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privatizzazione dell' acqua


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In teoria, la privatizzazione dovrebbe portare a maggiore qualità e diminuzione dei prezzi, dal momento che è accompagnata dalla liberalizzazione del mercato. Adesso non ricordo di preciso la data, ma credo che il mercato libero sia previsto per il prossimo anno o per il 2011, per cui entreranno nel campo anche aziende straniere. Se uno si vuole accapparrare i clienti, deve dare un prodotto di qualità ad un prezzo minore degli altri. Questo si traduce in un effetto positivo per gli utenti e in maggiori rischi per i lavoratori del settore, perchè se si ha la sfortuna di lavorare in un'azienda che non riesce ad essere competitiva, si rischia il posto di lavoro.

Il fantomatico libero mercato si traduce più spesso in alleanze e taciti sodalizi tra gli operatori di un settore, che in concorrenza (è un

altro modo per affrontare il rischio della concorrenza che essi stesso invocano).

Poi ci sarebbe da dire qualcosa sul potere che questa teoria (ormai un po' datata) nei suoi presupposti attribuisce alla c.d. "domanda",

che è sempre un potere più idealizzato che reale, e che in questo caso particolare immagino che non si applichi proprio (o quasi)...

cioè, non ho approfondito molto l'argomento ma suppongo che nel caso dell'acqua da rete idrica per il singolo consumatore non ci sia

comunque possibilità di scelta tra un operatore o l'altro... Se uno abita, chessò, a Usmate di Sotto, e la gestione della rete idrica di

quel paese se la aggiudica la Tinquino S.p.a., o la prende oppure va avanti a Levissima. O no?

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Il fantomatico libero mercato si traduce più spesso in alleanze e taciti sodalizi tra gli operatori di un settore, che in concorrenza (è un

altro modo per affrontare il rischio della concorrenza che essi stesso invocano).

Poi ci sarebbe da dire qualcosa sul potere che questa teoria (ormai un po' datata) nei suoi presupposti attribuisce alla c.d. "domanda",

che è sempre un potere più idealizzato che reale, e che in questo caso particolare immagino che non si applichi proprio (o quasi)...

cioè, non ho approfondito molto l'argomento ma suppongo che nel caso dell'acqua da rete idrica per il singolo consumatore non ci sia

comunque possibilità di scelta tra un operatore o l'altro... Se uno abita, chessò, a Usmate di Sotto, e la gestione della rete idrica di

quel paese se la aggiudica la Tinquino S.p.a., o la prende oppure va avanti a Levissima. O no?

infatti...come fai a cambiare operatore? praticamente chi si aggiudica la gestione dellacqua di una certa zona lavora in regime di monopolio potendo decidere i prezzi che vuole.

o no?

tra l'altro in alcune zone d'italia la privatizzazione è già avvenuta e da ciò che avevo sentito le cose non stavavano andando molto bene...nel senso che i prezzi erano aumentati moltissimo.

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infatti...come fai a cambiare operatore? praticamente chi si aggiudica la gestione dellacqua di una certa zona lavora in regime di monopolio potendo decidere i prezzi che vuole.

o no?

tra l'altro in alcune zone d'italia la privatizzazione è già avvenuta e da ciò che avevo sentito le cose non stavavano andando molto bene...nel senso che i prezzi erano aumentati moltissimo.

certo la rete idrica è una non è che se la possono dividere piu' gestori.

quindi questa cosa della concorrenza mi sa che cade..

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cioè, non ho approfondito molto l'argomento ma suppongo che nel caso dell'acqua da rete idrica per il singolo consumatore non ci sia comunque possibilità di scelta tra un operatore o l'altro...

In effetti io non pensavo alla libera scelta del consumatore singolo, ma dei comuni, nel senso che per la gestione si faranno gare d'appalto e le vincerà chi offrirà il servizio migliore al prezzo minore. Certo, bisognerà poi vedere quanto saranno incorruttibili i comuni...

infatti...come fai a cambiare operatore? praticamente chi si aggiudica la gestione dellacqua di una certa zona lavora in regime di monopolio potendo decidere i prezzi che vuole.

In teoria, se gli appalti sono dati in modo serio, non dovrebbe accadere, perchè nelle offerte d'appalto è specificato tutto, anche il prezzo a cui poi si rivende l'acqua e ci sono vincoli molto rigidi da rispettare.

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appalti in modo serio?

e allora ci sarà la solita "divisione".

ad esempio in sicilia, come pensi che andrà?

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In effetti io non pensavo alla libera scelta del consumatore singolo, ma dei comuni, nel senso che per la gestione si faranno gare d'appalto e le vincerà chi offrirà il servizio migliore al prezzo minore. Certo, bisognerà poi vedere quanto saranno incorruttibili i comuni...

... o ancor prima, quanto saranno separati dai c.d. privati in concorrenza, e quanto sono efficaci le misure predisposte

per intervenire nell'eventualità... Non mi sembra che l'Italia sia molto ben messa sotto questo aspetto. Si sta addirittura

cercando di far passare la corruzione per un "reato minore"...

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Ok, allora non bisogna più discutere della privatizzazione come fatto in sé, che per me potrebbe anche essere positivo, ma di quanto possano essere onesti i soggetti coinvolti. E' un'altra questione.

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beh, mica tanto. una legge deve tener conto dle contesto in cui viene applicata...

perchè intanto che discutiamo della corruzione, chi finisce per pagare il conto...siamo sempre noi.

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beh, mica tanto. una legge deve tener conto dle contesto in cui viene applicata...

perchè intanto che discutiamo della corruzione, chi finisce per pagare il conto...siamo sempre noi.

Io penso che una legge debba semplicemente essere applicata indipendentemente dal contesto, altrimenti ci troveremmo a dover fare leggi diverse a seconda delle regioni. Insomma, non si può pensare che non facciamo le cose perchè tanto in Italia sono tutti corrotti!

Cominciamo a farle, e magari mettiamo in galera chi tradisce la nostra fiducia! Ma forse avete ragione... sto sognando...

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io comunque contesto proprio il concetto per il quale l'acqua viene vista non più come un diritto ma come merce (lasciando perdere che in ogni caso si paga, con tasse o altro...)

copio da wikipedia, ovviamente ci sarebbe da cercare di più

La trasformazione dell’acqua in merce è la strategia strenuamente perseguita da organismi sovranazionali come il WTO (World Trade Organization), la Banca mondiale e il Fondo Monetario Internazionale che da tempo legano la concessione dei prestiti alla deregulation e alla privatizzazione dei servizi, tra cui anche la fornitura dell'acqua.

Durante il round di negoziati del WTO a Doha nel 2001 si parlò esplicitamente di eliminazione delle “barriere tariffarie e non tariffarie sui beni e servizi ambientali”, tra cui ovviamente rientra anche l’acqua. Alle risorse idriche come bene commerciabile fa esplicito riferimento anche il NAFTA (North American Free Trade Agreement).

Nel 1998 il "Comitato internazionale per il contratto mondiale sull’acqua" si è riunito a Lisbona e ha proclamato il Manifesto dell'acqua [5] che si conclude con l'affermazione: "L’acqua è patrimonio dell’umanità."

Il Parlamento Europeo già nel 2002 aveva recepito queste sollecitazioni, ribadendole nel 2003[6]. Il 15 marzo 2006 è stata approvata una risoluzione[7] in vista del quarto "Forum mondiale dell'acqua", organizzato ogni tre anni dal Consiglio Mondiale sull'Acqua, affermando che "l'acqua è un bene comune dell'umanità e come tale l'accesso all'acqua costituisce un diritto fondamentale della persona umana".

I primi tre "Forum mondiali dell'acqua" si sono tenuti a Marrakech (1997), all'Aia (2000) e a Kyoto (2003). Il quarto si è tenuto a Città del Messico dal 16 al 22 marzo del 2006, con la partecipazione di 146 paesi e si è concluso con la "Dichiarazione degli enti locali sull’acqua"[8]. Il Forum tuttavia non ha affermato il riconoscimento dell'accesso all'acqua come un diritto fondamentale di ciascun essere umano[9], stabilendo il livello minimo di 20 litri di acqua al giorno come diritto non commerciabile.

Dal 18 al 20 marzo 2007 si è tenuta a Bruxelles, nella sede del Parlamento Europeo, l'Assemblea mondiale dei cittadini e degli eletti per l’acqua con 650 partecipanti tra parlamentari, sindaci, amministratori locali, rappresentanti delle imprese pubbliche dell'acqua, responsabili dei sindacati della funzione pubblica e cittadini impegnati nei movimenti in difesa dell'acqua provenienti da tutto il mondo. Nella sessione conclusiva è stata approvata una lettera[10] da inviare a tutti i capi di stato e di governo del mondo, a tutti i presidenti dei parlamenti nazionali e sovranazionali e ai membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con impegni e richieste concrete.

La sesta sessione del Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, riunita a settembre 2007, ha discusso un nuovo studio dell'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani sull'obbligo di considerare nel novero dei diritti umani l'accesso all'acqua potabile e l'uso di servizi igienici.

In Italia, negli studi giuridici, si è affermata da alcuni anni una dottrina civilistica (Alberto Maria Gambino, professore ordinario di Diritto privato nell'Università Europea di Roma), che ha teorizzato il carattere extramercatorio del bene giuridico acqua, che dunque pur rimanendo oggetto di contratti commerciali non è sottoposto alle stesse regole di mercato degli altri beni di consumo.

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Io penso che una legge debba semplicemente essere applicata indipendentemente dal contesto, altrimenti ci troveremmo a dover fare leggi diverse a seconda delle regioni. Insomma, non si può pensare che non facciamo le cose perchè tanto in Italia sono tutti corrotti!

Cominciamo a farle, e magari mettiamo in galera chi tradisce la nostra fiducia! Ma forse avete ragione... sto sognando...

E' solo una questione di ordine in cui fare le cose. Se si fa qualcosa che si ritiene possa portare dei benefici e allo stesso

tempo comportare dei rischi, sarebbe opportuno predisporre prima il terreno e le contromisure del caso, e poi farlo.

Dopo, non lo si fa più o comunque lo si fa con gran fatica, soprattutto se il rischio insito è quello di un accumulo improprio

di denaro e di potere che possono essere usati per contrastare le contromisure tardive... o addirittura per assumere le cariche

che quelle contromisure dovrebbero metterle in atto, e i relativi strumenti.

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Bhè, il caso di Acqualatina è particolare, i dirigenti coinvolti sarebbero da mettere tutti in galera (e infatti, se ricordo bene, c'è anche una causa in corso).

Sarebbe interessante vedere cos'è successo in altri paesi dove l'acqua è stata privatizzata, all'estero c'è più di un caso.

E' chiaro che, se dovesse saltare fuori che sono tutti Acqualatina, ci dobbiamo rassegnare al fatto che non si può più contare sull'onestà umana.

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Bhè, il caso di Acqualatina è particolare, i dirigenti coinvolti sarebbero da mettere tutti in galera (e infatti, se ricordo bene, c'è anche una causa in corso).

Sarebbe interessante vedere cos'è successo in altri paesi dove l'acqua è stata privatizzata, all'estero c'è più di un caso.

E' chiaro che, se dovesse saltare fuori che sono tutti Acqualatina, ci dobbiamo rassegnare al fatto che non si può più contare sull'onestà umana.

Beh... si tratta di aziende... non sono esseri umani ma organizzazioni.

A propo'... di un caso ne parlavano proprio nel documentario The Corporation, in questa parte qui:

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Beh... si tratta di aziende... non sono esseri umani ma organizzazioni.

A propo'... di un caso ne parlavano proprio nel documentario The Corporation, in questa parte qui:

Certo, ma le aziende sono guidate da esseri umani, quindi se chi le dirige è onesto, tutto fila liscio, se invece è un criminale, ecco saltar fuori Acqualatina.

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Certo, ma le aziende sono guidate da esseri umani, quindi se chi le dirige è onesto, tutto fila liscio, se invece è un criminale, ecco saltar fuori Acqualatina.

Se è così si potrebbe privatizzare le cose per davvero, cioè invece che affidarne la gestione a delle società,

affidarla direttamente a chi le guida e farne rispondere in prima persona.

Non so perché ma h la sensazione che le aste andrebbero deserte...

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