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Ossessione e sofferenza


sally82

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Ciao a tutti, sto vivendo un periodo buio dal quale ho paura di non riuscire a uscire... Vi racconto brevemente la mia storia... Sono sempre stata una persona particolarmente insoddisfatta di sé, che si è sempre sentita inadeguata, incapace, a causa di un padre che mi ha sempre voluto tenere bambina, mi ha sempre fatto sentire come se crescere fosse sbagliato. Sono stata sempre apatica, incapace di tuffarmi in cose nuove e se lo facevo abbandonavo senza portare a termine le cose. 6 anni fa ho incontrato Lui, colpo di fulmine, inizio di un grande amore, il mio primo amore (mai avuto storie o situazioni con i ragazzi, mi sentivo brutta e bambina). Anno scorso mi laureo, fatico a trovare un lavoro ma poi si presenta l'occasione di fare un dottorato, che in realtà mi trova il mio compagno... inizio a farlo tre mesi fa e comincio a sentirmi sotto pressione, sono fuori posto, mi sento stretta, in gabbia, sento che non riesco oggettivamente a superare certi ostacoli ma continuo. A fine gennaio compio 30 anni e faccio un piccolo bilancio della mia vita...l'insoddisfazione, quella parte di me che si sente uno schifo, riemerge con forza, insieme alla consapevolezza di fare un lavoro frustrante. QUalche giorno dopo vado in crisi profonda, inizio a sentire strane sensazioni, a volte mi sembra di estraniarmi totalmente dal mondo intorno a me, come se la realtà si staccasse da me. Una sera, a letto col mio compagno, mi volto, lo guardo e lo sento distante da me, quasi estraneo..è una sensazione di brevissima durata, anticipato da un momento di profonda crisi personale durante il quale stavo riavendo la sensazione quasi di affogare nella disperazione più totale. Decido di andare da uno psicologo e dopo due sedute, durante le quali parliamo piu che altro di mio padre, crollo. Inizio ad avere una specie di rifiuto nei confronti del mio compagno, accompagnato da forte ansia, paura e disperazione. Ne parlo con lui e decido di tornare un pò a casa, ma la crisi continua. Trovo uno psicologo qui nella mia città e lui sostiene che il mio compagno non è il problema, il problema è che ho raggiunto il punto di rottura con me stessa, voglio crescere, cambiare per diventare adulta e sto rimettendo in discussione tutto. Mi dice che devo concentrarmi su di me, perchè in questi anni con lui mi sono identificata nel nostro rapporto, l'ho seguito ovunque e non ho costruito niente di mio, e che ho sbottato perchè sono arrivata a questa consapevolezza di non voler più essere una bambina. Con il mio compagno ci siamo visti spesso e quando sto con lui sto bene, salvo poi riavere, una volta tornata a casa, di nuovo queste somatizzazioni e pensieri negativi su di noi, sui miei non sentimenti per lui. Il punto è che questa storia con lui sta diventando un'ossessione. Voi direte "lascialo". Qualcosa dentro di me dice che non voglio,qualcosa dice però che non ce la faccio ora a stare con lui. Gli ho chiesto tempo per fare questo percorso da sola, provare a ritagliarmi spazi miei, essere più stabile (in questi 6 anni abbiamo vissuto tra due città...). Il punto però è che sono due mesi che tutti i giorni penso alle stesse cose, ai miei sentimenti mutati, mi lascio travolgere dalle sensazioni negative, poi mi dico però che quando sono stata con lui stavo bene, ma poi ricado nella negatività. E' come se avessi costruito un tribunale dentro di me, dov'è in corso un processo sui miei sentimenti per lui, con tanto di accusa, difesa, prove e controprove. Risultato?Sto male, non vivo,penso anche quando dormo, mi sveglio in apnea in preda ai pensieri. Pensare a una vita senza lui mi fa morire di dolore, ma adesso non riesco a pensare alle mie giornate con lui. Quando mi sveglio la mattina è come se mi crollasse il mondo addosso, la sera invece mi sento anestetizzata, penso a mille cose ma non sento niente, non riesco a soffrire, a piangere, nulla. Spero che riuscendo a fare un percorso di indipendenza riuscirò a vedere me in maniera diversa, a volermi bene insomma e poter rivedere in lui la persona della quale mi sono innamorata sei anni fa...

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  • 3 weeks later...

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Ciao.. ho letto il tuo post e per alcune cose mi sono un po' ritrovata. Ti posso capire.. soprattutto quando parli di estraniarti (questa si chiama depersonalizzazione, puoi trovare diverse informazioni in merito online.. io ne soffro da molti anni purtroppo). Quello che ti posso consigliare è di stare sola per un po' e cercare di fare luce su di te e suoi tuoi pensieri. Facendo così io sono uscita da una storia di 5 anni che oramai non funzionava più ma che io mi obbligavo a mantenere per paure e sensazioni che solo anni dopo ho capito non avere fondamento. Se hai bisogno di una mano scrivimi pure qui o su messaggio privato, sarò lieta di darti una mano. Non ho vissuto la tua stessa storia ma penso di riuscire lo stesso a capirti e aiutarti :)

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ciao missclass e grazie mille per la tua risposta. col mio compagno ci stiamo vedendo di frequente, con lui sto bene ma ho crisi a volte di pianto, di angoscia, a volte mi sento (anche se mi ha lasciato il massimo spazio/tempo)come se mi desse fastidio l'idea che lui c'è perche è come se io non potessi funzionare da sola...perche abbiamo vissuto sempre insieme e lui cmq mai mi ha fatto sentire disistima o sensazioni di inadeguatezza. Stavo facendo i biglietti per andare a trovare un parente in spagna ed è ripiombata questa sensazione...ansia pura!ieri sera invece ho mangiato da lui, ho chesto io a lui di vederci ed ero serena...siamo stati bene, parliamo molto, piu di prima... Io non ce la faccio a pensare di rinunciare a lui, allo stesso tempo ho questi momenti di fastidio incredibile ed è come un'ossessione! :(

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Sono sempre stata una persona particolarmente insoddisfatta di sé, che si è sempre sentita inadeguata, incapace
A prescindere dai fattori che hanno concorso a produrre in te tale dis-autostima, è importante che tu la consapevolizzi, cioè che ti renda veramente conto che la tua auto-immagine è distorta, cioè svaluta le tue reali capacità.

Farlo non è semplice, ma possibile. Occorre un esame di realtà, cioè considerare un dato elemento della tua vita con distacco, come se stessi ragionando su qualcosa che riguarda un'altra persona, non te stessa: ciò ti consente di essere obiettiva.

Esempio: ti sei laureata? Allora non puoi essere una incapace!

So che laurearsi non significa tutto, ma è comunque una tappa importante che molte persone non sono in grado di raggiungere!

In generale, dovresti cercare di tenere sempre presente (consapevolezza, è sempre lei...) che in te ci sono delle forti spinte a:

  1. considerarti inadeguata, incapace
  2. considerare gli elementi esterni (es un problema da risolvere) molto più problematici di quanto sono in realtà

Capirai che questi presupposti — è più giusto chiamarli convinzioni, data la forza con cui sono radicati in te e l'elevato valore di realtà che contengono — ti mettono in una condizione penalizzante.

Quindi, Sta' attenta ai pensieri negativi.

Quando arrivano, osservali senza giudicarli. Non respingerli, non odiarli, limitati a guardarli con interesse, tenendo sempre persente che i pensieri sono transitori, cioè possono anche ribaltarsi in breve tempo, per cui non sempre racchiudono elementi di verità; cioè i pensieri possono ingannarci, offrendoci un percetto falsato della realtà.

Una sera, a letto col mio compagno, mi volto, lo guardo e lo sento distante da me, quasi estraneo
E' capitato a me tantissime volte con la mia ex. Non c'è nulla di strano, nulla di cui preoccuparsi: in quei momenti il tuo disagio interiore, il groviglio di pensieri che hai in mente, ti rende anaffettiva. L'importante è capire che tu non sei incapace di amare: si tratta solo di una fase transitoria dovuta ai tuoi dissidi interiori.

Ovviamente, in questi casi, è importante spiegare al partner cosa ci accade. Se è una persona sensibile, intelligente e, soprattutto, se ci ama, comprenderà e avrà pazienza.

come se mi desse fastidio l'idea che lui c'è perche è come se io non potessi funzionare da sola
Capisci che è un ragionamento insensato? Sono sicuro che nella tua relazione con lui manifesti la tua personalità, dai il tuo contributo, suggerisci, proponi, accetti, rifiuti... insomma ci sei! Sarebbe diverso se invece tu fossi totalmente passiva e vivessi di riflesso, assecondandolo in ogni cosa.

Da quanto ho potuto capire dalle tue parole, stai bene con il tuo compagno.

Al tempo stesso, però, hai bisogno di uno spazio tuo per ricomporre le fratture interiori, riordinare i pensieri, capire cosa è vero e cosa invece è solo una stupida convinzione che ti trascini da tanti anni (magari perchè l'hai "presa" dai tuoi).

Quindi, penso che potrebbe essere positivo per te "allentare" i ritmi del vostro rapporto, in modo da poterti sentire più autonoma, senza però azzerare quanto di buono e bello c'è tra di voi.

Mi sembra che il tuo compagno sia una persona intelligente, empatica e paziente, per cui immagino che comprenderà questa tua esigenza e ti aiuterà a soddisfarla.

Ti abbraccio

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ti ringrazio davvero tantissimo per la tua analisi davvero molto preziosa per me, purtroppo questo senso di inadeguatezza lo porto con me dai 13 anni, quando mio padre ha deciso che non dovevo crescere e rimanere vambina e ha iniziato a farmi sentire sempre diversa dalle coetanee. Ultimamente, riguardo il mio compagno, ci sto sempre insieme, non mi levo dalla testa che non sento piu amore, lui mi ha detto che vuole starmk accanto perche sa che non ho una mia vita, che non sono soddisfatta, e vuole starmi vicino (facendo scegliere a me quando vederci e nom vederci)...il punto è che sembra davvero che la mia vita ruoti attorno alla sua, se non sto con lui soffro per quello che non sento piu, quindi voglio starci anche se comunque soffro per la mia assenza di sentimenti ma parliamo, stiamo insieme, stiamo bene (non sono felice pero).sarà abitudine?sarà che senza lui mi sento finita?peró l'idea di non averlo piu vicino mi fa stare male ...Pero vedi?non penso a me,mi dó per spacciata...non riesco a fare cose per me e quando lefaccio dentro ho un dolore lacerante perche penso che lui non sarà piu con me. Mi odio e non riesco a vedermi come una "persona".... Rileggo e rileggeró le tue parole, voglio iniziare ad essere serena, a trovarmi finalmente!

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Ciao Sally :)

Ho riletto un po' ciò che hai scritto e vorrei fare alcune osservazioni su cui potrai riflettere per vedere se le trovi fondate (potrebbero non esserlo).

Punto 1 su cui dovresti concentrare le tue energie = OBIETTIVO su cui impegnarti

questo senso di inadeguatezza lo porto con me dai 13 anni, quando mio padre ha deciso che non dovevo crescere
Che duri da 13 anni non significa che non puoi liberartene. Tuo padre certamente ha svolto un ruolo importante nella sua genesi, ma solo tu sei responsabile nel portarlo avanti.
riuscirò a vedere me in maniera diversa, a volermi bene insomma
Ecco, ciò che hai scritto è proprio quello che dovresti/potresti fare. Lascia perdere il passato: ormai è passato, se resti ancorata ad esso, ti perdi il presente, che invece merita di essere vissuto al meglio. Inizia a volerti bene! Tu sei una donna con la sua personalità, le sue aree di forza (ci sono, anche se forse non le vedi) e quelle di fragilità.... come tutti gli esseri umani. Tu sei degna di vivere bene! Questo te lo devi ficcare nella testa, cioè devi convincerti che è vero :)

Impara a riconoscere ed apprezzare le tue capacità e ad accettare i tuoi limiti.

non penso a me,mi dó per spacciata... Mi odio e non riesco a vedermi come una "persona"
Non pensi a te perchè hai paura di non essere capace di essere autonoma; quella paura devi superarla, e puoi farlo. Odiarti è ingiusto, ingiustificato e deleterio. Tu SEI una persona, e questa è una cosa buona che faresti bene ad accettare con soddisfazione :)

Punto 2 su cui devi fare chiarezza: il rapporto col tuo compagno è una stampella?

non mi levo dalla testa che non sento piu amore... sembra davvero che la mia vita ruoti attorno alla sua... sarà che senza lui mi sento finita?peró l'idea di non averlo piu vicino mi fa stare male...
Tutte queste frasi mi fanno pensare che forse il parere dello psicologo è fondato:
Mi dice che devo concentrarmi su di me, perchè in questi anni con lui mi sono identificata nel nostro rapporto, l'ho seguito ovunque e non ho costruito niente di mio, e che ho sbottato perchè sono arrivata a questa consapevolezza di non voler più essere una bambina.
Devi comprendere se tutto ciò è vero. Se ti sei sempre appoggiata a lui, perdendoti di vista e precludentoti la possibilità di sperimentarti nelle varie situazioni della vita (nonostante possano fare un po' paura), allora restare con lui potrebbe essere dannoso per te. Capisco che quando si è stati per tanto tempo con una persona distaccarsene è doloroso, ma se il vostro rapporto è a spese della tua identità il distacco è l'unico modo che hai per ritrovarti.

Spero di essere stato chiaro. Rifletti serenamente su queste cose.

Se ti senti confusa e c'è qualcosa su cui hai bisogno di confrontarti, questo è il posto giusto :)

Dacci dentro! ;)

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Ciao, non credo di poterti essere molto d'aiuto, ma vorrei condividere con te un'esperienza personale simile alla tua, in parte. Mi è capitato varie volte di stare accanto a persone verso cui provavo sentimenti veri, ma, a seguito di un cambiamento (ero molto molto giovane, 20 anni circa) mi sono sentita diversa, ho cominciato a prendere le distanze, a sentirli distanti, così è finita, pur con dolore. Il punto è che quelle persone le legavo ad una "me" passata, era come se fossero state le persone giuste per la mia adolescenza, ma non per il periodo adulto. Forse la "te stessa" adulta ha bisogno di altre persone, forse di star sola per un po' e scegliere, da autonoma, a chi stare accanto. Il dolore sarà immenso, vedo persone che non hanno il coraggio di fare questo passo e rimangono insoddisfatte per periodi piu' o meno lunghi, per poi finire in "Matrimonio" et simili sempre da "insoddisfatti". Secondo me è un gesto di poco rispetto nei confronti del partner. Come ti ho già detto è doloroso, ma forse un modo per capire con chi vuoi davvero stare, niente vieta che possa essere il tuo ragazzo attuale, tutto ciò che devi fare è sceglierlo da persona autonoma. Anche io credo che non sia il partner il problema, ma per starci bene hai bisogno di capire che è una "tua" scelta, non una cuccia in cui rifugiarti.

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