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Interagire senza il movimento egoico


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Fino a che è l’ego a dirigere la vostra vita la maggior parte dei vostri pensieri, emozioni ed azioni provengono dal desiderio e dalla paura. Nelle relazioni, o volete qualcosa dall’altra persona oppure ne avete paura.Quello che volete dall’altro può essere piacere o guadagno materiale, riconoscimento, lodi o attenzione oppure un rafforzamento del vostro senso del sé attraverso il confronto e lo stabilire che siete, avete o conoscete più dell’altro.

Quello di cui avete paura è che succeda l’opposto e che sia l’altro che in qualche modo diminuisca il vostro senso del sé.

Quando fate del momento presente il punto focale della vostra attenzione – invece di usarlo come un mezzo per un fine – andate al di là dell’ego ed al di là della compulsione inconscia di usare le persone come mezzo per un fine, intendendo per fine la valorizzazione di se stessi alle spalle degli altri.

Quando date la vostra completa attenzione a qualsiasi persona con la quale state interagendo, togliete passato e futuro dalla relazione, fatta eccezione per le cose pratiche. Quando siete totalmente presenti con qualsiasi persona incontrate, allora lasciate andare l’identità concettuale che avevate fatta per loro, la vostra interpretazione di chi essi sono e di cosa hanno fatto nel passato – e siete così in grado interagire senza il movimento egoico di desiderio e di paura. L’attenzione, che è vigile quiete, è la chiave.

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cosa?

il senso?

qualche punto in particolare?

ti posto il continuo....

Quando date la vostra completa attenzione a qualsiasi persona con la quale state interagendo, togliete passato e futuro dalla relazione, fatta eccezione per le cose pratiche. Quando siete totalmente presenti con qualsiasi persona incontrate, allora lasciate andare l’identità concettuale che avevate fatta per loro, la vostra interpretazione di chi essi sono e di cosa hanno fatto nel passato – e siete così in grado interagire senza il movimento egoico di desiderio e di paura. L’attenzione, che è vigile quiete, è la chiave.

Come è meraviglioso nelle vostre relazioni andare oltre il volere e l’aver paura. L’amore non vuole nulla né ha paura di nulla.

[...]

Ogni volta che incontrate qualcuno, non importa quanto breve sia l’incontro, riconoscete il suo essere, dandogli la vostra completa attenzione? O lo riducete a un mezzo per un fine, ad una mera funzione o ad un ruolo?

Quale è la qualità della vostra relazione con la cassiera al supermercato, con il guardiano del parcheggio, con il meccanico, con il «cliente»?

Un momento di attenzione è sufficiente. Come li guardate o li ascoltate, c’è una quiete vigile, forse solo due o tre secondi, forse di più. Questo è abbastanza perché possa emergere qualcosa di più reale dei ruoli che giochiamo di solito e con cui siamo identificati.

Tutti i ruoli sono parte della coscienza condizionata che è la mente umana.

Quello che emerge attraverso l’atto di attenzione è l’incondizionato, chi siete voi nella vostra essenza, al di là del vostro nome e della forma che avete. Non agite più come da copione, diventate reali.

Quando quella dimensione emerge dalla vostra interiorità, attira anche la stessa dimensione dall’interiorità dell’altra persona” (dal cap. VIII).

tratto da Parole dalla quiete di Eckhart Tolle – fonte

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secondo me dipende..

un giorno sono di buon umore e sono disposto verso gli altri un altro giorno guardo solo la punta dei miei piedi..

a volte non esci proprio di casa altre volte ami l' umanità intera.

non credo ci siano copioni già scritti e ruoli precisi da interpretare...

è un luogo comune.

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io credo si tratti di intenzioni incosce...

osservati quanto interagisci...

e chiediti perchè hai agito così!

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Leggo. Rifletto un momento. Comincio a chiedermi: "ma qual'è il fine della discussione? Brano interessante, ma perché è stato inserito? Cosa vuole sapere l'utente?"

Poi mi sono tornate in mente queste parti:

"andate al di là dell’ego ed al di là della compulsione inconscia di usare le persone come mezzo per un fine, intendendo per fine la valorizzazione di se stessi alle spalle degli altri."

"Un momento di attenzione è sufficiente"

E allora mi dico: forse non c'era nessun fine particolare, solo il piacere di condividere delle riflessioni con altri.

Oddio... forse sto fuori :Straight Face:

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io credo si tratti di intenzioni incosce...

osservati quanto interagisci...

e chiediti perchè hai agito così!

non vorrei dire.. pero' a parte un paio di individui, qui dentro siamo tutti piu' o meno intenti in questo tipo di riflessioni.

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Leggo. Rifletto un momento. Comincio a chiedermi: "ma qual'è il fine della discussione? Brano interessante, ma perché è stato inserito? Cosa vuole sapere l'utente?"

Poi mi sono tornate in mente queste parti:

"andate al di là dell'ego ed al di là della compulsione inconscia di usare le persone come mezzo per un fine, intendendo per fine la valorizzazione di se stessi alle spalle degli altri."

"Un momento di attenzione è sufficiente"

E allora mi dico: forse non c'era nessun fine particolare, solo il piacere di condividere delle riflessioni con altri.

Oddio... forse sto fuori :Straight Face:

direi che hai fatto centro non stai fuori...

condivisione e piacere nella condivisione...

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Oddio, dopo che hai postato il seguito mi sono tranquillizzata perchè ho visto che non erano parole tue: all'inizio, infatti, credevo fossi tu il mostro che si relazionava con gli altri unicamente per piacere o paura oppure che fossi circondato da persone che si relazionavano in questo modo! :Just Kidding:

Mi sa che l'autore ha affibbiato agli altri dei concetti che sono solo suoi... io personalmente ne conosco poca di gente così, nella vita ho incontrato persone migliori. :Whew:

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L'attenzione sul presente. E' qualcosa di semplice...forse non poi così tanto per una vita "all'occidentale" come la nostra. Stando sul presente lasciamo andare le identità concettuali che ci facciamo sugli altri....mi ritrovo. Nel senso che se ne possono ri-creare anche altre e inaspettate di identità altui.

A me ad esempio capita di pensare a questa cosa quando lavoro con i mei colleghi...mi accorgo che spesso, piuttosto che concentrarmi sul lavoro che stiamo facendo assieme e godere di quel momento, la mia relazione e il presente stesso vengono "inquinati" da pregiudizi e preconcetti che in realtà non c'entrano niente con il momento che stiamo vivendo assieme, perchè hanno a che fare con cose passate..pregiudizi..idee riportate da altri ecc... Per notare certe cose e la qualità delle relazioni bisogna decentrarsi, osservarsi senza giudicarsi, guardarsi e basta.

Esercizi spirituali direi, di una concretezza che ha dell'incredibile

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perfetto....ladani...

comprenderlo è già un superpasso.

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solo suoi..?

uhmm....

Io penso di si... tu forse hai avuto solo relazioni di questo tipo? :huh:

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Io penso di si... tu forse hai avuto solo relazioni di questo tipo? :huh:

oggi , Diograzie, non più...

ma sinceramente, e spero che il mio dire non sia di male a nessuno ma un invito a rivedersi piuttosto per raggiungere la serenità e la pace......sinceramente vedo che quasi la totalità delle persone agisce in quella maniera....

vedo l'amore sconfitto dall'ego...sempre e ovunque,

vedo gli uomini soffrire di questo...

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oggi , Diograzie, non più...

ma sinceramente, e spero che il mio dire non sia di male a nessuno ma un invito a rivedersi piuttosto per raggiungere la serenità e la pace......sinceramente vedo che quasi la totalità delle persone agisce in quella maniera....

vedo l'amore sconfitto dall'ego...sempre e ovunque,

vedo gli uomini soffrire di questo...

Quindi in passato hai avuto molte relazioni di questo tipo? :huh:

E come puoi dire che la quasi totalità delle persone agisce in quella maniera, senza sapere cosa passa nella testa delle persone? Non pensi ci voglia una buona dose di presunzione per affermare una cosa del genere, a meno di non conoscere a fondo tutte le persone di cui si parla?

Per quello dicevo che l'autore affibbia agli altri sentimenti che sono suoi: probabilmente è lui che vive o ha vissuto le relazioni in questo modo e pensa che tutti facciano così, ma in realtà non si può sapere cosa c'è nella testa di una persona e tantomento perchè questa persona frequenti un'altra persona.

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ho il risultato che è la società a parlare...

comunque sia , evidentemente tu vivi l'attimo e vedi evidentemente che lo fanno tutti o quasi, vedi dunque come giusto risultato la società odierna...

io non la vedo così, anzi.....

questo implica che uno o entrambi abbiamo torto.....chedire.....buonavita.

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riporto alcuni brani, che ampliano il concetto (ovviamente secondo me..)

Quando la mente è occupata con le sue proprie proiezioni, non è andata al di là del pensiero, ha assunto soltanto una nuova parte, una posa nuova; sotto quel mantello è ancora pensiero. “Ma come si può andare al di là del pensiero?” Non è questo il punto non vi pare? Non si può andare al di là del pensiero, perchè l’”agente”, l’autore dello sforzo, è il risultato del pensiero. Nella scoperta del processo del pensiero, che è conoscenza dell’io, la verità di ciò che è pone fine al processo del pensiero. La verità di ciò che è non si trova in nessun libro, antico o moderno. Quella che si trova è la parola, non la verità

j.k.

Sii solamente consapevole di ciò che stai pensando e facendo, e niente altro. Vedere, ascoltare, è il fare, senza ricompense o punizioni. L’abilità del fare sta nel vedere, ascoltare.

Ogni forma di meditazione porta inevitabilmente all’inganno, all’illusione, perché il desiderio acceca.

(J. Krishnamurti, Diario)

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ancora

Il pensiero è sempre una risposta esterna, non può mai rispondere nel profondo.

Il pensiero è sempre l’esterno; il pensiero è sempre un effetto e pensare è la riconciliazione degli effetti.

Il pensiero è sempre superficiale, sebbene possa porsi a livelli differenti.

Il pensiero non può mai penetrare il profondo, l’implicito. Il pensiero non può andare al di là di se stesso ed ogni tentativo di fare ciò è la sua propria frustrazione.

“Che cosa intendete per pensiero?”

Il pensiero è la risposta ad ogni sfida; il pensiero non è agire, né fare. Il pensiero è un esito, il risultato di un risultato; è il risultato della memoria. La memoria è esperienza. Il processo del pensare è il processo consapevole, processo tanto palese quanto nascosto. L’intero processo del pensiero è coscienza; il livello superficiale e quello dormiente, il livello superiore e quello profondo sono tutti parte della memoria, dell’esperienza.

Il pensiero non è indipendente. Non c’è pensiero indipendente; “l’indipendenza di pensiero” è una contraddizione in termini. Il pensiero, essendo un risultato, si oppone o concorda, confronta o adatta, condanna o giustifica, e pertanto non può mai essere libero.

Un risultato non può mai essere libero; può deformare, manipolare, vagare, spingersi ad una certa distanza, ma non può libebrarsi dei propri ormeggi. Il pensiero è ancorato alla memoria e non può mai essere libero di scoprire la verità di un problema.

tratto da “La mia strada è la tua strada” – Krishnamurti

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“Ma come si può andare al di là del pensiero?”

Sii solamente consapevole di ciò che stai pensando e facendo, e niente altro.

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ho il risultato che è la società a parlare...

comunque sia , evidentemente tu vivi l'attimo e vedi evidentemente che lo fanno tutti o quasi, vedi dunque come giusto risultato la società odierna...

io non la vedo così, anzi.....

questo implica che uno o entrambi abbiamo torto.....chedire.....buonavita.

No, non è tanto questo il punto, quanto che, secondo me, nessuno si può permettere di dire che quasi tutti si relazionano con gli altri per un tornaconto o per paura, dal momento che chi lo assume in realtà non sa nulla della vita e dei sentimenti di questi fantomatici "altri".

La società non è un risultato: la società è fatta da milioni di persone, ognuno con il proprio vissuto e la propria mente. Nella società ci sono esempi deprecabili come il bullismo, ma anche esempi lodevoli come il volontariato o l'assistenza ai più deboli, di cui magari si parla molto meno.

Si ha sempre la tendenza a catalogare, dimenticando che chi compone la società sono persone proprio come noi, con le loro storie, i loro problemi e le loro relazioni, non necessariamente peggiori delle nostre.

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forse perchè quando "conosci te stessi" impari che siamo tutti identici...

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forse perchè quando "conosci te stessi" impari che siamo tutti identici...

Non ho capito cosa vuoi dire... :huh:

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conosci te stesso e consocerai il mondo....ecco il quanto...

io ho imparato che per quanto ci sentiamo nobili, buoni e giusti...sino a che non vediamo "il nostro immenso egoismo" mentiamo a noi stessi..

anche l'uomo più generoso di solito ha uno scopo, chi ha uno scopo è egoista.

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conosci te stesso e consocerai il mondo....ecco il quanto...

io ho imparato che per quanto ci sentiamo nobili, buoni e giusti...sino a che non vediamo "il nostro immenso egoismo" mentiamo a noi stessi..

anche l'uomo più generoso di solito ha uno scopo, chi ha uno scopo è egoista.

Ok, tutti sono egoisti, posso essere d'accordo, anche se non penso che l'egoismo ci porti a relazionarci con qualcuno unicamente per ottenere qualcosa o perchè ne abbiamo paura... ma a parte questo, dal momento che tutti sono egoisti, allora perchè l'autore del brano non dovrebbe esserlo? Non è forse anch'egli un uomo?

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bhè credo che vederlo come fatto, non comprenderlo solo come concetto....possa liberare da tutto ciò...

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