juditta 0 Share Inserita: 2 ottobre 2008 accettalo! cosa deve accettare? la mia esortazione vale in generale...non rassegnarsi nella vita a ciò che è in nostro potere cambiare... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 2 ottobre 2008 Sto pensando anch'io a questa cosa, in questi giorni... non mi piace fare il citatore, ma alcune cose mi hanno fatto riflettere: mi viene in mente una frase letta in Warhol (la filosofia di A.W.): se smetti di desiderare una cosa, allora la ottieni. e mi viene in mente il finale del mito di Amore e Psiche, forse non pienamente in tema con il discorso di accettazione e rassegnazione: ma penso che qui valga una lettura individuale, ciascuno ne può leggere ciò che vi ritiene più significativo: il tema è il desiderio. Tutto questo, per dire che forse nell'accettazione del limite o dell'impossibilità del realizzarsi di una cosa per noi importante, a volte per uno strano meccanismo si creano i presupposti per cui quella cosa poi si verifica, arriva, o semplicemente ce ne accorgiamo e siamo più ricettivi verso di essa: chi sa? Rassegnazione e accettazione possono secondo me avere un significato molto simile, dipende dall'uso che si fa della parola: a volte accettazione assume lo stesso significato un pò spregiativo di rassegnazione. A volte, per rassegnarsi, ci vuole molto coraggio.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
mio 0 Share Inserita: 3 ottobre 2008 cosa deve accettare?la mia esortazione vale in generale...non rassegnarsi nella vita a ciò che è in nostro potere cambiare... scherzavo! Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Alessandro Bertelli 0 Share Inserita: 3 ottobre 2008 Accettazione o rassegnazione? La differenza secondo me consiste nel fatto che la prima è un atto volontario la seconda no Nella prima accetto qualcosa volontariamente nella seconda sono costretto ad accettare qualcosa che non voglio Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Alessandro Bertelli 0 Share Inserita: 3 ottobre 2008 La differenza secondo me consiste nel fatto che la prima è un atto volontario la seconda noNella prima accetto qualcosa volontariamente nella seconda sono costretto ad accettare qualcosa che non voglio Però si può anche accettare qualcosa controvoglia quindi le cose sono un po' confuse Non so nulla e pertanto qualcosa so so di non sapere Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 3 ottobre 2008 L'accettazione non cambia il proprio umore di fronte agli eventi negativi. La rassegnazione scava a poco a poco un solco di sempre più profonda tristezza. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 3 ottobre 2008 Sto pensando anch'io a questa cosa, in questi giorni...non mi piace fare il citatore, ma alcune cose mi hanno fatto riflettere: mi viene in mente una frase letta in Warhol (la filosofia di A.W.): se smetti di desiderare una cosa, allora la ottieni. E' vero, pensa che fregatura. Che gusto c'è ad ottenere una cosa che non desideri? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ospite filotea Share Inserita: 4 ottobre 2008 L'accettazione non cambia il proprio umore di fronte agli eventi negativi. La rassegnazione scava a poco a poco un solco di sempre più profonda tristezza. Hai ragione la rassegnazione scava a poco a poco un solco di tristezza. Ma allora conviene accettare? Ma in che modo? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 E' vero, pensa che fregatura. Che gusto c'è ad ottenere una cosa che non desideri? Anche a me ha lasciato piuttosto perplesso, ma forse dipende da con che chiave la leggiamo. Riporto il pensiero di Warhol per completo: Credo che succeda così per il nostro bene, perché quando ti arriva qualcosa che non desideri più, almeno non diventi pazzo. E' quando smetti di volerla una cosa che puoi riuscire ad averla. O prima di volerla magari. Ma mai mentre la vuoi. Se riesci ad avere una cosa mentre la desideri, diventi pazzo"... o anche quando dice che la felicità è desiderare ciò che si ha..... (quindi, dico, che desiderio è?) I paradossi sono delle buone pulci nell'orecchio, ma credo fino a un certo punto... Se non ci fosse desiderio e insoddisfazione la mia vita non sarebbe nulla. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 Anche Leopardi: Canto notturno di un pastore errante dell'Asia http://www.softwareparadiso.it/studio/poesie-notturno.htm Leopardi conosce il proprio desiderio. Lo accetta? ne è rassegnato? o non si rassegna ad essere felice e a brucare come le pecore? Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
digi79 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 a volte per essere felici rispetto a un determinato punto bisogna accettare o rassegnarsi rispetto ad altre cose.....la vita non mai così facile come ce la propinano da bambini...quando diventi grande sei costretto afare delle scelte che a volte sembrano le uniche ma poi ti accorgi che in realtà hai solo scelto o accettato una determinata situazione a scapito di qualcos'altro.....credo che la via che più di avvicina alla felicità è quella del cuore ma molto spesso la mente ci impedisce di percorrerla senza proporci nuove vie apparentemente giuste...ma giusto non è sinonimo di felicità!!!!! non so se si capsice il concetto.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
marilena176 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 Accettazione e rassegnazione sono termini molto simili...generalmente il termine accettazione ha un'accezione più positiva, credo perchè presuppone, rispetto a quelo che intendiamo per rassegnazione, un lavoro su se stessi tale per cui uno vive meglio, consapevole dei propri limiti e delle proprie responsabiltà... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 .credo che la via che più di avvicina alla felicità è quella del cuore ma molto spesso la mente ci impedisce di percorrerla senza proporci nuove vie apparentemente giuste questo forse non ho capito bene ...ma giusto non è sinonimo di felicità!!!!! molto vero... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
digi79 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 questo forse non ho capito bene ecco lo sapevo che no si era capito.... IO credo che ci sono due strade per fare le cose o fare le nostre scelte, una è quella del cuore, o di pancia come dice la mia psi, cioè seguendo il nostro istinto, il nostro sentire e l'altra è quella della mente , della ragione, quella programmata, influenzata da ciò che è giusto e ciò che è sbagliato secondo la morale collettiva, o secondo ciò che ci è stato insegnato dai nostri genitori che ovviamente quasi mai coincide con le scelte di pancia..... Ecco credo che spesso accantoniamo la strada del cuore per quella della mente credendo di fare la cosa "giusta"...ma come ho detto dopo: giusto non è sempre sinonimo di felicità..... spero sia più chiaro.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 digi grazie, comunque non è sicuramente da sminuire l'esposizione che hai fatto: anzi se ti ho chiesto di rispiegarmi quel punto, è perchè sono realmente interessato a quello che hai scritto Ho notato una cosa curiosa: che a volte le persone che si manifestano più possibiliste, più disposte ad ascoltare, come si suol dire, il proprio cuore, o stomaco, sono quelle che poi sanno di fronte al fatto concreto sottoporre tutto al criterio di giusto o sbagliato, ragionevole o non ragionevole, pro e contro ecc... Invece chi sembra più scettico, rassegnato, alla fine può nascondere una maggiore propensione a sentire, immedesimarsi, empaticamente con le cose, andando ad impulso. Le persone del primo tipo, quelle che non si rassegnano mai, che si dichiarano libere, che predicano molto il sentire, l'ascoltare il proprio cuore per essere felici, sono anche spesso le più intransigenti: lo si vede per esempio da come prescrivono agli altri di "ascoltare le proprie emozioni e agire di conseguenza": guai se non si fa così. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 Hai ragione la rassegnazione scava a poco a poco un solco di tristezza.Ma allora conviene accettare? Ma in che modo? Scusami filo: ma se si è tristi, che male c'è? Quindi se a volte ci si deve rassegnare, cosa c'è di sbagliato in questo? Forse vale la pena a volte accettare di rassegnarsi. Siamo umani, e sinceramente trovo fastidiosa un'accettazione imperturbabile delle cose che non si possono cambiare, e che desidereremmo con tutti noi stessi fossero diverse. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
digi79 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 digi grazie, comunque non è sicuramente da sminuire l'esposizione che hai fatto: anzi se ti ho chiesto di rispiegarmi quel punto, è perchè sono realmente interessato a quello che hai scritto Ho notato una cosa curiosa: che a volte le persone che si manifestano più possibiliste, più disposte ad ascoltare, come si suol dire, il proprio cuore, o stomaco, sono quelle che poi sanno di fronte al fatto concreto sottoporre tutto al criterio di giusto o sbagliato, ragionevole o non ragionevole, pro e contro ecc... Invece chi sembra più scettico, rassegnato, alla fine può nascondere una maggiore propensione a sentire, immedesimarsi, empaticamente con le cose, andando ad impulso. Le persone del primo tipo, quelle che non si rassegnano mai, che si dichiarano libere, che predicano molto il sentire, l'ascoltare il proprio cuore per essere felici, sono anche spesso le più intransigenti: lo si vede per esempio da come prescrivono agli altri di "ascoltare le proprie emozioni e agire di conseguenza": guai se non si fa così. bhè non so se sia come dici tu, io credo che consigliare di seguire il proprio cuore è anche un volere dire che la decisione finale deve partire da dentro, ovvio poi che seguire il proprio cuore non significa fregarsene di tutto il resto....non viviamo mica su un'isola deserta.... Diciamo che l'ideale sarebbe poter ascoltare sempre il nostro cuore, poi è ovvio se seguire il nostro cuore significa calpestare qualcun'altro, allora bisogna ponderare bene.....l'importante è che non si faccia il contrario, cioè andare sempre di mente calpestando sè stessi..... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
etienne 0 Share Inserita: 4 ottobre 2008 bhè non so se sia come dici tu, io credo che consigliare di seguire il proprio cuore è anche un volere dire che la decisione finale deve partire da dentro, ovvio poi che seguire il proprio cuore non significa fregarsene di tutto il resto....non viviamo mica su un'isola deserta....Diciamo che l'ideale sarebbe poter ascoltare sempre il nostro cuore, poi è ovvio se seguire il nostro cuore significa calpestare qualcun'altro, allora bisogna ponderare bene.....l'importante è che non si faccia il contrario, cioè andare sempre di mente calpestando sè stessi..... qui forse sono io che ho calcato troppo la mano: ringrazio chi sinceramente e con l'intento di ascoltarmi propormi un'alternativa, mi incoraggia ad ascoltare me stesso e ad agire di conseguenza. Pure il mio psicologo è una di queste persone. Volevo insistere sul fatto che a volte si prende troppo alla leggera la cosa, o si dice sbrigativamente devi essere te stesso, e non si vuole riconoscere che non sia facile, nè a volte purtroppo possibile muoversi come il cuore ci suggerisce: un pò perchè come dici tu non viviamo su un'isola deserta, o perchè non siamo più fatti come dei bambini. Dobbiamo accettarci anche quando non riusciamo ad essere fino in fondo noi stessi, era su questo che volevo insistere. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ospite filotea Share Inserita: 4 ottobre 2008 Scusami filo: ma se si è tristi, che male c'è? Quindi se a volte ci si deve rassegnare, cosa c'è di sbagliato in questo? Forse vale la pena a volte accettare di rassegnarsi.Siamo umani, e sinceramente trovo fastidiosa un'accettazione imperturbabile delle cose che non si possono cambiare, e che desidereremmo con tutti noi stessi fossero diverse. Non lo so. Ho sempre accettato tutto rassegnandomi,accettando anche nella gioia di quello che ho e che non posso avere. Infondo,sono sempre andata avanti adeguandomi a tutto.Mi sono sempre adeguata nella rassegnazione e acettazione. Anche lo psi si meraviglia di come posso essere così accettando e prendendo cio' che mi serve. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
digi79 0 Share Inserita: 5 ottobre 2008 qui forse sono io che ho calcato troppo la mano: ringrazio chi sinceramente e con l'intento di ascoltarmi propormi un'alternativa, mi incoraggia ad ascoltare me stesso e ad agire di conseguenza. Pure il mio psicologo è una di queste persone.Volevo insistere sul fatto che a volte si prende troppo alla leggera la cosa, o si dice sbrigativamente devi essere te stesso, e non si vuole riconoscere che non sia facile, nè a volte purtroppo possibile muoversi come il cuore ci suggerisce: un pò perchè come dici tu non viviamo su un'isola deserta, o perchè non siamo più fatti come dei bambini. Dobbiamo accettarci anche quando non riusciamo ad essere fino in fondo noi stessi, era su questo che volevo insistere. bhè suggerire di "essere sè stessi" o "seguire il proprio cuore" può avere due motivazione credo, una è quella di dare un consiglio motivato tenendo ovviamente conto di tutti ifattori che possono influire nella scelta, ma comunque non scordandosi del proprio cuore e l'altro è dire la prima cosa che ti capita giusto per dire una cosa "apparentemente" profonda e sensibile.... Poi ovvio dipende sempre da chi lo si dice e come lo si dice.... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
turbociclo 0 Share Inserita: 6 ottobre 2008 Hai ragione la rassegnazione scava a poco a poco un solco di tristezza.Ma allora conviene accettare? Ma in che modo? Penso che l'accettazione vera possa risiedere solo nell'abbandono a Dio e nella consapevolezza che ogni cosa che ci accade è nel piano divino e serve alla nostra evoluzione, a farci comprendere. Sono convinto che siamo esseri eterni con un cammino eterno, e che abbiamo bisogno soltanto di saper interpretare il nostro libro personale, che è la nostra vita con i suoi eventi. Tutto è compreso in un piano logico e conseguenziale... Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ospite filotea Share Inserita: 7 ottobre 2008 Penso che l'accettazione vera possa risiedere solo nell'abbandono a Dio e nella consapevolezza che ogni cosa che ci accade è nel piano divino e serve alla nostra evoluzione, a farci comprendere. Sono convinto che siamo esseri eterni con un cammino eterno, e che abbiamo bisogno soltanto di saper interpretare il nostro libro personale, che è la nostra vita con i suoi eventi. Tutto è compreso in un piano logico e conseguenziale... Grazie turbociclo,le tue parole sono scese al momento giusto. Spero un giorno di saper interpetrare i fatti della mia vita alla luce di Dio. Per il momento continuo a fare terapia cognitiva e che lo psi possa aiutarmi a essere una donna nuova accettando e amando tutto quanto di bello e di brutto. Un abbraccio Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
antiuss 0 Share Inserita: 7 ottobre 2008 ACCETTARE SI,RASSEGNARSI MAI!!!!!........eh si ci sono delle cose che per il momento si devono accettare.Ma per me e dico solo per me finquanto ho fiato è forza nessuno mi potrà fermare ad inseguire un qualcosa, che per il momento si deve accantonare ma la speranza è che un giorno.....cosa tu desideri si avvera. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
quintessenza 0 Share Inserita: 7 ottobre 2008 Penso che l'accettazione vera possa risiedere solo nell'abbandono a Dio e nella consapevolezza che ogni cosa che ci accade è nel piano divino e serve alla nostra evoluzione, a farci comprendere. Sono convinto che siamo esseri eterni con un cammino eterno, e che abbiamo bisogno soltanto di saper interpretare il nostro libro personale, che è la nostra vita con i suoi eventi. Tutto è compreso in un piano logico e conseguenziale... ...e "Dio" ovviamente dove si può trovare se non dentro sé stessi e di conseguenza tutt'intorno a noi... ascoltare il "proprio" Cuore secondo me può Coincidere anche con l'ascoltare il Cuore di Dio... e il Cuore di Dio va Oltre il "giudizio"... Oltre il bene e il male.. Accettare= significato etimologico>>> ricevere, essere intenzionati a prendere, ricevere con gradimento e dimostrarlo ..viva l'accettazione! Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
Ospite filotea Share Inserita: 7 ottobre 2008 Ciao quinta..., è vero Dio è dentro di noi. Spesso si è accecati e non lo si vede. S.Agostino nel libro delle confessioni dice: * Tardi Ti ho amato, Bellezza tanto antica, eppure tanto nuova. Tardi Ti ho amato. * Sì, perché Tu eri dentro di me; io invece ero fuori e lì Ti cercavo.* Tu eri con me e io non ero con Te. * Mi tenevano lontano da Te le cose da Te create, che sarebbero inesistenti, se non esistessero in Te. * Mi hai chiamato e la tua voce ha vinto la mia sordità. * Mi sei apparso e il tuo splendore ha dissipato la mia cecità. * Hai diffuso la tua fragranza, io l'ho respirata e adesso anelo a Te. * Ti ho gustato e ora ho fame e sete di Te. * Mi hai toccato e si è acceso in me il desiderio della tua pace. Quota Link al commento Condividi su altri siti More sharing options...
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