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Gineprix

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Mi sono stufato, quasi non li sopporto più.

Cosa vogliono da me?

Io mi interesserei a loro se solo loro mostrassero una scintilla di interesse nei miei confronti, il che regolarmente non accade, se non del tutto eccezionalmente, oramai da anni e lustri. Un fiasco completo su tutta la linea, dagli uomini per iniziare alle donne per finire in bruttezza.

Forse mi manca qualcosa per essere interessante e, quindi, trattandosi di lacuna strutturale sostanzialmente incolmabile, passo inosservato, che è tutt'altro che un granchè. Provo a socializzare e ricevo tiepidi riscontri, piatte reazioni d'ordinanza.

Dovrei incensare, assecondare l'altrui iperautostima? Adulare senza premesse, a priori?

Non sono disposto a farlo e pazienza se poi sono antipatico o insignificante; vorrà dire che me ne vado.

Recite convinte, ruoli pomposi indossati autocompiacentemente, patti chiari e forse siamo amici: io sono ok e costo caro, tu cosa offri?

Apparenza, forma, schemi precostituiti che se li violi (comportandoti spontaneamente, cioè al meglio, se decidessi di permettertelo) sei immediatamente e brutalmente respinto, tagliato fuori. O ti conformi, ti adegui, o levati di torno.

Gli uomini, cosa vogliono? Discettare di calcio? Sentirsi riconosciuti come capobranco?

E le donne? Un ricco che assicuri loro una vita di agi? Un bonazzo che sollazzi il loro immaginario romantico e soddisfi il loro bisogno di evasione facendole divertire e fughi le loro insicurezze garantendo protezione a vita e provveda con dovuta violenza a procurargli orgasmi a volontà e, talora, fornisca loro spunti variegati per ravvivare latenti inclinazioni culturali coatte?

E' troppo per me, non c'ho il fisico e neanche tutto il resto.

Così, mio malgrado, mestamente rinuncio e mi faccio da parte, mi isolo, resto con me stesso, cercando di non soccombermi.

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E tu, cosa vuoi?

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non ho capito una mazza del motivo di un discorso simile.

Personalemnte se incontrassi un tizio che parla cosi, risponderei per diplomazia e tra me e me direi ''ma che du @ @ ''.

Per fortuna noi donne non siamo uscite tutte dal cervello di berlusconi che ha pubblicizzato la donna nell'immaginario collettivo, come colei che è solo corpo e apparenza. Non cerchiamo per forza tutte, l'uomo che ci faccia fare la bella vita.Per fortuna anche noi possiamo avere posti di una certa rilevanza ,senza per questo scroccare sul maschio che per tenerlo buono ci accontentiamo di dargliela.

Eh no è finita questa era.Come sta finendo anche quella dell'uomo che parla solo di calcio e di quante donne s'è fatto il fine settimana. Anche noi ormai ,abbiamo uomini con un certo cervello e con i valori della vita come la propria donna e i figli. Non soche ambiente ti circonda per parlare cosi, ma a questo punto ti converrebbe andare a fare volontariato, li ti assicuro che l'ambiente è doc e non hanno che da insegnarci il valore della vita senza doveri e ipocrisia che incombe facilmente sull'era moderna, soprattutto lavorativa, ma non per questo ci deve risucchiare.

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ciao gineprix, avrai le tue buone ragioni per scrivere così ma di sicuro ad aspettarsi molto dagli altri si rischiano "cocenti" delusioni... eppoi nessuno di noi è "nato per compiacere il prossimo"... provare a cambiare ambiente (volontariato ad es.) come ha suggerito vi@letta mi sembra un ottimo consiglio.

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Mi sono stufato, quasi non li sopporto più.

Cosa vogliono da me?

Io mi interesserei a loro se solo loro mostrassero una scintilla di interesse nei miei confronti, il che regolarmente non accade, se non del tutto eccezionalmente, oramai da anni e lustri. Un fiasco completo su tutta la linea, dagli uomini per iniziare alle donne per finire in bruttezza.

Forse mi manca qualcosa per essere interessante e, quindi, trattandosi di lacuna strutturale sostanzialmente incolmabile, passo inosservato, che è tutt'altro che un granchè. Provo a socializzare e ricevo tiepidi riscontri, piatte reazioni d'ordinanza.

Dovrei incensare, assecondare l'altrui iperautostima? Adulare senza premesse, a priori?

Non sono disposto a farlo e pazienza se poi sono antipatico o insignificante; vorrà dire che me ne vado.

Recite convinte, ruoli pomposi indossati autocompiacentemente, patti chiari e forse siamo amici: io sono ok e costo caro, tu cosa offri?

Apparenza, forma, schemi precostituiti che se li violi (comportandoti spontaneamente, cioè al meglio, se decidessi di permettertelo) sei immediatamente e brutalmente respinto, tagliato fuori. O ti conformi, ti adegui, o levati di torno.

Gli uomini, cosa vogliono? Discettare di calcio? Sentirsi riconosciuti come capobranco?

E le donne? Un ricco che assicuri loro una vita di agi? Un bonazzo che sollazzi il loro immaginario romantico e soddisfi il loro bisogno di evasione facendole divertire e fughi le loro insicurezze garantendo protezione a vita e provveda con dovuta violenza a procurargli orgasmi a volontà e, talora, fornisca loro spunti variegati per ravvivare latenti inclinazioni culturali coatte?

E' troppo per me, non c'ho il fisico e neanche tutto il resto.

Così, mio malgrado, mestamente rinuncio e mi faccio da parte, mi isolo, resto con me stesso, cercando di non soccombermi.

Quando pensiamo di essere sbagliati non facciamo altro che incatenare l'anima.

Ma l'anima non è disposta a farsi incatenare tanto facilmente e allora ecco che dal profondo emerge

un'energia che ,attraverso stati d'animo conflittuali, ci smuove, ci destabilizza, ci rimette in discussione.

Più cerchiamo di dominarli, più cerchiamo di tenerli a bada , più l'anima si fa sentire attraverso

queste sensazioni: allora dovremmo accogliere questi stati d'animo senza giudicarli e lasciarli lavorare.

Accoglierli dal profondo del nostro essere, farci inondare, fino a che non se ne vanno.

I pensieri spazzatura minano la psiche che non ci sta a farsi contaminare e reagisce facendoci vivere

sensazioni conflittuali.

E' come se l'anima gridasse: ehi ci sono anche io!

Quindi tutto quello che mi sento di consigliarle è di non essere troppo severo con se stesso, accogliere senza giudicare i suoi stati d'animo conflittuali, e imparare a osservarli da spettatore.

Noi disponiamo di grandi risorse che dobbiamo soltanto fare nascere spontaneamente, evitando di ingolfare il meccanismo con pensieri spazzatura.

Saluti.

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E tu, cosa vuoi?

Essere riconosciuto e apprezzato come persona. Che gli altri si interessino a me, si incuriosiscano di me, senza pregiudizi nè calcoli opportunistici. Avere la possibilità di esprimermi. Comunicare, apertamente, bidirezionalmente, senza muoversi da un presunto ruolo di superiorità/inferiorità.

Vi@letta,

il mio tono, ovviamente provocatorio, insieme all'oggetto della discussione, che tira tutti in ballo, te compresa, era presumibilmente foriero di reazioni piccate...

Cerco di essere più chiaro.

Non penso affatto che le donne ricalchino il "modello" adorato dallo psiconano, cioè che siano oche o volpi disposte a tutto pur di "arrivare". Quello è un tipo di donna che definirei "estremo", non rappresentativo, e non è di esso che mi interessa parlare.

Temo che oggi la donna, conseguentemente alla propria emancipazione, abbia fatto propri alcuni elementi che in passato appartenevano specificamente all'universo maschile. Oggi vedo donne "maschie", determinate a soddisfare i propri bisogni senza compromessi. Donne iper-esigenti, che dall'uomo vogliono "tutto". E vedo donne che cornificano mariti e fidanzati come cogliere margherite, con estrema disinvoltura. Quei comportamenti, deprecabili o non, che una volta erano appannaggio dell'uomo, oggi sono diffuso patrimonio muliebre. Ovviamente, ci sono anche le donne serie, ma — sarò stato sfortunato — ne ho incontrate pochissime.

Allo stesso modo, sarà un caso se gli uomini che incrocio in ascensore, al bar, in palestra, al pub, in ufficio, a casa di amici... parlano SEMPRE di calcio. Ed io, che del calcio non potrebbe fregarmene di meno, mi sento un marziano. Il calcio lo detesto, mi perseguita ovunque vada!

Fortunatamente, di tipi che vantano le proprie prodezze sessuali, come dici tu, ce ne sono pochi (eppure ci sono ancora, te lo garantisco!).

Il volontariato l'ho fatto e, come per tutte le cose umane, offre il bello e il brutto.

Oggi non ho intenzione di fare volontariato perchè la mia esigenza PRIMAria è fare il volontario di me stesso, visto che vivo un discreto disagio pisco-sociale (forse non s'era capito...). Quando e se avrò trovato il mio benessere, potrò adoprarmi (con buone possibilità di successo) per favorire gli altri nel raggiungimento del proprio.

stefano.or,

ancora trovo i Suoi commenti intelligenti, pertinenti, efficaci :)

Ricapitolando e parafrasando le Sue parole, vivo in uno stato di CRISI che, come Lei evidenzia e come i Bluvertigo cantano (testo -

), attiva le mie risorse per la ricerca di ciò che serve al mio benessere.

Molto severo con me stesso lo sono sempre stato e forse lo sono ancora. Però, col tempo mi sono abbastanza rotto di esserlo e, quindi, mi sono molto ridimensionato. Sono divenuto molto più auto-indulgente, anche perchè non penso di essere affatto male, se non altro nella media. Però, è indubbio che in me qualcosa non va, altrimenti non si spiegherebbe il perchè non riesca a costruirmi normali reti di relazioni sociali.

Il guaio è che non sono ancora consapevole di quale sia il mio "difetto". Oppure, se preferisce, non riesco ad identificare stabimente e chiaramente i "pensieri spazzatura" che inquinano il mio ambiente psichico.

E il punto è proprio questo: se non trovo il bandolo della matassa, nella crisi ci resto indefinitamente, hai voglia a lanciare le "sensazioni conflittuali" dell'anima a briglie sciolte. Quelle sensazioni, estremamente sgradevoli, mi accompagnano da molto molto tempo e non m'hanno ancora portato fuori dal labirinto.

PS

Ma è mai possibile che nessuno abbia notato la mia sottile auto-ironia (seppur della forca)?

stefano.or, Le dispiacerebbe se ci dessimo del tu?

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Cosa vogliono da me?

Io mi interesserei a loro se solo loro mostrassero una scintilla di interesse nei miei confronti, il che regolarmente non accade, se non del tutto eccezionalmente, oramai da anni e lustri. Un fiasco completo su tutta la linea, dagli uomini per iniziare alle donne per finire in bruttezza.

Ho evidenziato alcuni aspetti dei suoi pensieri spazzatura.

Per evitare di rimanere imbrigliato occorre mettere a fuoco anche il modo di esprimersi perché riflette il nostro

modo di vedere il mondo: i termini che hai utilizzato sono molto assoluti (solutus ab= sciolti dal tutto, ossia dal contesto).

C'è una netta linea che separa il bianco dal nero , le sfumature neanche vengono prese in considerazione.

E' un atteggiamento piuttosto tendente al masochismo.

Ecco perché ti consigliavo di essere meno severo con te stesso: se impari a essere meno severo con te stesso di riflesso sarai meno severo anche col mondo che ti circonda.

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Forse mi manca qualcosa per essere interessante e, quindi, trattandosi di lacuna strutturale sostanzialmente incolmabile, passo inosservato, che è tutt'altro che un granchè. Provo a socializzare e ricevo tiepidi riscontri, piatte reazioni d'ordinanza.

Dovrei incensare, assecondare l'altrui iperautostima? Adulare senza premesse, a priori?

Non sono disposto a farlo e pazienza se poi sono antipatico o insignificante; vorrà dire che me ne vado.

Recite convinte, ruoli pomposi indossati autocompiacentemente, patti chiari e forse siamo amici: io sono ok e costo caro, tu cosa offri?

Apparenza, forma, schemi precostituiti che se li violi (comportandoti spontaneamente, cioè al meglio, se decidessi di permettertelo) sei immediatamente e brutalmente respinto, tagliato fuori. O ti conformi, ti adegui, o levati di torno.

Non credo: devi cercare di essere semplicemente te stesso, non ti devi uniformare a niente e nessuno.

Essere fuori dal contesto è un vantaggio: ci permette di selezionare gli ambienti e le persone più affini al nostro modo di vivere.

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Mi sono stufato, quasi non li sopporto più.

Finalmente ti sei stufato!

La tua anima ti sta facendo capire che a tenere certi atteggiamenti ti stai auto-castrando.

:)

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