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datango

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  1. Ciao Latin, Ho letto ciò che hai scritto, trovo interessante l'argomento che riguarda l'importanza di intraprendere una strada che conduca alla persecuzione di ideali dogmatici, come possono essere quelli religiosi, che conducano su una via della conoscenza di se e delle straordinarie possibilità personali di interagire nella maniera pienamente corretta con tutto quello che la nostra vita può offrire, come l'interazione con i nostri futuri figli o più semplicemente con le persone con cui ci relazioniamo ogni giorno. Sono stato educato con ideali di religione cristiana, ma è leggendo dei libri del Dalai Lama che ho trovato dei significati utili per conoscere ed accettare il mio essere, ho provato anche a seguire in maniera corretta i precetti che conducono allo stato di illuminazione o nirvana. Una delle meditazioni che ho sperimentato è provare a placare la mente dal produrre le catene di pensieri che mi portano a perdere la piacevole accettazione di un semplice stare in silenzio, ho da subito trovato delle difficoltà, contare fino a 15 sincronizzando il respiro era per me una pratica che richiedeva un certo sforzo mentale, liberare la mente dai pensieri implicava il concentrarsi e mettere a tacere quello che il mio pensante produceva; sono andato avanti così per un po di tempo, la mia capacità di concentrazione aumentava ed ero gratificato da ciò, sfortunatamente i pensieri continuavano ad essere presenti. La convinzione che comunque la via dettata dal Buddismo fosse corretta, e che il Dalai Lama fosse un esempio per improntare un corretto modo di interpretare la vita, mi ha dato coumnque una spinta a voler trovare una strada per una conoscenza profonda di me e di quello che mi circonda. Adesso sono dell'idea che forse non ci siano strade definite da intraprendere, che non ci sia nessuna illuminazione o resurrezione come premio finale da perseguire, nessun personaggio simbolo o Guru da imitare. La liberta di essere liberi da schemi dogmatici, da strade da percorrere non credi possa donarci una accettazione che ogni pensiero, spontaneo ed ogni azione spontaneamente prodotta siano importanti e degne di essere valutate se vere o false? Un abbraccio Daniele
  2. Buongiorno a tutti, questo è il primo post che scrivo. Sono felice perchè grazie a questo forum riesco a sondare i miei pensieri profondi. Un bambino (ho un bambino grande) compie uno sforzo mentale per essere accettato, mentre un bambino accettato a priori non si cura delle cose che fa perchè crede sia sempre accettabili. Secondo me accettare che un genitore, ho una persona che abbiamo accanto, abbia o non abbia una preferenza nei nostri confronti, potrebbe far svanire il potere che questa azione compie su di noi. Avere il pensiero che un altra persona possa preferirci o respingerci, credo che provochi un blocco emotivo. Questo blocco emotivo, credo non ci permetta di essere serenamente presenti in un relazione con questa persona. Annullare il concetto di competizione, potrebbe far nascere una situazione in cui ciascuno di noi è quello che è in quel momento ed è accettato? Accogliere anche l'inaccettabile e non renderebbe invisibile l’accettato, non potrbbere rendere ciascuno di noi persone con le medesime possibilità di relazione?. Un abbraccio a tutti Daniele
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