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psicoterapia di orientamento psicodinamico


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Salve a tutti: avrei una curiosità.

La psicoterapia psicodinamica come si organizza?

O meglio quali sono le teorie che segue?

Sono a completo digiuno di queste cose, so che esiste Freud, Jung e qui mi fermo. In questi giorni mi sto informando purtroppo limitatamente con internet di questi aspetti, ma non riesco bene a capire come è orientata questa terapia.

Sbaglio se dico che è una sintesi di vari approci?

Grazie per l'attenzione.

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si, sbagli.

moltissimi approcci si rifanno alla psicologia dinamica (o a orientamento psicodinamico), ma ognuno è cosa a se stante.

tipo cè quello Freudiano, Junghuano, Adleriano, Roggeriano, "X"iano e "Y"iano, nel senso che chiunque scopiazza qua e la e mischia le cose, gli da il proprio nome e ci aggiunge "iano" ed ecco una nuova teoria :Batting Eyelashes:

ognuno naturalmente ha i suoi pro e i suoi contro, ognuno è adatto a certe cose e ne danneggia altre, e cosi via.

la terapia, in breve, è orientata nell'identificare quali energie psichiche potenziare (tipo autostima) e quali magari inibire (tipo troppa libido), per ristabilire l'equilibrio del sistema, attraverso propri strumenti, dettatti dalla teoria di riferimento naturalmente (il colloqui, le libere associazioni, magari qualche esercizio ecc ecc).

a te che ti serviva? o cosa in particolare non ti è chiaro?

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niente, da qualche settimana ho iniziato una psicoterapia, l'orientamento è "psicodinamico".

devo dire che un giorno ho chiesto che era e mi ha detto ""niente, è solo l'orientamento della scuola di formazione a cui si riferisce il nostro gruppo".

in effetti cercando per conto mio non ho avuto riferimento a che "filone" faccia parte. non che saperlo mi risolva di molto, poichè come dicevo l'unica differenza tra freud e jung l'ho scoperta attravrso alcuni video su youtube.

la cosa più logica sarebbe in effetti chiedere alla terapista, ma sono inibito a farlo per una serie di motivi da parte mia, e qualcuno da parte sua: parla pochissimo in riferimento a quel che le racconto: proprio l'altro giorno dicevo ad una mia amica che finalmente ho sentito che voce ha perchè un giorno mi ha detto un paio di cose.

alle sedute (un incontro a settimana) si è seduti in poltrona uno di fronte all'altra, al massimo mi chiede come va e dopo un'ora mi dice che è finito. non mi ha mai detto come è organizzata la cosa, cosa devo dirle o no, i limiti, etc...

tralasciando questa descrizione asettica, per come si proprone, per come mi ascolta, devo dire di trovarmi molto bene e proprio in questi giorni ho già avuto un minimo risultato. una cosa piccola, ma è una cosa che volevo scrollarmi di dosso da tempo.

naturalmente gli obiettivi sono ben altri...

ci vado volentieri ma devo dire che il giorno prima non so perchè ho sempre timore di andarci, saà perchè si avvicinano delle date dove dovevo fare delle cose e dirle ogni volta che non ho fatto, non mi sono orgaizzato, mi da un senso di vergogna... poi quando sono li si fa...)

niente, è che leggendo un po' di discussioni vedo di terapeuti che parlano, che danno consigli, che fanno esempi... forse si tratta solo delle prime sedute e dovrà conoscemri a fondo (dopo la crisi della 4-5 seduta dove non sapevo più cosa dirle perchè mi pareva di averle detto tutti i miei problemi, stanno pian piano affiorando ricordi che avevo sepolto e ho sempre più cose da dire...).

non so se la descrizione del setting sia utile per inquadrare la "corrente".

è la prima volta chemi affaccio a questo mondo...

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Io ho esperienza di due psicoterapeuti entrambi di orientamento psicodinamico ma molto diversi l'uno dall'altro per cui, come te, non ho ben chiaro quali siano le caratteristiche di questo approccio. Il primo parlava molto, anche di sé, e di quando in quando mi ha dato consigli pratici su come affrontare determinate situazioni; lui affermava però di essere "flessibile" e di adeguarsi alle caratteristiche del paziente. Infatti ho notato vari cambiamenti di rotta nel suo atteggiamento: io inizialmente ero diffidente e gli ho detto più volte di avere difficoltà ad aprirmi con una persona sconosciuta che percepivo come distante e superiore, così poco a poco ha sviluppato un atteggiamento più amichevole e confidenziale, assecondando la mia richiesta di darmi del tu.

La seconda, con la quale ho fatto ancora poche sedute, è pur sempre amichevole ma ha chiarito subito di disapprovare un atteggiamento troppo "alla pari" e che quindi non mi rivelerà mai dettagli della sua vita. Parla ma comunque meno dell'altro e ho osservato che le sue domande sono di tipo più diretto e pratico, quasi a voler tracciare un mio profilo "clinico", cosa che l'altro non ha mai fatto e certe sue domande non capivo bene dove volessero andare a parare: come se cercasse di capire determinati aspetti senza farmi capire esattamente quali. Era più filosofico in un certo senso: non ci ho mai capito una mazza ma comunque ha dato risultati insperati.

E' possibile che i due abbiano in comune qualcosa che però mi sfugge e che il diverso modo di approcciarsi abbia a che fare con differenze caratteriali dei due. Di più non so e se Ego ci fornisce qualche altro chiarimento, lo ascolterò con interesse.

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si.... ma Ego non è mica un indovino eh :Shame On You:

primo perchè dalle poche informazioni che avete riportato non ci si può cavare un ragno dal buco...

secondo perchè come ho detto sopra vengono continuamente inventati e reinventati nuovi approcci, e io non li posso conoscere tutti :ph34r:

ad esempio pure la bionda che ogni tanto appare sopra in pubblicità: "approccio individuale integrato" o come se chiama... che roba sarebbe io mica lo so :unknw:

al di la dei vari orientamenti, anche le caratteristiche individuali del terapeuta contano.

ad esempio, il fatto che il vostro non parla o parla poco: l'importante è come voi reagite ai suoi (o vostri) silenzi o se vi sentiti ascoltati o capiti. uno può anche stare sempre a parlare e sparare minchiate per dire, quindi non può essere questo il metro di giudizio.

poi credo conti di più come vi sentiate alla fine della seduta, piuttosto che prima di andarci, no?

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si.... ma Ego non è mica un indovino eh :Shame On You:

primo perchè dalle poche informazioni che avete riportato non ci si può cavare un ragno dal buco...

secondo perchè come ho detto sopra vengono continuamente inventati e reinventati nuovi approcci, e io non li posso conoscere tutti :ph34r:

ad esempio pure la bionda che ogni tanto appare sopra in pubblicità: "approccio individuale integrato" o come se chiama... che roba sarebbe io mica lo so :unknw:

al di la dei vari orientamenti, anche le caratteristiche individuali del terapeuta contano.

ad esempio, il fatto che il vostro non parla o parla poco: l'importante è come voi reagite ai suoi (o vostri) silenzi o se vi sentiti ascoltati o capiti. uno può anche stare sempre a parlare e sparare minchiate per dire, quindi non può essere questo il metro di giudizio.

poi credo conti di più come vi sentiate alla fine della seduta, piuttosto che prima di andarci, no?

Sì, però so che esistono corsi universitari di psicologia dinamica, e dato che l'aspirante psicologo sei tu è roba tua e noi ci rivolgiamo umilmente a te per capire di cosa si tratta :Batting Eyelashes:

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come pazienti possiamo anche fare le domande " tecniche " pero' è ovvio che le risposte non le capiamo : )

A volte tutto sommato è anche meglio affrontare la psicoterapia senza saperne una mazza: le letture che ho fatto e le nozioni che ho acquisito senza un contesto adeguato hanno solo alimentato la mia paranoia :Straight Face: E tuttavia, dato che è sulla mia psiche che si lavora, non posso fare a meno di cercare di capire che si fa (un po' come quando mi facevano il cesareo e chiedevo continuamente a che punto erano e cosa vedevano :Sick: )

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io ho fatto una psicoterapia dinamica, di tipo analitico, che contrariamente a quanto potrebbe sembrare non è una vera e propria analisi! Non so spiegare in termini tecnici di cosa si tratta e a che cosa mira questo tipo di terapia, però secondo la mai esperienza posso dire che si analizzano i sogni e il passato del paziente, si usa il lettino o il vis à vis a seconda dei casi e lo psi ha come punto di riferimento la "domanda iniziale" del paziente, o almeno è questo che ho capito della mia psicoterapia!

Inoltre parte importante di questa terapia è anche il transfert con il terapeuta, che viene analizzato e ridimensionato strada facendo!

La mia psi è stata presente, nel senso che a differenza di un'analisi classica è intervenuta spesso ma mai dandomi consigli o indicazioni sulle mie scelte di vita.

Ovviamente credo però che il terapeuta adopera un certo tipo di impostazione verso il paziente a seconda del paziente appunto e delle sue esigenze terapeutiche, quindi magari le cose che ho detto non valgono proprio in tutti i casi! :unknw:

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alla fine la mia era una curiosità insorta dopo aver sentito un video su youtube dove uno psicoterapeuta junghiano faceva un esempio per spiegare a grandi linee la differenza tra freud e jung: se un freudiano incontra un viandante gli chiede "da dove vieni?", se un junghiano incontra un viandante gli chiede "dove vai?".

alla fine preferisco anch'io non sapre oltre a sto punto, vedo come gli approci sono molto differenti da terapeuta a terapeuta, dal setting, alla feaquenza, all'interazione...

una volta, erano proprio i primi giorni, ero curisoo di sapere se mi avesse chiesto qualcosa e dopo averla salutata sono stato zitto, allara lei mi ha chiesto "com'è andata la settimana", e allora li, disarmato e vint, ho capito che preferisce che io inizi i miei racconti a ruota libera.

al momento nessuna domanda mirata, poche sottolineature, ogni tanto un mezzo sorriso se racconto alcune mie piccole disavventure fantozziane. e la cosa mi fa molto piacere perchè quando le racconto certe cose brutte, la sua rigidità inespressiva mi convince del fatto che cose belle non lo sono di certo...

tutto quello che mi sarei aspettato dopo gli incontri iniziali era chemi dicesse: "guardi: il lavoro è organizzato così e così, questi sono i tempi, questi i limiti."

ad un accenno di questo (quando le ho chiesto in cosa consiste) ho visto che più di tanto non mi ha detto, per cui come dicevo per questo episodio, e per un paio di esperienze che mi porto dentro (e che porto in seduta) evito di chiederlo ulteriormente, per ora.

piuttosto se più avanti di analizzerà il transfert in maniera diretta, ecco, potrei chiederlo magari li...

ad ogni modo come detto sopra vale quel che si prova ad andarci, e io esco sicuramente per ora esco meglio di come sono entrato; è una persona che mi da sicurezza e intravvedo una certa competenze. questo lo percepisco da come, quelle rare volte che interagisce, carpisce "quello che voglio dire".

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alla fine la mia era una curiosità insorta dopo aver sentito un video su youtube dove uno psicoterapeuta junghiano faceva un esempio per spiegare a grandi linee la differenza tra freud e jung: se un freudiano incontra un viandante gli chiede "da dove vieni?", se un junghiano incontra un viandante gli chiede "dove vai?".

alla fine preferisco anch'io non sapre oltre a sto punto, vedo come gli approci sono molto differenti da terapeuta a terapeuta, dal setting, alla feaquenza, all'interazione...

una volta, erano proprio i primi giorni, ero curisoo di sapere se mi avesse chiesto qualcosa e dopo averla salutata sono stato zitto, allara lei mi ha chiesto "com'è andata la settimana", e allora li, disarmato e vint, ho capito che preferisce che io inizi i miei racconti a ruota libera.

al momento nessuna domanda mirata, poche sottolineature, ogni tanto un mezzo sorriso se racconto alcune mie piccole disavventure fantozziane. e la cosa mi fa molto piacere perchè quando le racconto certe cose brutte, la sua rigidità inespressiva mi convince del fatto che cose belle non lo sono di certo...

tutto quello che mi sarei aspettato dopo gli incontri iniziali era chemi dicesse: "guardi: il lavoro è organizzato così e così, questi sono i tempi, questi i limiti."

ad un accenno di questo (quando le ho chiesto in cosa consiste) ho visto che più di tanto non mi ha detto, per cui come dicevo per questo episodio, e per un paio di esperienze che mi porto dentro (e che porto in seduta) evito di chiederlo ulteriormente, per ora.

piuttosto se più avanti di analizzerà il transfert in maniera diretta, ecco, potrei chiederlo magari li...

ad ogni modo come detto sopra vale quel che si prova ad andarci, e io esco sicuramente per ora esco meglio di come sono entrato; è una persona che mi da sicurezza e intravvedo una certa competenze. questo lo percepisco da come, quelle rare volte che interagisce, carpisce "quello che voglio dire".

Credo che tu ti poni molto bene invece, le domande gliele farai quando sentirai di farle, o forse fino ad allora non saranno più importanti.

La cosa essenziale è che tu ora ti rendi conto che questo percorso ti faccia bene, probabilmente ci saranno anche momenti bui ma questa sensazione iniziale ti resterà addosso vedrai!

Secondo me la parte più importante di ogni psicoterapia o analisi che sia, è proprio l'impatto iniziale che si ha con lo psi!

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l'impatto iniziale è stato buono.

io vedo una persona che sa il fatto suo.

una persona chi mi ascolta, ma soprattutto quelle poche volte che parla vedo che ha capacità di sintesi che non ho mai trovato in nessuna persona con cui abbia interagito.

e li capisco che mi ascoltava anche se si stava togliendo i pelucchi o i capelli dal maglione.

già in questi giorni ho avuto già un grande piccolo risultato.

devo\dobbiamo ancora arrivare il nocciolo della questione.

i miei pensieri sono contrastanti, con sentore di successo e insuccesso della mia vita. questa è una fase cruciale, molto delicata, triste, solitaria ma piena di progetti.

la terapauta non l'ho scelta io, mi è stata assegnata in base ad un colloqui iniziale e a dei test; io ho scelto il servizio.

certo, dopo la seduta passo un paio di giorni desidero si di tornarci quanto prima, per poi arrivare al giorno prima ed essere pieno di timori e ripensamenti.

per ora, tirando le somme, prosegue bene...

:babe:

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