mio 0 Autore Share Inserita: 6 giugno 2007 si il centro in realtà è illusione,...... cio che tu hai paura di perdere vivrà anche sensa autocoscenza....... la conoscenza non è un male, anzi è una risorsa insostituibile, il problema è quando crea un sua immagine frazionata inesistente.. queste sono mie verità, per chiunque altro false, ognuno deve conoscere se stesso, capire come funzione... allora morte e vita saranno due compagne inseparabili! Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
summer 0 Share Inserita: 6 giugno 2007 si il centro in realtà è illusione,......cio che tu hai paura di perdere vivrà anche sensa autocoscenza....... la conoscenza non è un male, anzi è una risorsa insostituibile, il problema è quando crea un sua immagine frazionata inesistente.. queste sono mie verità, per chiunque altro false, ognuno deve conoscere se stesso, capire come funzione... allora morte e vita saranno due compagne inseparabili! mio a te quindi non spaventa nulla di questa trasformazione (morte)? non ti senti legato alla tua identità? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Autore Share Inserita: 6 giugno 2007 mio a te quindi non spaventa nulla di questa trasformazione (morte)? non ti senti legato alla tua identità? muoio ogni attimo, non accumulare, non significa non accumulare sapere in senso tecnico , ma in senso psicologico,,,,non lascia segno ogni azione muore e non crea effetto....... e come se morissi ogni volta....e quando verra il giorno , qalunque fosse l'attimo bhè sarebbe quello giusto aavendo sempre completato ogni azione , nulla desidero tra dieci minuti o tra un anno..... in sunto lìunica identità che ho è quella che mi danno gli altri....... e come essere fuori dal fiume delle sofferenze che contiene l'umanità e gridare a chi è dentro forza fuori......ma non so perchè lo faccio......è come una pianta ...perchè cresce??? Ma c'è un perchè o è solo il centro che necessita di un motivo? Pensaci... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 10 giugno 2007 chi ha paura della morte??Non vi pare assurdo avere paura di una cosa che non si conosce....ma è possibile? Non è che la morte in realtà è solo un'idea? E' possibile avere paura di una non-idea, ossia di un fatto? ma qualcuno ha pensato cosa muore.....oltre al corpo e al pensiero c'è qualcosa?? dai sparate! Caro Mio, ma sono proprio le cose che non si conoscono a fare più paura! Si è sempre detto che la natura umana ha paura del vuoto, e per "vuoto" si intende proprio ciò che non si conosce. Del resto, è facile capire il concetto con un esempio banale: dovendo fare degli esami scolastici, preferireste sostenerli davanti agli insegnanti che vi hanno seguito tutto l'anno o di fronte a degli sconosciuti venuti da fuori? Eppure non è detto che questi sconosciuti siano delle carogne...il fatto è appunto che non li conoscete! Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Paperina 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 Per il momento direi paura di soffrire in modo insopportabile.Per lavoro ho visto tanti modi di avvicinarsi all'Evento e,di qualcuno,ne ho un ricordo che spero mi potrà essere utile. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Autore Share Inserita: 11 giugno 2007 Caro Mio, ma sono proprio le cose che non si conoscono a fare più paura! Si è sempre detto che la natura umana ha paura del vuoto, e per "vuoto" si intende proprio ciò che non si conosce. Del resto, è facile capire il concetto con un esempio banale: dovendo fare degli esami scolastici, preferireste sostenerli davanti agli insegnanti che vi hanno seguito tutto l'anno o di fronte a degli sconosciuti venuti da fuori? Eppure non è detto che questi sconosciuti siano delle carogne...il fatto è appunto che non li conoscete! concordo , m aperchè l'uomo fa così? Cosa lo spinge a questo? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
summer 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 concordo , m aperchè l'uomo fa così? Cosa lo spinge a questo? la diffidenza verso ciò che non si conosce credo sia qualcosa di molto primitivo... e penso che l'unica vera ragione sia l'istinto di sopravvivenza... se la diffidenza però si trasforma in una paura bloccante, allora è diverso... ma diventa difficile generalizzare perchè per ogni persona i motivi possono essere molto differenti... e strettamente legati al proprio personale vissuto... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
datango 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 la diffidenza verso ciò che non si conosce credo sia qualcosa di molto primitivo... e penso che l'unica vera ragione sia l'istinto di sopravvivenza... se la diffidenza però si trasforma in una paura bloccante, allora è diverso... ma diventa difficile generalizzare perchè per ogni persona i motivi possono essere molto differenti... e strettamente legati al proprio personale vissuto... Questa paura molto primitiva, è possiblie individuarla? Non potrebbe essere che la mancanza di volontà, atta a comprendere le false convinzioni create dal nostro vissuto ed i vissuti della nostra genealogia, possa alimentare tale paura? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
summer 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 Questa paura molto primitiva, è possiblie individuarla? Non potrebbe essere che la mancanza di volontà, atta a comprendere le false convinzioni create dal nostro vissuto ed i vissuti della nostra genealogia, possa alimentare tale paura? può essere anche specchio della paura delle proprie zone d'ombra, paura di lasciare le certezze a cui a volte ci si aggrappa, paura di scoprire qualcosa di inaspettato di sè Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Autore Share Inserita: 11 giugno 2007 può essere anche specchio della paura delle proprie zone d'ombra, paura di lasciare le certezze a cui a volte ci si aggrappa, paura di scoprire qualcosa di inaspettato di sè non è forse che il cervello che funziona in maniera meccanica ha bisogno di sicurezza e certezza.....se non va in tilt e prova panico in quanto cio che si è costruito , l'immagine di noi stessi, che lui immagina come suo "capo" potrebbe non esistere.....e dunque potrebbe vedere che la realtà è "insicurezza"... chiedo , potrebbe essere ....voi lo vedete?? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
summer 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 non è forse che il cervello che funziona in maniera meccanica ha bisogno di sicurezza e certezza.....se non va in tilt e prova panico in quanto cio che si è costruito , l'immagine di noi stessi, che lui immagina come suo "capo" potrebbe non esistere.....e dunque potrebbe vedere che la realtà è "insicurezza"...chiedo , potrebbe essere ....voi lo vedete?? non esistono certezze perchè nulla resta immutato... le proprie convinzioni sono un po' delle fotografie di qualcosa di vero, ma già passato... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 non è forse che il cervello che funziona in maniera meccanica ha bisogno di sicurezza e certezza.....se non va in tilt e prova panico in quanto cio che si è costruito , l'immagine di noi stessi, che lui immagina come suo "capo" potrebbe non esistere.....e dunque potrebbe vedere che la realtà è "insicurezza"...chiedo , potrebbe essere ....voi lo vedete?? Sono abbastanza d'accordo, sostituendo a cervello il termine "mente" (la mente "mente"), come ho scritto tante volte l'immagine di noi stessi che ci siamo costruita, e che gli altri ci hanno aiutato a costruire, è un qualcosa che ci dà sicurezza, crea l'abitudine, rassicurante come quelle telenovelas dai ruoli fissi, o quei cartoni animati dove il gatto insegue il topo in eterno... La realtà è il VUOTO dove ti puoi muovere in assoluta libertà al di là di ogni ruolo. Ma il vuoto fa paura, e noi ci creiamo i ruoli, "piacere, avvocato De Codicillis, dottor De Medicis, onorevole De Monis, ecc.". Cosa c'è dietro la maschera? Domanda che potrebbe fare mauriziocostanzo ai telespettatori addormentati davanti al video... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
summer 0 Share Inserita: 11 giugno 2007 La realtà è il VUOTO dove ti puoi muovere in assoluta libertà al di là di ogni ruolo. Ma il vuoto fa paura, e noi ci creiamo i ruoli, "piacere, avvocato De Codicillis, dottor De Medicis, onorevole De Monis, ecc.". Cosa c'è dietro la maschera? Domanda che potrebbe fare mauriziocostanzo ai telespettatori addormentati davanti al video... vero... ma secondo voi questa "necessità di avere un ruolo" è innata o legata al contesto? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 12 giugno 2007 vero... ma secondo voi questa "necessità di avere un ruolo" è innata o legata al contesto? E' legata al contesto, secondo me, ma essendo così da millenni, è divenuta interiorizzata in maniera quasi genetica. Tanto è vero che sentirsi diversi, "decontestualizzati" (brutta parola, vero?) ci fa sentire male...Quando arrivai, nel 1985, alla palestra dove si praticava yoga, confessai al maestro di yoga che stavo male perché non sapevo più chi ero. Lui mi rispose che questo era un ottimo punto di partenza, occorreva soltanto viversi POSITIVAMENTE questa sensazione... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Paperina 0 Share Inserita: 12 giugno 2007 Proprio sicuri che questa necessità di ruoli sia così importante? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Autore Share Inserita: 12 giugno 2007 vero... ma secondo voi questa "necessità di avere un ruolo" è innata o legata al contesto? non è innata , il problema credo sia iniziato migliaia di anni fa...... credo che il problema sia intrinseco alla struttura della mente.....essa accumula conoscenza per migliorare e affinare la "tecnica" , mi spiego: faccio una scoperta , tu la impari, e puoi continuare da dove sono rimansto io , e così si creano le varie tecniche.....giusto? L'uomo ha applicato dunque il processo "esterno" verso l'interno e tutte le esperienze e le sensazioni , invece di morire e nascere ogni attimo hanno formato una sorta di tappo che crea accumulo e questo accumulo e cio con cui noi ci identifichiamo, ossia l'io. Molti credono che una volta eliminato il "me" dunque il tempo psicologicamente inteso, il divenire, il continuare non ci sia nulla ....ma io dico che non è così.... non si può spiegare a parole una cosa nuova....ma per esempio un bambino appena nato è senza identificazione, un'uomo che perdesse la memoria psicologica , sarebbe senza identificarsi con essa,....... dunque io ricapitolerei dicendo che questo processo nasce dal bisogno di sicurezza di essere, di essere come individui e non solo come umanità.....però questo pone un problema che in realtà non esiste.....lamorte..? La continuità deve aver fine ed ecco l'idea della morte.......dico idea perchè in realta cio che muore è un 'idea non un fatto...... boh sto andando troppo oltre...... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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