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Trovato 3 risultati

  1. sono un giovane professionista di 29 anni, sono fidanzato da circa 8 anni con una ragazza di 4 anni più piccola di me. Rapporto sempre sereno, qualche incomprensione durante i primi anni ma ho sempre vissuto tutto con disinvoltura. Abbiamo vissuto fino ad oggi un rapporto in cui ci siamo addentrati nel tessuto quotidiano delle nostre famiglia. Ultimamente, da circa qualche annetto non so più cosa mi prenda: spesso vado in ansia, in estrema tensione quando la mia ragazza comincia ad avere giudizi su come si comporta mia madre/mia sorella/mio padre ecc. Interpreta spesso battute, gesti, regali in malomodo, come se non conoscesse la buona fede, la premura e soprattutto la bontà con la quale la mia famiglia si rapporta a lei. Non di rado è capitato, per esempio, che lei interpretasse in modo stravolto azioni e parole di mia madre. Per es. durante la laurea di mio fratello lei ha creduto che i miei genitori volessero escludere i suoi genitori dal rinfresco che avremmo fatto a casa al ritorno dall'università, invitando solo i suoceri di mia sorella. In realtà non c'è mai stata nessuna organizzazione per un rinfresco, nè tanto meno i miei genitori avrebbero mai escluso i genitori della mia ragazza (sempre invitati ad ogni occasione). Fatto sta che lei da quel giorno, dopo un tremendo litigio, decise anche di disertare la festa di mio fratello alla quale era invitata. Questo piccolo e sommario aneddoto è solo una parte di tante altre volte in cui lei ha preso a male circostanze specifiche su mia madre o mia sorella, venendomi sempre a riferire il suo disappunto (di regali che non le piacciono; di movimenti o parole di mia madre che non le garbano e così via). Lei mi ha spesso rimproverato che aiuto solo io in casa magari perchè ho accompagnato qualche volta mia sorella o mio cognato da qualche parte in auto (per loro impossibilità e sempre richiesto con garbo) e allora questo mi ha inibito nelle volte successive ad essere collaborativo in casa o a nasconderlo a lei perchè altrimenti temevo un suo giudizio critico nei miei riguardi, tipo "schiavetto di casa". A nulla valevano e valgono le mie spiegazioni per chiarire che lei si sbaglia di grosso visto che dovrebbe conoscere dopo 8 anni la natura e il carattere dei miei familiari e che certi sospetti o giudizi non sono adeguati. Fatto sta che queste non sporadiche critiche verso i miei familiari hanno cominciato ad instaurare in me una forma di tensione ed ansia. Ogni volta che lei viene a casa ho paura che qualcosa da parte dei miei familiari possa andare storta e che lei interpreti male, scatenando un contrasto tra me e lei. Mia sorella, che in questi mesi è in gravidanza (a rischio), è ricorsa anche all'aiuto e alla compagnia della mia ragazza. Tutto questo mi ha creato un forte stato di tensione perchè temevo che lei mi avrebbe rinfacciato di aver fatto da compagnia e da assistenza a mia sorella non appena avesse qualcosa da dirmi che è andato storto. E i miei timori non mentono in effetti. Solo qualche giorno fa mi ha confessato che mia sorella è un'opportunista perchè fin quando stava poco bene e non era autonoma loro si sentivano, poi dopo che ha cominciato a stare meglio e a non avere più bisogno non si sentono più via cellulare. In realtà mia sorella a casa mi chiede di organizzare anche a 4 e non è di certo la tipa che intenzionalmente non vuole più bene alla mia ragazza. Sarà un pò stonata o un pò in sovrappensiero mia sorella ma di certo non arriva a pensare così maliziosamente certe cose. Dunque, io vado in estrema ansia sempre! Prima non ero così, ero molto più disinvolto. Oggi, invece, vivo uno stato di paura che lei possa emettere ancora giudizi su gesti, frasi o altro che riguarda un mio familiare. E sto anche avendo paura del contrario: cioè mi sale l'ansia, il panico quando un mio familiare ha qualche giudizio critico che esprime nei confronti della mia ragazza. E' come se volessi che ci fosse sempre un equilibrio tra le parti, è come se volessi che nessuno, nè dall'una che dall'altra parte, si scambi giudizi critici (ancorché tali giudizi non mi riguardano personalmente). Non riesco a fregarmene, è diventato tutto più forte di me. Mentre molti amici di queste critiche della ragazza verso la loro famiglia se ne sbattono e ne ridono, io invece è come se mi sentissi ingessato. Mi sento in tensione perchè arrivo addirittura ad immaginare cosa può succedere se la domenica successiva dovesse venire la mia ragazza a mangiare a casa. Ho paura che nascano fraintendimenti, ho paura che mia sorella noti qualcosa di strano in lei, ho paura che lei noti qualcosa di sbagliato in mia sorella. Insomma un casino, ho paura di ciò che pensano ambo le parti reciprocamente tra loro. Ma non ho paura di quello che loro possono pensare di me. E' come se fossi più trascinato dai giudizi (negativi) che loro possono darsi che da quelli che loro possono dare a me. La paura che adesso sto affrontando, per esempio, oggi riguarda le feste natalizie: ho paura di come si possano organizzare i cenoni e i pranzi perchè temo che possa sorgere qualche fraintendimento sugli inviti fatti o non fatti dall'una o dall'altra famiglia, temo che i regali non possano piacere o che magari mia sorella si scordi di farlo alla mia ragazza. Non so da cosa derivi tutto questo, so solo che prima non ero affatto così. Mi manca quell'essere più menefreghista. Oggi sono diventato una persona molto pesante e questo lo notano anche altre persone. E' come se mi facessi carico eccessivamente di quello che accade intorno a me tra la mia ragazza e la mia famiglia. Faccio molto ridere forse ma avevo bisogno di sfogarmi.
  2. Salve a tutti, spero di riuscire a rendere chiaro il mio dilemma per ricevere confronto. Ho 26 anni e sono fidanzata da circa 4 anni con un ragazzo della mia età. Il rapporto non è nato subito, ma ha avuto una fase iniziale di corteggiamento (da parte mia). Quando, dopo un po' di tempo, la frequentazione è diventa assidua e, per così dire, si è ufficializzata, la visione che avevo di lui era di una idealizzazione rosea e perfetta: non potevo chiedere di più alla vita, lui mi amava, io lo amavo e tutto mi sembrava idilliaco. Lui mi ha poi presentato alla sua famiglia: da quel momento per me le cose sono letteralmente "involute". La nostra relazione si è allargata a un rapporto a tre con la madre. A me sembra che lui abbia con sua madre un rapporto patologico perchè dipende materialmente da lei in tutte le faccende di casa e di cura personale e lei è totalmente appagata del suo ruolo di tuttofare per il figlio. Per sua ammissione, la madre ama fare tutto al posto del figlio perchè "le piace comandare", così la sua figura è sempre onnipresente, anche nei discorsi di lui, che dice di aver bisogno di questo attaccamento familiare perchè gli è mancato negli anni di studente fuori sede. La situazione non mi darebbe fastidio se si esaurisse nelle mura domestiche di casa sua, ma purtroppo l'attaccamento per me eccessivo a sua madre si ripercuote nella relazione di coppia: lui vuole che io accetti di stare sempre a casa sua, sere incluse, vuole che io dorma a casa sua, che vada in vacanza con lui e i suoi perchè così può avere tutto il "pacchetto": madre, padre, fratelli e ragazza attorno a lui. Mi sembra di non essere la sua donna ma un'appendice della sua famiglia con cui, occasionalmente, quando lui ha voglia, può fare sesso ed essere coccolato. La madre, per conto suo, dice di considerarmi una figlia, ma dagli unici discorsi che fa con me ho il sospetto che mi ritenga solo un apparato riproduttivo ambulante in grado di darle dei nipoti. Lui mi dice che desidera una vita con me, che vuole sposarmi e avere figli, ma mi chiedo come possa essere un nostro futuro con queste premesse. Non so come affrontare la situazione e fargli capire che sta esagerando; ogni volta che tocco l'argomento lui nega di essere mammone perchè pensa che tutto questo sia normale.
  3. firstocean

    Disperato

    Buonasera a tutti, sono un neo-marito di 31 anni, sposato da 5 mesi. Mi sono imbattuto in questo forum cercando su Google "rapporti moglie genitori", e da questo potete già intuire di quale natura sia il mio problema. Parto dalla fine: circa tre settimane dopo il matrimonio, mia moglie ha pressoché chiuso ogni rapporto con la mia famiglia, e questo, con tutta la tensione accumulata in oltre 4 mesi di silenzi, sofferenze e risentimento mi ha portato alla disperazione. Mia moglie ha un carattere molto forte e variabile, nel 90% è estremamente dolce, amorevole, direi persino compassionevole.. Nel restante 10% è invece molto dura e fredda, quasi violenta. Dal canto mio, sono invece molto docile e mite, quasi remissivo, e questo ci ha sempre permesso di "compensare" il suo 10% di durezza.. D'altro canto mi rendo conto di poter essere anche piuttosto insistente e pesante quando voglio raggiungere qualcosa. Mia moglie non è italiana, viene da un Paese dove i ragazzi/e escono di casa molto presto e mi ha sempre rinfacciato il fatto di essere un mammone, per essere uscito di casa a 28 anni nonostante ora viviamo a più di 1000km dalla mia famiglia. Questo aspetto ha causato spesso dei litigi, lei mi rinfacciava di trascorrere troppo tempo su Skype coi miei genitori (riesco a vederli di persona max 1 volta ogni 6-8 settimane, lei i suoi una volta l'anno), o di raccontare loro troppe cose della nostra vita personale e di sentire la loro presenza "virtuale" come troppo invadente. Io ho allora ridotto i collegamenti Skype e abbiamo trovato un nostro equilibrio, tanto che spesso e volentieri lei partecipava a queste conversazioni anche solo per un cenno di saluto. Le cose sono degenerate proprio in concomitanza col matrimonio, quando abbiamo trascorso un'intera settimana a casa dei miei. Lì sono emerse una serie di incomprensioni - a mio avviso estremamente futili - con mia madre; per esempio, mia moglie le aveva chiesto di comprare una certa cosa nel tal posto, e mia mamma le ha risposto - sapendo che c'erano posti migliori dove comprarla - qualcosa tipo "Ma no, ci penso io, te la compro a XXX invece che a YYY"; apriti cielo: mia moglie ha visto questa come un'interferenza e un andare contro le sue richieste. Ci sono un paio di altri esempi simili, tutti dello stesso tenore: un motivo assolutamente futile e una risposta di mia mamma che forse denota un po' di invadenza, ma assolutamente a fin di bene e non certo oltraggiosa. Tornati a casa nostra, mia moglie ed io abbiamo trascorso un paio di settimane relativamente felici, in cui ha salutato ancora una volta i miei su Skype. Dopo questo periodo io ho rivisto i miei, i quali si sono lamentati del fatto che mia moglie avesse loro risposto in modo maleducato durante uno degli episodi sopra citati (i miei sono un po' fissati con questa cosa della maleducazione..) ed io, che ammetto di sentirmi in soggezione nei loro confronti, una volta tornato a casa trovavo il modo di rimproverare a mia moglie di non aver apprezzato le offerte di mia madre o di essersi comportata in modo scortese. Arriviamo così a tre settimane dal matrimonio. Mia moglie durante una litigata mi dice che non ne può più di vedere i miei genitori "virtualmente" sempre in casa nostra anche a 1000km di distanza, e che adesso per un po' di tempo non vuole vederli né parlare con loro. Io la assecondo pensando ad una cosa momentanea, ma i giorni e le settimane passano.. Una, due, tre.. Finché inizio a sentirmi molto a disagio perché non so più come giustificare ai miei l'inspiegabile assenza di mia moglie (che prima si mostrava per un saluto almeno una volta ogni 7-10 giorni) e a provare pena per loro, perché so - anche per situazioni di suocere difficili vissute a loro tempo - che farebbero di tutto per creare un buon rapporto con la loro nuora (e infatti, al di là delle critiche saltuarie per questa o quella risposta sgarbata, devo ammettere che si sono sempre prodigati per lei, sia che si trattasse di accoglierla quando veniva ospite, o di portarla ad una visita medica, etc.). Insomma, la mia percezione era che ad un malinteso stupidissimo come quello di comprare una cosa nel negozio X piuttosto che Y, mia moglie stesse reagendo in maniera troppo dura. Ho allora cercato di farglielo capire con le buone, spiegandole l'insensatezza della sua presa di posizione, da lì siamo passati ai litigi ed al muro contro muro. A completare la tragedia, dopo che questa situazione si trascinava già da oltre 3 mesi, mia moglie esasperata e credendo di intravvedere delle pressioni da parte dei miei, ha mandato loro un'email estremamente aggressiva, scrivendo che dovevano starsene alla larga, smetterla di interferire e che lei avrebbe parlato con loro solo quando avesse avuto qualcosa da dire, altrimenti no. I miei le hanno risposto dopo 24h in maniera molto garbata ma ugualmente fredda, dicendo sostanzialmente che forse un piccolo gesto di amicizia da parte di lei avrebbe evitato questa situazione e che loro avrebbero parlato apertamente con me come hanno sempre fatto. Dopo altre 24h è arrivata l'ultima risposta di mia moglie, il cui contenuto si potrebbe sintetizzare con: "con voi non si può discutere, siete fuori di testa". Da lì in poi i litigi tra me e mia moglie sono aumentati, io le ho spiegato che forse le pressioni che credeva di percepire dai miei erano più una mia "proiezione" che altro, ma questo non l'ha smossa di un millimetro, anzi mi sono solo valse l'accusa di averle mentito e di aver creato io i presupposti per quelle dannate email. Ed eccoci qui. Mia moglie oggi continua a non rivolgere la parola ai miei, i quali ora si sentono molto offesi e non vogliono neanche sentirla nominare (in realtà credo sarebbero ben disposti ad accettare delle scuse o almeno un chiarimento, ma non credo ci siano possibilità che questo arrivi da mia moglie) ed io sono letteralmente dilaniato dalla situazione. Provo una profonda rabbia verso mia moglie, perché credo che ciò che ha fatto sia infantile, insensato e stupido, oltre ad una grossa mancanza di rispetto nei confronti miei e della mia famiglia. Ho letto diversi forum e fatto il corso pre-matrimoniale, e conosco la regola aurea de "la tua famiglia adesso è tua moglie", etc. etc... Credo però che vada contestualizzata, dato che nel mio caso mi sembra una vera aggressione unilaterale da parte di mia moglie. Come molte volte le ho detto, io mai e poi mai mi sarei permesso di togliere il saluto ai suoi, tanto meno di scrivere un'email come quella che ha mandato lei, e questo a prescindere da quanto i suoi genitori potessero essere invadenti o "insopportabili". E la cosa che più mi fa arrabbiare è che, secondo lei, la nostra vita dovrebbe scorrere liscia e pacifica come sempre, e il piccolo dettaglio dei rapporti con la mia famiglia non dovrebbe in alcun modo disturbare la nostra quotidianità coniugale. Le ho detto più volte, con le buone prima e litigando poi, che io non posso essere sereno in questa situazione di guerra nella mia famiglia, tra mia moglie e i miei genitori. La sua risposta è che la famiglia siamo lei ed io, ed i genitori non fanno parte della nostra famiglia. Dal canto suo, mi rinfaccia di prendere sempre le difese dei miei, di metterla in secondo piano e di non averla capita quando mi aveva detto di voler stare per un periodo senza parlare con loro. Ma a me pare che quella stessa richiesta (che comunque io avevo assecondato per oltre 3 settimane) fosse estremamente infantile: anche perché l'unica cosa che le ho sempre chiesto era di mantenere un minimo rapporto sociale e di armonia con la mia famiglia, non certo di andare in vacanza insieme a loro!! Provo anche una grande pena per i miei, mista ad un pizzico di rabbia per i loro rimbrotti sulla presunta scortesia di mia moglie.. Scusatemi se mi sono dilungato, e grazie per aver avuto la pazienza di leggere fin qui. In queste righe ho sintetizzato ore e ore di pensieri, lacrime, discussioni e litigi, che non hanno portato a niente. Vivo dilaniato e diviso tra la rabbia verso mia moglie e il suo sguardo freddo quando ancora oggi mi dice che non parlerà con la mia famiglia perché non le piace essere costretta a fare le cose, e la paura di perderla.. Le voglio comunque ancora molto bene e abbiamo fatto tante cose belle insieme in questi 5 anni e solo a pensarci mi prende il panico. Qualcuno di voi ci è passato? Posso davvero aver creato io una situazione così pesante da giustificare tutto questo, o la reazione di mia moglie è davvero eccessiva e ingiustificabile? Credete che vedere uno psicologo possa aiutarci? Grazie..
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