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Premessa: questa cosa l'avevo postata in un altro topic, ma poi ho pensato che richiede un topic tutto suo (ci si

potrebbe fare un concorso a premi...).

Sto pensando da qualche anno a come dire una cosa che ho provato in mille modi a dire, ma proprio non mi riesce.

Vediamo se qualcuno riesce a trovare le parole giuste (così poi copincollo :Whistle: )

La cosa è più o meno questa: il problema di chi viene colpito da mobbing non è quello di non saper/voler andarsene

ma di far cessare i tentativi (in malafede o in buonafede che siano) di spingerlo ad andarsene altrove. E' il contrario.

Quello di non saper/voler andarsene è il problema di altre persone: quelli insoddisfatti, quelli che fanno un lavoro che

non è il loro o non ne sono portati, quelli che ritengono di non essere pagati o rispettati abbastanza ma non ritengono

di farlo presente (pensano di non esserne in grado, di non poterlo fare, che sia inutile...) ecc ecc.

Come si fa a dire una cosa del genere? Molti casi di mobbing cesserebbero all'istante (e molti servizi migliorerebbero),

se si riuscisse a dirla.

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Non saprei… forse la trovo una distinzione troppo drastica. Mi spiego meglio, (se ho capito bene ciò che intendevi dire) , se l’ atteggiamento più diffuso che crea o aggiunge disagio ad una situazione già esistente è “ma se si trova così male, perché non se ne va?” vale sia per il caso del mobbing vero e proprio sia per quelle situazioni di disagio dovuto ad altri fattori. Cioè, fondamentalmente, è giusto esigere delle condizioni di lavoro dignitose e corrette? Se la risposta è sì, vale per qualunque caso. Ovvio che se sussistono delle motivazioni assolutamente personali del tipo “ voglio cambiare genere di lavoro” nulla vieta ma è un discorso a sé …

si capiva? :sweat:

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se l’ atteggiamento più diffuso che crea o aggiunge disagio ad una situazione già esistente è “ma se si trova così male, perché non se ne va?” vale sia per il caso del mobbing vero e proprio sia per quelle situazioni di disagio dovuto ad altri fattori.

Non proprio, se per mobbing si intende proprio un quadro di azioni e comportamenti atti a indurre una persona ad andarsene (la domanda

"perché non se ne va?", in tal caso, è come se mentre uno sta stuprando una, le si chiedesse: "perché non gli fa un pompino?").

Ma mi interessava, più che discuterne, trovare le parole per dirlo.

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O anche mentre non la sta stuprando. :mellow:

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Non proprio, se per mobbing si intende proprio un quadro di azioni e comportamenti atti a indurre una persona ad andarsene

ma magari pure se uno si mette in testa di voler smuovere qualcosa per migliorare le proprie condizioni di lavoro protrebbe attirarsi delle rogne da arrivare al mobbing...

Ma mi interessava, più che discuterne, trovare le parole per dirlo.

L' hai già fatto. A mio parere, sarebbe necessario abilitare l' idea che esigere delle condizioni di lavoro decorose è giusto e non una rivendicazione illecita e inopportuna (magari ideologica - peste e corna ! )… della serie “ di che ti lamenti, già grazie che un lavoro ce l’ hai…”

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Premessa: questa cosa l'avevo postata in un altro topic, ma poi ho pensato che richiede un topic tutto suo (ci si

potrebbe fare un concorso a premi...).

Sto pensando da qualche anno a come dire una cosa che ho provato in mille modi a dire, ma proprio non mi riesce.

Vediamo se qualcuno riesce a trovare le parole giuste (così poi copincollo :Whistle: )

La cosa è più o meno questa: il problema di chi viene colpito da mobbing non è quello di non saper/voler andarsene

ma di far cessare i tentativi (in malafede o in buonafede che siano) di spingerlo ad andarsene altrove. E' il contrario.

Quello di non saper/voler andarsene è il problema di altre persone: quelli insoddisfatti, quelli che fanno un lavoro che

non è il loro o non ne sono portati, quelli che ritengono di non essere pagati o rispettati abbastanza ma non ritengono

di farlo presente (pensano di non esserne in grado, di non poterlo fare, che sia inutile...) ecc ecc.

Come si fa a dire una cosa del genere? Molti casi di mobbing cesserebbero all'istante (e molti servizi migliorerebbero),

se si riuscisse a dirla.

dubbio: il fatto di non essere rispettati non può in qualche modo rientrare nel "mobbing"?

ammetto che a volte il concetto di mobbing finisce per essere fumoso... finchè parliamo di politiche aziendali per spingere le persone ad andarsene, più o meno abbiamo tutti le idee chiare.

ma ad esempio quando ci caliamo in realtà più piccole o comunque in situazioni nelle quali il mobbing non è più "strategia" ma qualcosa che può succedere per incapacità dei "capi", per questioni caratteriali, dinamiche tra colleghi ecc... da un lato c'è il lato legislativo, per il quale è giusto tutelare il lavoratori da tutte queste situazioni. e fin qui siamo d'accordo.

d'altro c'è il lato umano, comunque la vuoi girare anche se appellandomi alla legge ottengo certe tutele, se poi ogni giorno mi devo trovare calato in un clima pessimo verso di me, beh... rimane valido il consiglio di cercare un altro lavoro.

perchè no? quando un rapporto non funziona lo si chiude (nei tempi e nei modi che si riescono ad attuare) perchè non dovrebbe valere anche per il mobbing?

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d'altro c'è il lato umano, comunque la vuoi girare anche se appellandomi alla legge ottengo certe tutele, se poi ogni giorno mi devo trovare calato in un clima pessimo verso di me, beh... rimane valido il consiglio di cercare un altro lavoro.

perchè no? quando un rapporto non funziona lo si chiude (nei tempi e nei modi che si riescono ad attuare) perchè non dovrebbe valere anche per il mobbing?

perchè se passa il concetto (già ampiamente diffuso) che non c' è altro mezzo che andarsene...tanto vale adeguarsi perchè un posto vale l' altro a meno di avere una passione per il giromondismo... senza contare il fatto che tutta questa richiesta proprio non c' è...

ma poi... sti diritti? :Thinking:

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dubbio: il fatto di non essere rispettati non può in qualche modo rientrare nel "mobbing"?

ammetto che a volte il concetto di mobbing finisce per essere fumoso... finchè parliamo di politiche aziendali per spingere le persone ad andarsene, più o meno abbiamo tutti le idee chiare.

ma ad esempio quando ci caliamo in realtà più piccole o comunque in situazioni nelle quali il mobbing non è più "strategia" ma qualcosa che può succedere per incapacità dei "capi", per questioni caratteriali, dinamiche tra colleghi ecc... da un lato c'è il lato legislativo, per il quale è giusto tutelare il lavoratori da tutte queste situazioni. e fin qui siamo d'accordo.

d'altro c'è il lato umano, comunque la vuoi girare anche se appellandomi alla legge ottengo certe tutele, se poi ogni giorno mi devo trovare calato in un clima pessimo verso di me, beh... rimane valido il consiglio di cercare un altro lavoro.

perchè no? quando un rapporto non funziona lo si chiude (nei tempi e nei modi che si riescono ad attuare) perchè non dovrebbe valere anche per il mobbing?

Perché non si sta parlando di rapporti amorosi, ma di rapporti di lavoro.

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Non proprio, se per mobbing si intende proprio un quadro di azioni e comportamenti atti a indurre una persona ad andarsene (la domanda

"perché non se ne va?", in tal caso, è come se mentre uno sta stuprando una, le si chiedesse: "perché non gli fa un pompino?").

Ma mi interessava, più che discuterne, trovare le parole per dirlo.

rifacendomi al tuo esempio... lo strupro è un reato ed è una cosa orribile che non dovrebbe mai succedere. ma succede lo stesso, continuamente, nonostante tutte le leggi.

il tuo esempio lo trovo un po' campato... però ad esempio potrei consigliare a qualsiasi donna per "evitare lo stupro" di non salire in macchina con uno sconosciuto o di evitare certi vicoli bui in certe zone della città... e non credo che dando certi tipi di consigli avvallerei lo stupro o direi che è una cosa da accettare...

insomma Ste, anche nel lavoro ci sono di mezzo i rapporto umani ed è ineliminabile il conflitto, la prepotenza, l'ingiustizia.

è giusto pretendere leggi e tutele, ma allo stesso tempo ci si tutela da soli, per quello che si riesce da tutte le situazioni potenzialmente dannose.

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Perché non si sta parlando di rapporti amorosi, ma di rapporti di lavoro.

i rapporti di lavoro sono rapporti umani.

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ma magari pure se uno si mette in testa di voler smuovere qualcosa per migliorare le proprie condizioni di lavoro protrebbe attirarsi delle rogne da arrivare al mobbing...

Nella mia esperienza, questa cosa non si scatena quando uno "si mette in testa di poter smuovere qualcosa per poter migliorare le proprie

condizioni di lavoro", ma quando uno fa il suo lavoro. In ogni caso, si, è questo che smuove il mobbing, spesso.

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i rapporti di lavoro sono rapporti umani.

Finalizzati a qualcosa di diverso che al semplice andare d'accordo.

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no, non diventano... sono. quando tu ti rapporti a un collega a un capo o a un fornitore, ti rapporti a un essere umano.

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Nella mia esperienza, questa cosa non si scatena quando uno "si mette in testa di poter smuovere qualcosa per poter migliorare le proprie

condizioni di lavoro", ma quando uno fa il suo lavoro. In ogni caso, si, è questo che smuove il mobbing, spesso.

secondo me, spesso il confine tra "ciò che si deve fare" ovvero il proprio lavoro e il migliorarne le condizioni è molto labile... tanto da diventare un' impossibilità di svolgere il proprio lavoro...

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Comunque, continuo a non capire perché tutta 'sta ansia di ribadire che sul lavoro non si può far nulla.

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L' hai già fatto. A mio parere, sarebbe necessario abilitare l' idea che esigere delle condizioni di lavoro decorose è giusto e non una rivendicazione illecita e inopportuna (magari ideologica - peste e corna ! )… della serie “ di che ti lamenti, già grazie che un lavoro ce l’ hai…”

è il contrario... anzi mi sembrava necessario estenderlo perchè come ho detto anche poi, questo esigere se contraststo può anche diventare mobbing, per lo stesso principio.

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secondo me, spesso il confine tra "ciò che si deve fare" ovvero il proprio lavoro e il migliorarne le condizioni è molto labile... tanto da diventare un' impossibilità di svolgere il proprio lavoro...

Certo, ma per far qualcosa sul lavoro è necessaria quasi sempre un minimo di combattività e capita di scontrarsi con qualcuno.

Se quando questo accade scatta il cordone sanitario rovesciato finalizzato a far troncare per rimettere tutto in quiete il prima possibile,

il mobbing è quello e null'altro (ricordiamoci sempre che "mobbing" deriva da "mob", non a caso).

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mi quoti il messaggio dove l'ho scritto?

Parlo in generale. E' una premessa costante dei discorsi che si fanno su questo argomento.

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no, non diventano... sono. quando tu ti rapporti a un collega a un capo o a un fornitore, ti rapporti a un essere umano.

Nessuno ha mai detto il contrario, anzi: semmai dico che tra gli esseri umani, capita anche di litigare, fare conflitti e superarli.

Se è concesso dai consulenti.

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e chi sono sti consulenti? insomma, non è che qui tutti lavoriamo per multinazionali...

ci sono realtà lavorative di tutti i tipi.

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e chi sono sti consulenti? insomma, non è che qui tutti lavoriamo per multinazionali...

ci sono realtà lavorative di tutti i tipi.

Certo, ma hanno tutte in comune il fatto che la gente che lavora si occupa di affrontare i problemi legati al lavoro,

e la gente che bivacca si occupa di curare le relazioni (proprie e altrui).

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e il mobbing "verticale"...

Senza mob fa solo il solletico (a meno che non si tratti di una realtà piccola fino all'osso, ma non fa molto testo).

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