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La conoscenza di sé, la consapevolezza e la comprensione di "ciò che è". di j.k.


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La conoscenza di sé, la consapevolezza e la comprensione di "ciò che è".

Per conoscere se stessi, per apprendere il funzionamento del proprio pensiero, bisogna essere straordinariamente vigili e iniziare così a sviluppare una sensibilità sempre maggiore al complesso intrico dei propri pensieri, reazioni e sentimenti, una maggiore consapevolezza non solo di se stessi, ma anche degli altri, di coloro con cui si è in rapporto. Conoscere se stessi vuol dire studiare se stessi nell'azione che è rapporto. (...) Quanto più conoscete voi stessi, tanto più c'è chiarezza in voi. La conoscenza di sé non ha mai termine. Man mano che lo studio di sé procede e va sempre più in profondità, si trova la pace. (...) La comprensione di sé è il vedersi attimo per attimo nello specchio dei rapporti. I rapporti con la proprietà, le cose, le persone, le idee (l'idea è il risultato del processo del pensiero, e il processo del pensiero è la risposta della memoria, e la memoria è sempre condizionata).(...) Per comprendere ciò che è bisogna osservare i propri pensieri, i sentimenti e le azioni, attimo per attimo. Questo è il "reale". Qualunque altra azione, ideale, o ideologia non è il "reale", ma semplicemente un desiderio, un'aspirazione illusoria a essere qualcosa di diverso da ciò che è. (...) Comprendere ciò che è richiede uno stato mentale in cui non siano presenti né identificazione, né condanna, il che implica che la mente sia vigilie e tuttavia passiva. (...) Solo quando si riesce ad andare oltre il groviglio delle idee (che costituiscono l'io, la mente), allorché il pensiero è completamente muto, solo allora si saprà cos'è la verità. (...) Dopo tutto è questa la verità: avere la capacità di accostarsi ad ogni cosa come se fosse la prima volta, attimo per attimo, senza i condizionamenti del passato, di modo che non ci sia l'effetto cumulativo che agisce come barriera fra se stessi e ciò che è. (...) Se non c'è più alcuna credenza con cui la mente si identifichi allora la mente, priva di identificazione, è capace di guardare a se stessa così com'è: e a quel punto, sicuramente, si ha un primo barlume di comprensione si sé. (...) Quando accettiamo ciò che è senza evitarlo, senza condannarlo o giustificarlo, ogni contrasto è pienamente acquietato. (...) Ci vuole consapevolezza di sé in azione. Osservatevi mentre agite, non solo esternamente: seguite il movimento dei vostri pensieri e sentimenti. Vi accorgerete che il processo di tale movimento del pensiero, che comprende anche sentimento e azione, si basa su un'idea in divenire. Questa sorge quando c'è un senso di insicurezza, che a sua volta emerge quando si è consapevoli del vuoto interiore. (...) Se siete consapevoli dei processi del pensiero e del sentimento vi accorgerete che c'è una costante battaglia in corso , uno sforzo per cambiare, per alterare, per trasformare ciò che è. E' questo sforzo per diventare qualcosa, per evitare ciò che è che genera sofferenza, dolore, ignoranza. (...) Esiste una consapevolezza che non è del pensiero: è sufficiente essere consapevoli delle attività del sé, senza condannare o giustificare, semplicemente essere consapevoli. (...) Deve esserci una determinazione a scoprire, a esplorare il processo dell'essere, il che significa essere pronti a recepire ogni implicazione ogni cenno, essere consapevoli delle proprie paure e delle proprie speranze, esplorale ed essere liberi, sempre più liberi. (...) Quando riconoscete che ogni movimento della mente non è altro che una forma di rafforzamento del sé, quando lo osservate, lo comprendete, quando siete del tutto consapevoli che il sé è in azione, quando arrivate a quel punto (non ideologicamente o a parole), allora vedrete che la mente essendo ormai completamente immobile, non ha potere di creare. Quando la mente è non-creatrice, allora si ha la creazione

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  • 2 weeks later...
La conoscenza di sé, la consapevolezza e la comprensione di "ciò che è".

Per conoscere se stessi, per apprendere il funzionamento del proprio pensiero, bisogna essere straordinariamente vigili e iniziare così a sviluppare una sensibilità sempre maggiore al complesso intrico dei propri pensieri, reazioni e sentimenti, una maggiore consapevolezza non solo di se stessi, ma anche degli altri, di coloro con cui si è in rapporto. Conoscere se stessi vuol dire studiare se stessi nell'azione che è rapporto. (...) Quanto più conoscete voi stessi, tanto più c'è chiarezza in voi. La conoscenza di sé non ha mai termine. Man mano che lo studio di sé procede e va sempre più in profondità, si trova la pace. (...) La comprensione di sé è il vedersi attimo per attimo nello specchio dei rapporti. I rapporti con la proprietà, le cose, le persone, le idee (l'idea è il risultato del processo del pensiero, e il processo del pensiero è la risposta della memoria, e la memoria è sempre condizionata).(...) Per comprendere ciò che è bisogna osservare i propri pensieri, i sentimenti e le azioni, attimo per attimo. Questo è il "reale". Qualunque altra azione, ideale, o ideologia non è il "reale", ma semplicemente un desiderio, un'aspirazione illusoria a essere qualcosa di diverso da ciò che è. (...) Comprendere ciò che è richiede uno stato mentale in cui non siano presenti né identificazione, né condanna, il che implica che la mente sia vigilie e tuttavia passiva. (...) Solo quando si riesce ad andare oltre il groviglio delle idee (che costituiscono l'io, la mente), allorché il pensiero è completamente muto, solo allora si saprà cos'è la verità. (...) Dopo tutto è questa la verità: avere la capacità di accostarsi ad ogni cosa come se fosse la prima volta, attimo per attimo, senza i condizionamenti del passato, di modo che non ci sia l'effetto cumulativo che agisce come barriera fra se stessi e ciò che è. (...) Se non c'è più alcuna credenza con cui la mente si identifichi allora la mente, priva di identificazione, è capace di guardare a se stessa così com'è: e a quel punto, sicuramente, si ha un primo barlume di comprensione si sé. (...) Quando accettiamo ciò che è senza evitarlo, senza condannarlo o giustificarlo, ogni contrasto è pienamente acquietato. (...) Ci vuole consapevolezza di sé in azione. Osservatevi mentre agite, non solo esternamente: seguite il movimento dei vostri pensieri e sentimenti. Vi accorgerete che il processo di tale movimento del pensiero, che comprende anche sentimento e azione, si basa su un'idea in divenire. Questa sorge quando c'è un senso di insicurezza, che a sua volta emerge quando si è consapevoli del vuoto interiore. (...) Se siete consapevoli dei processi del pensiero e del sentimento vi accorgerete che c'è una costante battaglia in corso , uno sforzo per cambiare, per alterare, per trasformare ciò che è. E' questo sforzo per diventare qualcosa, per evitare ciò che è che genera sofferenza, dolore, ignoranza. (...) Esiste una consapevolezza che non è del pensiero: è sufficiente essere consapevoli delle attività del sé, senza condannare o giustificare, semplicemente essere consapevoli. (...) Deve esserci una determinazione a scoprire, a esplorare il processo dell'essere, il che significa essere pronti a recepire ogni implicazione ogni cenno, essere consapevoli delle proprie paure e delle proprie speranze, esplorale ed essere liberi, sempre più liberi. (...) Quando riconoscete che ogni movimento della mente non è altro che una forma di rafforzamento del sé, quando lo osservate, lo comprendete, quando siete del tutto consapevoli che il sé è in azione, quando arrivate a quel punto (non ideologicamente o a parole), allora vedrete che la mente essendo ormai completamente immobile, non ha potere di creare. Quando la mente è non-creatrice, allora si ha la creazione

Non sono d'accordo su tutto ma in parte si.

Dovrei risponderti parola per prola, frase per frase ma è troppo lunga.

Poi finirei per perdermi con considerazioni altrettanto complesse riempendo pagine di pensieri forse nemmeno tanto collegati tra loro.... perchè poi mi faccio trascinare "dal mio sentire".

Ti chiedo una cosa:

Ti capita mai, in relazione a tutto ciò, di venire etichettato come qualcuno che passa la vita a farsi "le seghe mentali" (lo scrivo così non per poca delicatezza ma perchè è così che mi dicono) piuttosto che essere visto come qualcuno che cerca di capirci qualcosa?

Perchè è di questo che si tratta giusto? Di capirci qualcosa...

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Non sono d'accordo su tutto ma in parte si.

Dovrei risponderti parola per prola, frase per frase ma è troppo lunga.

Poi finirei per perdermi con considerazioni altrettanto complesse riempendo pagine di pensieri forse nemmeno tanto collegati tra loro.... perchè poi mi faccio trascinare "dal mio sentire".

Ti chiedo una cosa:

Ti capita mai, in relazione a tutto ciò, di venire etichettato come qualcuno che passa la vita a farsi "le seghe mentali" (lo scrivo così non per poca delicatezza ma perchè è così che mi dicono) piuttosto che essere visto come qualcuno che cerca di capirci qualcosa?

Perchè è di questo che si tratta giusto? Di capirci qualcosa...

allora....di venire etticchettato non solo non mi preoccupo proprio nemmeno lo considero...

vedi fino a che gli uomini sono schiavi del contenuto della loro mente, del loro passato altro non possono che GIUDICARE, dunque piacerò a chi a un vissuto che lo porta ad ammirare questi discorsi, e verrò additato da chi li trova strani, non mi tange perchè trovo ovvio che giudichino, altro non possono ed in fondo è giusto così.....

capire significa rapportare al nostro vissuto quanto leggiamo, qui si legge di abbandonare il nostro vissuto, ti si chiede di fare un'esperimento interiore di quanto viene letto, tutto cio non è comprensibile dalla mente, perchè la mente (o il suo contenuto) che dovrebbe capire, e non è possibile....

se fai caso nel testo ti si parla sempre di cosa non fare, di cosa rendere meritevole di attenzione, ma mai ti dice cosa troverai raggiunto quello stato perchè non è verbalizzabile....

io non l'ho capito...però comprendo e vivo cio che è....nel qui e ora.

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ste,....qui c'è un po' di super cazzola....

Ho mal di testa... :Shame On You:

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Ho mal di testa... :rolleyes:

ahaha :D: , sai che quando ho letto il titolo del topic e ho visto il nome di Ste come ultimo utente che aveva lasciato il messaggio, ho pensato "e vai con la supercazzola"..... :D:

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ahaha :rolleyes: , sai che quando ho letto il titolo del topic e ho visto il nome di Ste come ultimo utente che aveva lasciato il messaggio, ho pensato "e vai con la supercazzola"..... :D:

poi dici che non devo disturbare i forum,....aspetta e vedrai digi

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Non litigate, che ho mal di testa. :rolleyes:

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