Vai al contenuto

Terapia individuale o terapia di gruppo?


Indipendentemente da quale sia il problema che ti può portare a consultare uno psicologo, riteni preferibile:  

8 utenti hanno votato

  1. 1.

    • Da soli :Affrontare le problematiche individualmente, con un terapeuta?
      6
    • In gruppo :Confrontarti con altre persone che hanno problemi analoghi, secondo le metodologie delle terapie di gruppo?
      2
    • Non so
      0


Messaggi consigliati

Dai gruppi di autocoscienza degli anni 70, la terapia di gruppo a fatto molta strada. Ora con questo metodo si curano problemi relazionali, sessuali, traumi, tossicodipendenze, alcolismo, ecc. Tutto ciò è avvenuto senza che la terapia individuale perdesse smalto, ma con una pacifica convivenza tra i due sistemi di analisi. Voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre preferenze?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Pubblicità


Ho esperienza diretta di uno studio di psicoterapia dove si affrontano le problematiche contemperando la presenza di tutte e due i momenti: nel senso che una persona affronta i temi nelle sedute "individuali", ed in altri momenti può partecipare, nel caso e se desidera, in gruppi che vedono la presenza di un certo numero di persone, "selezionate" dal terapeuta, rispetto al "tema" posto dallo stesso. Tali gruppi non sono da intendersi in questo caso come gruppi di autocoscienza, ma come vero e proprio lavoro "terapeutico" cioè "gruppo terapeutico" gestito dal titolare dello studio, il quale, durante il lavoro del gruppo, interviene sui "singoli" a partire dalle dinamiche che vengono via via manifetsandosi Ciò, nei fatti, equivale a svolgere più terapie contemporaneamente, potendosi individuare nel lavoro di gruppo un diverso momento in cui si affronta il lavoro individuale. La persona, di volta in volta, ha sempre la possibilià di decidere se partecipare o meno ad un certo gruppo, o di abbandonarlo, quando durante lo svolgimento ne avverta il bisogno.

Spero possa fornire qualche indicazione.

Forse potrebbe, anche, essere interessante proporre , nel sondaggio, l'approccio che integra i due momenti come terza possibilità di voto.

Che ne pensate? Che ne pensi, Alessandro?

Buon lavoro a tutti ( non importa se nei gruppi o nelle individuali )!

Gianni.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Rispondo a:"Ho esperienza diretta di uno studio di psicoterapia dove si affrontano le problematiche contemperando la presenza di tutte e due i momenti: nel senso che una persona affronta i temi nelle sedute "individuali", ed in altri momenti può partecipare, nel caso e se desidera, in gruppi che vedono la presenza di un certo numero di persone, "selezionate" dal terapeuta, rispetto al "tema" posto dallo stesso."

La cosa mi sembra un minestrone, insomma una strategai del terapeuta per alelvare un gregge....

" Tali gruppi non sono da intendersi in questo caso come gruppi di autocoscienza, ma come vero e proprio lavoro "terapeutico" cioè "gruppo terapeutico" gestito dal titolare dello studio, il quale, durante il lavoro del gruppo, interviene sui "singoli" a partire dalle dinamiche che vengono via via manifetsandosi."

Il titolare dello studio sembra più un pastore che cresce e alleva il suo gregge tipo pecore malate, da cui trae lana, latte e formaggi...seocnod me la discussione è mal posta...mi sembra di andare in un vicolo cieco, non porta a niente!!!!..invece sarebbe più utile e stimolante capire cosa è per voi la malattia, dal momento che evocate una terapia.....eppoi casomai ci spendete sopra due paroline sul concetto di sintomo.....i gruppi, le singole terapie sono metodiche di intervento che possono aiutare a capire la realtà oppure a evaderla....vorrei capire quale modello si usa per capire lal realtà, perchè per evaderla basta poco...

Ciò, nei fatti, equivale a svolgere più terapie contemporaneamente, potendosi individuare nel lavoro di gruppo un diverso momento in cui si affronta il lavoro individuale. La persona, di volta in volta, ha sempre la possibilià di decidere se partecipare o meno ad un certo gruppo, o di abbandonarlo, quando durante lo svolgimento ne avverta il bisogno.

Spero possa fornire qualche indicazione.

Forse potrebbe, anche, essere interessante proporre , nel sondaggio, l'approccio che integra i due momenti come terza possibilità di voto.

Che ne pensate? Che ne pensi, Alessandro?

Buon lavoro a tutti ( non importa se nei gruppi o nelle individuali )!

Gianni.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

ciao ale' io di questi gruppi nn so' che farmene, preferisco farmi una camminata sul lago e piu' rilassante e si impara di piu'.

osservo la natura , gli animali , i loro comportamenti e mi fanno sereni

ed imparo di piu'

Link al commento
Condividi su altri siti

 

X Gianluca.

Ti sono di nuovo grato della indicazione sulla ricerca di un sempre maggiore ordine, che già mi suggerivi altrove. Intanto il lavoro di cui ti parlavo, ( tenendo in considerazione tutti gli apporti dei vari indirizzi terapeutici consolidati ed ora anche i tuoi preziosi suggerimenti ) prosegue molto bene da molti anni con risultati davvero soddisfacenti

Insomma, partiamo dai risultati: hai una persona che soffre di attacchi di panico, o cos'altro vogliamo, dopo la terapia la stessa persona non soffre più di attacchi di panico, non manifesta spostamenti di sintomo in altre direzioni, ha un rapporto di buona integrazione con la realtà ( gli altri e sè stesso); a quel punto penso che uno sia autorizzato a ritenere utile il lavoro che svolge.

Che poi tu possa essere sfiduciato dalla tua personale esperienza nei confronti del campo delle psicoterapie, certamente questo può essere utile per rappresentare una parte della verità, che per quanto riguarda invece la mia esperienza a tal riguardo è davvero composita ( spaziando dai pescecani e dai maghi, passando per ottimi studi di psicoterapia di vari indirizzi, fino ad arrivare , al capo opposto all'attività svolta da figure come il siracusano G.Salonia - o a A.Jodorowsky per citare giusto qualche vetta soltanto).

Non possono sfuggire alla tua intelligenza queste realtà.

Io credo che il tuo studio possa rappresentare un ottimo strumento in mano ai medici, ai neurologi, agli psicologi, agli psicoterapeuti, lasciando ad essi il criterio e la scelta su come utilizzarlo per il loro lavoro, lasciando anche loro un pò di tempo per approfondire, ma senza che tu stesso giunga a conclusioni premature riducendone il campo di possibilità di impiego della tua ricerca, legandola solo ad esiti che prospettano un evoluzione in "direzione psicanalitica".

Perchè invece non ci prefiguriamo uno studio che possa legare i tuoi risultati anche alla "body terapy" alla "transazionale", alla "gestalt" ( che non è arte o comunicazione ma scuola di psicoterapia ), senza trascurare ovviamente la "psicanalisi" e tanti altri validissimi approcci?

Certo, sarebbe un lavoro immane, che certamente non potresti svolgere da solo, ma questo potrebbe essere utile a farti individuare meglio gli ambiti entro cui focalizzare la tua ricerca.

Sono convinto che così daresti ancora più pregio al tuo lavoro oltre a disancorarti da un lavoro non specificamente tuo, quello dello psicoterapeuta.

Credo che qualunque psicoterapeuta, non appartenente alla categoria dei maghi-etc. , ritenga sempre utile qualsiasi approccio alla psicoterapia, riconoscendo in esso una validità di contenuti e di strumenti tesi in ogni caso, seppur partendo da angolazioni diverse, alla soluzione del problema comune della risoluzione delle patologie psicologiche.

Parlavo di tutti gli approcci, anche quello rappresentato da un abbraccio fraterno, ( che certe volte fa miracoli terapeutici, più di qualsiasi terapia)come quello che ti invio in questa occasione.

Sinceramente.

Gianni.

P.S.Ulisse, dopo avere accecato il Ciclope, si mischiò alle pecore ed ai montoni e si salvò. Le pecore capirono che potevano avere un ruolo positivo, d'altronde Ulisse non evitò di capire quanto fosse importante anche essere pecora.

Con ciò voglio dire che prima di ogni altra cosa è fondamentale che il terapeuta abbia dedicato anni ed energie ad un proficuo lavoro su se stesso.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Io sono in gruppo

vivo in gruppo

ma vorrei stare isolato.

Sono depresso?

Sono dallo psicoterapeuta?

Scelgo la terapia singola o di gruppo?

NIENTE DI TUTTO QUESTO : SONO UN CICLISTA CHE VUOLE ANDARE IN FUGA?

Quanti di Noi vogliono andare in fuga da se stessi?

Quanti di Noi si vogliono ritrovare?

Gli psicologi servono a tutto questo?

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Ciao Alessandro, io non ho votato perchè sono cose diverse e si può imparare da tutte e due quindi scelgo tutte e due :D insieme per risolvere....

anzi così è anche meglio per capire se stessi e non dimenticarsi del lavoro da affrontare perchè ti confronti con gli altri, vuoi o non vuoi :LOL:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 

".S.Ulisse, dopo avere accecato il Ciclope, si mischiò alle pecore ed ai montoni e si salvò. Le pecore capirono che potevano avere un ruolo positivo, d'altronde Ulisse non evitò di capire quanto fosse importante anche essere pecora. Con ciò voglio dire che prima di ogni altra cosa è fondamentale che il terapeuta abbia dedicato anni ed energie ad un proficuo lavoro su se stesso."

Infatti concordo: Ulisse si salvò perchè disse al Ciclope di chiamarsi "il sig. Nessuno". Il ciclope rispondendo ai colleghi su chi lo avesse accecato diceva "è stato nessuno".....Ulisse aveva un modello che ha applicato....usando "anche" le pecore..abbiamo "anche" noi un modello???Bene allora discutiamolo...scusa... qual'è il tuo/vostro???? Dunque o singolo o in terapia di gruppo ciò che conta è il modello che si applica.....volevo dire....che per quanto riguarda la realtà o si lavora per conoscerla o per evitarla.....ci sono psicoterapie che lavorano (singole o in gruppo) per l'una e per l'altra modalità....e Ulisse ne è stato un prototipo....

Link al commento
Condividi su altri siti

 
  • 7 months later...

Occorre naturalmente capire il tipo di problema della persona per sapere se le è più utile la terapia di gruppo o quella individuale. In ogni caso per me va benissimo alternare le due cose, l'essere è unità singola ed allo stesso momento entità sociale. In passato molti analisti che mi sono capitati applicavano i due metodi allo stesso paziente.

E' ovvio che specialmente una persona che vive problemi di relazione ha bisogno di confrontarsi col gruppo, per poi trarre delle conclusioni sul suo comportamento al momento della terapia individuale.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Infatti.

A tal riguardo suggerirei ad Alessandro di inserire una nuova opzione del sondaggio: "alternare sedute individuali e sedute di gruppo"

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 
 
Dai gruppi di autocoscienza degli anni 70, la terapia di gruppo a fatto molta strada. Ora con questo metodo si curano problemi relazionali, sessuali, traumi, tossicodipendenze, alcolismo, ecc. Tutto ciò è avvenuto senza che la terapia individuale perdesse smalto, ma con una pacifica convivenza tra i due sistemi di analisi. Voi cosa ne pensate? Quali sono le vostre preferenze?

entrambe

poi dipende un po' dalla persona e dal problema ma se fosse possibile assolutamente entrambe :!:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
  • 3 months later...
 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.