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CAMBIARE PSICOTERAPEUTA


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Ciao a tutti.

Mi trovo in un momento molto difficile.

Sono in psicoterapia (psicanalitica) da un anno e mezzo circa.

Alcuni miglioramenti ci sono stati, ma adesso sto attraversando un momento molto triste accompagnato da sentimenti ambivalenti verso la mia terapeuta.

Sono fortemente dipendente da lei e al tempo stesso la odio, non riesco ad aprirmi completamente perché temo le sue reazioni, non mi sento sufficientemente al sicuro perché sono stata inviata a lei da un'amica psichiatra che è sua collega e temo che le cose dette in seduta possano essere riferite alla sua collega mia amica.

Insomma, sto male!

Sogno tutte le notti la mia terapeuta e in genere si tratta di incubi o di sogni in cui c'è una forte angoscia da separazione.

Mi sento paralizzata nelle mie paure.

Vorrei cambiare terapeuta ma ho il terrore di soffrire troppo per questo distacco.

Qualcuno può aiutarmi?

P.S: La mia diagnosi è : Ansia generalizzata con attacchi di panico. Depressione moderata.

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mmmmmm.....buttati, dille quello che senti , le tue sensazione negative, le tue angoscie, le tue paure..

poi vedrai che ci sarà un cambiamento, lei ti accoglierà e ti farà capire che avrà capito, non aver paura, lei ti accoglierà e così poi tu riuscirai a sbloccarti e a stare meglio. solo questo puoi fare, gli altri tentativi come ad esempio cambiare psicoterapeuta sono una tua RESISTENZA all analisi.

insomma vuoi resistere o vuoi cambiare qualcosa dentro di te che ti porti a vivere più serenamente?

se ci pensi la terapia consiste proprio in questo, nello smuovere le emozioni e i sentimenti..... (NEVROSI DI TRANSFERT)

comunque, voglio che stai più tranquilla, se devo essere sincera anche io sto in forte angoscia...e devo dire che l angoscia ti può veramente fare male.

fammi sapere se hai altre domande e se ti è stata utile la mia risposta.

guarda abbiamo età molto diverse, ma ti posso capire.

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Grazie Robi!

Sei davvero molto avanti per la tua età. La sofferenza fa crescere in fretta. Io sono stata bambina per poco tempo, sono stata costretta a "cavarmela da sola" quando ero ancora una ragazzina. Ho fatto la parte della forte per tanto tempo, ma ad un certo punto sono crollata. Mi manca quel contenimento che non ho mai avuto; sento ancora oggi a 32 anni il desiderio di quegli abbracci che troppo presto mi sono stati sottratti. A volte stringendo mia figlia mi commuovo pensando a tutte le volte che ho elemosinato le attenzioni di mia madre. Mi sono illusa di poter ritrovare in terapia quel calore che mi mancava, quella forza, quella dolcezza di cui avevo bisogno. La mia terapeuta ha fatto in modo che si instaurasse un forte transfert per poi mostrarsi distaccata, fredda. Oramai la avverto come una figura ostile ma non riesco a farne a meno.

Spero tanto di riuscire a stare meglio in fretta.

:abbr: grazie Robi!

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Ospite pruillio

Ciao a tutti.

Mi trovo in un momento molto difficile.

Sono in psicoterapia (psicanalitica) da un anno e mezzo circa.

Alcuni miglioramenti ci sono stati, ma adesso sto attraversando un momento molto triste accompagnato da sentimenti ambivalenti verso la mia terapeuta.

Sono fortemente dipendente da lei e al tempo stesso la odio, non riesco ad aprirmi completamente perché temo le sue reazioni, non mi sento sufficientemente al sicuro perché sono stata inviata a lei da un'amica psichiatra che è sua collega e temo che le cose dette in seduta possano essere riferite alla sua collega mia amica.

Insomma, sto male!

Sogno tutte le notti la mia terapeuta e in genere si tratta di incubi o di sogni in cui c'è una forte angoscia da separazione.

Mi sento paralizzata nelle mie paure.

Vorrei cambiare terapeuta ma ho il terrore di soffrire troppo per questo distacco.

Qualcuno può aiutarmi?

P.S: La mia diagnosi è : Ansia generalizzata con attacchi di panico. Depressione moderata.

ciao Silvia,io ho vissuto praticamente quello che stai vivendo te,avevo un forte transfert per la mia psicologa,e anch'io avevo la paura che se le avessi detto di questo transfert nei suoi confronti,lo avessero saputo tutti (andavo in un centro dell'asl). Posso dirti che devi dirle tutto quello che ti senti,e che nessuno lo sapra',ci mancherebbe,tantomeno la tua amica psichiatra (sarebbe una sorta di conflitto),quello che succede,e che si dice nel setting e' assolutamente "segreto". Poi e' necessario che tu le dica tutto per darle e darti la possibilita' di elaborare tutto questo,e quindi aiutarti. Anch'io come te avevo il terrore della separazione,insomma per farla breve io dichiarai il mio transfert ma non ce' stato modo di affrontarlo in modo radicale (forse per difetto della psi troppo giovane),e quindi dopo un po' di sofferenza sono "scappato,e ho cambiato terapeuta,questa volta privato,ma soprattutto un luminare. Be',decisione la mia felicissima,ovviamente questa e' la mia storia,quello che voglio dire e' che se non ti ritieni soddisfatta per molte cose della tua psi,non aspettare troppo ad andare altrove. Ovviamente prima cerca di affrontare il problema con lei. ciao

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ciao Silvia,io ho vissuto praticamente quello che stai vivendo te,avevo un forte transfert per la mia psicologa,e anch'io avevo la paura che se le avessi detto di questo transfert nei suoi confronti,lo avessero saputo tutti (andavo in un centro dell'asl). Posso dirti che devi dirle tutto quello che ti senti,e che nessuno lo sapra',ci mancherebbe,tantomeno la tua amica psichiatra (sarebbe una sorta di conflitto),quello che succede,e che si dice nel setting e' assolutamente "segreto". Poi e' necessario che tu le dica tutto per darle e darti la possibilita' di elaborare tutto questo,e quindi aiutarti. Anch'io come te avevo il terrore della separazione,insomma per farla breve io dichiarai il mio transfert ma non ce' stato modo di affrontarlo in modo radicale (forse per difetto della psi troppo giovane),e quindi dopo un po' di sofferenza sono "scappato,e ho cambiato terapeuta,questa volta privato,ma soprattutto un luminare. Be',decisione la mia felicissima,ovviamente questa e' la mia storia,quello che voglio dire e' che se non ti ritieni soddisfatta per molte cose della tua psi,non aspettare troppo ad andare altrove. Ovviamente prima cerca di affrontare il problema con lei. ciao

Grazie per la tua risposta Pruillio!

Io non dubito delle capacità professionali della mia psicoterapeuta che è molto esperta, piuttosto ho paura di me stessa, della mia fragilità, della mia tendenza ad affezionarmi troppo a chi mi da sostegno, della mia incapacità di stare alle regole del setting che avverto come claustrofobico. Cercherò di fare tesoro delle tue riflessioni.

Un caro saluto

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Grazie Robi!

Sei davvero molto avanti per la tua età. La sofferenza fa crescere in fretta. Io sono stata bambina per poco tempo, sono stata costretta a "cavarmela da sola" quando ero ancora una ragazzina. Ho fatto la parte della forte per tanto tempo, ma ad un certo punto sono crollata. Mi manca quel contenimento che non ho mai avuto; sento ancora oggi a 32 anni il desiderio di quegli abbracci che troppo presto mi sono stati sottratti. A volte stringendo mia figlia mi commuovo pensando a tutte le volte che ho elemosinato le attenzioni di mia madre. Mi sono illusa di poter ritrovare in terapia quel calore che mi mancava, quella forza, quella dolcezza di cui avevo bisogno. La mia terapeuta ha fatto in modo che si instaurasse un forte transfert per poi mostrarsi distaccata, fredda. Oramai la avverto come una figura ostile ma non riesco a farne a meno.

Spero tanto di riuscire a stare meglio in fretta.

:abbr: grazie Robi!

silvia, stiamo più o meno nella stessa barca....però io adesso sono quasi uscita dal "tunnel" del transfert...

diciamo che io adesso sto pensando ad andare avanti senza più pensare alla mia ex terapeuta ma provando a fare una nuova terapia....

però è normale che una terapia che ti fa uscire certe emozioni così forti, non è facile da "archiviare"....

lo sai cos'è??? io mi ricordo la felicità che provavo quando dovevo andare alla seduta, però ricordo anche l indifferenza che provavo nei suoi confronti nei mesi prima di inziare analisi....

quindi tutto questo fa parte dell analisi, quindi è normalissimo.....

diciamo che all inzio io ero felice....poi è come se si fosse rotto qualcosa nel rapporto....e poi sempre peggio....fino a una chiusura da me non accettata.

adesso la chiamo tipo una volta ogni due settimane, lei risponde ma la telefonata dura sempre non più di 5 minuti.....e lei è sempre molto fredda....

comunque io da una parte ho fatto passi avanti, mi sento più serena....

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silvia, ho trovato questo su internet e mi sembra molto interessante e che ti possa aiutare.

"Ciò che più di ogni altra cosa deve interessarvi ottenere da una terapia è la cosiddetta esperienza emozionale correttiva.

Ciò indica qualunque esperienza facciate attraverso le interpretazioni, le indicazioni e le prescrizioni che il terapeuta vi darà, e che segnerà lo sblocco, il momento di rottura fra il vecchio modo di percepire il problema e un modo del tutto nuovo. Quest'esperienza non ha niente a che vedere con la razionalità e non si tratta di apprendimento. All'improvviso, senza sapere perché, vi sentite meglio, più sani, più speranzosi, più decisi, più energici, tutto sembra essere più chiaro e i sintomi sono scomparsi. Questa è la magia che una buona psicoterapia può offrire. La terapia non terminerà però subito dopo: è necessaria una fase detta di consolidamento, per far sì che le percezioni problematiche perdano completamente la propria forza, che i nuovi schemi di reazione si assestino, si stabilizzino e diventino definitivi, per evitare ricadute."

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Ospite pruillio

silvia, ho trovato questo su internet e mi sembra molto interessante e che ti possa aiutare.

"Ciò che più di ogni altra cosa deve interessarvi ottenere da una terapia è la cosiddetta esperienza emozionale correttiva.

Ciò indica qualunque esperienza facciate attraverso le interpretazioni, le indicazioni e le prescrizioni che il terapeuta vi darà, e che segnerà lo sblocco, il momento di rottura fra il vecchio modo di percepire il problema e un modo del tutto nuovo. Quest'esperienza non ha niente a che vedere con la razionalità e non si tratta di apprendimento. All'improvviso, senza sapere perché, vi sentite meglio, più sani, più speranzosi, più decisi, più energici, tutto sembra essere più chiaro e i sintomi sono scomparsi. Questa è la magia che una buona psicoterapia può offrire. La terapia non terminerà però subito dopo: è necessaria una fase detta di consolidamento, per far sì che le percezioni problematiche perdano completamente la propria forza, che i nuovi schemi di reazione si assestino, si stabilizzino e diventino definitivi, per evitare ricadute."

Interessante ha molti riscontri nella realta' di una psicoterapia,non e' semplice ma la strada e' quella,basta volerlo,e non lasciarsi andare con sciocche competizioni con il terapeuta. ciao

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Interessante ha molti riscontri nella realta' di una psicoterapia,non e' semplice ma la strada e' quella,basta volerlo,e non lasciarsi andare con sciocche competizioni con il terapeuta. ciao

In che senso "competizioni con il terapeuta"?? Non credo si tratti di questo, almeno non nel mio caso.

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Ospite pruillio

In che senso "competizioni con il terapeuta"?? Non credo si tratti di questo, almeno non nel mio caso.

No,infatti non dicevo a te,era un'ulteriore considerazione mia, ci sono molti pazienti che purtroppo per loro con un transfert di mezzo,o anche senza,si innesca un meccanismo piu' o meno voluto a "competere" con lo psi,a cominciare negando l'evidenza della patologia,ad arrivare a fare a gara a chi ha piu' ragione tra il terapeuta,e il paziente stesso,passando dal a contestare regole e codici deontologici,anche se questo e' facile che avvenga trovandosi in mezzo ad un bel transfert. Il "trucco" sta' nel paziente ad avere la consapevolezza che si e' li' perche' si ha bisogno di aiuto,altrimenti rischi di andare avanti molto tempo senza cavare un ragno dal buco. A tue spese ovviamente(in tutti i sensi). ciao

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No,infatti non dicevo a te,era un'ulteriore considerazione mia, ci sono molti pazienti che purtroppo per loro con un transfert di mezzo,o anche senza,si innesca un meccanismo piu' o meno voluto a "competere" con lo psi,a cominciare negando l'evidenza della patologia,ad arrivare a fare a gara a chi ha piu' ragione tra il terapeuta,e il paziente stesso,passando dal a contestare regole e codici deontologici,anche se questo e' facile che avvenga trovandosi in mezzo ad un bel transfert. Il "trucco" sta' nel paziente ad avere la consapevolezza che si e' li' perche' si ha bisogno di aiuto,altrimenti rischi di andare avanti molto tempo senza cavare un ragno dal buco. A tue spese ovviamente(in tutti i sensi). ciao

Tutto quello che dici mi sembra molto sensato. Soprattutto il fatto che spesso ci si dimentica il reale motivo per cui ci si reca in quello studio una volta alla settimana. Io a volte ci vado come se stessi andando a trovare un'amica o peggio una madre o qualcuno che è lì per darmi calore umano. Niente di più sbagliato! A volte mi sento frustrata se mi soffermo a pensare che devo pagare qualcuno perché ascolti i miei problemi ma poi ritorno in me stessa e ricordo che si tratta (si spera) di un professionista e non di un amico col quale fare chiacchiera da salotto. Il pensiero che più mi devasta è che quando starò bene questo rapporto "artificiale" che mi ha riempita per così tanto tempo diventerà non più necessario e, anzi dovrà finire. Ecco, questo pensiero dell'inevitabile separazione un po' mi turba e non mi consente di aprire il mio essere alla terapeuta. E' come se avessi tutta una serie di difese attivate che mi consentano di non soffrire troppo, ma sono quelle stesse difese che mi impediscono di guarire.

Un bel casino!

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Soprattutto il fatto che spesso ci si dimentica il reale motivo per cui ci si reca in quello studio una volta alla settimana.

secondo me non è che ci si dimentica dei reali motivi, ma anzi, spesso questi reali motivi vengono fuori (e di conseguenza spesso quelli per cui ci si era andati erano fuffa).

il problema, o l'errore (da ambo le parti), come lo vogliamo chiamare, non sta in questo, ma nel credere o pretendere che spetti al terapeuta... diciamo soddisfare, appagare o quel che volete, questi reali motivi.

una sorta di confusione tra obiettivi della terapia e obiettivi di vita, sostanzialmente :Just Kidding:

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secondo me non è che ci si dimentica dei reali motivi, ma anzi, spesso questi reali motivi vengono fuori (e di conseguenza spesso quelli per cui ci si era andati erano fuffa).

il problema, o l'errore (da ambo le parti), come lo vogliamo chiamare, non sta in questo, ma nel credere o pretendere che spetti al terapeuta... diciamo soddisfare, appagare o quel che volete, questi reali motivi.

una sorta di confusione tra obiettivi della terapia e obiettivi di vita, sostanzialmente :Just Kidding:

:Applause: cavolo mi sa che hai centrato la questione!

In effetti, se ci ragiono un po' su i motivi per i quali mi sono recata in analisi (dovevo affrontare un intervento chirurgico) erano davvero lontani dal mio reale problema o ne costituivano soltanto una superficiale manifestazione. Cavolo io credevo di essere messa maluccio ma non così tanto come poi è venuto fuori nel corso delle sedute!!!

Il fatto è che col passare delle sedute ci vengono tolte molte illusioni e veniamo, per così dire, "stretti dentro noi stessi" e non c'è più via di fuga o soluzione. L'unica soluzione per non guardare negli occhi il nostro fantasma è credere che l'affetto o l'amore dell'analista o per l'analista possa guarirci da tutti i mali. Ecco, credo che sia questa l'ultima illusione a dover infrangersi. Che ne pensi Ego?

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Ospite pruillio

dal terapeuta ci si aspetta aiuto per "guarire",bisogna vedere tutto cio' con l'occhio di un paziente che si reca dal dottore perche' sta' male,anche se in psicoterapia e' un po' piu' complessa la cosa sicuramente.Be' Silvia,il pensiero di staccarsi e' normale,ma prova a pensare che quando ti staccherai lo farai perche' sei pronta,quindi senza sofferenza...pensaci.ciao.

spero di aver scritto abbastanza bene con la sintassi,qui' mi riprendono senno'...azz

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Ecco, credo che sia questa l'ultima illusione a dover infrangersi. Che ne pensi Ego?

e dopo che l'hai infranta che ti rimane?

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e dopo che l'hai infranta che ti rimane?

La triste realtà.

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che sarebbe...? :Waiting:

Cioè la realtà così com'è, così come la vedresti se non ti rifugiassi dentro dipendenze affettive e illusioni. E' solo da quella realtà che, secondo me, si può ricostruire un modo di rapportarsi agli altri e a se stessi più sano. E' per questo, credo, che ad un certo punto della terapia si sta peggio di prima, perché appunto arriva un momento in cui ci si rende conto che quelle che si credevano fondamenta sicure erano, in fin dei conti, fondamenta di sabbia, quelli che si credevano amori erano rifugi, quelle che si credevano convinzioni erano paure. Ma è proprio in quel preciso istante nel quale guardi in faccia i tuoi fantasmi senza più difese o maschere che puoi iniziare a vivere da persona non più felice o più serena ma più libera.

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Ospite pruillio

proprio cosi',questo e' il percorso,togliersi maschere,affrontare i propri fantasmi,ecc...,si arriva poi alla realta' vivibile. mi ci ritrvo abbastanza in questo.ciao

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ma la libertà ci porta sempre a un nuovo inizio.

non esiste che si percepisca come uno schema nostro es:

quando si mette giù il piede dal letto ci si intriga con la realtà

cominciamo a rispondere o si o no o forse...

la nostra libertà non segue decisioni già prese, ha bisogno continuamente

di ridecidere..per questo siamo liberi perchè non costretti

è una idea falsa quella di dire che una volta presa la decisione ..

no non succede neanche tra marito e moglie

è una promessa il matrimonio, libera..

E' SEMPRE UN NUOVO INIZIO..

anche quando vai dal medico psi.. che cosa ci determina ci ferisce, ci accoglie..

non è il medico.. ma il lavorare su noi stesse...

abbiamo bisogno del medico, perchè il male sopratutto è su noi stesse..

e a me questa cosa fa molto arrabbiare..piuttosto che..

non riesco a essere me stessa. ...piuttosto che...

esce la prego ho bisogno di aiuto.. perchè tutto questo mal essere si risolva

la freddezza ,il calore dentro questo dialogo.. per voi per me..

le senzazioni.. perfino i luoghi la luce quella stanza , la sua di stanza..

come dire quella è la mia casa la mia stanza..sembra che tutto possa coincidere

con l'essere il riconoscermi li dentro..penso sia positivo

però noi siamo un di più non ci dimentichiamo di questo

ci sono gli spazi, i luoghi l'impegno con te o con lei..i dialoghi

i transfer.. positivi negativi..ma non finisce mai tutto ..

almeno non ci lasciamo finire ..

ripartire, ricominciare, è sempre un nuovo inizio.. perchè ne vale la pena..

il mio psi si opera non riusciamo a vederci..

ma per me finisce tutto ,smetto di vivere?

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La triste realtà.

se la realtà è triste, è così triste..

perchè ci è data così ..triste io comincerei a pensare che mi è data

la realtà ... l'impatto col reale.. mi è dato..

io sono in questo giorno ..ho la fortuna di sentirmi vivo..e poi

tutto comincia..il come il dove il perchè...

sarà anche triste per tante cose.. ma c'è è mia o meglio tu sei quì per me.

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ma la libertà ci porta sempre a un nuovo inizio.

non esiste che si percepisca come uno schema nostro es:

quando si mette giù il piede dal letto ci si intriga con la realtà

cominciamo a rispondere o si o no o forse...

la nostra libertà non segue decisioni già prese, ha bisogno continuamente

di ridecidere..per questo siamo liberi perchè non costretti

è una idea falsa quella di dire che una volta presa la decisione ..

no non succede neanche tra marito e moglie

è una promessa il matrimonio, libera..

E' SEMPRE UN NUOVO INIZIO..

anche quando vai dal medico psi.. che cosa ci determina ci ferisce, ci accoglie..

non è il medico.. ma il lavorare su noi stesse...

abbiamo bisogno del medico, perchè il male sopratutto è su noi stesse..

e a me questa cosa fa molto arrabbiare..piuttosto che..

non riesco a essere me stessa. ...piuttosto che...

esce la prego ho bisogno di aiuto.. perchè tutto questo mal essere si risolva

la freddezza ,il calore dentro questo dialogo.. per voi per me..

le senzazioni.. perfino i luoghi la luce quella stanza , la sua di stanza..

come dire quella è la mia casa la mia stanza..sembra che tutto possa coincidere

con l'essere il riconoscermi li dentro..penso sia positivo

però noi siamo un di più non ci dimentichiamo di questo

ci sono gli spazi, i luoghi l'impegno con te o con lei..i dialoghi

i transfer.. positivi negativi..ma non finisce mai tutto ..

almeno non ci lasciamo finire ..

ripartire, ricominciare, è sempre un nuovo inizio.. perchè ne vale la pena..

il mio psi si opera non riusciamo a vederci..

ma per me finisce tutto ,smetto di vivere?

Scusami Acqua, ma spesso non capisco quello che dici, dove vuoi arrivare. Mi sintetizzi il senso del tuo scritto?

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Scusami Acqua, ma spesso non capisco quello che dici, dove vuoi arrivare. Mi sintetizzi il senso del tuo scritto?

si scusami..

ho letto quello che dite tutti..

sono daccordo che se uno va dal psi con delle aspettative o immagini

non riesce a lavorare proprio su di se in maniera corretta fruttuosa..

e che sono proprio queste aspettative che ci bloccano ci mettono un limite grande un muro oserei dire.

poi mi sono però chiesta,come si può superare questo limite?

togliendo le aspettative e tutte le immagini che ci facciamo..

e mi veniva da dirvi per aiutare me stessa e voi , che la realtà

se io mi accorgo che c'è è perchè sono viva, mi è data da vivere

e se gli strumenti che addopero per conoscerla sono ancora le aspettative allora la realtà mi delude..

ma se gli strumenti che uso per viverla sono aperte al confronto per conoscermi , dentro a tutte queste cose che mi domanda..

rispondo ma rispondere a ciò che sono ai miei bisogni insomma comincio a voler bene a me e agli altri per come sono senza vergognarmi..del "limite"... capisci ?

cosa te ne pare.. sai quando vi scrivo mi emoziono così ammucchio tante cose da dire... ciao acqua

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si scusami..

ho letto quello che dite tutti..

sono daccordo che se uno va dal psi con delle aspettative o immagini

non riesce a lavorare proprio su di se in maniera corretta fruttuosa..

e che sono proprio queste aspettative che ci bloccano ci mettono un limite grande un muro oserei dire.

poi mi sono però chiesta,come si può superare questo limite?

togliendo le aspettative e tutte le immagini che ci facciamo..

e mi veniva da dirvi per aiutare me stessa e voi , che la realtà

se io mi accorgo che c'è è perchè sono viva, mi è data da vivere

e se gli strumenti che addopero per conoscerla sono ancora le aspettative allora la realtà mi delude..

ma se gli strumenti che uso per viverla sono aperte al confronto per conoscermi , dentro a tutte queste cose che mi domanda..

rispondo ma rispondere a ciò che sono ai miei bisogni insomma comincio a voler bene a me e agli altri per come sono senza vergognarmi..del "limite"... capisci ?

cosa te ne pare.. sai quando vi scrivo mi emoziono così ammucchio tante cose da dire... ciao acqua

Ok, ma se uno va in psicoterapia, cioè fa un grosso investimento in termini sia emotivi che economici è ovvio che ci va con delle aspettative (nel senso etimologico del termine: cioè si aspetta qualcosa, nutre speranza). Come pensi che si possano eliminare tali aspettative pur mantenendo la motivazione a guarire?

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