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giovanni79

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Penso continuamente all'idea di trasferirmi, cambiare città, o addirittura cambiare nazione.

Credo che sia più un desiderio di fuga che una voglia di vivere in un altro posto, quale esso sia. La vita che faccio qui non mi soddisfa per nulla, nè sul lavoro, che non mi piace, nè fuori, dove ho una vita sociale abbastanza povera.

Spesso mi dico "ora me ne vado, tanto che ho da perdere", poi penso che una volta là mi ritroverei nella stessa situazione di insoddisfazione, con l'aggravante di essere lontano dalla mia città di origine e dalle (poche) persone che conosco e frequento qui, insomma con una vita sociale ancora più misera. Un ulteriore peggioramento della mia situazione potrebbe essere fatale!

Così vivo, ormai da tanto tempo, nella costante indecisione se concentrarmi a migliorare la mia vita qui (cioè insistere, perchè ci ho provato finora con scarsi risultati) o cambiare tutto e andare via.

Vi siete mai trovati in questa situazione?

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Penso continuamente all'idea di trasferirmi, cambiare città, o addirittura cambiare nazione.

Credo che sia più un desiderio di fuga che una voglia di vivere in un altro posto, quale esso sia. La vita che faccio qui non mi soddisfa per nulla, nè sul lavoro, che non mi piace, nè fuori, dove ho una vita sociale abbastanza povera.

Spesso mi dico "ora me ne vado, tanto che ho da perdere", poi penso che una volta là mi ritroverei nella stessa situazione di insoddisfazione, con l'aggravante di essere lontano dalla mia città di origine e dalle (poche) persone che conosco e frequento qui, insomma con una vita sociale ancora più misera. Un ulteriore peggioramento della mia situazione potrebbe essere fatale!

Così vivo, ormai da tanto tempo, nella costante indecisione se concentrarmi a migliorare la mia vita qui (cioè insistere, perchè ci ho provato finora con scarsi risultati) o cambiare tutto e andare via.

Vi siete mai trovati in questa situazione?

Bè non proprio la stessa situazione..però una volta sì , mi sono detta: cosa mi tiene qui? Non il lavoro, non l'amore, non la famiglia....e così me ne sono andata in un'altra città, pensando che in un secondo momento sarei andata in America.....sono partita, sul pullman piangevo, ma poi ho trascorso in quella città gli anni più belli della mia vita, ho trovato un mucchio di amici, ho conosciuto il mio attuale marito con il quale poi sono effettivamente espatriata......è chiaro che la mia è solo un'esperienza particolare, però forse generalizzando credo che osare sia una buona cosa, per esempio è il frutto di una certa sicurezza in se stessi, di un certo ottimismo di base...... in bocca al lupo!

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Penso continuamente all'idea di trasferirmi, cambiare città, o addirittura cambiare nazione.

Credo che sia più un desiderio di fuga che una voglia di vivere in un altro posto, quale esso sia. La vita che faccio qui non mi soddisfa per nulla, nè sul lavoro, che non mi piace, nè fuori, dove ho una vita sociale abbastanza povera.

Spesso mi dico "ora me ne vado, tanto che ho da perdere", poi penso che una volta là mi ritroverei nella stessa situazione di insoddisfazione, con l'aggravante di essere lontano dalla mia città di origine e dalle (poche) persone che conosco e frequento qui, insomma con una vita sociale ancora più misera. Un ulteriore peggioramento della mia situazione potrebbe essere fatale!

Così vivo, ormai da tanto tempo, nella costante indecisione se concentrarmi a migliorare la mia vita qui (cioè insistere, perchè ci ho provato finora con scarsi risultati) o cambiare tutto e andare via.

Vi siete mai trovati in questa situazione?

caro giovanni , te lo sconsiglio perche' ti troveresti in una situazione peggiore e nn parlo solo di nostalgia.

l'emigrazione nn e' un gioco , nn ci si emigra per certe insoddisfazioni eppoi e' veramente dura e

devi avere i maroni quadrati.

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Penso continuamente all'idea di trasferirmi, cambiare città, o addirittura cambiare nazione.

Credo che sia più un desiderio di fuga che una voglia di vivere in un altro posto, quale esso sia. La vita che faccio qui non mi soddisfa per nulla, nè sul lavoro, che non mi piace, nè fuori, dove ho una vita sociale abbastanza povera.

Spesso mi dico "ora me ne vado, tanto che ho da perdere", poi penso che una volta là mi ritroverei nella stessa situazione di insoddisfazione, con l'aggravante di essere lontano dalla mia città di origine e dalle (poche) persone che conosco e frequento qui, insomma con una vita sociale ancora più misera. Un ulteriore peggioramento della mia situazione potrebbe essere fatale!

Così vivo, ormai da tanto tempo, nella costante indecisione se concentrarmi a migliorare la mia vita qui (cioè insistere, perchè ci ho provato finora con scarsi risultati) o cambiare tutto e andare via.

Vi siete mai trovati in questa situazione?

E' quello che io sto facendo in questo momento Giovanni: devo solo trovare un nuovo lavoro.

Ho il vantaggio di aver già sperimentato un cambiamento di questo tipo, senza conoscere nessuno, arrivando qui dove sono adesso, dove vivo e lavoro da quattro anni, e pure io nonostante il lavoro stabile, non mi sento appagato, e senza nessuno del posto a cui telefonare per un caffè o un drink.

E' stata dura e ho passato momenti difficili, ma ne è valsa la pena, anche se ne ho dovuto pagare il prezzo, ma ho imparato molte cose, che mi hanno aiutato.

Ho ripreso da qualche mese ad andare dallo psi, ho conosciuto (non qui) una ragazza, che per quanto sia solo amicizia, mi ha fatto sicuramente bene, ho consolidato una o forse due amicizie (da prima che partissi) non del luogo che mi stanno comunque aiutando, mi sento nelle condizioni di rinunciare alla sicurezza economica che ho adesso, e sono pienamente consapevole che sia dura per i tempi che corrono.

Se vuoi partire, tieni bene i piedi per terra, ma non partire dal presupposto che sarà peggio, perchè in realtà potrebbe essere questo presupposto stesso a peggiorare le cose, a metterti cioè nelle condizioni per cui quelle cose che temi, si possano verificare.

Cerca di non essere completamente solo, se puoi, in questa esperienza. Ti aiuterebbe a saggiare meglio le tue motivazioni.

In bocca al lupo.

etienne

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ciao anche io l hp pensato tante volte.............ho sempre il desiserio di traferirmi in un posto di mare...dove c'è piu gente, l estate dura piu a lungo, fa caldo, ecc ma poi in inverno?

Mi ha tenuto qui mia figlia, che ha le sue amicizie la scuola e i nonniii...........ma anche io..se potrei come te me ne andrei........

Forse perchè nn siamo soddisfatti della ns vita...lavoro amicizie ecc........................ quindi siamo eternamente infelici..............ma perchè?

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Qualche anno orsono la pensavo esattamente così. Il lavoro non mi appagava, la vita sociale mi deprimeva e una situazione familiare che mi legava ad un ruolo tragico. Il pensiero ricorrente era partire ed andare in Australia, immaginando che li mi sarei liberato del copione che mi vedeva infelice protagonista e avrei cominciato a vivere impersonificando quello che sentivo di essere ma che qui non riusciva ad emergere.

Non sono mai partito, materialmente parlando, però ho incontrato una persona che mi ha fatto partire mentalmente alla ricerca del mio tesoro sepolto.

Grazie a lei ho riconosciuto quale fosse il problema che non mi permetteva di STARE, da li è cominciato un viaggio da fermo che mi ha condotto ad esplorare quello che di me era rimasto nell'ombra. Tutto quello che speravo di trovare in Australia, era in realta la mia identità che era rimasta sotterrata da un educazione che non aveva consentito un adeguato sviluppo della mia intelligenza emotiva.

Se adesso deciderò di andare in Australia, sarà perchè avrò voglia di godermi quella bellissima terra selvaggia con le sue magnifiche onde, con la consapevolezza che quelo che dovevo trovare di me è qui alla portata dei miei sensi e non è sepolto sotto la sabbia di Margaret River

mainrifles.jpg

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Qualche anno orsono la pensavo esattamente così. Il lavoro non mi appagava, la vita sociale mi deprimeva e una situazione familiare che mi legava ad un ruolo tragico. Il pensiero ricorrente era partire ed andare in Australia, immaginando che li mi sarei liberato del copione che mi vedeva infelice protagonista e avrei cominciato a vivere impersonificando quello che sentivo di essere ma che qui non riusciva ad emergere.

Non sono mai partito, materialmente parlando, però ho incontrato una persona che mi ha fatto partire mentalmente alla ricerca del mio tesoro sepolto.

Grazie a lei ho riconosciuto quale fosse il problema che non mi permetteva di STARE, da li è cominciato un viaggio da fermo che mi ha condotto ad esplorare quello che di me era rimasto nell'ombra. Tutto quello che speravo di trovare in Australia, era in realta la mia identità che era rimasta sotterrata da un educazione che non aveva consentito un adeguato sviluppo della mia intelligenza emotiva.

Se adesso deciderò di andare in Australia, sarà perchè avrò voglia di godermi quella bellissima terra selvaggia con le sue magnifiche onde, con la consapevolezza che quelo che dovevo trovare di me è qui alla portata dei miei sensi e non è sepolto sotto la sabbia di Margaret River

Per me questi anni, datango, devono ancora trascorrere. Deve arrivare il punto in cui mi sentirò PRESENTE, in cui sentirò di APPARTENERE.

In questo momento, penso che sia più probabile che parta, piuttosto che non parta: a meno che...comunque sia.

Il tuo intervento centra il senso, profondo, del viaggio dentro di sè.

ciao

etienne

(avviso anche te che ora non mi chiamo più smus - ciao)

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Qualche anno orsono la pensavo esattamente così. Il lavoro non mi appagava, la vita sociale mi deprimeva e una situazione familiare che mi legava ad un ruolo tragico. Il pensiero ricorrente era partire ed andare in Australia, immaginando che li mi sarei liberato del copione che mi vedeva infelice protagonista e avrei cominciato a vivere impersonificando quello che sentivo di essere ma che qui non riusciva ad emergere.

Non sono mai partito, materialmente parlando, però ho incontrato una persona che mi ha fatto partire mentalmente alla ricerca del mio tesoro sepolto.

Grazie a lei ho riconosciuto quale fosse il problema che non mi permetteva di STARE, da li è cominciato un viaggio da fermo che mi ha condotto ad esplorare quello che di me era rimasto nell'ombra. Tutto quello che speravo di trovare in Australia, era in realta la mia identità che era rimasta sotterrata da un educazione che non aveva consentito un adeguato sviluppo della mia intelligenza emotiva.

Se adesso deciderò di andare in Australia, sarà perchè avrò voglia di godermi quella bellissima terra selvaggia con le sue magnifiche onde, con la consapevolezza che quelo che dovevo trovare di me è qui alla portata dei miei sensi e non è sepolto sotto la sabbia di Margaret River

Per me questi anni, datango, devono ancora trascorrere. Deve arrivare il punto in cui mi sentirò PRESENTE, in cui sentirò di APPARTENERE.

In questo momento, penso che sia più probabile che parta, piuttosto che non parta: a meno che...comunque sia.

Il tuo intervento centra il senso, profondo, del viaggio dentro di sè.

ciao

etienne

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Non sono mai partito, materialmente parlando, però ho incontrato una persona che mi ha fatto partire mentalmente alla ricerca del mio tesoro sepolto.

Grazie a lei ho riconosciuto quale fosse il problema che non mi permetteva di STARE, da li è cominciato un viaggio da fermo che mi ha condotto ad esplorare quello che di me era rimasto nell'ombra. Tutto quello che speravo di trovare in Australia, era in realta la mia identità che era rimasta sotterrata da un educazione che non aveva consentito un adeguato sviluppo della mia intelligenza emotiva.

Se adesso deciderò di andare in Australia, sarà perchè avrò voglia di godermi quella bellissima terra selvaggia con le sue magnifiche onde, con la consapevolezza che quelo che dovevo trovare di me è qui alla portata dei miei sensi e non è sepolto sotto la sabbia di Margaret River

Per me questi anni, datango, devono ancora trascorrere. Deve arrivare il punto in cui mi sentirò PRESENTE, in cui sentirò di APPARTENERE.

In questo momento, penso che sia più probabile che parta, piuttosto che non parta: a meno che...comunque sia.

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