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Regole di bon ton.


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Anche delle capre come voi è bene che conoscano le regole di bon ton. Dimenticate espressioni come "Piacere", quando capita di presentarsi a qualcuno per lavoro: l’ uomo ben educato oggi tenderà la mano allo sconosciuto, dicendo semplicemente il proprio nome e cognome, e stando ben attento a quello dell'altro. Non dirà mai "Buon appetito" a una colazione d'affari: semplicemente si comincia a mangiare quando tutti gli ospiti sono serviti o quando il padrone di casa fa il primo passo.

Sconsiglio di dire "piacere" nel tendere la mano a una persona che non si conosce ancora, perché è un arcaismo ipocrita. Nessuno può sapere se sarà davvero un piacere conoscere quella persona. Si può, al limite usare la parolina, se si viene presentati a un personaggio noto o stimato, o che si desiderava conoscere per motivi di lavoro, aggiungendo semmai "sono lieto di conoscerla, aspettavo da tempo questo momento". E al momento della stretta di mano, chi la porge deve essere sempre la persona più importante, per esempio la donna, mai l'uomo».

Altra regola delle presentazioni politically correct è ascoltare bene il nome dell'altro. Non c'è nulla di più maleducato di non ricordare il nome di una persona appena presentata. Altre regole di etichetta nel mondo del lavoro? Presentarsi a un appuntamento sempre puliti e ordinati, con barba e capelli curati. Le donne, in particolare, non devono mai esagerare con il trucco o con l'abbigliamento troppo sexy o eccessivamente alla moda e stravaganti, a meno che il settore lavorativo non sia quello della creatività (agenzie di pubblicità, spettacolo).

Ma chi decide se darsi del tu o del lei, tra due persone? Innanzitutto non ci si dà del tu automaticamente. Dovrebbe essere la persona più importante a proporlo. Può essere quella più anziana, la donna o il cliente di riguardo a dirlo. Si passa poi al tema e-mail. Anche i messaggi di lavoro via internet devono rispettare certe regole: non è affatto educato inviare testi con colori diversi e aggiunte di disegni che costringono il ricevente a usare altri programmi e a perdere tempo. È buona regola mandare invece testi puri, dove si deve far sentire la nostra partecipazione all' argomento, senza troppe abbreviazioni che possono essere fraintese. Inoltre è vietato usare indirizzi e-mail strani, con soprannomi e nomignoli da chat. Si deve preferire invece nome, cognome e portale con cui si lavora.

Può capitare di dover organizzare un pranzo di lavoro. In questo caso insegno a stare attenti alla predisposizione dei posti. I clienti devono avere il miglior posto con vista sala, e come vicini persone con cui possono avere punti di contatto. E se è vero che non bisognerebbe mai dire buon appetito, è anche vero che è più maleducato sottolineare l'errore a chi lo ha detto. Naturalmente si comincia a mangiare quando tutti gli ospiti sono serviti o quando il padrone di casa fa il primo passo.

Alla prossima lezione, capre.

Willy di Montecarlo.

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  • 1 year later...

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Anche delle capre come voi è bene che conoscano le regole di bon ton. Dimenticate espressioni come "Piacere", quando capita di presentarsi a qualcuno per lavoro: l’ uomo ben educato oggi tenderà la mano allo sconosciuto, dicendo semplicemente il proprio nome e cognome, e stando ben attento a quello dell'altro. Non dirà mai "Buon appetito" a una colazione d'affari: semplicemente si comincia a mangiare quando tutti gli ospiti sono serviti o quando il padrone di casa fa il primo passo.

Sconsiglio di dire "piacere" nel tendere la mano a una persona che non si conosce ancora, perché è un arcaismo ipocrita. Nessuno può sapere se sarà davvero un piacere conoscere quella persona. Si può, al limite usare la parolina, se si viene presentati a un personaggio noto o stimato, o che si desiderava conoscere per motivi di lavoro, aggiungendo semmai "sono lieto di conoscerla, aspettavo da tempo questo momento". E al momento della stretta di mano, chi la porge deve essere sempre la persona più importante, per esempio la donna, mai l'uomo».

Altra regola delle presentazioni politically correct è ascoltare bene il nome dell'altro. Non c'è nulla di più maleducato di non ricordare il nome di una persona appena presentata. Altre regole di etichetta nel mondo del lavoro? Presentarsi a un appuntamento sempre puliti e ordinati, con barba e capelli curati. Le donne, in particolare, non devono mai esagerare con il trucco o con l'abbigliamento troppo sexy o eccessivamente alla moda e stravaganti, a meno che il settore lavorativo non sia quello della creatività (agenzie di pubblicità, spettacolo).

Ma chi decide se darsi del tu o del lei, tra due persone? Innanzitutto non ci si dà del tu automaticamente. Dovrebbe essere la persona più importante a proporlo. Può essere quella più anziana, la donna o il cliente di riguardo a dirlo. Si passa poi al tema e-mail. Anche i messaggi di lavoro via internet devono rispettare certe regole: non è affatto educato inviare testi con colori diversi e aggiunte di disegni che costringono il ricevente a usare altri programmi e a perdere tempo. È buona regola mandare invece testi puri, dove si deve far sentire la nostra partecipazione all' argomento, senza troppe abbreviazioni che possono essere fraintese. Inoltre è vietato usare indirizzi e-mail strani, con soprannomi e nomignoli da chat. Si deve preferire invece nome, cognome e portale con cui si lavora.

Può capitare di dover organizzare un pranzo di lavoro. In questo caso insegno a stare attenti alla predisposizione dei posti. I clienti devono avere il miglior posto con vista sala, e come vicini persone con cui possono avere punti di contatto. E se è vero che non bisognerebbe mai dire buon appetito, è anche vero che è più maleducato sottolineare l'errore a chi lo ha detto. Naturalmente si comincia a mangiare quando tutti gli ospiti sono serviti o quando il padrone di casa fa il primo passo.

Alla prossima lezione, capre.

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Sconsiglio di dire "piacere" nel tendere la mano a una persona che non si conosce ancora, perché è un arcaismo ipocrita. Nessuno può sapere se sarà davvero un piacere conoscere quella persona. Si può, al limite usare la parolina, se si viene presentati a un personaggio noto o stimato, o che si desiderava conoscere per motivi di lavoro, aggiungendo semmai "sono lieto di conoscerla, aspettavo da tempo questo momento". E al momento della stretta di mano, chi la porge deve essere sempre la persona più importante, per esempio la donna, mai l'uomo».

Altra regola delle presentazioni politically correct è ascoltare bene il nome dell'altro. Non c'è nulla di più maleducato di non ricordare il nome di una persona appena presentata. Altre regole di etichetta nel mondo del lavoro? Presentarsi a un appuntamento sempre puliti e ordinati, con barba e capelli curati. Le donne, in particolare, non devono mai esagerare con il trucco o con l'abbigliamento troppo sexy o eccessivamente alla moda e stravaganti, a meno che il settore lavorativo non sia quello della creatività (agenzie di pubblicità, spettacolo).

Ma chi decide se darsi del tu o del lei, tra due persone? Innanzitutto non ci si dà del tu automaticamente. Dovrebbe essere la persona più importante a proporlo. Può essere quella più anziana, la donna o il cliente di riguardo a dirlo. Si passa poi al tema e-mail. Anche i messaggi di lavoro via internet devono rispettare certe regole: non è affatto educato inviare testi con colori diversi e aggiunte di disegni che costringono il ricevente a usare altri programmi e a perdere tempo. È buona regola mandare invece testi puri, dove si deve far sentire la nostra partecipazione all' argomento, senza troppe abbreviazioni che possono essere fraintese. Inoltre è vietato usare indirizzi e-mail strani, con soprannomi e nomignoli da chat. Si deve preferire invece nome, cognome e portale con cui si lavora.

Può capitare di dover organizzare un pranzo di lavoro. In questo caso insegno a stare attenti alla predisposizione dei posti. I clienti devono avere il miglior posto con vista sala, e come vicini persone con cui possono avere punti di contatto. E se è vero che non bisognerebbe mai dire buon appetito, è anche vero che è più maleducato sottolineare l'errore a chi lo ha detto. Naturalmente si comincia a mangiare quando tutti gli ospiti sono serviti o quando il padrone di casa fa il primo passo.

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