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turbociclo

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messaggi di turbociclo

  1. Il ‎04‎/‎01‎/‎2020 alle 19:24 , WindomEarle ha scritto:

    Sono arrivato sul sito dopo una ricerca su Google e aver scovato questa discussione, che mi appare come un'autentica miniera. L'argomento è molto interessante, anche se per ovvie ragioni mi pare impossibile rileggere tutti gli interventi.

    Alcune considerazioni in ordine sparso: ci rechiamo da un terapeuta, ma prima di essere pazienti, siamo uomini e donne e, come tali, possiamo innamorarci di chi ci sta di fronte. Dall'altro lato, per quanto forse siano persone con strumenti ed esperienze che noi non possediamo, ci sono uomini e donne e, come tali, fallaci e con dei sentimenti. La scoperta dell'acqua calda, ma è funzionale ricordarlo per capire dove voglio arrivare. Nessuno di noi si diverte ad andare in terapia, lo fa perché ha dei problemi da risolvere e deviare la terapia rispetto a quello che è il suo scopo primario sarebbe controproducente per noi pazienti in primo luogo.

    Innamorarsi non è una colpa, semmai un diritto e, a volte, non è solo la nostra mente sofferente a generare certe illusioni. L'amore in generale è un'illusione, un'attribuzione di qualità astratte alla persona che amiamo. Il mio consiglio? Parlarne col terapeuta. E non dico questo per la solita lezioncina asettica che il transfert diverrà uno strumento di cura, ma perché sarà un elemento rivelatore di chi avete davanti. Il terapeuta sarà sedotto? lusingato? spaventato? calmo? Tutte queste sono preziose informazioni per voi per capire chi avete di fronte e decidere se quello è il professionista giusto per voi. Vi dico questo perché sentirsi innamorati del nostro/della nostra terapeuta ci fa sentire deboli, dipendenti, a volte anche ridicoli. E perché non provare a capovolgere questo strumento a nostro vantaggio e recuperare una posizione quantomeno di parità?

    Esiste una secondo possibilità: reprimere. Scelta legittima e, personalmente, è quella che credo prenderò io. Ma la logica conseguenza di questa scelta è cambiare poi terapeuta, perché puoi reprimere un sentimento quanto ti pare, ma fallirai sempre se continuerai a trovarti di fronte quella persona e soffrirai.

    Un abbraccio a tutti coloro che vivono questo penoso travaglio. Io sono tra questi.

    Nella mia vita sono stato per almeno 20 anni in terapia, ho provato varie tecniche di varie scuole. Innamorarsi del proprio terapeuta per me implica anzitutto la fine dell'analisi propriamente detta, e questo è ovvio. Perché comincia un gioco di detto e non detto, di imbarazzi, reticenze, lo stato di dipendenza aumenta anziché essere superato. Occorre troncare. A meno che anche il terapeuta non si innamori di te...e allora nasce un altro tipo di rapporto. Che oltretutto ti fa risparmiare i soldi dell'analisi...

  2. Il ‎28‎/‎12‎/‎2019 alle 01:44 , MrGrim ha scritto:

    Riflettevo.

    Di seguito la mia domanda per te, persona comune come me:

    Come ti sentiresti se ti dicessi che, ammesso e non concesso che tu abbia dei figli a 25 anni, che i tuoi figli abbiano figli a 25 anni e che i tuoi nipoti abbiano anch'essi dei figli a 25 anni, entro 150 anni dalla tua morte (ad essere generosi) nessuno sulla faccia di questa terra ricorderà che tu sia esistito?

    Conosci anche solo il nome dei genitori dei  tuoi bisnonni? Questa cosapevolezza cambia in qualche modo la visione che hai della vita? Il senso delle tue azioni?

    Fammi sapere.

    Nessun problema, siamo esseri eterni, esiste la reincarnazione. Altro giro altra corsa. Nuovi genitori, nuovi figli...

  3. Il ‎16‎/‎09‎/‎2018 at 11:54, Spartano95 dice:

    Salve, nel momento in cui si sbaglia ( errori di poco conto) e si è pronti ad ammettere il proprio sbaglio a cuore e mente leggeri, in modo sereno, spesso può capitare di venire comunque attaccati da chi non ha l'intelligenza o la sensibilità di risparmiarsi una critica negativa e un'attacco su un errore già ampiamente ammesso, come dare a calci un cane zoppo. Ecco, in questi casi, la parte più viscerale di noi è mossa alla difesa e a lottare per contrastare questo intruso che il più delle volte mira ad abbattere il suo obbiettivo, se non fosse mosso dall'intendo di distruggere non avrebbe motivo di offendere qualcuno che già ha ammesso l'errore, ma anzi, lo sosterrebbe. Quello che mi chiedo è, qualora uno sforzo di volontà riesca ad ignorare l'attaccante quindi a posare lo scudo e non alimentare un dibattito malsano, ignorando il nostro ego che invece infiammato e ferito vuole difendersi, questo può potare a ripercussioni sulla propria autostima?

    Evidentemente ciò accade proprio perché si ha un io che è stato ferito, per cui fare finta di niente a niente serve. Ma già in partenza la nostra autostima NON ESISTEVA, altrimenti l'affronto altrui ci sarebbe scivolato REALMENTE, non per finta!

  4. Chi soffre di vertigini? Io da due anni non ne posso più, spesso rimango ore a letto pur di non sentire quella fastidiosa sensazione di testa vuota, "in barchetta". Tutto sembra dipendere dalla cervicale, ma nessuno è riuscito a curarmi...Tutto ciò mi ha provocato una forte depressione e rischio l'alcolismo.

  5. Beh, mi sembra che il vero problema di fondo sia la paura di essere giudicata, che poi di certo si manifesta in mille occasioni, non solo bevendo un bicchiere d'acqua. E' naturalmente un problema comune a miliardi di persone. A poco a poco, se vuoi con un aiuto esterno adatto, dovresti imparare ad accettare te stessa, sei tu in primo luogo che ti giudichi male, per cui estendi agli altri il giudizio negativo su te stessa...

  6. "essere al verde"

    Strano il destino di un colore: se il verde è il colore per antonomasia della speranza, essere, restare o trovarsi al verde significa tutt’altro: rimanere senza un soldo, essere ridotti in miseria. La locuzione deriverebbe dall’antica consuetudine di dipingere di verde il fondo dei ceri o delle candele: quindi una candela arrivata al verde era una candela ormai completamente consumata. http://www.focus.it/comportamento/economia/perche-si-dice-essere-al-verde

  7. Hai letto mai questa bellissima poesia di Gibran? Può far capire molte cose...

    di Kahlil Gibran
    I vostri figli non sono figli vostri.
    Sono figli e figlie della sete che la vita ha di se stessa.
    Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
    E, benché vivano con voi, non vi appartengono.
    Potete donare loro il vostro amore, ma non i vostri pensieri,
    Essi hanno i loro pensieri.
    Potete offrire rifugio ai loro corpi, ma non alle loro anime,
    Esse abitano la casa del domani,
    che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
    Potete tentare di essere simili a loro, ma non cercate di farli simili a voi.
    La vita procede e non s’attarda sul passato.
    Voi siete gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
    L’Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell’infinito,
    e vi tende con forza, affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
    Affidatevi con gioia alla mano dell’Arciere,

  8. Spina nel cuore, di solito solo il tempo e una maggiore esperienza di vita che si acquisisce, anche tramite il dolore, possono dare una visione più obiettiva della realtà vera al di là delle ricostruzioni arbitrarie che ne facciamo. Tua figlia ha bisogno di cure, da quanto dici deve stare parecchio male psicologicamente per cui vive una realtà profondamente distorta. Se involontariamente tu sei stata in parte causa dei suoi problemi, non devi assolutamente crearti adesso dei sensi di colpa. Hai fatto tutto quanto era nelle tue possibilità, poi tutti commettiamo degli errori. Vivi la tua vita per quanto puoi con tranquillità. E mantieni sempre una porta aperta. Prima o poi lei tornerà a bussare...

  9. Il triste fenomeno delle sette meriterebbe una lunga trattazione, esso è spia di un disagio esistenziale sempre più evidente, in una società che nega la vera comunicazione, la spontanea e libera ricerca interiore in senso spirituale, la mancanza di ogni futuro di autonomia per i giovani. Ne ho conosciuti anch'io di ambienti del genere, tendono a conformare le menti e i propri modi di vita a modelli che fanno comodo ad un potere interno che lucra sui sentimenti e le mancanze degli adepti.

    Faccio parte di una associazione che da tanti anni si adopera per dare un aiuto a chi soffre, un'associazione laica (ne parlo in Psicologia, thread sul "vero significato delle parole"). Noi stessi siamo stati colpiti dall'accusa di SETTA, accusa infamante come poche. Persone fragili, delicate, anche se non sempre poco colte come si pensa, sono facili vittime di personaggi senza scrupoli che si impossessano di loro come marionette da muovere con invisibili fili. Dietro ci sono appunto dei bisogni che la società non sente e non vede. Un gruppo che sembra accoglierti e darti un ruolo può allora essere vissuto come un rifugio, un approdo sognato. Non sempre purtroppo si riesce a capire cosa c'è dietro. Per cui le sette sono in espansione, gruppi come Scientology e quello degli adepti di Sai Baba prosperano come non mai. E prospereranno fino a che non cambieranno le basi del nostro vivere e del nostro proporci all'esterno, coscienti di un unione col Tutto che va al di là di ogni divisa e categorizzazione. Perché le religioni costituite non sono poi molto diverse dalle sette, sono solo meglio strutturate ed accettate comunemente. Ma alla fine ti propongono comunque la LORO verità, i loro riti, i loro libri sacri. Tutto al di fuori di ogni libera ricerca. E, al di sopra di tutto, vogliono convincerti che il loro Dio è il migliore.

  10. Sono anch'io da tanti anni impegnato in questo sforzo comune, non ne ho mai parlato perché non avevamo ancora ottenuto i risultati sperati che adesso ci sono, certificati da importanti Università e personalità. Non siamo così presuntuosi da asserire che arriveremo dove enti a livello mondiale non sono mai stati capaci di arrivare, certo è che lo sforzo di poche persone bene intenzionate a volte, nella Storia, ha portato a risultati impensabili. Vi terremo aggiornati sui prossimi sviluppi.

    Vorrei poi dare un caloroso saluto a tutto il forum, anche se mi faccio vivo poco non dimentico nessuno. Tex, stai tranquillo, facciamo le cose in modo serio, non ci sarà bisogno di arrivare a certi compromessi... Un abbraccio a tutti da Maurizio!

  11. Capisco benissimo il problema, lo vivo e non penso sia risolvibile. Non è possibile e non è giusto spingere l'altra persona a fingere, a sforzarsi di mostrare atteggiamenti che non sono i suoi naturali. Io ho ormai una certa età, da tempo mi sono adattato a far passare in secondo piano questa mia scissione (che è propria della maggior parte degli uomini) tra sesso e amore. Amo mia moglie e voglio restare con lei, anche se il piano sessuale è sempre stato vissuto in modo poco soddisfacente. Nella vita e nei rapporti non si può pretendere di avere tutto.

  12. Nella vita bisogna saper usare anche la bugia, mi sembra un dato di fatto. Interessante il quesito: se esistono dei mentitori patologici, ci saranno pure dei SINCERI patologici?

    Anch'io sono un poco così, si tratta di sensi di colpa. Quando la bugia è una bugia bianca, detta per evitare un male peggiore, dovremmo essere capaci di esprimerla.

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