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kinapsy91

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Contenuti inseriti da kinapsy91

  1. A parer mio, per poter aver risultati concreti in grado apportare migliorie alla qualità del tuo presente, potresti farti supportare da uno psicoterapeuta che sia in grado di lavorare sulla percezione del tuo vissuto ed allo stesso tempo permetterti di lavorare con strumenti concreti sul presente. Non hai solamente bisogno di comprendere quali siano i meccanismi che ti portano ad attuare questo comportamento, necessiti di essere messa in grado di elaborare individualmente strategie che ti portino ad esprimere la "forza che ti distingue"; al fine così che tale conflitto che vivi eviti di generare nuovamente mancanze alla tua persona.
  2. Ciao labellaelabestia. Dal quel che scrivi, appare subito chiaro che tu non riesca a staccarti da lui a causa della tua personale storia di vita. All'inizio del thread scrivi "uno abbandonato dalla famiglia, come me". Il nostro vissuto relazionale, molto spesso influenza tutte le future relazioni: le relazioni che sviluppiamo nei primi anni di vita, soprattutto nell'ambiente famigliare, hanno la funzione di essere una sorta di prototipo per gli anni a venire. Diventano la normalità, il proprio bagaglio conoscitivo con cui rapportarsi al mondo. Questo rapporto rappresenta la tua normalità, ciò che conosci e nella quale, nonostante tu soffra, il tuo "inconscio" si trova a suo agio. Finchè non sarai in grado di scardinare questo meccanismo inconscio, difficilmente riuscirai a creare relazioni salubri per la tua persona. Continuerai invano a circondarti di persone che ti ricorderanno quel primario stato di abbandono, probabilmente (e qui ipotizzo perchè non vi sono abbastanza elementi su cui lavorare) al fine di tentare che, nonostante le problematiche dell'altra persona, tu sei in grado di stargli vicino. Per avere maggiori risposte ci sono molte altre cose che riguardano te da analizzare; questa è ciò che posso dirti in base a ciò che hai scritto qui. Spero di esserti stata d'aiuto.
  3. Ciao Derford. Dal tuo thread sembrerebbe che attualmente la tua vita quotidiana non ti soddisfi adeguatamente e di conseguenza ti provochi questa tristezza passeggera, campanello d'allarme. Mi verrebbe da chiederti: perchè ti trovi in un paesino che non ti permette di esprimerti totalmente?
  4. kinapsy91

    Vergogna > Rinuncia

    Il senso di colpa è un conflitto, generato dalla mancanza di responsabilità. In questo caso, una responsabilità verso te stesso, e da quanto credo di capire dal post verso l'impegno determinato dal percorso per cambiare e stare bene. In realtà qual è la vera motivazione per cui non sei andato? Perchè hai rinunciato?
  5. Listening Wind in che facoltà studi Psicologia? Io studio all'Università di Torino e devo dire che è un'ottimo ateno, con professori preparati e validi. Invogliano gli studenti a riconoscere la scientificità della materia, senza perdere di vista la soggettività di ogni persona. Studiare Psicologia è differente dallo studio di molte altre discipline: si studia il comportamento umano con i relativi processi mentali. Troppa scientificità rischia di ridurre le istanze, le sfumature e le dualità presenti in ognuno di noi a semplici formule; all'opposto essere troppo soggettivi richiama, come dici tu, poca serietà. Tuttavia, durante questo percorso, sin da quando si è tra i banchi universitari, bisogna essere in grado di essere "gli psicologi di noi stessi". Come puoi un domani pensare di operare, se tu stesso non hai chiaro cosa significhi? Essere gli psicologi di noi stessi non è solo uno strumento professionale per operare meglio, ma è uno strumento che, a livello umano e personale, offre possibilità di crescita individuale. (lo psicoterapeuta deve essere sufficientemente sano, ed essere stato in odore di malattia , tanto da comprendere quella dell'altro, in particolare la malattia di vivere. Sigmund Freud) La Psicologia, sin dalla sua nascita effettiva come scienza, ha sempre avuto un percorso "travagliato"; ancor oggi essere psicologi significa dover fare i conti con luoghi comuni e pensieri che dominano l'ignoranza comune. E' nella professionalità e nella soggettività di ognuno di noi che risiede la capacità di distinguersi da tutto questo. Inoltre credo che non solo la psicologia debba fare i conti con questa difficoltà concreta di applicazione; qualsiasi altra professione, se fatta con serietà, richiede che la persona esca dal cosiddetto status-quo. Per quanto riguarda la tua lamentela sui corsi non regolamentati, ti consiglio di tenerti aggiornato: iniziano a muoversi i primi passi, in ambito normativo, a favore di una legislazione più specifica per quanto riguarda le skills del coaching. Hai provato ad analizzare il perchè tanta gente fa coaching? Il mondo del lavoro è cambiato! Sempre meno posti fissi inducono le persone a ricercare percorsi facili e di immediata collocazione operativa. Detto in altre parole, la gente si inventa competenze per adattarsi. Di conseguenza diventa necessario chiedersi piuttosto "Perchè un coaching ha più risposta (a livello di mercato) di uno psicologo?" Certamente il panorama italiano è pieno di diffcoltà, ma conosco alcuni psicoterapeuti che per seduta chiedono 250 euro. Sta alla singola persona alzarsi le maniche, smettere di lamentarsi e decidere che livello di professionalità si vuole andare a mettere sul mercato!!
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