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La depressione infantile


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Dott.ssa Maria Concetta Cirrincione - Psicologa

Introduzione

Quando si parla di depressione nel bambino, bisogna fare sempre molta attenzione in quanto, pur esistendo una vasta letteratura, è abbastanza raro constatare nel bambino un quadro clinico simile a quello degli adulti.

Gli psicoanalisti a proposito non hanno alcun dubbio, basti pensare a M. Klein (1935) che fa chiaramente riferimento alla “posizione depressiva” nel bambino. Tutti sono più o meno d’accordo sull’importanza di questa fase, anche se il termine “depressivo” non sembra essere adeguato, in effetti molti ritengono che l’utilizzo di questa terminologia clinica presa in prestito dalla psicopatologia dell’adulto sembri piuttosto forzata per descrivere uno stadio normale dello sviluppo psicogenetico del bambino.

Sandler e Joffe (1965) fanno una distinzione tra lo stato di sofferenza clinica del bambino e la depressione, in effetti di fronte ad uno stato di sofferenza il bambino può mettere in atto dei meccanismi di rifiuto, di evitamento, di collera, o anche di rabbia che sono distinti dalla reazione depressiva. Quest’ultima invece, secondo gli autori, rappresenta l’ultima reazione del bambino per cercare di evitare la sofferenza fisica e psicologica. In altre parole si potrebbe tradurre come la perdita di uno stato di benessere anteriore nel quale è compresa la relazione con “l’oggetto soddisfacente”. Tale perdita porta il bambino alla sofferenza che è intimamente legata con lo sviluppo dell’aggressività, la quale se non opportunamente scaricata accresce nel bambino il sentimento d’impotenza che porta verso la reazione depressiva.

Negli ultimi 10 anni, la letteratura ha alternativamente considerato la depressione come fenomeno assente nei bambini, oppure come un fenomeno che si manifestava in forme “mascherate” o sottoforma di equivalenti depressivi, o semplicemente come processo di crescita normale del bambino piuttosto che, un disturbo vero e proprio (A.A.V.V., 2004).

La ragione di queste ipotesi contrastanti potrebbe dipendere dal fatto che la depressione infantile sia associata a svariate false credenze, cui comunemente si presta fede, che negano l'esistenza della depressione durante l'infanzia o l'adolescenza. (Cocchi, 1985).

Analizziamone alcune:

• La convinzione erronea forse più comune è che l'infanzia sarebbe un periodo spensierato e felice. Per molti adulti ciò è vero, perlomeno sulla base dei ricordi che essi serbano. D'altro canto, molti adulti che non hanno avuto un'infanzia felice spesso non lo ammettono e si considerano la sfortunata eccezione alla regola. Oggi ad ogni modo i bambini crescono sotto pressioni più forti, con un minor supporto a casa ed un ambiente sempre più impersonale e spersonalizzante che consente una quantità molto minore di contatti interpersonali e di attività.

• La depressione viene spesso considerata il risultato o la reazione a qualche evento traumatico o una forte delusione. Ma se nessun dramma è avvenuto, allora perché il bambino è depresso? In tal senso bisogna considerare, oltre ai fattori biologici, anche le differenze evolutive; eventi che non turberebbero un adulto possono invece essere molto penosi per un bambino. Inoltre, in genere, non è un singolo evento, per quanto potente, a innescare la depressione, bensì una serie di eventi anche meno evidenti e drammatici.

• La convinzione irrazionale degli insegnanti di dover soddisfare tutti i bisogni di ciascun allievo. Quindi se un bambino appare abbattuto pensano che sia una loro responsabilità quella di tirarlo su di morale. Questi insegnanti vedono il fatto di inviare un bambino dallo psicologo come un fallimento personale.

• L'ultima ragione, forse la più importante, della mancata segnalazione e invio ai servizi competenti di questi bambini da parte degli insegnanti, risiede nel fatto che i bambini depressi raramente disturbano in classe. In genere, infatti, sono bambini apparentemente tranquilli che siedono nelle ultime file dell'aula e che non parlano molto. Quando si chiede loro di fare qualcosa, sono normalmente ansiosi di compiacere l'insegnante e aderiscono comunemente alle richieste ricevute. E' facile che questi bambini vengano dimenticati, perché non sono vivaci e non sollecitano l'attenzione degli insegnanti o di altri membri del personale scolastico.

Recentemente, grazie anche alle scoperte avvenute nel campo della neuropsicologia, la depressione in età infantile è diventato un fenomeno largamente accettato e che potrebbe insorgere sin dalla primissima infanzia. Studi sull’epidemiologia e osservazioni longitudinali della depressione...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=5871

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ho letto l'articolo con attenzione, non sono un'esperta, ma avverto una sovrastima rispetto alla relazione genitoriale e depressione infantile. Ma se i figli passano ore fuori casa, fin dai primi mesi di vita.

Mio nipote di 12 mesi, ha passato l'estate con la nonna, e con me ed i miei figli...i genitori li vede solo dopo le 19.00 e nel mese di agosto, la logica deduzione è che sarà un bimbo depresso, dato che la sera la madre è stanchissima.

Anche in passato abbiamo assistito ad attribuzioni eccessiva di colpa, specie alla madre, come si afferma nell'articolo citato, e mi riferisco all'autismo, che poi si scoprì avere radici ben più organiche di un semplice rapporto conflittuale madre-figlio.

Ho sentito alcuni pedagogisti parlare di quanto sia deleterio invece il permissivismo, e su quanto questo comporti la non soddisfazione cronica di un bambino e dell'adulto che sarà.

Ragazzini accuditi come neonati anche a 10 anni, a cui tutto è concesso, dal punto di vista materiale.

La società dei bisogni effimeri, ha un impatto educazionale o diseducazionale importante nei confronti dei bambini, oltre a quello familiare.

La depressione infantile, la inquadro meglio su un piano bio-psico sociale, dove il problema è multidimensionale ed in quest'ottica, proverei a teorizzare, scindendo la psiche dalla pura logica meccanicistica.

Troppo semplice, troppo scontato, fermarsi alla superfice, l'articolo è una lettura della realtà, ma limitata ad una parziale fotografia familiare dalle 19.00 alle 21.00 di sera....!

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