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Se il vostro Lui vi parla spesso di quando era bambino


Erin

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... Secondo voi che cosa vuole comunicarmi?

Vi spiego meglio: mi capita molto spesso (ormai da un paio d'anni) che nei momenti di difficoltà sia per la coppia, sia per il suo lavoro, chiacchierando insieme salta fuori questo discorso.

L'argomento è sempre più o meno lo stesso: "quando ero bambino come ero felice, che posti belli che ho visto, come ero spensierato...!"

"Nella mia famiglia c'erano ancora i nonni, i cugini, i fratelli. (i nonni sono scomparsi ormai da circa 15 anni) e io, il più piccolo, ero coccolato, e amato"

"Adesso, che vita difficile, adesso!"

"Quanti problemi da risolvere!" (compresi i problemi di coppia)

Quando è nervoso, perciò, la sua reazione è quella, in un certo qual modo, di "regredire" e di crogiolarsi in questo tipo di ricordo. (chiaro, ovvio che la cosa che ne fa le spese tra noi due, è, sempre, LA STESSA)

Un ricordo dal quale io sono esclusa. Ossia, lui mi fa partecipe di questi ricordi e me li presenta come assolutamente meravigliosi ed insostituibili, anche rispetto alla nostra relazione attuale.

Debbo pensare che io non sono in grado di renderlo felice come quando era bambino?

Debbo pensare che non vuole crescere?

Cosa significa secondo voi?

E' una cosa che fa parte di lui, perchè so che è fatto così. Tuttavia volevo cercare di capirlo di più.

Grazie.

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il punto non è quando Lui era bambino. il punto è come si sentiva quando lo era. e mi sembra che te lo abbia detto (da come hai detto tu); magari capire quando te lo dice, facendo qualche esempio, può aiutare a trovare delle risposte alle tue domande...

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Debbo pensare che io non sono in grado di renderlo felice come quando era bambino?

Ma tu non devi renderlo felice come quando era bambino, innanzitutto perchè tu non sei responsabile della sua felicità/infelicità, poi perchè un bambino è diverso da un adulto: ha emozioni diverse, reazioni diverse, pensieri diversi, esigenze diverse.

Lui deve trovare la felicità come adulto, perchè l'infanzia, per quanto bella, appartiene al passato e non torna più, quindi è inutile rimanervi ancorati. Se ha veramente avuto un'infanzia così bella come dice, dovrebbe anche trovarvi gli strumenti per vivere sereno da adulto. Se questo non accade, qualcosa non torna...

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Ma tu non devi renderlo felice come quando era bambino, innanzitutto perchè tu non sei responsabile della sua felicità/infelicità, poi perchè un bambino è diverso da un adulto: ha emozioni diverse, reazioni diverse, pensieri diversi, esigenze diverse.

Lui deve trovare la felicità come adulto, perchè l'infanzia, per quanto bella, appartiene al passato e non torna più, quindi è inutile rimanervi ancorati. Se ha veramente avuto un'infanzia così bella come dice, dovrebbe anche trovarvi gli strumenti per vivere sereno da adulto. Se questo non accade, qualcosa non torna...

condivido tutto!

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... Secondo voi che cosa vuole comunicarmi?

Vi spiego meglio: mi capita molto spesso (ormai da un paio d'anni) che nei momenti di difficoltà sia per la coppia, sia per il suo lavoro, chiacchierando insieme salta fuori questo discorso.

L'argomento è sempre più o meno lo stesso: "quando ero bambino come ero felice, che posti belli che ho visto, come ero spensierato...!"

"Nella mia famiglia c'erano ancora i nonni, i cugini, i fratelli. (i nonni sono scomparsi ormai da circa 15 anni) e io, il più piccolo, ero coccolato, e amato"

"Adesso, che vita difficile, adesso!"

"Quanti problemi da risolvere!" (compresi i problemi di coppia)

Quando è nervoso, perciò, la sua reazione è quella, in un certo qual modo, di "regredire" e di crogiolarsi in questo tipo di ricordo. (chiaro, ovvio che la cosa che ne fa le spese tra noi due, è, sempre, LA STESSA)

Un ricordo dal quale io sono esclusa. Ossia, lui mi fa partecipe di questi ricordi e me li presenta come assolutamente meravigliosi ed insostituibili, anche rispetto alla nostra relazione attuale.

Debbo pensare che io non sono in grado di renderlo felice come quando era bambino?

Debbo pensare che non vuole crescere?

Cosa significa secondo voi?

E' una cosa che fa parte di lui, perchè so che è fatto così. Tuttavia volevo cercare di capirlo di più.

Grazie.

Un uomo quando cita la sua infanzia mostra storicità affettiva

non è un alter sentimento ma un rifuguarsi in un ricordo in un' atmosfera affettiva rassicurante.

E' l'incontrario.........dell'esclusione....... Lui vorrebbe renderti partecipe non in contrapposizione ma in comunicazione, purtroppo l'uomo ricade in questi rifugi di ricarica rassicurante.

Sicuramente il tuo Lui ha dei riferimenti su Personaggi familiari statici e più che isolarsi trae un auspicio riaffermativo del passato per cercare una continuità ora.

E' vero non sempre è una buona tecnica di comunicazione con la propria compagna di vita ma è comunque un buon modo per rassenerarsi.

Cerca di capirlo in questo senso.

Sul fatto che Tu non lo renda felice nella fattispecie rievocativa non c'entra alcunchè: E' lui che ti parla come se lui fosse terzo a se stesso.

L'importante è che non si spersonalizzi e non diventi perlopiù rievocativo.

Io credo che Lui ti voglia davvero bene e ti ponga il suo lato più onirico del suo passato che vorrebbe in qualche misura potere condividere con Te.

Amatevi ciao.

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nel mio caso avendo avuto un'infanzia terribile ,

ho sempre preferito nn parlarne con i miei

o con le ragazze di turno

dopo che hanno raggiunto una certa' eta'

(per nn disturbarli psicologicamente) ho raccontato tutto.

mi liberai di un bagaglio molto pesante.

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Un uomo quando cita la sua infanzia mostra storicità affettiva

non è un alter sentimento ma un rifuguarsi in un ricordo in un' atmosfera affettiva rassicurante.

E' l'incontrario.........dell'esclusione....... Lui vorrebbe renderti partecipe non in contrapposizione ma in comunicazione, purtroppo l'uomo ricade in questi rifugi di ricarica rassicurante.

Sicuramente il tuo Lui ha dei riferimenti su Personaggi familiari statici e più che isolarsi trae un auspicio riaffermativo del passato per cercare una continuità ora.

E' vero non sempre è una buona tecnica di comunicazione con la propria compagna di vita ma è comunque un buon modo per rassenerarsi.

Cerca di capirlo in questo senso.

Su questo hai ragione, concordo. Sono sicura che, nel momento di incertezza lavorativa e finanziaria nel quale versiamo ora, questo sia per lui un buon modo per tranquillizzarsi, il modo migliore che conosce. Ricordarsi della mamma, della nonna, eccetera.

Sul fatto che Tu non lo renda felice nella fattispecie rievocativa non c'entra alcunchè: E' lui che ti parla come se lui fosse terzo a se stesso.

L'importante è che non si spersonalizzi e non diventi perlopiù rievocativo.

Il problema è questo: che lui è perlopiù rievocativo.

Nel senso che per lui l'unica felicità assoluta ormai è passata e non torna più.

La nostra vita attuale, piena di problemi, lo schiaccia e gli toglie la felicità.

O meglio, gli toglie la serenità, che credo sia il punto di partenza per trovare la felicità.

I progetti insieme si fanno, sì, ma sono sempre così schiacciati dalla paura del domani che nemmeno l'amore può distoglierlo dalle sue preoccupazioni.

Ergo, nemmeno io.

Ergo, nemmeno la mia immagine di donna e compagna, che non è in grado di sostituire le figure femminili della sua vita, che ha le sue esigenze fisiche, psicologiche.

Che viene vista sempre come una figura che chiede un amore più completo, ma non lo riceve e Lui NON SA come darmelo, nonostante i miei sforzi per renderlo partecipe dei miei bisogni.

Io chiedo semplicemente un amore più maturo, perchè credo possa essere la chiave di volta a questa staticità, e cerco di proporlo come alternativa all'atto rievocativo dell'infanzia.

Tuttavia il ruolo che mi viene richiesto è un altro (parole sue): è soltanto quello di "spalla". E credo sempre più fortemente che Lui non abbia necessità di crescere, troppo preso com'è dai problemi concreti della vita.

Non so se sono riuscita a spiegarmi.

Io credo che Lui ti voglia davvero bene e ti ponga il suo lato più onirico del suo passato che vorrebbe in qualche misura potere condividere con Te.

Io posso condividerlo, ma resta una cosa non mia e non NOSTRA.

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nel mio caso avendo avuto un'infanzia terribile ,

ho sempre preferito nn parlarne con i miei

o con le ragazze di turno

dopo che hanno raggiunto una certa' eta'

(per nn disturbarli psicologicamente) ho raccontato tutto.

mi liberai di un bagaglio molto pesante.

Sul fatto dell'ascolto io sono sempre disponibile.

E' quando questo ascolto consente di "fissare" dei comportamenti a chi parla, che la situazione ti sfugge di mano...

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io penso che sia un tentativo di chiamiamola evasione, non penso che il suo discorso sia rivolto a te in prima persona, (anche se ti coinvolge)cioè non sei tu che determini la sua infelicità e voglia di tornare a quei tempi.

Molto probabilmente fortunato Lui ha avuto un' infanzia molto felice, e la usa come metro di misura.

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io penso che sia un tentativo di chiamiamola evasione, non penso che il suo discorso sia rivolto a te in prima persona, (anche se ti coinvolge)cioè non sei tu che determini la sua infelicità e voglia di tornare a quei tempi.

Molto probabilmente fortunato Lui ha avuto un' infanzia molto felice, e la usa come metro di misura.

anche se, personalmente mi darebbe molto fastidio, sentire mia moglie continuare a dire di quanto era felice nella sua infanzia

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anche se, personalmente mi darebbe molto fastidio, sentire mia moglie continuare a dire di quanto era felice nella sua infanzia

Sì, se parliamo di fastidio, aggiungerei anche quello.

Io apprezzo tantissimo che Lui voglia condividere i suoi momenti felici dell'infanzia con me, tuttavia a volte ho l'impressione che non voglia costruirne ALTRI con ME.

O meglio, ho l'impressione che, come dicevo prima, in questo periodo NON desideri vivere la nostra relazione come "matura".

Infatti, alla comunicazione dei ricordi dell'infanzia, si lega anche un atteggiamento nell'intimità di coppia che io definirei "infantile", se mi consentite.

Quindi, coccole, carezze, preliminari un po' impacciati, passività e velocità.... Anche queste cose sono importanti e lo abbiamo detto tante volte anche qui.

Più Lui è stressato, più si riduce il tempo in cui mi sembra di essere la sua compagna ed aumenta quello in cui mi sento sua madre.

Chiaro è che con sua madre non si permette più di fare il tenero (ci mancherebbe!), pertanto, nei confronti di Lei tende a presentarsi come uomo, di fronte a me, come bambino. ;_;

E vede me come bambina, quindi gli risulta più difficile associarmi a desideri di altro tipo, che non siano quelli delle carezze innocenti.

Credo che come in tutte le cose ci voglia equilibrio.

Io lo preferisco ad altri perchè quando è nervoso mi rispetta ugualmente e resta affettuoso. Il rovescio della medaglia è che nei momenti di crisi si "trasforma" in un bambino che ha bisogno della mamma.

Se mi mostro troppo comprensiva, mi rendo conto di assecondare questo suo atteggiamento e di renderlo "normale" e "gradito", ma mi rendo conto anche che la relazione sta andando in una direzione che non è più rapporto uomo/donna, ma è più amico/amica.

Perciò cerco di diventare più severa quando "esagera".

Non è tanto una questione di mancanza di rispetto, ma quanto un cercare di fargli capire che ho anche l'esigenza di essere trattata come una donna...

E se lui mi chiede di essere una donna un po' più "di polso", affinchè in lui si risvegli quell'ammirazione che potrebbe aiutarlo a modificare atteggiamento, io cerco di darmi una mossa.

E' una lotta continua, un equilibrio instabile, ma cerco di non mollare. Ora che ho finalmente capito che cosa mi serve per stare bene.

Grazie a tutti per le risposte.

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Su questo hai ragione, concordo. Sono sicura che, nel momento di incertezza lavorativa e finanziaria nel quale versiamo ora, questo sia per lui un buon modo per tranquillizzarsi, il modo migliore che conosce. Ricordarsi della mamma, della nonna, eccetera.

Il problema è questo: che lui è perlopiù rievocativo.

Nel senso che per lui l'unica felicità assoluta ormai è passata e non torna più.

La nostra vita attuale, piena di problemi, lo schiaccia e gli toglie la felicità.

O meglio, gli toglie la serenità, che credo sia il punto di partenza per trovare la felicità.

I progetti insieme si fanno, sì, ma sono sempre così schiacciati dalla paura del domani che nemmeno l'amore può distoglierlo dalle sue preoccupazioni.

Ergo, nemmeno io.

Ergo, nemmeno la mia immagine di donna e compagna, che non è in grado di sostituire le figure femminili della sua vita, che ha le sue esigenze fisiche, psicologiche.

Che viene vista sempre come una figura che chiede un amore più completo, ma non lo riceve e Lui NON SA come darmelo, nonostante i miei sforzi per renderlo partecipe dei miei bisogni.

Io chiedo semplicemente un amore più maturo, perchè credo possa essere la chiave di volta a questa staticità, e cerco di proporlo come alternativa all'atto rievocativo dell'infanzia.

Tuttavia il ruolo che mi viene richiesto è un altro (parole sue): è soltanto quello di "spalla". E credo sempre più fortemente che Lui non abbia necessità di crescere, troppo preso com'è dai problemi concreti della vita.

Non so se sono riuscita a spiegarmi.

Io posso condividerlo, ma resta una cosa non mia e non NOSTRA.

Si è tutto chiaro.

Potrebbe essere che fra 10 anni riviva questi momenti come grandi emozioni............ ma ora è troppo assorto dalla realtà problematica piuttosto che vivere l'amore con Te e lasciarsi andare, abbandonarsi al vostro sentimento...

forse è Lui che si sente inadeguato?

io non so dirti altro perchè credo che la questione stia proprio nella vostra dinamica di coppia sulla base di come vivete il vostro rapporto ed io non ho altri elementi per suggerire..............comprendo però che talvolta ti senti terza a lui, ma comprendilo e ragionaci insieme.

Ti auguro felicità. Ciao.

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