Ste 0 Autore Share Inserita: 7 ottobre 2009 io invece credo che i diritti sono tali quando scattano in automatico .. come i doveri.. e cioè mai. percio' ai diritti credo poco.. molto poco. Ciao, stavo scrivendo un altro post proprio mentre rispondevi (per fortuna non avevo ancora dato l'invio). Nemmeno io ci credo molto ai diritti e nemmeno ai doveri in quanto "esistenti", però ci credo in quanto convenzioni. Come convenzioni necessarie per andare d'accordo, o "compromessi", per usare una parola che troppo spesso invece è abusata per imporre qualcosa anziché per trovare un accordo. Mo' ricopio quello che stavo scrivendo prima... A proposito di diritti, doveri, punizioni ecc... visto che siamo su un forum di psicologia, potrebbe essere interessante collegare questo argomento e altri di cui stiamo parlando in altri topic (sul "parlare", la libertà di stampa ecc) a un argomento molto caro a psicologi e affini...e cioè quello dei "tabù" intesi non nel loro senso di idiosincrasie personali ma nel senso collettivo di "zone di interdizione" che si instaurano in una società (cioè tra delle persone che convivono) per consuetudine, tradizione, imposizione di autorità di qualche tipo o in altro modo. Ricopio da wikipedia: In una società umana un tabù è una forte proibizione (o interdizione), relativa ad una certa area di comportamenti e consuetudini, dichiarata "sacra e proibita". Infrangere un tabù è solitamente considerata cosa ripugnante e degna di biasimo da parte della comunità. Il termine è derivato dalla lingua di Tonga, ed è presente in numerose culture polinesiane. In queste culture un tabù (o tapu, kapu) ha anche significati religiosi. Il termine tabù (tapu) appartiene allo stesso ambiente culturale che ci ha fornito il termine mana. Quando una certa azione o abitudine è classificata come tabù, essa viene proibita, vengono istituite proibizioni e interdizioni riguardanti la sfera di attività che la riguardano. Alcune di esse sono sanzionate dalla legge con pene severe, altre provocano imbarazzo, vergogna e sono oggetto di insulti. http://it.wikipedia.org/wiki/Tab%C3%B9 Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 7 ottobre 2009 carina sta cosa dei tabu' . pero' davvero non centra nulla con quello che stiamo discutendo. il diritto non è un tabu' .. anzi.. io lo definirei piuttosto uno strumento per la gente senza scrupoli. i doveri . sono una dura realtà contro la quale ci si scontra tutti i giorni.. quindi di tabu' proprio non c' è traccia. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 7 ottobre 2009 il diritto non è un tabu' .. anzi.. io lo definirei piuttosto uno strumento per la gente senza scrupoli. E' vero, non è un tabù ma uno strumento. Guarda (riporto da sopra): Quando una certa azione o abitudine è classificata come tabù, essa viene proibita, vengono istituite proibizioni e interdizioni riguardanti la sfera di attività che la riguardano. Alcune di esse sono sanzionate dalla legge con pene severe, altre provocano imbarazzo, vergogna e sono oggetto di insulti. Uno strumento che gente senza scrupoli può usare per interdire "zone" a piacer loro, cioè instaurare per mezzo del diritto dei "tabù" che a loro tornano comodi ma che per la società nel suo complesso e per altri appartenenti alla società sono dannosi. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ransie 0 Share Inserita: 7 ottobre 2009 C'è una frase che credo che sia di Luttazzi (l'ho sentita da lui ma non so se era una citazione), che esprime il valore pratico di questa istituzione almeno per come è messa adesso: "Non è democrazia, se non te la puoi permettere". Da combinare con quest'altra frase (presa dal kit preconfezionato del paraculo) e ragionarci un po' su: Scusate se ritorno per un attimo su questa citazione… devo dire che probabilmente si presta al caso ma fu a suo tempo pronunciata da Luttazzi riguardo la legge 30 e il problema della flessibilità ( dal minuto 5.00) Sostanzialmente potrebbe pure funzionare la frase “non c’ è diritto se non te lo puoi permettere” e l’ ho messa sul piano del diritto e non della giustizia perché a mio avviso vale ancora la pena fare delle distinzioni. Temo il giorno in cui il rovesciamento del ruolo istituzionale della magistratura passerà come un atto di democrazia al grido di viva la libertà. A ripensarci però, il tema dei tabù non è poi così fuori tema dal punto di vista della strumentalizzazione politica. In questo caso, per quanto ne so, un’ arma comunque a doppio taglio… Intanto potrà dirci qualcosa di più la sentenza della corte costituzionale … voglio proprio vedere come andrà a finire. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 7 ottobre 2009 E' vero, non è un tabù ma uno strumento. Guarda (riporto da sopra): Quando una certa azione o abitudine è classificata come tabù, essa viene proibita, vengono istituite proibizioni e interdizioni riguardanti la sfera di attività che la riguardano. Alcune di esse sono sanzionate dalla legge con pene severe, altre provocano imbarazzo, vergogna e sono oggetto di insulti. Uno strumento che gente senza scrupoli può usare per interdire "zone" a piacer loro, cioè instaurare per mezzo del diritto dei "tabù" che a loro tornano comodi ma che per la società nel suo complesso e per altri appartenenti alla società sono dannosi. no.. stiamo parlando di cose diverse.. non so a cosa ti riferisci. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 7 ottobre 2009 Scusate se ritorno per un attimo su questa citazione… devo dire che probabilmente si presta al caso ma fu a suo tempo pronunciata da Luttazzi riguardo la legge 30 e il problema della flessibilità ( dal minuto 5.00) Intanto grazie per avermela ritrovata... Tempo fa la cercavo e proprio non mi ricordavo in che occasione l'avesse detta. Qui il discorso si fa un pelo complesso perché quei diritti che ad uno ad uno sarebbero cancellati, in realtà sussistono ancora come diritti riconosciuti nell'ordinamento, ma sono resi impossibili agendo sulle condizioni nei quali si calano. Il discorso varrebbe anche per i doveri, che di solito tendiamo a mettere in contrapposizione ai diritti ma che spesso sono qualcosa di compenetrato e inscindibile: così come molti diritti possono sussistere solo se si accetta qualche dovere, molti doveri possono essere compiuti solo se si è dotati dei diritti necessari per compierli... e uno dei più importanti è proprio quello d'espressione (solo per fare un esempio sciocco, per poter lanciare un allarme o fare una denuncia in determinate situazioni dove farlo è una cosa che nell'ordinamento è prevista come "dovere" proprio per tutelare dei diritti, la libertà di espressione è necessaria... ti immagini se per assurdo subentrasse una regola che la limita in modo tale che si possa dire solo cose sul tono "va tutto bene, quanto siamo bravi, quanto siamo belli"? Voglio vedere io, come uno potrebbe compiere il suo dovere senza quello strumento essenziale che è la parola... ). Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ransie 0 Share Inserita: 7 ottobre 2009 Ma questo discorso non è rivolto a quello che ho scritto io, vero? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 7 ottobre 2009 Ma questo discorso non è rivolto a quello che ho scritto io, vero? No... vi è allacciato. La legge 30 ad esempio non cancella diritti e doveri in materia di lavoro, ma li svuota. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 7 ottobre 2009 Intanto grazie per avermela ritrovata... Tempo fa la cercavo e proprio non mi ricordavo in che occasione l'avesse detta. Qui il discorso si fa un pelo complesso perché quei diritti che ad uno ad uno sarebbero cancellati, in realtà sussistono ancora come diritti riconosciuti nell'ordinamento, ma sono resi impossibili agendo sulle condizioni nei quali si calano. Il discorso varrebbe anche per i doveri, che di solito tendiamo a mettere in contrapposizione ai diritti ma che spesso sono qualcosa di compenetrato e inscindibile: così come molti diritti possono sussistere solo se si accetta qualche dovere, molti doveri possono essere compiuti solo se si è dotati dei diritti necessari per compierli... e uno dei più importanti è proprio quello d'espressione (solo per fare un esempio sciocco, per poter lanciare un allarme o fare una denuncia in determinate situazioni dove farlo è una cosa che nell'ordinamento è prevista come "dovere" proprio per tutelare dei diritti, la libertà di espressione è necessaria... ti immagini se per assurdo subentrasse una regola che la limita in modo tale che si possa dire solo cose sul tono "va tutto bene, quanto siamo bravi, quanto siamo belli"? Voglio vedere io, come uno potrebbe compiere il suo dovere senza quello strumento essenziale che è la parola... ). esistono già i reati di opinione per cui la libertà di espressione non esiste nel senso proprio del termine. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 7 ottobre 2009 esistono già i reati di opinione per cui la libertà di espressione non esiste nel senso proprio del termine. Questo è un argomento spinoso e rientra in quel che dicevo sullo "svuotamento" dei diritti e dei doveri. E' vero che esistono i reati di opinione, ma di per sè non restringono la libertà d'espressione al punto da interdire l'espressione nel senso in cui parlavo prima. Nella pratica però si, lo fanno.. o meglio, lo facciamo noi brandendo le cause per diffamazione ogni volta che qualcuno dice cose che non ci garbano e aiutati dal fatto che per chi non può permetterselo, la pena è il processo, indipendentemente dal suo esito. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 i diritti non sono qualcosa di personale .. direi che appartengono alla collettività . ( spostato..) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 i diritti non sono qualcosa di personale .. direi che appartengono alla collettività . ( spostato..) Se appartengono alla collettività, perché la carta dei diritti dell'uomo non si chiama carta dei diritti della collettività? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 Se appartengono alla collettività, perché la carta dei diritti dell'uomo non si chiama carta dei diritti della collettività? perchè la carta dei diritti dell' uomo va al di la dei confini delle nazioni e delle collettività . è qualcosa che sta al di sopra .. pero' sono due cose diverse i diritti costituzionali di ogni paese e i diritti dell' uomo . Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 perchè la carta dei diritti dell' uomo va al di la dei confini delle nazioni e delle collettività . è qualcosa che sta al di sopra .. pero' sono due cose diverse i diritti costituzionali di ogni paese e i diritti dell' uomo . Non mi torna... l'articolo 4 della costituzione citato da Ransie non dice "alla collettività" ma "a tutti i cittadini", l'articolo 2 non dice "della collettività" ma "dell'uomo", ecc ecc Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 a tutti i cittadini .. o .. nel caso dell' uomo . si intende della collettività .. non di tizio . o di caio . se no ci mettevano anche il nome e il cognome. ti pare ? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 Non mi convince tanto, se devo essere sincero. Sei sicuro? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 sicuro . direi sicurissimo . la costituzione riguarda tutti i componenti della collettività tranne uno . Silvio Berlusconi.. Hehehehe--... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 la costituzione riguarda tutti i componenti della collettività tranne uno . Ma i componenti della collettività non sono appunto i cittadini? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ransie 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 sì ma chi sono i cittadini? ( scusate la domanda del cavolo) Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 sì ma chi sono i cittadini? ( scusate la domanda del cavolo) Vi sono varie scuole di pensiero a riguardo, facenti riferimento a modelli di organizzazione della società diversi tra di loro. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
LEFTFIELD 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 Ma i componenti della collettività non sono appunto i cittadini? appunto.. dove' è che non ti trovi ? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 appunto.. dove' è che non ti trovi ? Quindi parla di diritti e doveri personali, dei componenti della collettività. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ransie 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 aspè che acchiappo il libro di educazione civica ma come cavolo è che qua parla solo di famiglia Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Share Inserita: 16 novembre 2009 Vi sono varie scuole di pensiero a riguardo, facenti riferimento a modelli di organizzazione della società diversi tra di loro. scusate l'ot in tema... a me se ci fosse un "ONESTO" mi andrebbe bene qualsiasi tipo di organizzazione.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 16 novembre 2009 scusate l'ot in tema... a me se ci fosse un "ONESTO" mi andrebbe bene qualsiasi tipo di organizzazione.... "Onesto" è una parola non dico "vuota" (anche se ne sono tentato) ma sicuramente molto relativa, oltre che a valori personali anche al tipo di organizzazione. Ti faccio un esempio giusto per non fare discorsi troppo astratti: se tu assisti a un reato, o a un'ingiustizia, e ne parli apertamente raccontando cosa hai visto, nell'ambito di un'organizzazione come vorrebbe essere lo stato è un modo di fare "onesto", mentre ad esempio in un'organizzazione di stampo mafioso o paramafioso è un modo di fare del tutto "disonesto" (soprattutto perché è un'infrazione di una delle regole vitali su cui si regge una tale organizzazione: la disonestà consiste appunto nel mettere a repentaglio il bene comune per come è inteso in essa). Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Messaggi consigliati
Unisciti alla conversazione
Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.