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Come si può definire il comportamento di questi genitori?


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Buongiorno a tutti,

approfitto di questo bellissimo forum che leggo da un po' per chiedervi se secondo voi il seguente comportamento di due genitori ha una definizione particolare nell'ambito della psicologia. In particolare, vorrei esporre il problema in consiglio di classe ma non so proprio come spiegarmi ... magari voi riuscite a capire! Lo spero proprio!

Sono un'insegnante di lettere in una scuola media e sto notando un comportamento molto particolare nei genitori di un'alunna, non so cosa pensare e vorrei comunque esporre la cosa agli altri colleghi che magari avendo meno ore e meno frequenza con questi genitori, possono non aver avuto tempo di mettere a fuoco quanto accade ai danni della ragazza. In pratica, già dai primi colloqui dello scorso anno, mi sono resa conto che sia la mamma che il papà della ragazza (non vengono mai insieme) cercano di fare un'ottima impressione su di me e gli altri professori. Fin qui nulla di male, ma il fatto è che noto sempre di più che lo fanno a discapito della figlia. Mi spiego meglio: se io gli dico che la ragazza si sta impegnando poco per le sue possibilità, mi rispondono che è vero e anche a casa continuano a stimolarla ma senza risultati, mi dicono che cercheranno di fare di tutto per farla studiare di più e che con lei è una vera fatica (assolutamente no, è una ragazza molto sveglia e semmai un po' troppo sottovalutata e poco stimolata dai genitori). Dopo di che tornano ogni settimana al colloquio, anche se gli dico che non è necessario, e mi riferiscono come fanno fatica con questa figlia, che le impongono tot ore di studio ma lei è difficile ecc. Mi pare piuttosto che vogliano fare le vittime con me, cercano evidentemente la mia empatia, ma non per proteggere i figli o scusarli come fanno la maggior parte dei genitori, lo fanno proprio per ottenere la mia approvazione!

Addirittura la collega di matematica mi ha raccontato che l'anno scorso, riferendo ai genitori di un'insufficienza probabile (doveva ancora mettere i voti definitivi), la madre le ha risposto di metterle assolutamente l'insufficienza perché se la meritava era giusto dargliela! Anche questa collega ha percepito qualcosa di strano, come se la madre dopo questa uscita attendesse la sua piena approvazione. Non so bene come spiegarmi, ma è come se queste due persone si aspettassero che noi dicessimo "ma che bravi genitori, è così che si fa! Poverini, che figlia terribile che hanno, ma loro sono bravissimi!". L'espressione testuale della collega, di solito molto moderata e tranquilla, è stata "Ma non ho capito cosa voleva dicendomi di dare l'insufficienza, che gli facessi il monumento?!"

In compenso, la ragazza è sempre più introversa, chiusa, dall'anno scorso noto che è più ansiosa durante le interrogazioni e meno sicura di sé anche se è sempre piuttosto preparata.

L'ultimo episodio che mi ha spinto alla decisione di parlarne con il consiglio di classe è il seguente. Siamo andati a visitare un museo e c'era il padre della ragazza tra gli accompagnatori. Al termine della gita la ragazza si è attardata con un altro gruppetto di compagne mentre l'autista insisteva per fare in fretta, io le ho chiamate a voce alta e il padre della ragazza, che arrivava dietro di loro, le ha fatto una solenne sgridata davanti a tutti i compagni. A parte il fatto che la cosa ha fatto perdere ancora più tempo e ha messo in imbarazzo tutti, ma mi ha dato molto da pensare il comportamento del padre. Mentre la sgridava, ho visto chiaramente che guardava in giro con la coda dell'occhio, come se volesse raccogliere dei consensi per quello che stava facendo! Anche in seguito ho avuto l'impressione che si aspettasse qualche gesto di partecipazione o frase di encomio per come si era comportato!!!

Spero davvero di essermi spiegata e di non passare per una visionaria ... insegno da 15 anni e non mi è mai capitato un caso del genere, non capisco perché questi due genitori abbiano l'esigenza di mortificare la figlia in pubblico e si aspettino addirittura l'approvazione di altri adulti, in questo caso gli insegnanti e gli altri genitori... quest'ultimo aspetto è quello che mi lascia più perplessa. Ho già avuto a che fare con genitori troppo severi, ma in genere volevano che i figli eccellessero o che gli ubbidissero incondizionatamente, avevano manie di controllo magari, o ansie ingiustificate, ma questa ricerca oserei dire SPASMODICA di approvazione nel mortificare la figlia mi sembra invece così particolare... per caso è inquadrabile in qualche sociopatia? Mi sto domandando di tutto...

grazie mille a chi vorrà dare un suggerimento!

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credo di aver letto sto' post ma vorrei rispondere diversamente con un

commento ed una domanda.

ci son 5-6 o 7 miliardi di persone(dipende dall'ultimo censimento cinese ed indiano)

sul pianeta ed ognuno ha il suo modo di comportarsi fuori e dentro la loro casa.

poco credo che in tutti i tuoi anni da insegnante sto' caso sia cosi' grave

per chiedere aiuto (gia' fatto nella tua scuola con colleghi che ne hanno viste tante)

all'esterno del tuo habitat!!

nn voglio essere cattivo ma ho un dubbio,

sei innamorata di lei ?

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nn voglio essere cattivo ma ho un dubbio,

sei innamorata di lei ?

Scusate, ho sbagliato proprio forum. Mi scuso sentitamente. Pensavo che "La psicologia infantile" si riferisse all'argomento del forum, non al livello di sviluppo dei partecipanti. Buona continuazione.

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nn ci fare caso!

vedrai che poi ti risponde lo psicologo!

siamo riusciti a farne fuori un'altro :Straight Face:

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Scusate, ho sbagliato proprio forum. Mi scuso sentitamente. Pensavo che "La psicologia infantile" si riferisse all'argomento del forum, non al livello di sviluppo dei partecipanti. Buona continuazione.

Cara Enrica, la sezione è appena stata creata e quindi risente di qualche problema di "adattamento" da parte degli utenti tutti.

Siamo certi che il Dott. Vita, moderatore e curatore di questo spazio, interverrà al più presto per cercare di chiarire insieme a te i termini della tua richiesta al forum e per contribuire a costruire un contesto che possa essere sostanzialmente utile alla diffusione di una corretta cultura psicologica sull'infanzia e sull'adolescenza.

Un saluto.

La Redazione

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Grazie mille a tutti, infatti mi sembrava un po' strano :)

Intanto aggiungo, a costo di dire una solenne corbelleria: il comportamento di questi genitori ha tutte le caratteristiche della sindrome di Munchausen per procura, ma la ragazza viene fatta ammalare emotivamente invece che fisicamente. Ma non voglio fare analisi a buon mercato, cerco solo di spiegarmi... :)

Se potessimo, come succedeva tanti anni fa, chiederei il consulto dello psicologo tramite la scuola. Ora purtroppo i fondi sono molto ridotti e lo psicologo è un paio di anni che non l'abbiamo più... con la conseguenza che in casi come questo i docenti possono solo fregarsene oppure mendicare informazioni in rete. E gli unici docenti che hanno una reale formazione in psicologia sono quelli abilitati in sostegno, ma da noi i pochi di sostegno sono non-abilitati, riciclati da altre materie... insomma, ne sanno quanto me!

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Magari dico uan sciocchezza ma mi chiedo, se in questi casi si può consultare qualche psicologo dell'asl del paese della scuola! TRattandosi di scuola pubblica mi pare possa essere l'unico riferimento per un insegnante!

Anche solo per chiedere un parere, non credo si possano rifiutare! Aspettiamo anche l'esperto di psiconline... è un caso interessante, mi rendo conto che per un insegnante possa essere difficile gestire una situazione del genere!

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Grazie mille a tutti, infatti mi sembrava un po' strano :)

Intanto aggiungo, a costo di dire una solenne corbelleria: il comportamento di questi genitori ha tutte le caratteristiche della sindrome di Munchausen per procura, ma la ragazza viene fatta ammalare emotivamente invece che fisicamente. Ma non voglio fare analisi a buon mercato, cerco solo di spiegarmi... :)

Se potessimo, come succedeva tanti anni fa, chiederei il consulto dello psicologo tramite la scuola. Ora purtroppo i fondi sono molto ridotti e lo psicologo è un paio di anni che non l'abbiamo più... con la conseguenza che in casi come questo i docenti possono solo fregarsene oppure mendicare informazioni in rete. E gli unici docenti che hanno una reale formazione in psicologia sono quelli abilitati in sostegno, ma da noi i pochi di sostegno sono non-abilitati, riciclati da altre materie... insomma, ne sanno quanto me!

Salve,

Scusate tutti ma sono fuori sede e soltanto un contatto con la Redazione mi ha spinto a cercare e trovare un PC e leggere l'intervento.

Non lo trovo fuori luogo, dato che si tratta di una ragazzina in età evolutiva che presenta molti dati relativi alla sua età e al suo sviluppo psicologico. Ma se lo sviluppo del soggetto può passare attraverso fasi e leggi, si tratta sempre di persona non assimilabile, tout court, a molti altri.

Mi pare che i genitori abbiano le caratteristiche di soggetti ansioni, così come rilevato dalla nostra professoressa.

Non ritengo tuttavia che se ne faccia un caso psicopatologico in quanto gli elementi e gli atteggiamenti psicologici della ragazza sono conformi alla sua età. La preadolescenza e l'adolescenza sono caratterizzate da atteggiamenti e categorie opposte e quindi difficilmente è ravvisabile una norma cui i diversi soggetti dovrebbe conformarsi. E' così la ragazza,, ha questo modo di fare. Occorre, eventualmente studiare forse di più i genitori che mettono in essere comportamenti discordi, e spesso punitivi come racconta la prof. sia in presenza dei professori, sia in presenza dei compagni di scuola. Forse, veramente, cercano di manifestare caratteristiche psicologiche di buoni genitori, ma finiscono per esternare sia una loro insicurezza come figure importanti, sia un'asietà nascosta e volumente repressa.

Tuttavia, considerato che ogni soggetto è una persona con caratteristiche proprie e che spesso le generalizzazioni non sono conformi né alle leggi della psicologia, né a quelle del rispetto dell'individualità del soggetto, del singolo, come ho anticipato sopra, eviterei di cercare di "normalizzare il soggetto": la ragazza. Ce ne sono molte che non si lasciano irretire da schemi comportamentali che vanno di moda, modelli che vengono suggeriti da mezzi di informazione di massa e che tendono spesso a UNIFORMARE in peggio larghi strati della popolazione, non esclusi dli adolescenti.

Non so perché i due genitori vengano dai professori isolatamente, forse bisognerebbe conoscere per bene la situazione familiare perché potrebbero esserci degli stati di disaccordo e di opposizione tra i due genitori. Quindi, ogguno di loro, recita la parte del genitore eccellente, sicuro di quello che fa. Ognuno dei due cerca di essere migliore dell'altro.

Però, se ritenete, ovvero se la prof. ritiene che ciò non sia rispondente alla realtà, intervenga ancora, metta pure una sua risposta a questo messaggio. Mi lasci il tempo di finire una vacanza lampo, e accetterò volentieri di tornare più ampiamente e in modo più esaustivo sull'argomento.

NOTA: Non escludiamo nessuno su questo blog, sempre che si tratti di soggetto in età evolutiva (per intenderci meglio, dalla nascita - ai vent'anni c.ca, con particolare riguardo, tuttavia, alla fascia infantile).

Cordiali saluti a tutti.

Intervenite pure, vi leggerò tra un paio di gg. c.ca e risponderò a tutti.

Ancora cordiali saluti e buon Anno.

Antonio Vita

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non sono sicura di aver compreso bene il senso della sua risposta mi scusi, volevo però specificare che io credo che il supporto psicologico alla ragazza in effetti sarebbe utile se lei manifestasse disagio verso la sua famiglia, così come mi è sembrato esprimesse la prof.

Se la ragazza non esprime tale disagio, in effetti il discorso secondo me ha poco senso visto che la scuola deve seguire il giovane e non la sua famiglia...sarebbe un pò assurdo pesnare di "psicoanalizzare" ogni genitore "strano"...figurarsi quanti ce ne sono... :Just Kidding:

Vediamo cosa dice la prof.

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Scusate, intervengo solo per dire che a volte noi insegnanti ci facciamo delle impressioni personali sul comportamento dei genitori, e queste impressioni possono essere sbagliate.

Non è certamente tecnicamente corretto entrare nel merito dei rapporti tra genitori e figli, è un campo minato dove le nostre personali congetture sono foriere di possibili travisamenti dello stato di cose.

Senza contare che osservando ciascuno di noi ci proietta del suo.

Pertanto ritengo che queste osservazioni, sì, si possano fare come chiacchiera tra colleghi, ma non rientrino nella nostra professionalità docente, per quanto ci stia a cuore la situazione di questo o quell'alunno.

e' meglio non farsi eccessivi coinvolgimenti, a meno di racconti del ragazzo/a stessa, e soprattutto non interpretare ciò che vediamo con illazioni campate in aria.

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Scusate, intervengo solo per dire che a volte noi insegnanti ci facciamo delle impressioni personali sul comportamento dei genitori, e queste impressioni possono essere sbagliate.

Non è certamente tecnicamente corretto entrare nel merito dei rapporti tra genitori e figli, è un campo minato dove le nostre personali congetture sono foriere di possibili travisamenti dello stato di cose.

Senza contare che osservando ciascuno di noi ci proietta del suo.

Pertanto che queste osservazioni, sì, si possano fare come chiacchiera tra colleghi, ma non rientrino nella nostra professionalità docente, per quanto ci stia a cuore la situazione di questo o quell'alunno.

e' meglio non farsi eccessivi coinvolgimenti, a meno di racconti del ragazzo/a stessa, e soprattutto non interpretare ciò che vediamo con illazioni campate in aria.

infatti...

mi sarei aspettato un intervento, da parte del professionista, più su (e in base) questa linea :Thinking:

vabbè che era in vacanza, quindi aspettiamo ulteriori interventi :unknw:

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Scusate, intervengo solo per dire che a volte noi insegnanti ci facciamo delle impressioni personali sul comportamento dei genitori, e queste impressioni possono essere sbagliate.

Non è certamente tecnicamente corretto entrare nel merito dei rapporti tra genitori e figli, è un campo minato dove le nostre personali congetture sono foriere di possibili travisamenti dello stato di cose.

Senza contare che osservando ciascuno di noi ci proietta del suo.

Pertanto ritengo che queste osservazioni, sì, si possano fare come chiacchiera tra colleghi, ma non rientrino nella nostra professionalità docente, per quanto ci stia a cuore la situazione di questo o quell'alunno.

e' meglio non farsi eccessivi coinvolgimenti, a meno di racconti del ragazzo/a stessa, e soprattutto non interpretare ciò che vediamo con illazioni campate in aria.

io concordo con te, però non abbiamo ben capito quanto l'alunna mostri un disagio per questa cosa...in questo caso (che l'alunna mostrasse disagio) tu cosa faresti? Parlarne con l'alunna? Non so, però hai ragione sul fatto che spesso i professori si fanno dei concetti sui genitori (e anche gli alunni!) che molte volte sono errati o dettati da pregiudizi o proiezioni personali!

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mi sarei aspettato un intervento, da parte del professionista, più su (e in base) questa linea :Thinking:

Purtroppo io non posso rispondere con lo scopo di seguire la via o il discorso che un lettore si aspetta e che rientra nei suoi canoni interpretativi. Sarebbe una cattiva risposta. Rileggendo quello che ho detto velocemente, mi pare di essere stato congruo con quello che mi si prospettava e non ho né ignorato né sottovalutato quello che i lettori che sono intervenuti avevano proposto, con dei limiti dati dal mio modo di leggere questa vicenda che appare ancora una volta non chiara e non molto comprensibile. E' esposta infatti con dubbi che ho evidenziato e che non sono stati chiariti. Invito quindi la prof. a dire qualcosa di più al riguardo.

Voglio anche chiarire che quando viene prospettata una storia come questa, peraltro molto frequente, occorre avere diverse informazioni sulla famiglia. e seppure la ragazza non dovesse risentire dell'atomosfera poco tollerante o piuttosto confusa dei genitori, non signfica che lì non si annidi un problema, che oggi può interessare soltanto i genitori, ma che è presente nella famiglia, alberga in casa, dove la ragazza vive. Infatti potrebbe risentirne in modo indiretto e accumulare la tensione che trapela nel ménage familiare e nell'atteggiamento dei suoi genitori. Insomma, non si sa nemmeno se i genitori vivono assieme o sono separatari, se vanno d'accordo o no, se c'è rivalsa tra l'uno e l'altro, se la famiglia insomma ha una sua regolamentazione o è in fase di "scoppio". Non si sa nemmeno come la ragazza viva i suoi genitori, non si sa nulla.

Non si può pretendere che uno psicologo dia delle risposte significative e maggiormante esaurienti da quelle da me già dette precedentemente.

Per rispondere in modo esauriente a quello che è stato posto dalla prof. occorre che sia chiaro tutto il modo di vivere della famiglia, la struttura e il funzionamento della stessa, i rapporti interpersonali tra ragazza e genitori, se ha fratelli e sorelle, più grandi o più piccoli, se ha un ragazzo o non ce l'ha... etc. etc... Dopo di che si possono fare delle ipotesi per interpretare la situazione e cercare di suggerire un intervento di sostegno, da lontano, a dei professori che navigano nel buio, o "a vista". Il che è poco e non permette di essere più chiari e più esaurienti.

Tornate pure sull'argoemnto e, pioiché sono rientrato a casa, mi sarà più facile seguire i vostri discorsi e le vostre rimostranze. Tutto mi aiuta a capire meglio un problema. Così come è stato posto non mi lascia le opportunità necessarie per essere più preciso e comprensibile.

Saluti a tutti voi e grazie dei vostri interventi.

Vorrei aggiungere che sarebbe opportuno descrivere le modalità di intervento, anche sulla scorta di quello che viene posto dalla prof. che è un caso specifico, e cercare di suggerire una metodologia d'indagine che possa essere impiegata per questo o per altri casi simili. (Rispettando anche lo spirito del blog che vuole affrontare tematiche generali e non porsi come una fonte di consulenza privata).

Cordialità

Antonio Vita.

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Per rispondere in modo esauriente a quello che è stato posto dalla prof. occorre che sia chiaro tutto il modo di vivere della famiglia, la struttura e il funzionamento della stessa, i rapporti interpersonali tra ragazza e genitori, se ha fratelli e sorelle, più grandi o più piccoli, se ha un ragazzo o non ce l'ha... etc. etc... Dopo di che si possono fare delle ipotesi per interpretare la situazione e cercare di suggerire un intervento di sostegno, da lontano, a dei professori che navigano nel buio, o "a vista". Il che è poco e non permette di essere più chiari e più esaurienti

Di solito gli operatori all'interno delle scuole si occupano di tutto ciò,sui casi di disagio, ma la questione che all'insegnante spetti l'intervento di sostegno è dubbia.

Anche perchè l'insegnante non è uno psicologo, che si debba far carico della situazione familiare del singolo alunno è già discutibile di per sè.

Caso mai l'insegnante gestisce un gruppo-classe, questo sì, ma altri compiti specifici, a meno che non sia l'insegnante di sostegno, non ne ha, escluso la segnalazione di proprie impressioni.

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  • 2 weeks later...

Per rispondere in modo esauriente a quello che è stato posto dalla prof. occorre che sia chiaro tutto il modo di vivere della famiglia, la struttura e il funzionamento della stessa, i rapporti interpersonali tra ragazza e genitori, se ha fratelli e sorelle, più grandi o più piccoli, se ha un ragazzo o non ce l'ha... etc. etc... Dopo di che si possono fare delle ipotesi per interpretare la situazione e cercare di suggerire un intervento di sostegno, da lontano, a dei professori che navigano nel buio, o "a vista". Il che è poco e non permette di essere più chiari e più esaurienti

Di solito gli operatori all'interno delle scuole si occupano di tutto ciò,sui casi di disagio, ma la questione che all'insegnante spetti l'intervento di sostegno è dubbia.

Anche perchè l'insegnante non è uno psicologo, che si debba far carico della situazione familiare del singolo alunno è già discutibile di per sè.

Caso mai l'insegnante gestisce un gruppo-classe, questo sì, ma altri compiti specifici, a meno che non sia l'insegnante di sostegno, non ne ha, escluso la segnalazione di proprie impressioni.

scusate l'ot

hai perfettamente ragione.

ho risposto in quel modo alla signora, probabilmente sbagliando,

perche' c'e un limite che una maestra

debba avere ed esercitare in un rapporto fra l'alunna ed i suoi genitori.

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