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le manifestazioni del male


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Come riconoscere una depressione esistenziale? Molti soggetti riferiscono di aver perso interesse per le cose quotidiane della giornata e, se il loro stato è penoso, è difficile concludere che si tratti di una depressione esistenziale. In realtà ciò che è fondamentale è scoprire se fra gli interessi persi esistevano oggetti d'amore e se questi erano amati correttamente. Se la perdita di interessi riguarda solo la quotidianità, come il semplice lavoro, lo studiare, il guardare la televisione ecc. e si scopre che il soggetto non aveva veri oggetti d'amore (o che li amava male, in maniera nevrotica), allora è molto probabile che la componente esistenziale della sua depressione sia massima. La domanda fondamentale è dunque la seguente:

prima della depressione c'era qualcosa che amava veramente investendo entusiasmo in questo oggetto d'amore?

Se no, la depressione non è che la "presa di coscienza inconscia" (notate l'apparente contraddizione da cui nasce il dramma della depressione) dell'assenza nella vita di vero amore.

Il dolore non è necessario - Secondo la religione buddhista la vita è dolore; questo è un concetto che non è noto a molti buddhisti occidentali che hanno frainteso la loro religione e hanno aderito a essa solo in un impeto di misticismo o per liberarsi dai vincoli di religioni come il cristianesimo e l'islamismo che intervengono pesantemente nella vita quotidiana, condizionando le scelte dei loro fedeli. Non è però solo il buddhismo che ritiene che la vita sia dolore; molte altre religioni attribuiscono al dolore e alla sofferenza un valore particolare e fanno di chi soffre una specie di eletto. La cosa non è chiara nemmeno ai sacerdoti; per limitarsi al cattolicesimo, è indubbio che esistano uomini di Chiesa che sono inclini al sorriso e alla gioia e altri che invece fanno dell'ascetismo, della sofferenza, del dolore il filo conduttore della vita.

Con una semplice analisi della situazione odierna si scopre facilmente che oggi troppe persone soffrono di depressione. Tralasciando i casi clinici, molte forme depressive (soprattutto se lievi) sono perfettamente spiegabili con l'organizzazione della vita del soggetto. Purtroppo per molti individui il dolore, la sofferenza, i problemi sono proprio ciò che aiuta a vivere, riempiendo una vita incolore. L'assenza di amore (per la loro incapacità di amare) li porta a trovare nella sofferenza l'unica cosa che giustifichi la vita; il loro atteggiamento sembra masochistico, ma in realtà è un mezzo di difesa. Se prendessero coscienza della loro incapacità di amare (e purtroppo molti arrivano a questo stadio), capirebbero che la loro vita è vuota e inutile per colpa loro, non per i problemi che li affliggono, per le preoccupazioni che li schiacciano, per la malattia che li uccide.

La predisposizione - Il profilo tipico di un depresso esistenziale è:

assenza di veri interessi

assenza di autosufficienza

forza di volontà anevrotica assente o limitata

I tre punti sono in genere presenti anche prima che scoppi la depressione. Si deve anche notare che depressi che hanno periodi di remissione (e nei quali stanno relativamente bene) continuano a mantenere una visione della vita che li predispone alla depressione: il successivo periodo depressivo non è altro che la nuova attuazione della loro personalità depressa in un contesto ritornato a essere più difficile (per esempio cessa un interesse che occasionalmente aveva spinto la bilancia esistenziale verso il positivo).

L'amore per qualcosa o per qualcuno non proviene dalla capacità di amare, ma è subordinato ad altre cause come il successo, la necessità di appoggiarsi alla persona amata ecc. Non si tratta di interessi veri, ma effimeri, che stanno in piedi finché danno al soggetto quello di cui ha bisogno: ci si butta nel lavoro per la carriera o per i soldi non perché si ama ciò che si fa, si pratica sport perché si vince e non per il piacere di farlo, si coltiva un hobby perché ci permette di avere relazioni sociali e non perché lo si ama ecc.

L'individuo spesso non è autosufficiente: ha bisogno della famiglia, dei genitori; spesso soffre la solitudine in assenza di un partner con cui vivere la vita; se lo trova, diventa dipendente sia economicamente sia esistenzialmente da lui ecc.

I motivi - I motivi apparenti di una depressione esistenziale sono tanti e a volte sembrano molto credibili; può darsi per esempio che chi aveva qualcosa d'amare e lo ha perso entri in un periodo di depressione; se il periodo si protrae probabilmente la persona aveva vissuto senza aver sviluppato sino ad allora la capacità d'amare che gli avrebbe permesso di sostituire l'oggetto dell'amore. In realtà il vero motivo è sovente lo stesso: purtroppo chi è portato a vivere periodi di depressione esistenziale non sa amare (o lo fa in modo sbagliato) sin da piccolo; anche se si è interessato a molte cose, mai in genere lo ha fatto per amore: lo ha fatto perché spinto dalla famiglia, lo ha fatto per ottenere l'ammirazione degli altri, lo ha fatto per un'infatuazione passeggera, lo ha fatto per nascondere o risolvere i propri problemi. Chi ama veramente non ha tempo per essere depresso e amare dipende solo da noi, non da ciò che ci viene offerto dal mondo.

Come uscirne - In poche righe non si può certo avere la pretesa di insegnare come riorganizzare la propria vita. Si può però dire cosa non si deve fare. Il depresso esistenziale spesso fa di tutto per non modificare una virgola della sua vita: si affida ai farmaci, convinto che la sua sia una malattia solo chimica, oppure si affida al terapeuta perché vuole sentire parlare della sua condizione, dei suoi sintomi, di come curarsi: ci vogliono spesso mesi o anni per arrivare alle cause. Deve invece fare tabula rasa del suo precedente modo di vivere, nascere ancora, imparare (o reimparare) ad amare il mondo, sviluppando la sua capacità d'amare: non può pretendere che la sua anima ritorni a volare se non cambia nulla, se non si costruisce un nuovo paio di ali.

preso da Qui

ma ste cose le copiincolli? O cosa? Dio mio un pò mi ci ritrovo....

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Toh, lo conosco bene questo sito mezzoelfo. L'ho letto tutto, è fatto bene. L'hai fatto il gioco della vita? Io ho perso perché debole.

Però ho provato una sorta di onnipotenza seguendo i suoi consigli. Credo che non sia il metodo giusto, che si finisce per mentire a se stessi solo perché si vuole stare bene.

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  • 1 month later...
 

depresso è colui che si rende conto che cio che voleva non è cio che è e mai lo sarà......e non lo accetta

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DEP - depressione

Risposte del Prof. Paolo Pancheri, direttore della clinica Psichiatrica III dell'universita' di Roma "La Sapienza"

(Tratto dal libro "100 domande e 100 risposte")

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Perché ci si ammala di depressione ?

La depressione è una malattia ereditaria?

Lo studio della ereditarietà genetica delle malattie psichiatriche pone, a differenza delle malattie mediche, maggiori problemi.

In molte delle malattie mediche è possibile individuare delle cause biologiche precise che in molte delle malattie psichiatriche sono ancora discusse. Una volta chiarite le cause e stabilito che non sono "esterne" all'organismo (quindi "acquisite") ma "interne" ad esso, è possibile studiare se siano state ereditate dal patrimonio genetico dei genitori.

Tutto questo nelle malattie psichiatriche è senz'altro più difficile poiché si discute ancora su quanto della malattia sia "costituzionale" ed "innato" (ereditato) e su quanto sia invece "acquisito" dalle influenze ambientali esterne.

A questo proposito è necessario precisare che alcune forme di depressione hanno una importante componente "acquisita", dipendono cioè in gran parte dall'ambiente esterno, dagli eventi di vita spiacevoli (stressanti) e dalle modalità con cui questi eventi vengono affrontati. Altre forme depressive (ad esempio gli episodi che si manifestano

nell'ambito di un disturbo bipolare) hanno una prevalente componente genetica.

I dati sulla ereditarietà della depressione provengono dalle osservazioni sulle famiglie e dagli studi sui gemelli e, anche se si tratta di dati statistici, forniscono interessanti basi per eventuali interpretazioni.

È stato rilevato infatti che un soggetto ha una maggiore probabilità di ammalarsi di depressione se vi sono tra ascendenti e collaterali altri componenti ammalati e che il rischio aumenta quanto più stretto è il rapporto di parentela.

Di fronte a questo dato si potrebbe comunque obiettare il fatto che i soggetti appartenenti alla stessa famiglia condividono ambiente, abitudini, atteggiamenti, modalità di affrontare i problemi e così via. Un individuo quindi cresce e si sviluppa in un particolare ambiente ed "acquisisce" caratteristiche analoghe a quelle dei familiari ma non le eredita geneticamente.

Gli studi sui gemelli "omozigoti", che si sviluppano cioè dalla stessa cellula fecondata (zigote) ed ereditano un patrimonio genetico identico, hanno dato un valido contributo alla comprensione di questo problema. Se infatti i due gemelli vengono separati alla nascita e vengono fatti crescere in ambienti diversi, essi mostrano una altissima probabilità di ammalarsi entrambi di depressione. Questa probabilità non è del 100%; ciò significa che le influenze ambientali giocano comunque un ruolo importante, anche se parziale.

In sintesi una componente ereditaria nella genesi dei disturbi depressivi è accertata, in particolare per alcune forme cliniche (disturbo bipolare), ma è importante sottolineare che fattori ambientali ed influenze esterne favoriscono la manifestazione della malattia. Ciò che si eredita quindi non è tanto la malattia in se stessa quanto la predisposizione, il terreno biologico favorevole perché la malattia si sviluppi.

Spesso un paziente che ha sofferto di un episodio depressivo si chiede se i propri figli potranno ammalarsi anch'essi di depressione. La risposta a questa domanda dipende dai vari fattori di rischio.

In genere il rischio è maggiore se la depressione di cui ha sofferto il paziente era di tipo "bipolare" (alternanza di episodi di depressione e di eccitamento) e se altri familiari hanno anch'essi sofferto o soffrono di depressione.

Il rischio è più alto se sia il padre che la madre soffrono o hanno sofferto di depressione. Il rischio è invece minore se vi è un solo membro della famiglia ammalato o se il disturbo di cui è affetto il paziente è di tipo unipolare (vari episodi di tipo depressivo in assenza di episodi maniacali).

Se si ha motivo di ritenere che vi sia un rischio ragionevole di malattia depressiva per i propri figli, non vi sono provvedimenti particolari da prendere se non un'attenta osservazione per identificare eventuali sintomi precoci di un ipotetico inizio della malattia depressiva. Va tenuto presente che anche i bambini possono ammalarsi di depressione e che l'adolescenza e la prima giovinezza vanno considerate come "età a rischio" per l'inizio di una forma depressiva

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LA DEPRESSIONE NELLA DONNA - PERCHÉ SUCCEDE, COSA SI PUÒ FARE

Essere depressi: è normale?

Tutti noi passiamo periodi in cui ci sentiamo tristi, soli ed infelici. I fatti di tutti i giorni ed il modo di affrontarli, interferiscono a volte con il nostro equilibrio emotivo. Fa parte della vita.

Tuttavia, quando questi stati d'animo si trascinano per settimane o mesi, senza il ritorno di una visione positiva e serena della vita, potrebbero trattarsi di depressione.

La depressione è il più comune problema psichiatrico, che colpisce milioni di persone ogni anno in tutto il mondo. Per ragioni, che i ricercatori stanno ancora cercando di comprendere, alcune forme di depressione sembrano essere almeno due volte più comune nella donna che nell'uomo.

In quest'articolo daremo uno sguardo ad alcune delle possibili ragioni del perché le donne hanno più probabilità di essere colpite dalla depressione, come riconoscerne i sintomi in te e negli altri e come la depressione può essere trattata efficacemente.

La depressione nella donna: quanto è frequente?

Si stima che fino al 25% delle donne soffrirà di depressione in un qualche momento della vita. La diversa incidenza della depressione tra uomini e donne inizia a manifestarsi verso il periodo adolescenziale. Con l'età, questa differenza si accentua. Le donne soffrono più dell'uomo della depressione dai 18 ai 44 anni, e soprattutto dopo i 25. Per qualche motivo tra i 44 e i 65 anni la differenza è meno pronunciata, ma dopo i 65, nuovamente, le donne sono più a rischio degli uomini. Non soltanto la depressione è più comune nella donna, ma spesso è accompagnata da altri sintomi più frequenti nella donna, tra cui l'ansia, disordini del sonno, attacchi di panico e disturbi alimentari.

Riconoscere i sintomi della depressione

I sintomi della depressione possono variare ampiamente. Alcuni dei sintomi più frequenti sono rappresentati da sentimenti di impotenza e pessimismo, tristezza continua, pensieri negativi o preoccupazioni eccessive, bassa autostima, perdita di piacere nelle attività comuni, irritabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria e indecisione. Altri sintomi sono: sensazione di scarsa energia, aumento o diminuzione dell'appetito, alterazioni del sonno (aumento o diminuzione delle ore di sonno) e diminuito interesse per il sesso. Se diversi di questi sintomi sono presenti e perdurano per settimane o mesi, è molto probabile che si tratti di depressione.

Nelle giovani donne i segnali di depressione possono includere problemi scolastici e disturbi alimentari. Esse possono avere un'immagine distorta del proprio corpo, una perdita d'appetito, una generale mancanza di soddisfazione, sentimenti d'infelicità con se stesse e con la vita in generale.

Donne più anziane possono celare disturbi del comportamento o non ammettere d'essere infelici o depresse. Possono, invece, lamentare disturbi fisici come dolori cronici, problemi digestivi o mal di testa.

La depressione è più comune nella donna. Perché?

La domanda "Cosa genera la depressione?" non ha facile risposta. Spesso, la depressione non ha motivi identificabili. Vi sono tuttavia, fattori di rischio che possono produrre la depressione in alcune persone. Si tratta di fattori genetici (ereditarietà), alterazioni ormonali, eventi negativi della vita, alcuni farmaci e certe malattie. Perché, però, le donne sembrano più sensibili alla depressione degli uomini? Alcuni elementi, sia interni sia esterni, possono contribuire all'aumentata incidenza della depressione femminile.

La depressione nelle donne

Le origini e i sintomi della depressione femminile sono diverse e complesse, risultando da un'ampia gamma di cause fisiche e psichiche. Benché non vi sia risposta certa al quesito (cosa causa la depressione nella donna?), è sicuro che il numero di donne colpite da depressione è doppio rispetto agli uomini. I ricercatori hanno trovato l'evidenza che la depressione dipende da disequilibri chimici nel cervello. Queste alterazioni potrebbero essere provocate da alterazioni ormonali, reazioni agli eventi della vita o una combinazione di entrambi i fattori. Molti esperti ritengono che le donne tendano, di solito, a vivere una maggior risonanza emotiva nelle relazioni sociali ed interpersonali. Questa può essere una caratteristica positiva ed importante, ma potrebbe rendere alcune donne più vulnerabili alla depressione.

E' interessante notare come esperienze sia positive sia negative possano a volte accompagnarsi ad un episodio di depressione. In altre parole, la depressione può essere causata dall'ansia che accompagna un cambiamento significativo nella vita di una persona, anche nel caso di un evento positivo.

Qualunque sia la causa, è importante per la donna imparare a riconoscere i segnali di depressione e cercare assistenza medica se i sintomi persistono. La guida e l'esperienza di un medico sono cruciali per capire le azioni adeguate da compiere, nel cammino verso la guarigione. Quasi sempre, la depressione può essere trattata efficacemente.

A volte, problemi di salute e depressione vanno di pari passo. In alcuni casi, sintomi fisici (come mal di testa, dolori addominali o nausea, costanti mal di schiena e collo, problemi respiratori) per i quali i medici non riescono a trovare una causa organica, possono, essere segni di una depressione nascosta. Ma è vero anche il contrario. La depressione può mascherare altri problemi di salute che a volte non sono notati e curati nelle persone depresse. Inspiegabile difficoltà a dormire, tremori alle mani, pronuncia incerta, problemi digestivi ed emicranie sono tutti segnali comuni che qualche cosa non va bene e che è necessario discuterne con un medico.

L'importanza della genetica

In molti casi sembra esserci una componente genetica nella depressione. Molti studi hanno messo in evidenza che vi è una più alta prevalenza di depressione in certe famiglie o in parenti di persone sofferenti di depressione, rispetto alla popolazione generale. Inoltre, se un gemello omozigote (identico) soffre di depressione, l'altro gemello avrà quasi certamente lo stesso disturbo. La stessa cosa non si verifica nei gemelli eterozigoti (diversi). Dal momento che i gemelli identici condividono lo stesso patrimonio genetico, mentre i gemelli diversi no, questo indica in maniera assai convincente il ruolo dell'ereditarietà nella depressione.

Fattori ormonali

Anche gli ormoni hanno ricevuto attenzione nella ricerca delle cause della depressione nella donna. Modificazioni dei livelli ormonali degli estrogeni e del progesterone, sembrano avere un importante effetto sugli umori della donna. La depressione si presenta più frequentemente nelle fasi e nelle età in cui si verificano cambiamenti ormonali: pubertà, parto, menopausa, ciclo mestruale.

Ma è vero anche il contrario, ovvero che stress emotivi e disturbi dell'umore possono provocare alterazioni ormonali nella donna.

L'uso di pillole contraccettive, che funzionano modificando i livelli degli ormoni, è stato anch'esso associato con la depressione. Benché non tutte le risposte siano disponibili, gli ormoni sono degni di nota come possibile causa della depressione.

Sindrome premestruale e mestruazioni

Durante il ciclo mestruale i livelli ormonali cambiano costantemente. La relazione tra questi cambiamenti e lo sviluppo della depressione nella donna è attualmente un argomento di studio e di ricerca. Molti studi dimostrano che la "sindrome premestruale" (o SPM), che spesso può includere sintomi di depressione, è comune a molte donne. In molti casi, i sintomi sono lievi, non interferiscono con le attività quotidiane e di solito non richiedono una cura. In alcuni casi, i sintomi possono essere più gravi e tali da impedire un funzionamento normale. In tali casi si dovrebbe consultare un medico ed iniziare un trattamento.

Depressione post-parto

Quasi tutti hanno sentito parlare di questo tipo di depressione. In una neo mamma sono frequenti le oscillazioni dell'umore nei primi giorni e settimane seguenti la nascita del bambino. È probabile che le forti emozioni legate alla nascita e la tempesta ormonale successiva al parto possano avere un ruolo nell'instabilità del tono dell'umore post-parto.

Tali oscillazioni sono talmente frequenti da essere considerate normali ed in genere tutto si risolve velocemente e senza necessità di interventi. Per alcune donne, però, questi sentimenti di depressione possono trascinarsi, diventare più gravi e allora una terapia può essere necessaria.

Le donne sono più sensibili alla depressione post-parto se hanno già sofferto di depressione in precedenza e viceversa saranno più esposte a successivi episodi depressivi se hanno sofferto di depressione post-partum.

Altre possibili cause di depressione

La depressione, sia nell'uomo sia nella donna, può essere anche influenzata dall'alimentazione, da problemi medici, da farmaci e altre sostanze, da mancanza di esercizio fisico, da influenze psicosociali e da altro ancora. Alcuni di questi fattori sono di seguito descritti.

Problemi medici

Vi sono alcune patologie di ordine internistico che possono provocare depressione come ad esempio i disturbi della tiroide, le malattie di fegato, alcune patologie endocrine. Ma quasi tutte le malattie di una certa gravità possono manifestarsi con alcuni sintomi che sono in comune con la depressione, come ad esempio la stanchezza, la mancanza di forza e di entusiasmo, la difficoltà di concentrazione, la perdita di peso. Per questo motivo è necessaria una valutazione medica ed un check-up prima che una diagnosi di depressione possa essere confermata. La depressione, sia pure raramente, può anche essere influenzata da fattori alimentari come conseguenza di abitudini alimentari non adeguate: è il caso dell'anemia provocata da bassi livelli di vitamina B12 o da mancanza di ferro.

Farmaci, alcool ed altre droghe

Tutti i farmaci possono produrre effetti collaterali e alcuni possono incidere sul tono dell'umore ed indurre depressione.

Certi ormoni e alcuni farmaci utilizzati contro l'ipertensione (non tutti), possono avere come effetto collaterale la depressione sia nell'uomo sia nella donna.

Fino ad un terzo delle donne può sviluppare depressione o altro disturbo dell'umore come effetto collaterale dell'uso di pillole anticoncezionali, ma il rischio si è molto ridotto con gli anticoncezionali più recenti.

Una sostanza di uso comune che modifica il tono dell'umore è l'alcool.

L'abuso di alcool può risultare dal tentativo di una persona di autocurare e mascherare i sintomi depressivi e può, così, peggiorare l'episodio depressivo. L'abuso di alcool può generare depressione in individui vulnerabili. L'assunzione di alcool in associazione con altre sostanze o farmaci, può produrre interazioni imprevedibili e pericolose e può peggiorare la depressione.

Anche l'uso di droghe può accompagnasi ad episodi depressivi, sia durante il loro utilizzo, che alla loro dismissione.

Disturbo affettivo stagionale (DAS)

Un altro interessante argomento di attuale ricerca sulla depressione è il disturbo affettivo stagionale o DAS. Soggetti affetti da DAS possono sentirsi depressi con l'arrivo dell'inverno e la diminuzione delle ore di luce. I ricercatori ipotizzano che la quantità di luce solare influenzi l'equilibrio di certe componenti chimiche del cervello, portando alla depressione. Se noti qualche oscillazione stagionale nel tuo umore, parlane con il tuo medico.

Influenze psicosociali sulla depressione

Le influenze psicosociali sulla depressione sono argomenti di ricerca attuale ed incidono probabilmente sulla malattia più di quanto generalmente si pensi. Alcuni fattori psicosociali sembrano colpire uomini e donne in misura uguale, mentre altri sono specifici per la donna. Benché non siano ancora state trovate risposte sicure, sembra che alcuni di questi fattori possano aiutare a spiegare perché alcune donne sono più sensibili alla depressione di altre.

Eventi negativi della vita

Eventi negativi della vita, come la morte di un caro, il divorzio, la perdita del lavoro o la povertà sono stati riconosciuti come fattori implicati nell'insorgenza della depressione sia nell'uomo che nella donna, sia immediatamente dopo l'evento o più tardi nella vita. Alcune persone hanno strategie che permettono di sopportare eventi problematici e di trattarli in modo che non turbino la loro vita in maniera eccessiva. Per altri questi eventi possono invece sfociare in depressione. Alcuni episodi traumatici, come lo stupro ed altre forme di abuso sessuale, sono più frequenti nelle donne e contribuiscono alla maggiore incidenza della depressione. Abusi nell'infanzia possono talvolta provocare sentimenti di "colpa inappropriata", una condizione che può manifestarsi più tardi come depressione o altri disturbi psichici. È importante ricordare comunque che la depressione può derivare da una serie di cause. Molte persone con depressione non sono mai state esposte a eventi significativi veramente negativi nella vita e d'altra parte alcune persone che hanno avuto esperienze negative nella vita non sono depresse.

Relazioni affettive, matrimonio e figli

La quantità e la qualità dell'aiuto e dell'affetto che riceviamo dalle nostre relazioni interpersonale, possono proteggerci dagli stress e dalle tensioni della vita quotidiana e possono ridurre le reazioni fisiche e psichiche alle difficoltà. La mancanza di una relazione importante e di confidenza, sia con il coniuge, compagna/o, amica/o, può aumentare il rischio di cadere in depressione. Vi sono alcune evidenze che il matrimonio può in qualche misura proteggere contro lo sviluppo della depressione nell'uomo e nella donna se compiti come la cura dei bambini ed i mestieri domestici sono ripartiti e condivisi. Le donne disoccupate che rimangono a casa a curare i bambini sono statisticamente a maggior rischio per la depressione. Il divorzio o la separazione possono portare a un episodio depressivo, soprattutto se vi sono coinvolte questioni di affido e problemi economici.

Stima personale

Molte donne vivono con un senso di sicurezza e con la sensazioni di poter dominare le situazioni anche difficili della vita. Altre, invece, per una serie di fattori sociali e familiari complessi, possono avere una bassa stima di se e sentirsi inutili. Possono sentirsi scarsamente apprezzate e considerate dagli altri o pensare di non avere un ruolo importante nella società o nella loro famiglia.

Altre donne possono credere che il loro valore si basi primariamente sull'aspetto fisico e si deprimono se credono di non "essere all'altezza" degli standards imposti dalle attrici e modelle. Le adolescenti soprattutto, nel tentativo di emulare modelli femminili "di moda", sono inclini a sviluppare disturbi alimentari, spesso accompagnati da depressione. I fattori di base della scarsa stima nella donna sono complicati e colpiscono in modi diversi. Se credi di avere problemi di stima personale, potresti trovare utile esplorare e conoscere i tuoi sentimenti in una terapia d'appoggio.

Sei depresso o conosci qualcuno che lo è?

Di seguito sono elencati alcuni sintomi da considerare se credi che tu, o qualcuno che conosci, stia soffrendo di depressione. Chiaramente, solo un medico può confermare una diagnosi di depressione, ma queste domande possono aiutarti ad identificare alcuni comportamenti o situazioni problematiche.

Nelle scorse settimane, hai notato qualcuno dei seguenti cambiamenti?

Perdite di interesse in attività piacevoli

Difficoltà di concentrazione

Senso di fatica e calo di energia

Insonnia o aumentato bisogno di sonno

Aumento o perdita significativa di peso

Senso di mancanza di valore

Senso di ineluttabilità

Pensieri ricorrenti di morte o suicidio

Come si cura la depressione?

Le cure della depressione rientrano in due categorie generali: farmaci e psicoterapia o una combinazione di entrambe. Così come non vi é spiegazione sulle esatte cause della depressione, non c'è un trattamento "giusto" che funzionerà per chiunque. Sicuramente una terapia farmacologica è il primo indispensabile passo per iniziare a curare la depressione, soprattutto quando la malattia raggiunge un certo grado di sofferenza. Per alcune persone bastano i farmaci per curare i sintomi della depressione. Per altri, la psicoterapia in combinazione con una cura farmacologica aiuta a raggiungere una migliore comprensione dei sintomi, ad accettarli ed a superarli. La psicoterapia non è in grado da sola di controllare sufficientemente i sintomi della depressione e pertanto è indicata in associazione alla terapia farmacologica.

Può essere d'aiuto avere una persona di supporto per parlare durante un periodo difficile.

La psicoterapia può aiutare le persone ad imparare strategie per conoscere ed affrontare la depressione, ad identificare situazioni conflittuali e problematiche della propria vita che possono essere connesse con l'insorgenza della depressione.

In altre parole, la scelta del miglior programma terapeutico per la depressione é una questione individuale, da decidere assieme al proprio medico.

Come agiscono i farmaci contro la depressione?

Si chiamano antidepressivi i farmaci utilizzati nella cura della depressione. Sono ormai molti i farmaci che hanno dimostrato una notevole efficacia nel curare la depressione con sempre minori effetti collaterali.

Il tuo medico può scegliere tra diversi farmaci efficaci per la depressione. Questi farmaci hanno aiutato molte persone a controllare i sintomi ed a riprendere le normali attività quotidiane.

Gli antidepressivi possono essere utili nel correggere le alterazioni chimiche del cervello responsabili della depressione. Gli antidepressivi agiscono aumentando nel cervello la funzione svolta dai neurotrasmettitori quali la serotonina, la noradrenalina e la dopamina.

Le più importanti categorie di farmaci per la depressione distinguono gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), le benzodiazepine, gli antidepressivi triciclici (TCA) e gli inibitori della monoamminossidasi (IMAO).

Tutti gli antidepressivi richiedono dalle due alle sei settimane di tempo per migliorare i sintomi della depressione e l'attesa può essere a volte deludente e stressante, ma è molto importante non interrompere la cura. Commenta ciò che senti con il tuo dottore, che ti può aiutare a superare questo difficile periodo. Parla con il tuo dottore dei farmaci più indicati per te. Tutti i farmaci hanno effetti collaterali. Se gli effetti collaterali di un farmaco sono troppo problematici, dillo al tuo dottore. Ti aggiusterà la dose o ti prescriverà un farmaco diverso, più facile da tollerare. E' importante proseguire con i farmaci come indicato dal dottore, anche se ti senti meglio. Se smetti troppo presto potresti avere una ricaduta ed in genere una terapia farmacologica richiede alcuni mesi prima di poter essere interrotta.

Parla con il dottore prima di interrompere o modificare la tua cura.

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il paziente deve capire che se la depressione ha una base genetica

ed ereditaria andare dall'analista per dieci anni e' uno spreco di soldi.

in tante occassioni ci si deve fare una diagnosi precisa per

valutare la cura da prendere.

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depresso è colui che si rende conto che cio che voleva non è cio che è e mai lo sarà......e non lo accetta

no mio la depressione è una malattia, quello che dici tu sono dei capricci..... la depressione poi ti fa vedere tutto nero, brutto non adeguato ma quello è solo un sintomo.....riguardo all'ereditarietà sono d'accordo con le ultime parole di tex, credo che se il problema è nei geni la psicoterapia serve poco, al contrario se è dovuta a trauma o a problemi gravi o piccole delusione o sciagure susseguitesi nel tempo allora la psicoterapia può essere anche da sola (senza l'ausilio di farmaci) la cura ideale.

Ma è inutile dire cosa è meglio e cosa no, ogni persona è diversa e ogni caso è diverso solo i medici (bravi e onesti) possono sapere qual'è la diagnosi e la cura da associarvi....

Secondo me tutta questa discussione tra mezzoelfo e tex è inutile perchè dicono entrambe la stessa cosa solo confermando con maggiore enfasi quella che è stata la propria esprienza personale...

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"il paziente deve convincersi che, se non cambia qualcosa nella propria vita, gli psicofarmaci non potranno che dargli fragili momenti di quiete, che potrà scambiare per serenità solo perché è cessato il dolore. Non deve cioè fare come chi ha male a un dente e, invece di andare dal dentista e curarlo definitivamente, si ostina a prendere forti analgesici per non sentire il dolore. "

per una volta ti do' ragione elfo !!!!

eliminiamo le tante medicine per i problemi cardiaci,

elimiamo le medicine per problemi respiratori,

elimiano anche quelli per problemi epatici

per pressione sanquigna,

per il colesterolo e centinaia di altri

tanto nn quariscono niente

eppoi gli effetti collatterali.....mamma mia.

-_-^_^

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Come al solito, non hai letto il messaggio iniziale della discussione, dove non venivano escluse "componenti fisiche", a chi credi di aver risposto? cosa credi di aver aggiunto e perchè? Non c'è niente da rispondere. E per correttezza apri un tuo topic se vuoi metterci i tuoi copia incolla, questa discussione non è stata aperta per fare uno sgarbo a te a quanto hai capito, non sono come te che mi cerchi per insultarmi in tutte le discussioni cui ho risposto.

scusa elfo ma vedo che la paranoia sta' prendendo il soppravento ma vedi qualche insulto in questo topic?

mica faccio il copia ed incolla(( che finalmente ho imparato) per farti uno sgarbo ma per

mettere il punto di vista della genetica e psichiatria. nn ho diritto a rispondere o credi che il forum

sia tuo? io scrivo dove voglio specialmente quando e' pertinente al topic.

mica ho aperto io il topic " per tex" mica ho risposto maleducatamente e con spavalderia come hai fatto tu

in un'altro topic. io nn attacco nessuno almeno che son attaccato e lo hai fatto prima tu .

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la depressione è una malattia .

è inutile che menate il can per l' aia .

è una malattia . .e spesso bisogna ricorrere ai farmaci per sostenere la gravità dei sintomi .

per chi non soffre di disturbi psichici ..è difficile capire. .ma non siate superficilai . .grazie-..

c' è chi soffre abbiatene rispetto.

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ho letto tutto . e non sono deficente..

direi che forse sei tu che dai giudizi affrettati ..

io chiedo solo che non si minimizzi il problema della sofferenza psichica .

cosa che tu tendi a fare .. e che in modo eclatante fa mio .

la questione dei farmaci .. per capirla devi rtrovarti nella situazione . .

cioè non credo che tu possa capirne l' utilità .

senza polemica..

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"il paziente deve convincersi che, se non cambia qualcosa nella propria vita, gli psicofarmaci non potranno che dargli fragili momenti di quiete, che potrà scambiare per serenità solo perché è cessato il dolore. Non deve cioè fare come chi ha male a un dente e, invece di andare dal dentista e curarlo definitivamente, si ostina a prendere forti analgesici per non sentire il dolore. "

direi che l' esempio non sia calzante..

non è cosi semplice come curarsi una carie dal dentista fare terapia . e non sempre ha esiti positivi .

io sono in terapia da1 0 anni e non ho tirato un ragno dal buco ..

i farmaci servono a non peggiorare le cose.

a fermare la malattia ad uno stadio .

certo l' analisi serve , la terapia serve.. ma non è cosi ' semplice..

non banaliziamo ..

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non dico che non seve.. dico solo che è un mondo molto complesso . .

e soprattutto dico che chi soffre di problemi psichici si trova in una condizione di reale sofferenza,..

per cui .. non è detto che ne possa uscire..

spesso la sola terapia non basta. molto spesso.

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non dico che non seve.. dico solo che è un mondo molto complesso . .

e soprattutto dico che chi soffre di problemi psichici si trova in una condizione di reale sofferenza,..

per cui .. non è detto che ne possa uscire..

spesso la sola terapia non basta. molto spesso.

sono d'accordo, secondo me in questo campo non esistono cure così mirate come nelle altre (e non tutte) malattie, quindi molto spesso si comincia con dei tentativi anche da parte dei medici, fino a non individuare la strada più giusta (psicoterapia, psicofarmaci o entrambe le cose) che non è detto risolva completamente la cosa.....

Insomma è un campo ancora tutto da scoprire....

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