della psiconalisi trascurando tutto quanto è venuto dopo...

Una cosa che mi ha sempre incuriosita è questa lotta l'uno contro l'altro armati degli "operatori della psicologia" quasi abbiano a cuore più la "scissione" che "l'integrazione" dei contributi.

Comunque sarebbe interessante approfondire la storia del concetto di transfert...

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