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Come si interpretano i sogni?


Ospite filotea

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mi ritrovo d'accordo con Ego, incredibile ma vero. nel senso che non trovo al sua domanda fuori luogo, anzi!

secondo me non presentarsi è innanzitutto un gesto maleducato. tu hai iniziato a scrivere sul forum dal nulla, senza dire nulla di te ne presentandoti in alcun modo... e l'hai fatto con interventi molto specifici riguardo la psicoterapia. la netiquette di quasi tutti i forum prevede una presentazione prima di iniziare a partecipare alla vita del forum stesso. poi non è mica che si debbano dare gli estremi dei documenti o il codice fiscale, eh... però se si entra nello specifico di certe argomentazioni, anche e soprattutto nei topic nei quali si danno dei "consigli" e pareri, andrebbero date un minimo di indicazioni sul ruolo, e di conseguenza le competenze, che si hanno.

onestamente non capisco perchè ci siano forum con psicologi e psicoterapeuti che scrivono usando nome e cognome e mettendoci la faccia, mentre in questo forum ci debba essere 'sto gran mistero... :Thinking:

(a parte Ego che pur essendo neolaureato la faccia ce l'ha messa, beh non solo la faccia :LMAO:)

Prendo atto di ciò che dici.

Se hai argomenti su come intrepretare i sogni sarei ben felice di seguirti, perché non vorrei che tu infrangessi la netiquette che tu stessa citi e per la quale ti considerassero maleducata ed O.T.

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L'alleanza terapeutica è uno dei fattori aspecifici considerata ormai da tutti gli interventi psicoterapeutici, non solo dalla psicoanalisi. In analisi ci sono strumenti tecnici per poterla analizzare a differenza degli altri orientamenti. I fenomeni osservabili anche in questo forum non sfuggono all'analisi e a chi sa interpretarli; sfuggono a chi non ha strumenti per poterli comprendere.

:Shame On You:

l'alleanza terapeutica è un conto, la dipendenza "terapeutica" (manco per niente) un altro. poi certo, capisco che per chi ci basa il proprio lavoro, e il proprio guadagno, possa essere importante incentivarla, giustificarla e tutelarla, però sono 2 cse differenti. tra l'altro se proprio vogliamo dirla tutta, ormai il termine alleanza viene usato più che altro (se non solo) dagli psicanalisti, in quanto sarebbe più corretto parlare di aderenza o meno al trattamento(non certo al terapeuta :acute: )

Intendo conclusi con soddisfazione del paziente e del terapeuta. Ci sono analisi che terminano prima di dieci anni e non prevedono "convivere meglio col problema", ma trasformazioni (Bion c'ha scritto pure un libro su questo,oltre ad averci intessuto la sua teorizzazione).

che possa avvenire una trasformazione è possibile, e anche qui, vorrei vedere se dopo anni che passi 3 giorni alla settimana a parlare e riflettere profondamente di te stesso con un altra persona, se non ti trasformi un attimino, ma... questa trasformazione prevede o non prevede la presenza/assenza del problema per cui il paziente è andato in analisi? :Raised Eyebrow:

In realtà altre terapie partono dal presupposto di essere "terapie supportive", per cui il terapeuta è già visto come soggetto direttivo sul paziente e tanto più assistenziale di un analista. Fammi tu un esempio dove il terapeuta non è un supporto, a differenza dell'analisi nella quale il terapeuta è un soggetto supposto sapere (Lacan).

le terapie non assistenziali, molto sempicemente, sono quelle che risolvono il problema per il quale il paziente ci è andato :Batting Eyelashes:

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:Shame On You:

l'alleanza terapeutica è un conto, la dipendenza "terapeutica" (manco per niente) un altro. poi certo, capisco che per chi ci basa il proprio lavoro, e il proprio guadagno, possa essere importante incentivarla, giustificarla e tutelarla, però sono 2 cse differenti. tra l'altro se proprio vogliamo dirla tutta, ormai il termine alleanza viene usato più che altro (se non solo) dagli psicanalisti, in quanto sarebbe più corretto parlare di aderenza o meno al trattamento(non certo al terapeuta :acute: )

No, alleanza terapeutica non è teorizzata dalla psicoanalisi, che al massimo parla di "funzione dell'analista" e di "relazione terapeutica".

Alleanza terapeutica è usato dagli studi comparativi sull'efficacia per trovare un termine comune ai vari orientamenti (cosa alquanto arbitraria, a mio avviso).

che possa avvenire una trasformazione è possibile, e anche qui, vorrei vedere se dopo anni che passi 3 giorni alla settimana a parlare e riflettere profondamente di te stesso con un altra persona, se non ti trasformi un attimino, ma... questa trasformazione prevede o non prevede la presenza/assenza del problema per cui il paziente è andato in analisi? :Raised Eyebrow:

A parte il fatto che ci sono anche le psicoterapie psicodinamiche a una seduta la settimana, comunque ciò che rilevi é il fatto importantissimo che l'analisi rispetta i tempi del paziente e non del terapeuta o del tipo di terapia, considerandolo come soggetto e non come un oggetto da terapizzare.

Sul sintomo, come ho già scritto altre volte, in certe situazioni toglierlo senza costruire preventivamenti nuovi significati da cui è scaturito porta allo scompenso, oppure allo spostamento. E' inutile che si tolga l'ansia in 20 sedute se dopo sei mesi/un anno compare la fobia sociale.

le terapie non assistenziali, molto sempicemente, sono quelle che risolvono il problema per il quale il paziente ci è andato :Batting Eyelashes:

In modo direttivo e non spontaneo per il paziente. Si aprono questioni etiche, che, diciamolo esplicitamente, moltissimi orientamenti non prendono neanche in considerazione.

Se un sintomo scompare per effetto di un intervento direttivo del terapeuta sul paziente, secondo te non c'entra nulla la dipendenza dal terapeuta?

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No, alleanza terapeutica non è teorizzata dalla psicoanalisi, che al massimo parla di "funzione dell'analista" e di "relazione terapeutica".

Alleanza terapeutica è usato dagli studi comparativi sull'efficacia per trovare un termine comune ai vari orientamenti (cosa alquanto arbitraria, a mio avviso).

mica ho detto che sono stati loro a teorizzarla, cioè può essere pure, ma resta il fatto che gli psicanalisti sono tra gli ultimi rimasti che continuano a parlarne. è un termine "scientifico" ormai antiquato che rileva l'attaccamento di certi professionisti a ciò che ormai è passato e superato (cosa che si riflette anche nell'andazz delle loro terapie); e, secondo me, per il semplice fatto che sono le cose che hanno studiato, che già conoscono, ignorando cosi ciò che viene continuamente scoperto. d'altronde, chi glielo fa fare di aggiornarsi in corsi o con riviste scientifiche (che non sono quelle che si comprano in edicola) quando riescono a tirare a campare o ad arricchirsi con quello che già sanno? poi se è efficace o funzionale o meno al paziente sti ca :Just Kidding:

A parte il fatto che ci sono anche le psicoterapie psicodinamiche a una seduta la settimana, comunque ciò che rilevi é il fatto importantissimo che l'analisi rispetta i tempi del paziente e non del terapeuta o del tipo di terapia, considerandolo come soggetto e non come un oggetto da terapizzare.

Sul sintomo, come ho già scritto altre volte, in certe situazioni toglierlo senza costruire preventivamenti nuovi significati da cui è scaturito porta allo scompenso, oppure allo spostamento. E' inutile che si tolga l'ansia in 20 sedute se dopo sei mesi/un anno compare la fobia sociale.

cioè fammi capire... una terapia dove se non ci vai 3 volte a settimana rischia di fallire (con tanto di minaccia esplicita), che se ne salto qualcuna o incomincio a dire "si ho capito, ma io mi sento male" allora sono resistenze... rispetta i tempi del paziente? :blink:

riguardo il sintomo, se uno a causa dell'ansia non esce neanche di casa per dire, se gliela togli intanto per cominciare scusa se è poco, poi se può sviluppare una fobia sociale cosi come può vivere una vita appieno, questo non lo possiamo sapere.

d'altronde, per fare un paragone con la medicina, una volta che ci siamo curati la febbre non è detto che non ci ritorni mai più, ma quando ci torna se non ci passa andiamo dal medico che ce la cura, non che ci tiene li 10 anni con il termometro in bocca (o nel culo) :Batting Eyelashes:

In modo direttivo e non spontaneo per il paziente. Si aprono questioni etiche, che, diciamolo esplicitamente, moltissimi orientamenti non prendono neanche in considerazione.

Se un sintomo scompare per effetto di un intervento direttivo del terapeuta sul paziente, secondo te non c'entra nulla la dipendenza dal terapeuta?

la dipendenza all'interno della seduta è ineliminabile, però se la terapia, breve come in questi casi, è stata fatta bene, il paziente ha imparato da solo come fronteggiare certe situazioni.

come ti ho detto addietro, una terapia risulta efficace quando il terapeuta non serve più, non quando diventa indispensabile.

d'altronde la terapia non è un processo, ma un effetto, o no? :Raised Eyebrow:

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  • 3 weeks later...

mica ho detto che sono stati loro a teorizzarla, cioè può essere pure, ma resta il fatto che gli psicanalisti sono tra gli ultimi rimasti che continuano a parlarne. è un termine "scientifico" ormai antiquato che rileva l'attaccamento di certi professionisti a ciò che ormai è passato e superato (cosa che si riflette anche nell'andazz delle loro terapie); e, secondo me, per il semplice fatto che sono le cose che hanno studiato, che già conoscono, ignorando cosi ciò che viene continuamente scoperto. d'altronde, chi glielo fa fare di aggiornarsi in corsi o con riviste scientifiche (che non sono quelle che si comprano in edicola) quando riescono a tirare a campare o ad arricchirsi con quello che già sanno? poi se è efficace o funzionale o meno al paziente sti ca :Just Kidding:

Torno a ripetere che alleanza terapeutica non è un costrutto psicoanalitico. Però, a parte le banalità e le generalizzazioni che spero siano dettate non da mistificazioni, ma da altro, è impossibile per qualsiasi orientamento teorico non considerare la relazione terapeutica, sia da un punto di vista di un'epistemologia costruttivista, sia da una che considera qualche retaggio neopositivista, perché nel primo caso entrambi i poli sono attori di ciò che fanno e nel secondo l'io-osservante deve essere distinto dall'oggetto d'osservazione. Per cui, o di riffa o di raffa, caro Ego, quando ti troverai ad esercitare la professione, ti dovrai sempre porre il problema di ciò che ti relaziona al paziente (se vuoi fare lo psicoterapeuta, se poi vuoi fare lo stregone o il santone è un'altra cosa :Just Kidding: )

cioè fammi capire... una terapia dove se non ci vai 3 volte a settimana rischia di fallire (con tanto di minaccia esplicita), che se ne salto qualcuna o incomincio a dire "si ho capito, ma io mi sento male" allora sono resistenze... rispetta i tempi del paziente? :blink:

e quale sarebbe questo tipo di terapia?

riguardo il sintomo, se uno a causa dell'ansia non esce neanche di casa per dire, se gliela togli intanto per cominciare scusa se è poco, poi se può sviluppare una fobia sociale cosi come può vivere una vita appieno, questo non lo possiamo sapere.

non lo puoi sapere se adotti un impianto teorico che queste domande non se le pone.

d'altronde, per fare un paragone con la medicina, una volta che ci siamo curati la febbre non è detto che non ci ritorni mai più, ma quando ci torna se non ci passa andiamo dal medico che ce la cura, non che ci tiene li 10 anni con il termometro in bocca (o nel culo) :Batting Eyelashes:

il problema è che se fai psicologia non fai medicina. Niente in contrario con la psichiatria, ma per suo stesso fondamento teorico, è una cosa diversa. La psicologia dovrebbe considerare gli aspetti che la psichiatria non contempla, altrimenti ne è una sovrapposizione e allora perché un paziente dovrebbe andare dallo psicologo quando esiste il medico psichiatra?

la dipendenza all'interno della seduta è ineliminabile, però se la terapia, breve come in questi casi, è stata fatta bene, il paziente ha imparato da solo come fronteggiare certe situazioni.

il pazienteha imparato come fronteggiare certe situazione, seguendo le prescrizioni del terapeuta: ti sembra che sia qualcosa che abbia imparato da solo?

E poi sfatiamo il mito della brevità di certe psicoterapie, dal momento che se non è il paziente stesso che si stufa, pure un cognitivista o un sistemico mantiene il proprio paziente in cura per anni, fino a quando non ci si ricorda più che erano terapie cosidette "brevi".

come ti ho detto addietro, una terapia risulta efficace quando il terapeuta non serve più, non quando diventa indispensabile.

non mi sembra di averti mai dato torto su questo. D'altronde, come ripeto, l'analisi non è un'attività direttiva del terapeuta, bensì un lavoro del soggetto-paziente su se stesso.

Non ci ritorniamo sopra, per favore, che è una noia mortale ripetere sempre le stesse cose!

d'altronde la terapia non è un processo, ma un effetto, o no? :Raised Eyebrow:

mah...sulla direzione della cura c'è tanta di quella roba....direi né l'uno né l'altro e la considerei piuttosto un'attività maieutica, ma non mi piace neanche quest'ultima categorizzazione.

La terapia è qualcosa di soggettivo: ciascuno la considera per ciò che cerca e che riesce a trovare. Il soggetto, ego, il soggetto in primo piano, non gli oggetti...

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I sogni ci si possono anche autointerpretare, e a quel punto l'analista ti lascia campo libero, integra quel che tu dici.

questa è la mia esperienza: i primi tempi interpretava lui, adesso non più, interpretiamo assieme.

Le parole sono molto importanti: "Ho sognato una vecchia secca e fuori di testa, era al mercato, e c'era una questione di salsicce che dovevano essere in frigorifero, e una collega ammiccava,...e questa vecchia era il mio analista, cambiava faccia, e diventava cattiva, ( c'è paura che l'analista abbia l'ira, come mio padre, che abbia un volto e poi un altro volto) e poi la seguivo in una stanza buia, e mi faceva paura...era mia madreee...c'era una vecchia prozia, una volta, mi fece paura, ro bambinaaa, era arteriosclerotica, la incontrai al buio...woow, il ricordo deformato, solo io potevo interpretare quell'angoscia, e mi sono svegliata di soprassalto, e sono corsa a scrivereee, ecce ecce, e da lì la sedutaaa)

:))))Offtopic-teorie

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"ho sognato una casa in costruzione, ed era questa mansarda dove sono oraaa, ( la parte più alta della casa, la mia testaaa)... e questo sogno è ricorrente, la casa diventa più grande, ma incompletaaa ancora, vi sono rovine, ruderi, e mobili avvolti ancora nel cellophane, modernisssimii, è la casa dei miei sogniii.... una casa più grandee..":)))))

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