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ho iniziato oggi a leggere questo libro,segnalato da un' amica, lo trovo molto interessante,chissa' magari a qualcunoa d voi puo' servire

il libro si chiama " a tu per tu con la paura" e' di KRISHNANANDA(pseudonimo di thomas Trobe)

Una guida per viaggiare, attraverso le relazioni, dalla co-dipendenza all’amore e alla meditazione. L’autore, psichiatra e discepolo di Osho, ci porta alla scoperta di noi stessi. Cosa succede dentro di noi quando soffriamo una profonda perdita, quando un amore finisce o un genitore muore? O non siamo amati?

Il libro, partendo dall'esperienza diretta e personale dell'autore, suggerisce un metodo per uscire dalla condizione di paura (che sembra riguardare la maggioranza di uomini e donne occidentali, magari dopo una perdita o un insuccesso): si può guarire da sensi di vergogna e colpa con esercizi di consapevolezza combinati al lavoro sull'energia e a meditazioni guidate, e rigenerare così l'immagine negativa che abbiamo di noi stessi. Il fine non è tanto quello di cambiare o sistemare le cose, quanto di osservare il bambino emozionale che è in noi e capire che esiste la possibilità di scegliere.

Questo libro descrive un viaggio - un viaggio dalla co-dipendenza verso l'amore e la meditazione. e' un viaggio per uscire dalla paura. E' basato sia sul mio processo interiore che sul materiale con cui lavoro nei seminari che conduco, seminari che ho sviluppato insie- me alla mia partner, Vasumati (Sharon Hancock). Ho scoperto che gran parte della mia crescita interiore e' maturata lavorando sulle mie paure. Quando prendo in considerazione i principali eventi della mia vita, mi sembra che spesso abbiano avuto a che fare con le mie paure, in un modo o nell'altro - la paura di affermare la mia creativita', la paura delle perdite, la paura del castigo, delle critiche e dei giudizi, la paura del rifiuto e della solitudine, la paura della sopravvivenza, la paura di espormi, la paura del fallimento, del successo, dell'intimita', del confronto, della rabbia, la paura di perdere il controllo. E ogni volta che sono riuscito a muovermi attraverso una paura importante e a rilassarmi, questo ha segnato un nuovo stadio nella scoperta di me stesso.

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  • 2 weeks later...

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lo stò leggendo proprio adesso, per me è un libro bellissimo. illuminate.

mi stà servendo non poco in questo momento. mi ritrovo a leggere passi che sono per me conferme di ciò che nel tempo, con molta fatica, ho razionalizzato, conferme delle mie prese di coscenza.

è duro il lavoro, e questo libro me lo stà dimostrando :wink:

Hai mai letto Osho?

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MI fa piacere che tu abbia pensato a me...

a me sei venuta in mente senza che nemmeno lo stessi leggendo... :) :wink:

ad un certo punto senti un'emozione: X........E..........L..........A :ciao

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MI fa piacere che tu abbia pensato a me...

a me sei venuta in mente senza che nemmeno lo stessi leggendo... :)  :wink:  

ad un certo punto senti un'emozione: X........E..........L..........A :ciao

che bello pensarsi.. certe volte si è più in contatto con il pensiero che scrivendosi, leggendosi o parlandosi.

Un big abbraccio Aio!

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un big-bang, Xela...la creazione... :wink:

si, è un big bang. che non fa rumore e non scuote, non più, per il momento. c'è un silenzio strano ma molto intenso, pieno di energia buona, che riempie e insegna.

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"They have thrown away words and taken the content deep within themselves.

The words are only containers.

The content is silence."

OSHO

The path of the Mystic

P.S.: Buona notte. :)

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"They have thrown away words and taken the content deep within themselves.

The words are only containers.

The content is silence."

OSHO

The path of the Mystic

P.S.: Buona notte. :)

bellissime.. The content is silence

"...L'amore dovrebbe scaturire dal tuo silenzio, dalla tua consapevolezza, dal tuo atteggiamento meditativo."

(Osho, Satyam, Shivam Sunderam)

Notte Aio a presto :star

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lo stò leggendo proprio adesso, per me è un libro bellissimo. illuminate.

mi stà servendo non poco in questo momento. mi ritrovo a leggere passi che sono per me conferme di ciò che nel tempo, con molta fatica, ho razionalizzato, conferme delle mie prese di coscenza.  

è duro il lavoro, e questo libro me lo stà dimostrando :wink:  

Hai mai letto Osho?

nn ho mai letto OSHO.....qualche consiglio?

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lo stò leggendo proprio adesso, per me è un libro bellissimo. illuminate.

mi stà servendo non poco in questo momento. mi ritrovo a leggere passi che sono per me conferme di ciò che nel tempo, con molta fatica, ho razionalizzato, conferme delle mie prese di coscenza.  

è duro il lavoro, e questo libro me lo stà dimostrando :wink:  

Hai mai letto Osho?

nn ho mai letto OSHO.....qualche consiglio?

L'unico libro che ho letto di Osho è "il Libro Arancione" e te lo consiglio, è bellissimo, per me è stato un incontro illuminante.

So che ha scritto tantissimi libri, sicuramente Aio ti può dare delle dritte!

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Osho è sicuramente illuminante per tanti versi...solo forse un pò "teorico"...

se dovessi consigliare qualche lettura, per entrare ancora più dentro i temi trattati da Osho ,senz'altro direi:

"Lo Zen e il tiro con l'Arco" di Eugen Herrigel

Ma non vorrei distogliervi dalle ottime letture, già impegnative, che state facendo. :)

Riporto cmq. una piccola recensione di questo libro che trovate al link

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__z...n_tiro_arco.php

"Questo piccolo libro, da anni molto letto e molto amato in tutto il mondo, è forse il più illuminante, il più lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen.

Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l'arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee - e soprattutto il suo modo di vivere. All'inizio con grande pena e sconcerto: dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare 'vuoto' per accogliere, quasi senza accorgersene, l'unico gesto giusto, che fa centro - quello di cui gli arcieri Zen dicono: "Un colpo - una vita". In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire è l'arciere stesso. "

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Osho è sicuramente illuminante per tanti versi...solo forse un pò "teorico"...

se dovessi consigliare qualche lettura, per entrare ancora più dentro i temi trattati da Osho ,senz'altro direi:

"Lo Zen e il tiro con l'Arco" di Eugen Herrigel  

Ma non vorrei distogliervi dalle ottime letture, già impegnative, che state facendo. :)  

Riporto cmq. una piccola recensione di questo libro che trovate al link

http://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__z...n_tiro_arco.php

"Questo piccolo libro, da anni molto letto e molto amato in tutto il mondo, è forse il più illuminante, il più lucido e utile resoconto, scritto da un occidentale, di come un occidentale possa avvicinarsi allo Zen.

Un professore tedesco di filosofia, Eugen Herrigel, vuole essere introdotto allo Zen e gli viene consigliato di imparare una delle arti in cui lo Zen da secoli si applica: il tiro con l'arco. Comincia così un emozionante tirocinio, nel corso del quale Herrigel si troverà felicemente costretto a capovolgere le sue idee - e soprattutto il suo modo di vivere. All'inizio con grande pena e sconcerto: dovrà infatti riconoscere prima di tutto che i suoi gesti sono sbagliati, poi che sono sbagliate le sue intenzioni, infine che proprio le cose su cui fa affidamento sono i più grandi ostacoli: la volontà, la chiara distinzione fra mezzo e fine, il desiderio di riuscire. Ma il tocco sapiente del Maestro aiuterà Herrigel a scrollarsi tutto di dosso, a restare 'vuoto' per accogliere, quasi senza accorgersene, l'unico gesto giusto, che fa centro - quello di cui gli arcieri Zen dicono: "Un colpo - una vita". In un tale colpo, arco, freccia, bersaglio e Io si intrecciano in modo che non è possibile separarli: la freccia scoccata mette in gioco tutta la vita dell'arciere e il bersaglio da colpire è l'arciere stesso. "

Questa sarà la mia prossima lettura :evil:

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:) In questo caso un piccolo trailer...una pagina tratta dal testo, con un piccolo precommento.

Una pagina da Lo zen e il tiro con l'arco

Abbiamo semplicemente letto una pagina dal famoso romanzo-saggio di Eugen Herrigel. Qui Herrigel parla della concentrazione sulla respirazione e della fastidiosa situazione nella quale, cercando di fare silenzio interiore, centrati sul nostro respiro, affiorano mille pensieri, stati d'animo, sensazioni, elementi disturbanti per la pratica. Ma...

"[...] Se, continuando a respirare tranquillamente, si accoglie con serenità ciò che si presenta, ci si abitua ad assistervi da semplici spettatori, sino a che si è finalmente stanchi dello spettacolo. Così si giunge gradatamente a uno stato d'abbandono che somiglia a quel dormiveglia che precede il sonno.

Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita; e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità, si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello.

Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale». È infatti saturo di vigilanza spirituale e perciò viene anche chiamato «vera presenza dello spirito». Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perché non si appende a nessun luogo particolare. E può restare presente perché anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità. Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito può ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perché è libero, e aprirsi a tutto perché è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro.

È perciò con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte”.

Come dire, resta in stand-by, e appena scocca la scintilla, tira l'arco, vai...tu e il mondo sarete la stessa cosa e il bersaglio non potrà che essere stato centrato, infatti avrai centrato ciò che davvero senti!

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:) In questo caso un piccolo trailer...una pagina tratta dal testo, con un piccolo precommento.

 

Una pagina da Lo zen e il tiro con l'arco

Abbiamo semplicemente letto una pagina dal famoso romanzo-saggio di Eugen Herrigel. Qui Herrigel parla della concentrazione sulla respirazione e della fastidiosa situazione nella quale, cercando di fare silenzio interiore, centrati sul nostro respiro, affiorano mille pensieri, stati d'animo, sensazioni, elementi disturbanti per la pratica. Ma...

"[...] Se, continuando a respirare tranquillamente, si accoglie con serenità ciò che si presenta, ci si abitua ad assistervi da semplici spettatori, sino a che si è finalmente stanchi dello spettacolo. Così si giunge gradatamente a uno stato d'abbandono che somiglia a quel dormiveglia che precede il sonno.  

Scivolarvi definitivamente è il pericolo che bisogna evitare. Lo si affronta con un particolare scatto della concentrazione, paragonabile al riscuotersi di uno che, sfinito da una notte di veglia, sa che dalla vigilanza di tutti i suoi sensi dipende la sua vita; e se tale scatto è riuscito anche una volta sola, si riuscirà sicuramente a ripeterlo. Per esso l'anima, come da sola, si ritrova quasi a librare entro se stessa, una condizione che, capace di crescere d'intensità, si solleva addirittura a quel senso d'incredibile leggerezza, sperimentato solo in rari sogni, e di felice certezza di poter destare energie rivolte in ogni direzione e di saperle accrescere o sciogliere a ogni livello.  

Questo stato, in cui non si pensa, non ci si propone, non si persegue, non si desidera né si attende più nulla di definito, che non tende verso nessuna particolare direzione ma che per la sua forza indivisa sa di essere capace del possibile come dell'impossibile - questo stato interamente libero da intenzioni, dall'Io, il Maestro lo chiama propriamente «spirituale». È infatti saturo di vigilanza spirituale e perciò viene anche chiamato «vera presenza dello spirito». Con questo s'intende che lo spirito è presente dappertutto perché non si appende a nessun luogo particolare. E può restare presente perché anche quando si rivolge a questo o a quello non vi si attaccherà con la riflessione e non perderà così la sua originaria mobilità. Simile all'acqua che riempie uno stagno ma è sempre pronta a defluirne, lo spirito può ogni volta agire con la sua inesauribile forza, perché è libero, e aprirsi a tutto perché è vuoto. Tale condizione è veramente una condizione originaria e il suo emblema, un cerchio vuoto, non è muto per colui che vi sta dentro.  

È perciò con questa presenza e piena potenza del suo spirito non turbato da intenzioni, e fossero le più nascoste, che l'uomo che si è svincolato da tutti i legami deve esercitare qualsiasi arte”.

Come dire, resta in stand-by, e appena scocca la scintilla, tira l'arco, vai...tu e il mondo sarete la stessa cosa e il bersaglio non potrà che essere stato centrato, infatti avrai centrato ciò che davvero senti!

Ancora di più, questa sarà la mia prossima lettura!

....Singolare (ma non tanto :)) proprio stasera, adesso, prima di leggere il tuo post, pensavo alla meditazione, alla difficoltà ad esercitarla..al fatto che mi piacerebbe provarla. Nel libro in cui stò leggendo ci sono degli esercizi di meditazione, come del resto anche nel libo Arancione di Osho, ma non l'ho mai fatto. Non so dire il perchè, credo che ci sia una sorta di timore in me, nascosto, ma c'è credo, e non so il perchè... lo percepisco come quando vorrei esternare uno slancio di affetto che sia fisico o verbale a qualcuno ma non ne sono capace, mi sento impacciata...la sensazione è quella, non so se mi spiego..

Comunque non vedo l'ora di leggerlo!

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grazie x i vostri consigli :P

xela anche io come te ho difficolta' nel far vedere un gesto d'affetto che sia verbale o fisico,questo pero' penso che sia riportato anche dal fatto che noi con noi stesse come siamo?sto' cercando d capire andando dentro d me cosa c'e' che nn mi fa fluire le mie "normali" sensazioni ed emozioni,forse quando capiro' quello che mi blocca ed accettero' cio' che ho visto dentro me ,allora potro' anche esternare agli altri cio' che sento! e' molto difficile attuare cio' , per esempio mi dedico alla sera o alla mattina del tempo x ascoltarmi dentro. durante la giornata mi segno in un foglietto cio' che ho sentito dentro e poi lo vado ad analizzare ritornando a pensare a cio' che ha scatenato quel sentire,e inizio un dialogo con me stessa cercando d fare attenzione alla mia pancia e al mio stomaco cosa cercano d dirmi quale emozione d rabbia , gioia, tristezza ecc.. .e' molto delicato tutto questo processo xche' sentirci ' il + delle volte e' molto doloroso,pero' devo essere sincera che mi sento in buone mani e che ho voglia d scoprirmi sempre d + proprio nelle difficolta'.quindi la meditazione ovviamente io nn la posso praticare sempre,(specie al lavoro) ma posso rimandare i miei pensieri alla sera appunto come ho detto prima , quando mi sento + tranquilla e mi sento anche + forte xche' ripensandoli poi li accetti d piu'!

mmmm...spero d essermi spiegata bene! :P

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grazie x i vostri consigli  :P  

xela anche io come te ho difficolta' nel far vedere un gesto d'affetto che sia verbale o fisico,questo pero' penso che sia riportato anche dal fatto che noi con noi stesse come siamo?sto' cercando d capire andando dentro d me cosa c'e' che nn mi fa fluire le mie "normali" sensazioni ed emozioni,forse quando capiro' quello che mi blocca ed accettero' cio' che ho visto dentro me ,allora potro' anche esternare agli altri cio' che sento! e' molto difficile attuare cio' , per esempio mi dedico alla sera o alla mattina del tempo x ascoltarmi dentro. durante la giornata mi segno in un foglietto cio' che ho sentito dentro e poi lo vado ad analizzare ritornando a pensare a cio' che ha scatenato quel sentire,e inizio un dialogo con me stessa cercando d fare attenzione alla mia pancia e al mio stomaco cosa cercano d dirmi quale emozione d rabbia , gioia, tristezza ecc.. .e' molto delicato tutto questo processo xche' sentirci ' il + delle volte e' molto doloroso,pero'  devo essere sincera che mi sento in buone mani e che ho voglia d scoprirmi sempre d + proprio nelle difficolta'.quindi la meditazione ovviamente io nn la posso praticare sempre,(specie al lavoro) ma posso rimandare i miei pensieri alla sera appunto come ho detto prima , quando mi sento + tranquilla e mi sento anche + forte xche' ripensandoli poi li accetti d piu'!  

mmmm...spero  d essermi spiegata bene!  :P

Si ascoltarsi è molto difficile, soprattutto quando stai cercando qualcosa, quando cerchi delle risposte.

Visto che per il momento ne ho trovate, ma in parte, o quanto meno non quelle che mi aspettavo di trovare, questo credo significhi che sono arrivata ad un punto, quello della consapevolezza dei miei comportamenti, del mio modo di vivermi e di vivere le emozioni, quindi adesso stò attuando una "stategia" :D , stò cercando di non impormi nulla, di non cercare, ma di vivere tutto ciò che mi accade, di provare a sentirlo.. secondo me sta proprio in questo la risucita, nel lasciarsi andare alla percezione delle nostre emozioni, qualsiasi esse siano, anche le sensazioni brutte, soprattutto quelle.

Ci sono cose, il ricordo di una persona in special modo, che mi da sensazioni sgradevoli, e cerco di allontanarla dalla mente, di sviare, ecco, questo sviare a mio avviso è molto controproducente, perchè è lo stesso atteggiamento che in passato ci/mi ha fatto dimenticare..rimuovere. Stò cercando di non farlo. Non so se sia la strada giusta , ma è una strada. La cosa che mi stà più a cuore in questo momento è vivere, con tutto quello che ne comporta, con la rabbia, la felicità, i deliri, e il nulla, quello lo apprezzo molto sai, perchè sono convinta che se si reisce a stare nel nulla si è arrivati ad un livello di accettazione molto elevato. Vivere devo dire che mi sta risucendo...quel vuoto che ogni tanto invadeva la mia anima ora è un pò che non lo sento (parlo piano perchè non vorrei mi sentisse!) anche se mi aspetto che torni, e se tornerà proverò ad accoglierlo diversamente rispetto a come ho fatto fino ad ora.

Comunque la meditazione mi affascina moltissimo però mi piacerebbe farla con un maestro al mio fianco, vorrei qualcuno che mi guidasse.

Ciao Anna :star

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xela tu quanti anni hai?

mi trovo d'accordo e sto' vivendo anche io questa realta'. Proprio questa notte ho passato le mie con le mie paure che gridavano x uscire e infatti dopo alcune volte che nn le ascoltavo mi sono aperta alla meditazione(sono stata "COSTRETTA "xche' n mi facevano dormire...mannaggia :roll: ) e anche se con fatica ho capito cosa cercava d dirmi la mia mente e il mio fisico.la cosa che mi ha fatto inca..z.z.a.re. sai quale' STATA?.....CHE ALLA FINE DEI MIEI PARANOICI GIRI MENTALI LA SOLUZIONE ERA A PORTATA D MANO , LI davanti che mi fissava e se la rideva sicuram alla visione della mia faccia impazzita! :wink:

Quindi tutto sto' giro d parole x dire che tante tante volte vogliamo complicarci l'esistenza quando in realta' e' tutto molto chiaro e davanti a noi .

la domanda sorge spontanea... XCHE' SONO COSI' MALIGNA NEI MIEI CONFRONTI? XCHE' nn guardo davanti invece d arrampicarmi sugli specchi? DICO A ME STESSA CHE VOGLIO VERITA' QUANDO INVECE CACCHIUS MI RIEMPIO D CAVOLATE IL CERVELLO!guarda che il cervello e' strano forte eh! a volte vorrei essere + superficiale x farmi meno paranoie e vivere d + !

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xela tu quanti anni hai?  

mi trovo d'accordo e sto' vivendo anche io questa realta'. Proprio questa notte ho passato le mie con le mie paure che gridavano x uscire e infatti dopo alcune volte che nn le ascoltavo mi sono aperta alla meditazione(sono stata "COSTRETTA "xche' n mi facevano  dormire...mannaggia  :roll: ) e anche se con fatica ho capito cosa cercava d dirmi la  mia mente e il mio fisico.la cosa che mi ha fatto inca..z.z.a.re.  sai quale' STATA?.....CHE ALLA FINE DEI MIEI PARANOICI GIRI MENTALI LA SOLUZIONE ERA A PORTATA D MANO , LI davanti che mi fissava e se la rideva sicuram alla visione della  mia faccia impazzita!  :wink:  

Quindi tutto sto' giro d parole x dire che tante tante volte vogliamo complicarci l'esistenza quando in realta' e' tutto molto chiaro e davanti a noi .

la domanda sorge spontanea... XCHE' SONO COSI' MALIGNA NEI MIEI CONFRONTI? XCHE' nn guardo davanti invece d arrampicarmi sugli specchi? DICO A ME STESSA CHE VOGLIO VERITA' QUANDO INVECE CACCHIUS MI RIEMPIO D CAVOLATE IL CERVELLO!guarda che il cervello e' strano forte eh! a volte vorrei essere + superficiale x farmi meno paranoie e vivere d + !

Ho 31 anni.

Essere superficiali Anna credo sia una scelta, come del resto ascoltarsi lo è.

Sono due strade che si decide di percorrere.

Io credo che prima o poi si arriva alla medesima strada, le strade diventano una sola, o in una vita o nell'altra. :wink:

Non credo tu sia maligna nei tuoi confronti Anna, piuttosto credo che certi giorni hai una spinta e una lucidità, certi giorni trovi il tuo centro (ricordi questo termine nel libro?) e altri quella spinta ti manca, ogni giorno è diverso, le sensazioni che proviamo sono diverse, l'importante è accettarle, prenderne coscienza, senza giudicarci, mai.

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