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Bambini Rom senza diritti e senza tutela


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I bambini rom si sono affacciati con discrezione nella mia esistenza e ho idea che vi rimarranno per un bel po’.

Nella mia vita prima di ora non mi ero mai soffermata con la dovuta attenzione a pormi domande su chi fosse questo popolo, la mia esistenza scorreva dentro i binari normali, un po’ chiusi di chi appartiene a una storia già scritta e si adopera per realizzarla. A volte l’appartenenza è davvero una chiusura che limita sia la vista che la mente e l’esperienza.

Una luce su questa gente prese a lanciarla, indirettamente, l’amica di una mia amica.Frequentavano la Scuola di Servizi sociali e una di loro aveva fatto una tesi sui rom ed era andata a conoscerli direttamente nei campi nomadi. Rimasi affascinata dalla discussione su quel lavoro perchè per la prima volta sentivo parlare di queste persone in un modo diverso, con una disposizione d’animo e d’intelletto diversa da quella ordinaria propria del luogo comune ,sovente contrastato da un altro luogo comune:“diffidate dei rom perchè rubano“ (primo luogo comune)- „non dobbiamo essere razzisti“ ( secondo luogo comune assolutamente inutile se non si sposta oltre un’enunciazione politicamente corretta).Nel caso, invece, di quella ragazza e della sua tesi di laurea si andava oltre: era un caso di vera militanza, di osservazione partecipata sul campo fatta per conoscere, per aprirsi verso quei popoli, concretamente, ben al di là delle parole e dei principi.

L’anno scorso ho avuto il trasferimento in una scuola situata alla periferia della mia città alla quale sono iscritti i bambini di un campo nomadi della zona.Il Preside di quella scuola si è molto adoperato affinchè i bambini rom frequentassero ma di fatto la loro presenza a scuola, da anni, è ridotta a periodi brevi e saltuari.

lHanno preso a venire in prossimità del Natale. E subito mi sono sembrati bellissimi e pieni di mistero, quasi nascondessero, dietro i loro occhi marroni, un segreto per me inafferrabile. Trovavo che avessero un loro stile peculiare, nelle movenze, nei loro vestiti coloratissimi, in quello sguardo intelligente e penetrante.

Non è difficile rimanerne affascinati: sono bambini educati, che non pongono nessun problema di disciplina, in genere parlano e capiscono bene l'italiano,sono ricettivi e rispettosi degli insegnanti e riescono bene perchè attenti e intelligenti;quando la loro frequenza si protrae nel tempo raggiungono risultati notevoli.

Il fatto è che non basta: non basta riuscire a farli venire a scuola per un tot di giorni. Spesso, capitando inaspettatamente in classe, le insegnanti non hanno un programma adatto a loro e si limitano a interventi individualizzati di alfabetizzazione o a semplificazioni delle attività che svolgono in classe in quel momento.I bambini, per parte loro, si predispongono a seguire, grazie alla loro correttezza, ma dopo poco si demotivano se non c’è un gruppo che li accoglie e se devono fare per lo più la parte degli spettatori in una scuola italiana pensata per bambini italiani.

Qualche giorno a scuola serve solo per sollevare quel che c’è dietro i bambini, tutto il polverone di non accettazione che aleggia nella nostra società.Sullo scuolabus vengono ingiuriati,dai bambini italiani, perchè puzzano,a loro vengono ricondotte le cause delle liti e delle provocazioni.Durante la ricreazione raramente vengono coinvolti nei giochi e spesso invece vengono coinvolti in litigi. La maestre si limitano, in classe, a parlare degli incresciosi episodi cercando di trarne delle lezioni "civiche".Ma io credo che l’integrazione non si costruisca a parole ma grazie alla costruzione di esperienze condivise. E’ questo il grande problema.Come credo che il problema sia anche un razzismo disconosciuto che è dentro l’animo di alcune insegnanti che non vedono i rom come un’opportunità ma come un inconveniente che si para loro davanti ogni anno.E che "per fortuna" si risolve con un disagio contenuto „perchè tanto frequentano poco“.Occorrerebbe „prendere coscienza“ di quanto sono radicati certi pregiudizi dentro di noi, al di là delle nostre enunciazioni buoniste, occorrerrebbe avere l’umiltà necessaria di accettare che la nostra società, così chiusa in se stessa e nei suoi pregiudizi, inevitabilmente ci ha condizionati: sta a noi scoprire quanto in profondità.Senza questa disillusione verso noi stessi non c’è integrazione possibile perchè il diverso non è preventivamente integrato nei nosti cuori prima che nella realtà.

Non in tutte le scuole,però, è così. Leggo che in alcune ci sono progetti seri e attività ben progettate. Certo è che io non mi trovo mai nel posto giusto!

Quest’estate, una volta che ero al mare, è arrivata sulla stessa spiaggia, una bambina rom che ho avuto in classe.Era insieme ad alcuni suoi fratelli: due maschietti ,di cui uno di 3/4 anni e una sorellina di 6/7.Si sono sparpagliati sugli scogli a pescare, a saltellare e zampettare di qua e di là. Avevano una loro agilità e grazia, una perizia e un’autonomia che i bambini italiani, abituati alla protezione degli adulti e degli spazi circoscritti in cui più di frequente vivono, hanno sicuramente in misura inferiore..Osservandoli così liberi, competenti della vita,pensavo: che tipo di integrazione? Rinchiuderli nelle nostre tristi scuole è davvero una cosa adatta a loro?

Mi scuso se può sembrare che ne faccia una questione autoriferita, non è questa l'intenzione.Un coinvolgimento diretto è tuttavia inevitabile per la vicinanza "geografica" al luogo in cui si è verificato l'incendio.

schede per conoscere i rom

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i rom e' un popolo nomade da secoli nonostante che la pastorizia ha cambiato il mondo ma nn loro. amano la liberta'

l'aria fresca e le ruolotte per muoversi da un posto all'altro. prima si praticava il nomadismo per cacciare

la selvaggina che si spostava con le stagioni e quasi tutti riuscivono a sfamarsi. e' vero che ci sono tanti pregiudizi ,molti sono falsi ma e' anche vero che nn sono dei puritani. almeno che nn hanno cambiato il loro stile di vita . vorrei che qualc'uno mi suggerisca come fanno a campare.

per favore, lasciamo stare il razzismo, l'omofobia ecc.

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I bambini rom si sono affacciati con discrezione nella mia esistenza e ho idea che vi rimarranno per un bel po’.

Nella mia vita prima di ora non mi ero mai soffermata con la dovuta attenzione a pormi domande su chi fosse questo popolo, la mia esistenza scorreva dentro i binari normali, un po’ chiusi di chi appartiene a una storia già scritta e si adopera per realizzarla. A volte l’appartenenza è davvero una chiusura che limita sia la vista che la mente e l’esperienza.

Una luce su questa gente prese a lanciarla, indirettamente, l’amica di una mia amica.Frequentavano la Scuola di Servizi sociali e una di loro aveva fatto una tesi sui rom ed era andata a conoscerli direttamente nei campi nomadi. Rimasi affascinata dalla discussione su quel lavoro perchè per la prima volta sentivo parlare di queste persone in un modo diverso, con una disposizione d’animo e d’intelletto diversa da quella ordinaria propria del luogo comune ,sovente contrastato da un altro luogo comune:“diffidate dei rom perchè rubano“ (primo luogo comune)- „non dobbiamo essere razzisti“ ( secondo luogo comune assolutamente inutile se non si sposta oltre un’enunciazione politicamente corretta).Nel caso, invece, di quella ragazza e della sua tesi di laurea si andava oltre: era un caso di vera militanza, di osservazione partecipata sul campo fatta per conoscere, per aprirsi verso quei popoli, concretamente, ben al di là delle parole e dei principi.

L’anno scorso ho avuto il trasferimento in una scuola situata alla periferia della mia città alla quale sono iscritti i bambini di un campo nomadi della zona.Il Preside di quella scuola si è molto adoperato affinchè i bambini rom frequentassero ma di fatto la loro presenza a scuola, da anni, è ridotta a periodi brevi e saltuari.

lHanno preso a venire in prossimità del Natale. E subito mi sono sembrati bellissimi e pieni di mistero, quasi nascondessero, dietro i loro occhi marroni, un segreto per me inafferrabile. Trovavo che avessero un loro stile peculiare, nelle movenze, nei loro vestiti coloratissimi, in quello sguardo intelligente e penetrante.

Non è difficile rimanerne affascinati: sono bambini educati, che non pongono nessun problema di disciplina, in genere parlano e capiscono bene l'italiano,sono ricettivi e rispettosi degli insegnanti e riescono bene perchè attenti e intelligenti;quando la loro frequenza si protrae nel tempo raggiungono risultati notevoli.

Il fatto è che non basta: non basta riuscire a farli venire a scuola per un tot di giorni. Spesso, capitando inaspettatamente in classe, le insegnanti non hanno un programma adatto a loro e si limitano a interventi individualizzati di alfabetizzazione o a semplificazioni delle attività che svolgono in classe in quel momento.I bambini, per parte loro, si predispongono a seguire, grazie alla loro correttezza, ma dopo poco si demotivano se non c’è un gruppo che li accoglie e se devono fare per lo più la parte degli spettatori in una scuola italiana pensata per bambini italiani.

Qualche giorno a scuola serve solo per sollevare quel che c’è dietro i bambini, tutto il polverone di non accettazione che aleggia nella nostra società.Sullo scuolabus vengono ingiuriati,dai bambini italiani, perchè puzzano,a loro vengono ricondotte le cause delle liti e delle provocazioni.Durante la ricreazione raramente vengono coinvolti nei giochi e spesso invece vengono coinvolti in litigi. La maestre si limitano, in classe, a parlare degli incresciosi episodi cercando di trarne delle lezioni "civiche".Ma io credo che l’integrazione non si costruisca a parole ma grazie alla costruzione di esperienze condivise. E’ questo il grande problema.Come credo che il problema sia anche un razzismo disconosciuto che è dentro l’animo di alcune insegnanti che non vedono i rom come un’opportunità ma come un inconveniente che si para loro davanti ogni anno.E che "per fortuna" si risolve con un disagio contenuto „perchè tanto frequentano poco“.Occorrerebbe „prendere coscienza“ di quanto sono radicati certi pregiudizi dentro di noi, al di là delle nostre enunciazioni buoniste, occorrerrebbe avere l’umiltà necessaria di accettare che la nostra società, così chiusa in se stessa e nei suoi pregiudizi, inevitabilmente ci ha condizionati: sta a noi scoprire quanto in profondità.Senza questa disillusione verso noi stessi non c’è integrazione possibile perchè il diverso non è preventivamente integrato nei nosti cuori prima che nella realtà.

Non in tutte le scuole,però, è così. Leggo che in alcune ci sono progetti seri e attività ben progettate. Certo è che io non mi trovo mai nel posto giusto!

Quest’estate, una volta che ero al mare, è arrivata sulla stessa spiaggia, una bambina rom che ho avuto in classe.Era insieme ad alcuni suoi fratelli: due maschietti ,di cui uno di 3/4 anni e una sorellina di 6/7.Si sono sparpagliati sugli scogli a pescare, a saltellare e zampettare di qua e di là. Avevano una loro agilità e grazia, una perizia e un’autonomia che i bambini italiani, abituati alla protezione degli adulti e degli spazi circoscritti in cui più di frequente vivono, hanno sicuramente in misura inferiore..Osservandoli così liberi, competenti della vita,pensavo: che tipo di integrazione? Rinchiuderli nelle nostre tristi scuole è davvero una cosa adatta a loro?

Mi scuso se può sembrare che ne faccia una questione autoriferita, non è questa l'intenzione.Un coinvolgimento diretto è tuttavia inevitabile per la vicinanza "geografica" al luogo in cui si è verificato l'incendio.

schede per conoscere i rom

Ila, io penso che tu abbia scritto delle parole bellissime, non solo perchè molto umane, ma perchè credo che tu abbia esposto il modo migliore di affrontare ogni cosa: osservandola con attenzione, ed il meno possibile di idee preconcette.

Grazie :):

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Sarà, ma i bambini rom che si incontrano a Milano sono tutti dei piccoli bastardi, sboccati e enormemente maleducati, proprio come i loro genitori. Per favore, se ci riuscite, evitate di replicare con degli insulti.

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anche a me dispiace che i bimbi siano morti e nn ne riderei.

siccome l'amica d'ilaria ha fatto una tesi intervistando una rom

che ha puntualizzato i pregiudizi che la gente hanno verso di loro.

e ripongo la domanda su uno dei pregiudizi piu' famoso sui rom ed

e' quello che rubano ma loro negano. allora io vorrei sapere

dai buonisti "come fanno a tirare avanti senza lavorare"?

grazie per la risposta.

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Sì: ci sono rom che rubano, ci sono rom che si oppongono all'integrazione, probabilmente ci sono bambini che "puzzano e rompono le palle ai semafori"

Detto questo, due sono le vie,per me:

- possiamo impugnare trionfanti questo dato per estenderlo alla totalità dei rom, e liquidare la faccenda sostenendo che tutti i rom rubano, puzzano, spacciano, e se sparisce un bambino è perchè loro l'hanno rapito (pregiudizio) .

-possiamo porci delle domande (domande "vere", non retoriche, delle domande che chiedono, e non che affermano perchè già abbiamo scelto le risposte) e quindi "leggere" la situazione cercando di capire chi sono i rom,chi sono gli zingari, chi di loro è nomade e chi è stanziale, che storia hanno avuto, qual'è la loro cultura,quale la loro organizzazione sociale, quali erano i loro mestieri tradizionali, che gli è successo con il boom economico,quali sono i loro mestieri attuali, chi e quanti di loro imboccano i canali dell'illegalità e in quali modi,come vengono accolti dagli Stati europei, se l'Italia sta attuando quanto l'Ue ha previsto per loro, se le carte internazionali dei diritti dei bambini vengono rispettate, se i campi nomadi sono la migliore e l'unica soluzione abitativa, se la scolarizzazione coatta è efficace per loro, se la mediazione culturale si fa, se l'integrazione integra davvero oppure cerca di assimilare,omologando e magari uno di essere omologato mica c'ha tanta voglia...domande per cercare soluzioni.

A chi si predispone nel secondo dei due modi avevo già pensato , fornendo l'opportunità di trovare alcune risposte nel link che in precedenza ho riportato, cui rinvio per ogni domanda futura, perchè, per come la vedo io, il terreno di un'eventuale discussione sarebbe troppo scivoloso, mentre la necessità di rispettare quei bambini è assai più importante e prioritaria in questo momento, tanto da richiamare tutte le energie, l'attenzione, la sensibilità e la prudenza del caso..

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Sì: ci sono rom che rubano, ci sono rom che si oppongono all'integrazione, probabilmente ci sono bambini che "puzzano e rompono le palle ai semafori"

Detto questo, due sono le vie,per me:

- possiamo impugnare trionfanti questo dato per estenderlo alla totalità dei rom, e liquidare la faccenda sostenendo che tutti i rom rubano, puzzano, spacciano, e se sparisce un bambino è perchè loro l'hanno rapito (pregiudizio) .

-possiamo porci delle domande (domande "vere", non retoriche, delle domande che chiedono, e non che affermano perchè già abbiamo scelto le risposte) e quindi "leggere" la situazione cercando di capire chi sono i rom,chi sono gli zingari, chi di loro è nomade e chi è stanziale, che storia hanno avuto, qual'è la loro cultura,quale la loro organizzazione sociale, quali erano i loro mestieri tradizionali, che gli è successo con il boom economico,quali sono i loro mestieri attuali, chi e quanti di loro imboccano i canali dell'illegalità e in quali modi,come vengono accolti dagli Stati europei, se l'Italia sta attuando quanto l'Ue ha previsto per loro, se le carte internazionali dei diritti dei bambini vengono rispettate, se i campi nomadi sono la migliore e l'unica soluzione abitativa, se la scolarizzazione coatta è efficace per loro, se la mediazione culturale si fa, se l'integrazione integra davvero oppure cerca di assimilare,omologando e magari uno di essere omologato mica c'ha tanta voglia...domande per cercare soluzioni.

A chi si predispone nel secondo dei due modi avevo già pensato , fornendo l'opportunità di trovare alcune risposte nel link che in precedenza ho riportato, cui rinvio per ogni domanda futura, perchè, per come la vedo io, il terreno di un'eventuale discussione sarebbe troppo scivoloso, mentre la necessità di rispettare quei bambini è assai più importante e prioritaria in questo momento, tanto da richiamare tutte le energie, l'attenzione, la sensibilità e la prudenza del caso..

TUTTI VORREBBERO RISPETTARE I BAMBINI AD ECCEZIONE DEI LORO GENITORI CHE HANNO NEL LORO DNA

IL NOMADISMO, E TUTTE LE CONSEQUENZE CHE ESSO COMPORTA.

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Sarà, ma i bambini rom che si incontrano a Milano sono tutti dei piccoli bastardi, sboccati e enormemente maleducati, proprio come i loro genitori. Per favore, se ci riuscite, evitate di replicare con degli insulti.

non credo che meriti insulti. anche se personalmente non sono d'accordo con te.

credo che però la maggior parte delle opinioni che esprimiamo siano strettamente legate alla realtà che esperiamo, che è inevitabilmente una parte della realtà.

e c'è una sottile, ma fondamentale differenza, tra esperire solo la proboscide dell'elefante, e dire che è un serpente, ed esperirne sempre solo la proboscide, ma tenendo presente che quella è solo una parte dell'elefante.

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