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Diamante

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  1. Sembra una situazione basata su dei ruoli: il tuo quello di genitore/salvatore ed il suo quello di bambina/vittima. Quello che descrivi come ricatto o violenza può per fortuna essere messo in atto solo con la tua complicità. Chiaramente più tu ti poni come genitore affettivo o punitivo più lei si conferma nella regressione ed evita di assumersi la responsabilità delle proprie scelte di vita. Se ti agganci a lei in questo gioco di ruoli la situazione può solo approfondirsi nel senso che hai descritto. Non mi sembra una strategia efficace sollecitare una sua presa di coscienza. Ma puoi essere tu a rompere questo sistema. In molti modi naturalmente, basta prendere consapevolezza di cosa realmente sta accadendo fra di voi. Puoi esplorarlo da solo o meglio con l'ausilio di un terapeuta o di un counselor, limitando se vuoi la tua richiesta al superamento di questo momento ed utilizzando quindi tu stesso quelle risorse a cui lei sembra non voler accedere.
  2. Probabilmente il primo punto da accertare è la sua attuale natura. E solo dopo averla esplorata che potrai decidere se ti sta bene così come è oggi. Se davvero è un violento, un estraneo, uno che se ne frega di te e cosi via forse il problema è risolto, non ti sta bene e finisce qui. Capire quindi se quando dici di tenerci ti riferisci ad una persona reale o ad un ricordo. Mi chiedo però sinceramente come potrai fare a capire come stanno le cose mantenendo una distanza diciamo di sicurezza da lui. Senza correre rischi. Vuoi capire se puoi fidarti? Beh forse lui sta facendo la stessa cosa. Come capire se è pericoloso giocare con qualcuno evitando però di giocare? Una situazione quasi paradossale e di stallo. Come due guerrieri che sono immobilizzati da armature tanto belle e raffinate quanto pesantissime. Ma anche un'altra valutazione a questo punto potrebbe servire. Hai pensato ad immaginare una situazione ideale che vorresti far accadere? Se avessi tipo il genio della lampada ad aiutarti in questa storia, cosa gli chiederesti?
  3. Sei molto dolce nel descrivere tutto questo, e colpisce anche l'onestà di questi sentimenti. Una risposta che ti è stata data parlava di "volerti bene". Ma se questa frase avesse un significato alternativo? Se volerti bene significasse davvero amare te stessa con tutto quello che sei e provi, senza alcun se e ma? Immagina come vorresti essere amata. Con la tua dipendenza affettiva, con le tue paure, le tue insicurezze, la tua disoccupazione, con tutto quello che sei, abbandonando per un attimo l'idea che ci sia qualcosa di sbagliato o di migliorabile. Nessuna parte da non far conoscere all'altro o da "curare". Niente di pericoloso, da controllare per proteggerti da eventuali sofferenze. Un'accettazione assoluta di ciò che sei. Libera. Anche di manifestare a lui senza alcun tipo di controllo mentale quello che ti sale dalla pancia. Ma davvero tutto questo riflettere e controllare con la testa ti ha portato, ad oggi, in un luogo piacevole? O pensi che è il migliore che ti poteva capitare? E allora perché non provare un piano B? Fregatene delle sue reazioni e di quello che pensa, della "soddisfazione", di tutte le strategie più o meno giuste. Nessuna strategia. Nessun concetto di giusto o sbagliato. Fuori tutto. Nei modi che ti vengono al momento. Prova a mollare il volante e a farti travolgere da quello che sei. Portando solo consapevolezza a ciò che avviene momento per momento. Certo potrebbe farlo anche lui, invece di stare come te arroccato a vedere se può o meno aprirsi, a cercare di fare la cosa la cosa "giusta", quindi per proteggersi dal soffrire. Ma fregatene di lui. Qualsiasi cosa accada questo sarebbe il primo vero, straordinario atto di amore verso te stessa. Il primo vero accoglimento del fatto che sei un essere umano perfetto e meraviglioso ora e subito, in tutta la tua complicata equazione e la tua storia. Che ti puoi concedere di vederla con un po' di tenerezza. Che questo può essere amato dal mondo e dagli altri. Che è vincente. Ma che difficilmente qualcuno potrà mai amarti più di quanto tu ami REALMENTE te stessa. E non si ama davvero una persona che si vorrebbe cambiare, modificare, migliorare, controllare. Lo so sarebbe tosta, ma potrebbe avere per te un significato superiore anche alla storia con questo ragazzo...
  4. Si, stanco morto. Ma ne è valsa la pena:-)

  5. Turbo sono assolutamente d'accordo con te. Del resto lo stesso Freud definisce la nevrosi come un allontanamento dalla realtà ed il riavvicinamento alla realtà come scopo di ogni terapia. Questo principio resta valido a mio parere per qualsiasi percorso psicologico e/o spirituale. Ed è un cammino senza fine, che porta per fortuna non ad un annullamento (anche se ne sembra una tappa), ma ad una gioia, una serenità che esiste qualcosa che "è" al di là di ciò che "diviene". E ci si arriva attraverso se stessi, attraverso l'osservazione che il tutto è già dentro di noi, senza cercarlo fuori, nemmeno in una divinità. Paradossalmente infatti la religione tradisce questo scopo, almeno nella comune accezione. Anche per questo io ho abbandonato questa strada nella mia ricerca, senza tradire nulla del mio sentire.
  6. Le fresie significano “mistero” ed il ranuncolo “bellezza un po’ malinconica”. Anche io ho dedicato la mattinata alla casa, ed il pomeriggio al relax (letture, musica e un film dimenticabile). Buona serata:-)

  7. Buon giorno Margherita! Splende il sole sui tuoi petali bianchi?

  8. Judy possiamo pensare tutto ed il contrario di tutto. Non puoi avere idea di quanto marcio ci sia in certi ambienti. Ed è davvero dolcissima la tua premura nei suoi confronti, credimi non è difficile guardare dietro una certa veemenza. In un contesto diverso il tuo istinto protettivo sarebbe da sostenere. Ma attenzione a fare i "salvatori" perchè a volte, in piena buona fede, si fanno guai veramente grossi. I fatti parlano di un medico abilitato che ha eseguito un atto medico. Nessuno, me incluso sia chiaro, può mettere il mantello e volare al salvataggio con la musichetta di superman. Spero di non essere stato troppo categorico, e se vuoi posso spiegare in modo più esteso il mio punto di vista, sperando di non essere OT
  9. Non vi sembra che con Lilith si sia andati un bel pò sopra le righe? Un terapeuta può e DEVE avere l'approccio al paziente che sceglie di avere, se finalizzato all'ottenimento dello stato di salute del paziente, senza naturalmente violare la legge ed il codice deontologico, e nel pieno rispetto delle proprie qualifiche professionali. Nessuno, nemmeno un suo Collega e tantomeno estranei, è autorizzato a condizionare e ad invadere in modo così violento il setting ed il rapporto di fiducia con il terapeuta (il che fa ripensare addirittura all'utilità di condividerlo in un forum, e quindi ad una sorta di condivisione di gruppo senza però alcuna conduzione). Un medico è tale anche quando opera come psicoterapeuta, ne ha anzi l'inderogabile dovere e la responsabilità. Dovere che invece risulterebbe inappropriato per uno psicologo psicoterapeuta, la cui figura professionale non contempla l'esame diretto di una colite di origine psicosomatica. E sono ben altri i contesti in cui presunte invasioni di campo vanno valutate, e sempre con la più assoluta attenzione al paziente e allo svolgimento della sua terapia. Ed aggiungo, per divagare, che un terapeuta magari di indirizzo bioenergetico, o che utilizza tecniche di bioenergetica, in cui il contatto fisico ed il lavoro sul corpo sono il pane quotidiano, non non ha certo lo stesso approccio di uno psicanalista, ed il suo lavoro non è meno efficace.
  10. Wow! Sei in terapia con Magritte :-)

  11. In realtà mi riferivo più ad un certo suo modo di lavorare (Questa…è…Sparta!!!) che alla somiglianza fisica con l’attore del film. Ma a ben guardare qualche somiglianza la si trova pure:-) Se sai disegnare, o anche se no, hai mai provato a raffigurarlo?

  12. Assomiglia più a Leonida…non so se hai visto un film di qualche tempo fa, “300”, se cerchi su Google Immagini “300 Leonida” avrai qualche suo ritratto riuscito…:-) Lui è stato il primo a mettere le mani sul sottoscritto, gli sono molto grato…

  13. Ehi Judi non mi aggredire Ho solo cercato di descrivere, con i miei limiti forse, un momento del mio percorso. Se ho detto qualcosa a sproposito, scusami, davvero
  14. Grande Priscilla! Cortes, giunto nel nuovo Mondo, ordinò di bruciare le navi: una buona motivazione per i suoi uomini ad andare avanti. Non prendiamoci in giro. Indietro non possiamo tornare ormai. Si è oltre il punto di non ritorno. La vecchia casa è bruciata, fumante. O avanti o si resta parcheggiati a perdere un pò di tempo. Solo una questione di tempo. A cercare finanche la morte, in qualche forma, perchè qualcuno ci guardi con quel pò di amore che però non concediamo a noi stessi. E arriva anche il momento in cui ci si stanca di essere "vittima" del proprio sistema, di stare li con la rabbia carica pronta a spararla sul primo "Cristo/genitore/salvatore non all'altezza del compito" che capita a tiro. E ci si prende la responsabilità di se stessi, integralmente, della propria vita. Questa la vedo come vera crescita verso l'amore (e la gioia). Se chiudo gli occhi e mi sento "vittima" (per riesumare una cosa che ci dicemmo con Margherita) mi sento diversamente dal se chiudo gli occhi e mi sento totalmente responsabile, al volante di me stesso
  15. Ah certo. Poi ci si prende gusto… Ehi, ma insomma, mica dobbiamo godercela a fare queste cose! Lacrime e sangue, il mio terapeuta sembrava uscito dalle Termopili, altro che trasfert:-) Starai dormendo: anche a te buona giornata!

  16. Grazie! La mattinata un casino, ma il pomeriggio mi sono regalato una cosa che desideravo:-) Rileggi il messaggio con il tuo racconto. Come se non fossi tu. Cosa riesce a fare la nostra protagonista pur scusandosi di non essere capace di farlo? Il sorriso dello psi è molto soddisfatto direi :-)

  17. Mi ha emozionato il tuo racconto. Si fa proprio fatica ad accettare il come ti descrivevi inadeguata mentre scalavi l’Everest! Faceva bene a sorridere lo psi a telefono:-)

  18. Judi ricordo di me stesso l'arrivare alla resa incondizionata, la solitudine più assoluta, un abisso nel quale non volevo guardare, insomma l'essere messi drammaticamente di fronte a se stessi. E volevo dormire, non sentire, per un pò ci sono riuscito anche mentre lavoravo come un robot ben programmato. Rabbia, ancora non sai contro chi. Ora posso dire che quello è stato il punto di svolta della terapia. Certo solo ora. Sei stata portata sul punto o ci sei voluta andare tu. Nessuno sa cosa viene dopo. Meglio non pensarci. Pensare può portare a capire ciò che è giusto. Mentre il viaggio è proprio da ciò che è giusto a ciò che è vero. Ma almeno una cosa si può fare. Sentire. Non girare lo sguardo. Guarda nel baratro spaventoso. Stai con l'orrore. Bisogna perdersi completamente per ritrovarsi
  19. certo come in ogni campo della medicina, anzi pure un avvocato questo fa..... Ed anche il come, in fin dei conti ci interessa davvero? Ma per un paziente? Quando si dice basta e si ritorna ad una vita senza terapia? Per me questo è stato un punto da affrontare. Sto cercando di dire che potrebbero esserci due punti di vista, se sei d'accordo. O ci si ferma quando in qualche modo si sono superati i problemi che ci hanno portati a chiedere aiuto, quando si è attraversato il mare del dolore e si ha avuto il coraggio di guardare il proprio baratro, oppure quando si è ottenuto un obiettivo diciamo più "spirituale", tipo una maggiore consapevolezza, una maggiore presenza. Qualcuno osa dire addirittura che lo sviluppo dell'osservatore interno, quello che il tuo autore definirebbe "stadio meditativo" è il fine ultimo di un percorso spirituale e terapeutico, ed è la porta di accesso ad una serenità ed una gioia senza condizioni esterne, a qualcosa di diverso da ciò che cambia in continuazione, appunto dal "divenire", ed ha invece un senso di immutabile, l'essenza. Credo che Krishnamurti voglia dire un pò questo o mi sbaglio?
  20. Ah certo messa così, mi sembra anzi che aumenti la fiducia e l'apertura della fase iniziale...
  21. Non so, anche perchè il modo di lavorare di terapeuti con lo stesso indirizzo può cambiare molto. Non sono sicuro che questo tipo di informazione aiuti o meno il setting. Forse perchè questo rende il tutto ancora più"mentale". Probabilmente un buon terapeuta ha le idee più o meno chiare sulla situazione che sta affrontando nelle prime due o tre sedute. Potrebbe mettersi al pc, scrivere al paziente come stanno le cose per filo e per segno con tanto di bibliografia, magari per mail. Il paziente, dotato di buona intelligenza e di un minimo di cultura si studia tutto, magari integra con i testi consigliati, "capisce" e guarisce. Te l'immagini? Magari fosse così semplice.....
  22. Mio è l'essenza della meditazione. Consapevolezza, coscienza, presenza, essenza. Di certo Krishnamurti o lo stesso Osho hanno decisamente ancora questo taglio molto orientale, un pò da iniziati e non tutti lo digeriscono, lo stesso linguaggio a volte è destabilizzante e ambiguo. Perchè molti non amano il mix tra spirituale e psicologico. Ma la sostanza è più che valida, ci sono autori molto più moderni come A. H. Almaas che ne parlano con un approccio meglio legato alla tradizione occidentale. Questo per allargare il panorama. Però, senza analizzare i Sacri Testi, potremmo porci tra di noi una domanda provocatoria. Tra persone che almeno sanno di non avere la Verità in tasca. E sono sicuro che tu coglierai la provocazione. Questo è un forum di psicologia. Qual'è il fine di una psicoterapia? Quando finisce e quale risultato deve raggiungere? Di non avere più problemi psicosomatici? Di vedere il paziente felicemente sposato mentre prima se ne stava chiuso in casa? Una forma esterna di felicità e benessere? Quando ci fermiamo e cosa cerchiamo? Questo senza scomodare i vari indirizzi, e anche se chiaramente tra psicanalisi e cognitivo comportamentale c'è una bella differenza di scopo terapeutico...
  23. Non sono in terapia nel senso classico del termine, ma sto proseguendo il mio percorso. Non per “curare” qualcosa ormai, ma per una crescita personale, se così si può dire. Che non ha un punto di arrivo definito. E ho quasi 40 anni

  24. In questo stai pure tranquilla: una buona parte di medici, psicologi, psicoterapeuti e altra gente che si occupa (per così dire) di esseri umani, oso dire che ha basi teoriche diciamo discutibili...:-) Me incluso è ovvio!

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