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E se ci si innamora dello psicologo?


ARLEY

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Tardi ma rispondo...

Per me non è così.....io ho accudito i miei genitori ma non in un modo materno (o non solo materno)....ero, soprattutto per mia madre un punto di riferimento affettivo così importante tanto da offuscare tutti gli altri.....e lei esigeva in cambio attenzione quasi esclusiva...con meccanismi così sottili da rendere tutto così annodato e complicato che starci nel mezzo mi faceva perdere le coordinate della realtà....Diciamo che ho affinato la capacità sottile di capire ciò che serve agli altri...e di presentarmi con "l'oggetto mancante"....sia affettivo, reale o di semplice attenzione...(un pò come il folletto dei desideri...poi mi piace stupire ma questa è un'altra parte un pò infantile..).questo sempre per la fame d'amore....o per dimostrare a tutti i costi "il bene",....solo ultimamente mi sono un pò sganciata da queste modalità, fregandomene in parte di chi mi sta attorno e concentrandomi più su me stessa....ed anche i regalini per lo psi, alla fine, sono spesso oggetti che hanno a che fare con la terapia...ma ci sto attenta e mi tengo d'occhio.

Scusami, non mi è ancora chiara la distinzione, cosa intendi tu per "accudire"? forse questa capacità, di cui parli, di rispondere ai bisogni degli altri?

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ammazza e menomale che è ortodosso..fissate gli appuntamenti così a caso???? :o: A parte che io non mi sarei mai sognata di chiederle un appuntamento dopo due ore e per giunta per il giorno dopo....ma credo anche che lei nemmeno me lo avrebbe concesso...almeno credo...o forse sono io che deduco???? :Raised Eyebrow:

Zazà, il tuo Ric è molto disponibile....sono d'accordo con Digi...nemmeno a me Stefano avrebbe concesso una seduta il giorno dopo.............comunque, ho detto più volte in terapia che ho l'impressione che la psicoterapia faccia fatica a seguire gli eventi della vita (me la immagino come una vecchia signora che arranca zoppicando dietro alla vita che svolazza via veloce)...in un'ora condensare tante riflessioni, sogni, vicissitudini, stati d'animo di una settimana diventa impossibile.....allora ci si occupa solo di una piccola parte ....e questa cosa mi lascia sempre perplessa e insoddisfatta....

A parte il fatto che io non ho mai detto che lui è ortodosso. Da ridere quando gli ho accennato a questo termine, dicendogli appunto che non lo consideravo ortodosso......lui mi ha chiesto che cosa intendessi di preciso e io ho dovuto ammettere che ho un'idea molto vaga circa la definizione!

Diciamo più precisamente che lo considero tendenzialmente distaccato e un tantino precisino.

Perchè vedete una seduta in più come una concessione??!!

Credo si debba valutare caso per caso. Già una volta, due mesi fa, ho chiesto una cosa simile. Avevo avuto una specie di crisi e pensai che forse era il caso di aumentare le sedute. Lui mi disse che era possibile ma propose di rimandare la decisione alla settimana successiva. Apprezzai la cosa perchè penso che era implicito un incoraggiamento, un'esortazione a non spaventarmi di fronte ad un episodio isolato. Infatti poi abbiamo lasciato perdere.

Oggi si tratta di un altro caso ancora, questa volta lui non sa perchè gliel'ho chiesto. Credo anche che sia un caso che posso andare stesso domani, è dipeso dai suoi impegni, come alternativa mi aveva proposto lunedi.

Donne, la seduta non è un regalo! Come voi spesso state a sottolineare, voi la pagate, quindi io vi chiedo ancora una volta: perchè la vedete come una concessione?!

Dove lo appoggiate questo dogma della regolarità?!

Riguardo al tempo che manca sempre, è un problema senza soluzione, è un fatto a cui bisogna adattarsi come alla pioggia, è inevitabile a meno di essere molto ricchi, davvero non è colpa di nessuno.

Questa penso sia una frase VERAMENTE IMPORTANTE........con i soldi di mezzo, io faccio proprio fatica a pensarlo come un rapporto d'amore...e non è detto che io non lo desideri, anzi!!!....ma c'è il tarlo...IO PAGO......Oggi in seduta abbiamo ascoltato CURAMI...(ho portato lo stereo...sigh, lui se lo era dimenticato, ed il cd...risigh, lui si era dimenticato pure quello)e ho accennato al rapporto, ma poi non c'era più tempo.......Ciò che ogni paziente desidera è "ESSERE VOLUTO"...e non aggiungo "BENE", perchè mi sembra troppo...(Zazà, tu con Enzo sei stata fortunata...ma non è sempre così...ora capisco che è difficile abbassare le aspettative)...il fatto di pagare toglie la scelta del terapeuta...(un pò come con le puttane: pago quindi scelgo!)...dunque IO PAZIENTE TI SCELGO TI PAGO E TI VOGLIO....Lo psico...non sceglie i pazienti...si deve tenere pure i rompicoglioni....che fatica è VOLER BENE AD UN ROMPICOGLIONI???...Ed ai sentimenti non si comanda....UN ROMPICOGLIONI resta tale anche per uno psicanalista che si è fatto il lavaggio del cervello con Freud, Jung, Lacan,Beck...e tutti gli altri insieme!!!

Sono d'accordo che impossibile amare un rompicoglioni, ma si dà il caso che io non mi consideri tale, quindi mi aspetto che l'analista mi voglia un po' (non dico tanto) di bene come mi vogliono bene tutte le persone che frequento più assiduamente, che t'aggia dì!!

Non mi piace la tua analogia con la prostituzione. Non credo che un rapporto di lavoro escluda automaticamente la possibilità di affetti autentici, si paga il loro tempo, anche quello passato a studiare, è logico che sia così, hanno diritto a campare pure loro, non sono santi votati all'altruismo disinteressato, un tipo di "amore" che tra l'altro mi ha sempre insospettito. Forse fai bene a definire "tarlo" il tuo "IO PAGO" :Raised Eyebrow:

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e qui, io non vado mai a cercare info per me...e va a finire che le cerco per rispondere a te!!! cercando delucidazioni su questa regola ho trovato la definizione:

Regola della frustrazione

Durante il colloquio, bisogna evitare di soddisfare i desideri consci ed inconsci del paziente, eccezion fatta evidentemente per il "desiderio" di avere un’opinione più chiara di sé. Questo perché le forme attraverso le quali il paziente esprime i suoi desideri consci ed inconsci sono le reali comunicazioni che sta facendo. Se il paziente potesse soddisfare liberamente i suoi desideri, probabilmente non ricercherebbe lo stesso colloquio clinico, anche nel caso si trattasse di desideri perversi. Dunque non lasciare che il paziente soddisfi con noi i suoi desideri, significa comunicargli di aver compreso che lo stesso non si trova all'interno di un colloquio clinico per avere soddisfazioni sostitutive, ma per mostrarci come, nella sua mente, il desiderio non trovi vie di espressione e di realizzazione soddisfacenti. La regola si applica bene laddove c'è stata la possibilità di comprendere la struttura mentale del paziente. Nel corso del primo colloquio è difficile applicare questa regola, sarà sufficiente un atteggiamento benevolmente neutrale.

mi ha chiarito le idee e mi sembra interessante. probabilmente Ric non ti da ciò di cui hai bisogno perchè LUI non ti aiuterebbe così...

io in fondo sono come te (anche se poi mi freno) ma se seguissi il mio istinto lo prosciugerei, affettivamente parlando...

credo che in alcuni momenti giovanni mi abbia dato alcune soddisfazioni...ma ho la sensazione che ora invece me le stia negando, probabilmente perchè per la terapia è giusto così.

Cercando per me forse stai cercando anche per te, gio non ti dà ciò che vuoi e cerchi di fartene una ragione in qualche modo, può essere?

La cosa che io contesto a questa regola è che non è vero che se arrivano le soddisfazioni "sostitutive" finisci per non avere consapevolezza dei tuoi conflitti oppure ti accontenti.

Dipende caso per caso, di volta in volta........

Perchè anche quando hai le tue soddisfazioni REALI e non sostitutive ti accorgi che non per questo hai conquistato il mondo! Tuttavia prendi energia, voglia di fare, impulsi e stimoli positivi. Ricevi comunque un'educazione ai sentimenti, per cui, cara Judi, impari anche ad "amare" il tuo analista senza fare la sanguisuga!

Aggiungerei che anche l'aspetto simbolico del rapporto non è affatto a trascurare. Se tu proietti sullo psi tutti i tuoi santi, nel momento in cui lui ti sostiene, ti vuole bene perchè ti apprezza e te lo fa sentire EMOTIVAMENTE, per cui è cento volte più convincente, si verifica una correzione importante dentro di te. Accanto a figure genitoriali respingenti o assenti inizia ad affiancarsi una figura positiva e PRESENTE che mitiga tutti gli impulsi autosvalutativi che ti hanno afflitto l'esistenza.

ps. interessante però anche questa regola che non conoscevo:

Regola della reciprocità

Il paziente al termine del colloquio clinico deve ricevere almeno quanto ha dato.

Sta frase può significare tutto e niente, troppo stringata.

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mi sembrava che zazà avesse da svelarmi qualche segreto per far si che giovannino tornasse a darmele ste soddisfazioni!!! :He He:

l'avevo detto che tanto non ci azzecco mai..... :p:

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Dopo neanche due ore l'ho richiamato e ho fissato un appuntamento per domani.

immagino sia stata una seduta veramente tosta se gli hai chiesto subito un altro appuntamento !!

ora come sati ?

un abbraccio !

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ps. interessante però anche questa regola che non conoscevo:

Regola della reciprocità

Il paziente al termine del colloquio clinico deve ricevere almeno quanto ha dato.

significa che ci devono ridare un importo almeno pari a quello che gli abbiamo pagato per la seduta ?! :Thinking:

:icon_mrgreen:

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Aggiungerei che anche l'aspetto simbolico del rapporto non è affatto a trascurare. Se tu proietti sullo psi tutti i tuoi santi, nel momento in cui lui ti sostiene, ti vuole bene perchè ti apprezza e te lo fa sentire EMOTIVAMENTE, per cui è cento volte più convincente, si verifica una correzione importante dentro di te. Accanto a figure genitoriali respingenti o assenti inizia ad affiancarsi una figura positiva e PRESENTE che mitiga tutti gli impulsi autosvalutativi che ti hanno afflitto l'esistenza.

e se questo non accadesse ?

voglio dire che in rari moemnti io ho sentito l'affetto e il bene che assuntina ha nei miei confronti, lei me lo ha anche detto in varie occasioni

quindi ho una figura positiva che mi sostiene, mi aiuta, a cui voglio bene e che mi ricambia dimostrandomelo e, cosa ancora più importante, dichiarandolo (a differenza dei meii che non sono mai stato espansivi)

nonostante tutto questo io non sento l'affetto nei miei confronti salvo appunto che in rari momenti e tutti i mie begli impulsi autosvalutanti stanno sempre lì....... e mo' che faccio, come la metto nome ?! :unknw:

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Va beh...riguardo alle due regole: nella Rdr cosa riceve il paziente in cambio se non una "compartecipazione emotiva", un essere accudito o un sentirsi "non più solo" o via dicendo..???...E questi non sono "bisogni soddisfatti"???..In effetti io non trovo altro da prendere in cambio...ma forse è un problema mio....Voi cosa vorreste in cambio...o meglio,cosa effettivamente ricevete?? Cosa vi portate a casa???...dico nella realtà delle vostre terapie....

io mi aspetto di soddisfare l'unico desiderio che non deve essere frustrato...quello di comprendere me stessa e grazie a quello riuscire a risolvere da me i miei problemi....

Ci voglio credere nella terapia, altrimenti che ci vado a fare????Gli affetti li dovre e vorrei trovare gratis...

quello che mi colpisce è che tu Giusy non prendi neanche in considerazione l'idea di aspettarti di ricevere "qualcosa" dalla tua terapeuta...anche se questo è previsto nelle regole del colloquio clinico che vale per tutti i terapeuti, e che quindi anche la tua psi rispetterà!!!!

che poi non da quella frase stringata non si capisca bene cosa si intende per "reciprocità"...è un altro discorso...

ma non vi preoccupate: ci sto lavorando!!! :He He:

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Non riesco a credere in un affetto da parte della mia psi, ....raramente mi sono ritrovata a compiacermi di alcune frasi che potevano essere interpretate come manifestazioni di stima o affetto, ma appena me ne rendo conto vado in angoscia, può sembrare paradossale, ma sto bene quando sento di non essere amata...così come sto bene quando ho fame, quando sento il vuoto dentro il mio stomaco. scusate ma dopo tre anni di lettino c'ho l'associazione "facile"...

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ragazze ha ragione judy, ce n'è di carne sul fuoco, però voglio dire quello che mi ha lasciato la lettura di questi ultimi post....

La verità è che io non ho ben chiaro cosa io provo per la psi, le voglio bene??? Non credo....non so, io non so se posso volerle bene, a lei come a chiunque altro...questo è il mio grande problema...e come posso io aspettarmi affetto se non mi sogno nemmeno lontanamente di darne o prendermene....??????

Lo so che obietterete di fronte a questa affermazione ma è così..lo so che è così....io in generale nei rapporto affettivi, sto ferma, in attesa che "gli altri" mi vengano incontro..ora se la psi mi venisse incontro....io non potrei mai fare il tentativo di muovermi dal mio posto ...lei me lo ha ben spiegato questo....anche se non in questi termini ma solo adesso leggendovi e reinterpretando le sue parole ho capito!!!!!

Lei mi ha detto che non può rispondere alle mie domande, alle mie richieste, me lo ha specificato proprio....mi ha detto che ai fini della terapia non è importante quanto lei mi voglia bene ma il perchè io desideri questo....e credetemi me lo ha detto con grande dolcezza e con grande trasporto emotivo....come per metterci quell'affetto che non può darmi con le dimostrazioni...perchè se lei non facesse così, io scapperei a gambe levate....per paura del rifiuto!!!!

Quindi è vero ogni storia è a sè, zazà quello che io dicevo, era riferito a me stessa e sono certa più che mai che non è una difesa per non "parlar male" della psi...

Rispetto alla seduta il giorno dopo....io non dico che non la chiederei, se ne avessi necessità....però a me era parso che tu chiedessi un'altra seduta solo per visionare del materiale che avevi portato e che avevi comunque dimenticato di discutere in seduta....e come si è detto molte cose passano e sfuggono...mica le si può afferrare tutte!!!

Detto questo, però non dico che la psi non mi permetterebbe di avere un altro appuntamento il giorno dopo, poi infatti mi sono corretta, dico semplicemente che io non lo farei...il perchè è lungo da spiegare ma non è per riverenza verso di lei....è più spirito di conservazione....magari lei sarebbe felice che io facessi una cosa così "diversa"!!!!!!

Ma io non ne sono capace, per adesso.....e ho fatto già grandi passi avanti se pensi che per tutto l'inverno scorso, quando arrivavo da lei, nemmeno toglievo il cappotto....

Judy aspettiamo le tue "ricerche" sulla r.d.r.... ^_^

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Lei mi ha detto che non può rispondere alle mie domande, alle mie richieste, me lo ha specificato proprio....mi ha detto che ai fini della terapia non è importante quanto lei mi voglia bene ma il perchè io desideri questo....

Sembra il mio psi! Mi chiedo dopo aver capito da cosa deriva il desiderio, che si fa? Io sinceramente non mi sento affatto meglio,rispetto ad altri rifiuti è un rifiuto consapevole, ma sempre un rifiuto di affetto rimane!!!!!!!!

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Donne, la seduta non è un regalo! Come voi spesso state a sottolineare, voi la pagate, quindi io vi chiedo ancora una volta: perchè la vedete come una concessione?!

Dove lo appoggiate questo dogma della regolarità?!

questa te l'appoggio! anche se io non ho mai chiesto una seduta in più...boh non mi è mai capitato di sentirne l'impellente bisogno...oppure il discorso economico ha frenato pure il mio inconscio...

però penso anch'io che col proprio psicologo a un certo punto debba esserci la spontaneità più totale. e se questa

spontaneità ci porta a chiedere una seduta in più: farlo! sarà poi lo psicologo a gestire la nostra spontaneità nel modo che considera più utile per la nostra terapia....

Sono d'accordo che impossibile amare un rompicoglioni, ma si dà il caso che io non mi consideri tale, quindi mi aspetto che l'analista mi voglia un po' (non dico tanto) di bene come mi vogliono bene tutte le persone che frequento più assiduamente, che t'aggia dì!!

Non mi piace la tua analogia con la prostituzione. Non credo che un rapporto di lavoro escluda automaticamente la possibilità di affetti autentici, si paga il loro tempo, anche quello passato a studiare, è logico che sia così, hanno diritto a campare pure loro, non sono santi votati all'altruismo disinteressato, un tipo di "amore" che tra l'altro mi ha sempre insospettito. Forse fai bene a definire "tarlo" il tuo "IO PAGO" :Raised Eyebrow:

la mia sensazione è che alcune (o tutte?) di noi si considerino "inamabili"

sicuramente tutti i nostri psicologi ci vogliono bene!! (che poi alcuni non lo dicano a parole per scelta terapeutica è un altro discorso...).

perchè vi deve sembrare un concetto così "assurdo" che una persona che ha un colloqui settimanale così intimo con noi, non possa sviluppare un affetto. a me sembrerebbe assurdo il contrario, sinceramente!!!!!

giovanni mi ha detto che lui per fare bene il suo lavoro deve "volere bene" a tutti i suoi pazienti. una persona che a pelle gli sta sul cazzzo, non la prende neanche in carico perchè non riuscirebbe a provare quell'affetto!

che poi lui sia espansivo e con me (e immagino altri) pazienti manifesti il bene che prova, è un conto...ma io sono sicura che di base, sia così per tutti gli psicologi.

per dire, questo stesso discorso (dell'amare i pazienti) lo faceva il protagonista della serie "In treatment"...e stiamo parlando di un serial televisivo...significa che è un fatto abbastanza "noto" per quanto riguarda la psicoterapia...

insomma, quello a cui vorrei esortarvi è a chiedervi perchè considerate così "assurdo" o "impossibile" che il vostro terapeuta vi voglia bene. (indipendentemente dalle manifestazioni esteriori del sentimento)

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io non lo trovo assurdo...razionalmente so bene che può volermene, perchè no...anzi io sono una sostenitrice del fatto che se non c'è feeling quindi anche un certo affetto da aprte di entrambi la terapia non funziona....

Ma siccome lì non posso protare la razionalità devo fare i conti con la parte di me che si sente rifiutata....ma come ho già specificato prima se mi sentissi rifutata "davvero" allora sarei già scappata...ho troppo paura del rifiuto....in fondo so che lei mi accoglie sempre e mi vuole bene...anche se non lo dice...e questo mi esorta a continuare....però il mio meccanismi del sentirmi "insignificante" ovviamente is attua anche lì, anzi è giusto che sia così...

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la mia sensazione è che alcune (o tutte?) di noi si considerino "inamabili"

sicuramente tutti i nostri psicologi ci vogliono bene!! (che poi alcuni non lo dicano a parole per scelta terapeutica è un altro discorso...).

perchè vi deve sembrare un concetto così "assurdo" che una persona che ha un colloqui settimanale così intimo con noi, non possa sviluppare un affetto. a me sembrerebbe assurdo il contrario, sinceramente!!!!!

giovanni mi ha detto che lui per fare bene il suo lavoro deve "volere bene" a tutti i suoi pazienti. una persona che a pelle gli sta sul cazzzo, non la prende neanche in carico perchè non riuscirebbe a provare quell'affetto!

che poi lui sia espansivo e con me (e immagino altri) pazienti manifesti il bene che prova, è un conto...ma io sono sicura che di base, sia così per tutti gli psicologi.

per dire, questo stesso discorso (dell'amare i pazienti) lo faceva il protagonista della serie "In treatment"...e stiamo parlando di un serial televisivo...significa che è un fatto abbastanza "noto" per quanto riguarda la psicoterapia...

insomma, quello a cui vorrei esortarvi è a chiedervi perchè considerate così "assurdo" o "impossibile" che il vostro terapeuta vi voglia bene. (indipendentemente dalle manifestazioni esteriori del sentimento)

Io mica dico che lui non mi vuole bene. Ti dirò di più io in seduta sento l'affetto che c'è.

Questo non toglie che non è il bene che voglio o vorrei io ( e non mi riferisco all'aspetto sessuale), come diceva zazà, con lo psichiatra, psicoterapeuta, analista o che dir si voglia, vorrei costruire un legame legato da un affetto vero, ed io è qui che ho i miei dubbi.ù

Dubbi legati sia ad un punto di vista per così dire "oggettivo": io con quelli che riterrei affetti veri non conto i minuti, se mi va di parlare ci sto anche tutto il pom e sopratutto non mi faccio e non mi fanno pagare alla fine.

Dubbi legati anche ad un aspetto "irrazionale": credo che lo psi effettivamente possa provare qualcosa, che noi pazienti però tendiamo a "dilatare" a seconda dei nostri bisogni, insomma l'affetto che lui prova non corrisponde per grado ed intensità a quello del paziente. Poi magari (lo spereri quasi) mi sbaglio.

Stamani sono in ufficio così vi rompo i maroni....

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debba esserci la spontaneità più totale. e se questa

spontaneità ci porta a chiedere una seduta in più: farlo! sarà poi lo psicologo a gestire la nostra spontaneità nel modo che considera più utile per la nostra terapia....

giusto, ma tra il dire e il fare....io mi sento di doverla proteggere, e con lei tutte le mie relazioni, dalla mia spontaneità, mi sento "pericolosa", se non mi freno posso rovinare, distruggere.....

la mia sensazione è che alcune (o tutte?) di noi si considerino "inamabili"

sicuramente tutti i nostri psicologi ci vogliono bene!! (che poi alcuni non lo dicano a parole per scelta terapeutica è un altro discorso...).

perchè vi deve sembrare un concetto così "assurdo" che una persona che ha un colloqui settimanale così intimo con noi, non possa sviluppare un affetto. a me sembrerebbe assurdo il contrario, sinceramente!!!!!

insomma, quello a cui vorrei esortarvi è a chiedervi perchè considerate così "assurdo" o "impossibile" che il vostro terapeuta vi voglia bene. (indipendentemente dalle manifestazioni esteriori del sentimento)

Ho letto, capisco, trovo ragionevole, ci sta che uno psi prenda pazienti "amabili" e che questo sia prerogativa per un buon lavoro.....ma credere a questo, comportarsi di conseguenza è un altro paio di maniche. Per quanto mi riguarda c'è un gap mostruoso tra quanto so e quanto sento, quello che so non mi aiuta a sentire: così so "accademicamente" che uno psi ama le sue pazienti, ma non mi sento amata dalla mia psi. La mia, freudiana ortodossa, non si lascia andare ad evidenti manifestazioni di qualsiasi tipo, ma se mi dicesse chiaro e tondo che mi vuole bene, non mi basterebbe, vorrei sentirlo continuamente, certe manifestazioni d'affetto non so prenderle, mantenerle dentro di me, vanno tutte in un buco nero e così non ho mai abbastanza materiale per costruire quella fiducia di sè che ti permette di trovare almeno possibile l'essere amati. Questo succede ovviamente con tutti, ma tra maschere, strategie, difese... rimane più nascosta, con la psi e l'amplificazione del transfert invece....

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giusto, ma tra il dire e il fare....io mi sento di doverla proteggere, e con lei tutte le mie relazioni, dalla mia spontaneità, mi sento "pericolosa", se non mi freno posso rovinare, distruggere.....

cosa credi che potresti fare di così pericoloso marilena se ti lasciassi andare, se fossi spontanea ?

Ho letto, capisco, trovo ragionevole, ci sta che uno psi prenda pazienti "amabili" e che questo sia prerogativa per un buon lavoro.....ma credere a questo, comportarsi di conseguenza è un altro paio di maniche. Per quanto mi riguarda c'è un gap mostruoso tra quanto so e quanto sento, quello che so non mi aiuta a sentire: così so "accademicamente" che uno psi ama le sue pazienti, ma non mi sento amata dalla mia psi. La mia, freudiana ortodossa, non si lascia andare ad evidenti manifestazioni di qualsiasi tipo, ma se mi dicesse chiaro e tondo che mi vuole bene, non mi basterebbe, vorrei sentirlo continuamente, certe manifestazioni d'affetto non so prenderle, mantenerle dentro di me, vanno tutte in un buco nero e così non ho mai abbastanza materiale per costruire quella fiducia di sè che ti permette di trovare almeno possibile l'essere amati. Questo succede ovviamente con tutti, ma tra maschere, strategie, difese... rimane più nascosta, con la psi e l'amplificazione del transfert invece....

certe frasi avrei potuto scriverle io.....

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il buco nero me lo sento anch'io...

e sento che è per questo che giovanni ha un po' chiuso i rubinetti...perchè non sarebbe utile, dare-dare-dare affetto che comunque non basta mai, perchè io ho bisogno di milioni di rassicurazioni...meglio lavorare su altro.

ps. ciò non toglie "peso" alle manifestazioni d'affetto date precedentemente, eh! mica son scadute! per questo parlo di questo con un certa serenità...perchè il suo "bene" è assodato. forse davvero non ho più così bisogno di conferme...boh

:Thinking:

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giusto, ma tra il dire e il fare....io mi sento di doverla proteggere, e con lei tutte le mie relazioni, dalla mia spontaneità, mi sento "pericolosa", se non mi freno posso rovinare, distruggere.....

Ho letto, capisco, trovo ragionevole, ci sta che uno psi prenda pazienti "amabili" e che questo sia prerogativa per un buon lavoro.....ma credere a questo, comportarsi di conseguenza è un altro paio di maniche. Per quanto mi riguarda c'è un gap mostruoso tra quanto so e quanto sento, quello che so non mi aiuta a sentire: così so "accademicamente" che uno psi ama le sue pazienti, ma non mi sento amata dalla mia psi. La mia, freudiana ortodossa, non si lascia andare ad evidenti manifestazioni di qualsiasi tipo, ma se mi dicesse chiaro e tondo che mi vuole bene, non mi basterebbe, vorrei sentirlo continuamente, certe manifestazioni d'affetto non so prenderle, mantenerle dentro di me, vanno tutte in un buco nero e così non ho mai abbastanza materiale per costruire quella fiducia di sè che ti permette di trovare almeno possibile l'essere amati. Questo succede ovviamente con tutti, ma tra maschere, strategie, difese... rimane più nascosta, con la psi e l'amplificazione del transfert invece....

marilena mi ha impressionato il modo in cui scrivi, potrei essere io quella che scrive, non cambierei una virgola..è esattamente ciò che provo e penso....ottimo l'esempio del buco nero!!!! se me lo permetti, lo adotterò per dire una cosa alla psi.... :p:

Capisco anche il disocrso iniziale della paura di rovinare tutto...io ho sempre paura di deluderla...e anche se faccio di tutto per soprassedere a questi timori e quindi essere più spontanea, non ce la faccio...la censura da qualche aprte arriva e mi blocca!!! E il lettino peggiora le cose ( o le migliora a seconda dei punti di vista), perchè io non posso vedere la sua faccia e fare le mie "inutili" deduzioni.... :Raised Eyebrow:

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il buco nero me lo sento anch'io...

e sento che è per questo che giovanni ha un po' chiuso i rubinetti...perchè non sarebbe utile, dare-dare-dare affetto che comunque non basta mai, perchè io ho bisogno di milioni di rassicurazioni...meglio lavorare su altro.

ps. ciò non toglie "peso" alle manifestazioni d'affetto date precedentemente, eh! mica son scadute! per questo parlo di questo con un certa serenità...perchè il suo "bene" è assodato. forse davvero non ho più così bisogno di conferme...boh

:Thinking:

anche per me credo ci sia stato un retrofront da parte della psi, ma graduale ovviamente....il lettino è l'esempio lampante e non solo me lo ha anche un pò spiegato...quindi in realtà sono serena da questo punto di vista...la'ffetto c'è e si vede, il punto è che io mi censuro molto...è lì il mio problema...

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allora...

alla fine ho scelto di parlare di un paio di sogni......tanto per cambiare è uscita fuori la mamma assente, un seno che non allatta e un cazzzo che serve da sostitutivo.

Ricerche su questi temi forse sarebbero molto più interessanti di quelle sulle tecniche analitiche, che ne pensi Judi?

questa cosa mi fa pensare che da quando faccio terapia ho sognato più volte di fare sesso orale (non a giovannino, per carità!!! :sweat: ) e di trovarlo molto molto molto appagante!

chissà se anche i miei sogni possono avere quella chiave di lettura?

ps. che ricerche devo fa? :He He: mi vengono in mente solo battute volgari... :ph34r:

Cercando per me forse stai cercando anche per te, gio non ti dà ciò che vuoi e cerchi di fartene una ragione in qualche modo, può essere?

eh no zazà...non mi freghi!!!! :Shame On You:

penso che il mio messaggio precedente sia una risposta...

La cosa che io contesto a questa regola è che non è vero che se arrivano le soddisfazioni "sostitutive" finisci per non avere consapevolezza dei tuoi conflitti oppure ti accontenti.

Dipende caso per caso, di volta in volta........

Perchè anche quando hai le tue soddisfazioni REALI e non sostitutive ti accorgi che non per questo hai conquistato il mondo! Tuttavia prendi energia, voglia di fare, impulsi e stimoli positivi. Ricevi comunque un'educazione ai sentimenti, per cui, cara Judi, impari anche ad "amare" il tuo analista senza fare la sanguisuga!

Aggiungerei che anche l'aspetto simbolico del rapporto non è affatto a trascurare. Se tu proietti sullo psi tutti i tuoi santi, nel momento in cui lui ti sostiene, ti vuole bene perchè ti apprezza e te lo fa sentire EMOTIVAMENTE, per cui è cento volte più convincente, si verifica una correzione importante dentro di te. Accanto a figure genitoriali respingenti o assenti inizia ad affiancarsi una figura positiva e PRESENTE che mitiga tutti gli impulsi autosvalutativi che ti hanno afflitto l'esistenza.

in quello che scrivi ritrovo molto di quello che è stato finora il percorso con giovanni. io ho questa sensazione di stare entrando in un'altra fase...

non può essere che quando hai fatto terapia con enzo il tuo bisogno principale fosse proprio questa "esperienza correttiva"...mentre ora Ric ritiene che tu abbia bisogno di altro, ed è questo che sta cercando di darti?

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ottimo l'esempio del buco nero!!!!

io pure avevo usato il buco nero come metafora qualche tempo fa però a me non mi avevi proprio filata...... sempre così..... 43.gif

:icon_mrgreen:

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cosa credi che potresti fare di così pericoloso marilena se ti lasciassi andare, se fossi spontanea ?

Potrei semplicemente rovinare il rapporto, farlo finire....ricordi la continua attesa di un colpo imminente? Questa è la sensazione, se fossi spontanea determinerei l'allontanamento dell'altro, il suo abbandono....grazie a quale disastro? Forse so che se mi lasciassi andare l'amerei troppo, andrei troppo vicina, allora mi freno, mi controllo, sempre, e mantengo un sacco di bei rapporti, da decenni......ma che fatica!!!

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Ieri ho avuto una crisi d'ansia umanamente insostenibile e sono andata d'impulso nel suo studio, l'ho deciso in tre secondi..non so come ho fatto sto colpo di testa...

SAPEVO che lui era l'unica persona che poteva assorbire come una palla di gomma la mia angoscia senza rimandarmela indietro e senza angosciarsi.

vado, aveva per puro chiulo un quarto d'ora di pausa, mi riceve, mi dà un the caldo, mi spiega alcune cose tecniche della terapia,dei farmaci che dovrò riprendere anche se solo al bisogno, mi alzo, gli dò un bacio su una guancia, anche qui non so cosa azz m'ha preso. Lui fermo, immobile, non si è scomposto, una statua.

Stamattina c'era la seduta, serio e professionale come sempre. E io con gli appunti, come prima, a distanza normale. Che bello, sapere che lui c'è, solido, sempre uguale, lineare.

Froggy, hai detto alla psi che non vedi miglioramenti o frutti?

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