Ste 0 Share Inserito: 12 febbraio 2008 Da questo articolo, pare che serva sempre meno... http://www.corriere.it/cronache/08_febbrai...3ba99c667.shtml ... se non per svago. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ANTIUS 0 Share Inserita: 12 febbraio 2008 Perciò siamo così rovinati!Poi sui libri ho una mio pensiero......magari si leggesse un poco in più. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 12 febbraio 2008 Però fuori dall'ambito lavorativo leggiamo come negli altri paesi: "la percentuale dei lettori per svago (narrativa e saggistica leggera) in Italia è sostanzialmente analoga a quella degli altri Paesi europei" E' un dato interessante, che fa venire il dubbio che non sia una questione di mentalità, di cultura. Anche questo è un dato interessante: "In compenso, durante questo lustro, il numero dei dirigenti è aumentato, passando da 2.325.000 a 2.779.000." Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
ilaria 0 Share Inserita: 12 febbraio 2008 Leggere (nel tempo libero, ma non per mero svago) soddisfa a bisogni dell'anima..che forse non sono esattamente quelli che stanno a cuore alla classe dirigente, e si vede... Ma il fatto grave è anche quello che a non essere letti sono pure i libri "attinenti" alla professione... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 13 febbraio 2008 Ancora più grave è che viene considerato inutile. E finché uno lo considera inutile per se stesso, passi... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Share Inserita: 13 febbraio 2008 Da questo articolo, pare che serva sempre meno...http://www.corriere.it/cronache/08_febbrai...3ba99c667.shtml ... se non per svago. leggere serve per comunicare..... quella è la sua funzione.... e per quello sarà sempre utile.... il resto è romanticismo.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
oscar 0 Share Inserita: 13 febbraio 2008 Chissà perchè in Italia le retribuzioni, i premi e scatti di carriera sono quasi per nulla legati ai meriti, come all'estero? Chissà perchè i "non mercati" (del lavoro, dei beni, finanziario) funzionano quasi per nulla legati ai rispettivi meriti? Se contano di più le conoscenze e gli agganci (a livello professionale per i nuovi clienti e dipendenti, a livello aziendale per i favori politici che stravolgono le regole di mercato) che i meriti, cosa vogliamo aspettarci? Nel nostro DNA abbiamo l'elusione delle regole, punizioni e meriti compresi. L'unica regola è: chi è più bravo ad infrangerle e farla franca è bravo, compreso l'elusione della deregulation, tanto strombazzata come cura di tutto. A questo punto di bassezza civica e morale, che rende inutile il vantaggio di essere comunità, perchè leggere per migliorare la propria condizione esistenziale e professionale, quando basta un bel certificato di esistenza andando in tv, ospite o partecipante del qualsiacosa show? La non lettura è solo un elemento del decadimento verso cui stiamo scivolando. Si ritiene "utile" investire il proprio tempo "altrove". Non ricordo dove, ma lessi che c'è mediamente una proporzione inversa tra tempo impiegato dalla dirigenza nell'aggiornarsi e livello gerarchico aziendale, almeno fino a quello tecnico. Più "si è il capo" e più si investe in relazioni umane. Rende di più. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ste 0 Autore Share Inserita: 13 febbraio 2008 Più "si è il capo" e più si investe in relazioni umane. Rende di più. E giù giù a pioggia, con la differenza che meno "si è il capo" e meno si investe in competenze, meno si rischia. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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