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Cambiare lavoro - vostre esperienze


Francyyy

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ma si sicuramente anche di quello.

Sicuramente ci rivedo il giudizio di mio padre inconsciamente.. so che ho questi maledetti schemi mentali che non riesco a modificare..

Ormai la mia storia psicologica la so alla perfezione.. e razionalmente mi rendo anche conto di quanto sono stupida. Però non riesco a cambiare..

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perché in effetti è paradossale che temendo il loro giudizio ti piacerebbe tener loro testa, che probabilmente è la cosa

che più gli darebbe fastidio e giudicherebbero male

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perché in effetti è paradossale che temendo il loro giudizio ti piacerebbe tener loro testa, che probabilmente è la cosa

che più gli darebbe fastidio e giudicherebbero male

in che senso voglio tener loro testa?

io vorrei potermene andare da qui senza doverci litigare.. e nell'eventualità in cui loro mi attaccassero voglio essere in grado di replicare.. perchè so che ho le ragioni dalla mia parte.

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Loro mi chiederanno perchè hai deciso di andare a vivere li? Come farete con il lavoro? Non posso rimanere muta, qualcosa devo dirgli..

Certo vorrei uscirne con il minor danno possibile.

Spesso nelle lettere di dimissioni si usa l'espressione per "motivi personali" proprio perchè non si è tenuti a specificare i motivi di tale decisione.

Mi è sembrato di capire che con i tuoi datori di lavoro non vi parlate molto, quindi perchè dovrebbero prendersi questa confidenza? comunque decidi tu, anche in base a come si comportano, quanto dirgli.

Se posso permettermi, credo sia meglio evitare sia di inventarsi storie che possono essere facilmente smascherate e altresì evitare di esporre tutti i dettagli...alla fine tu ti trasferisci per stare insieme al tuo ragazzo (i famosi motivi familiari :) ogni ulteriore domanda, almeno all'inizio la vedrei come invadenza...

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Spesso nelle lettere di dimissioni si usa l'espressione per "motivi personali" proprio perchè non si è tenuti a specificare i motivi di tale decisione.

Mi è sembrato di capire che con i tuoi datori di lavoro non vi parlate molto, quindi perchè dovrebbero prendersi questa confidenza? comunque decidi tu, anche in base a come si comportano, quanto dirgli.

Se posso permettermi, credo sia meglio evitare sia di inventarsi storie che possono essere facilmente smascherate e altresì evitare di esporre tutti i dettagli...alla fine tu ti trasferisci per stare insieme al tuo ragazzo (i famosi motivi familiari :) ogni ulteriore domanda, almeno all'inizio la vedrei come invadenza...

non è che non abbiamo molta confidenza.. è che qui ognuno fa il proprio lavoro e non si interessa piu' di tanto a quello degli altri... però non posso portargli solo la lettera di dimissioni, ma devo anche spiegargli il perchè me ne vado, perchè il mio capo (di sicuro quello di fianco alla mia stanza ma anche gli altri credo) , mi chiederanno per quali ragioni vado via.

Oggi per dire la figlia del capo mi parlava dei cosmetici che usa, di moda e argomenti vari... non è che non parliamo mai, solo che finchè non succede niente di eclatante nessuno si interessa piu' di tanto agli altri.

Io vorrei dirgli che mi trasferisco ad Ancona col mio ragazzo. E se mi chiede come faremo con il lavoro, gli spiego che andremo a lavorare nella ditta di suo zio, lui entrerà in società e io come dipendente. Potrebbe offendersi x questo?

Sono sicura che mi riempirà di domande del tipo "ma se doveste lasciarvi? o se l'azienda va male? perchè suo zio si vuole ingrandire? non ti scoccia lasciare la tua famiglia qui?"

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in che senso voglio tener loro testa?

io vorrei potermene andare da qui senza doverci litigare.. e nell'eventualità in cui loro mi attaccassero voglio essere in grado di replicare.. perchè so che ho le ragioni dalla mia parte.

nel senso appunto di replicare ad eventuali attacchi

questo non farebbe loro piacere, e sarebbe il modo migliore per litigare, però probabilmente è ciò che piacerebbe

al giudice che c'è in te che ti vorrebbe più battagliera e meno sensibile di come ti vede

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Io vorrei dirgli che mi trasferisco ad Ancona col mio ragazzo. E se mi chiede come faremo con il lavoro, gli spiego che andremo a lavorare nella ditta di suo zio, lui entrerà in società e io come dipendente. Potrebbe offendersi x questo?

Difficile dirsi :unknw: se veramente ti vuole bene, nel senso che con il tempo si è affezionato a te umanamente e non solo come dipendente, potrebbe rattristarsi ma offendersi non penso.

Sono sicura che mi riempirà di domande del tipo "ma se doveste lasciarvi? o se l'azienda va male? perchè suo zio si vuole ingrandire? non ti scoccia lasciare la tua famiglia qui?"

Bisognerebbe riuscire a distinguere l'interessamento dettato dall'affetto e dalla preoccupazione per te da quello dettato dalla sconvenienza di perdere un dipendente.

Nel primo caso non ci sarebbe nulla di male ma il mio innato cinismo tende sempre a ricordarmi che, di solito, le persone guardano prima i loro interessi e poi eventualmente quelli altrui...

Oggi per dire la figlia del capo mi parlava dei cosmetici che usa, di moda e argomenti vari...

Ma lei non è uno dei 6 giusto?

Francy, sei sicura di non essere tu per prima dispiaciuta di andartene?

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Difficile dirsi :unknw: se veramente ti vuole bene, nel senso che con il tempo si è affezionato a te umanamente e non solo come dipendente, potrebbe rattristarsi ma offendersi non penso.

Bisognerebbe riuscire a distinguere l'interessamento dettato dall'affetto e dalla preoccupazione per te da quello dettato dalla sconvenienza di perdere un dipendente.

Nel primo caso non ci sarebbe nulla di male ma il mio innato cinismo tende sempre a ricordarmi che, di solito, le persone guardano prima i loro interessi e poi eventualmente quelli altrui...

Ma lei non è uno dei 6 giusto?

Francy, sei sicura di non essere tu per prima dispiaciuta di andartene?

No, io per niente.

Ho fatto una scelta, non c'è niente che mi trattenga qui.

E' esclusivamente l'idea di come la prenderanno loro che mi fa andare in ansia. Il fatto che abbiano un sacco di aspettative su di me, che mi abbiano dato tutte le responsabilità e soprattutto il fatto che non si è mai licenziato nessuno prima d'ora.

Gli altri dipendenti sono qui da almeno 12-13 anni... alcuno pure da 20. Sono capitata in una realtà strana.. dove lavoravo prima c'era gente che si era licenziata anche dopo 2 anni.. qui invece no. Questa è la cosa che mi fa piu' paura.

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nel senso appunto di replicare ad eventuali attacchi

questo non farebbe loro piacere, e sarebbe il modo migliore per litigare, però probabilmente è ciò che piacerebbe

al giudice che c'è in te che ti vorrebbe più battagliera e meno sensibile di come ti vede

Replicare nel senso di non sentirmi un cane bastonato di fronte a loro... Se loro mi dicono "ma come sei messa? ecc." io dovrei saper rispondere qualcosa..

Io ho paura di fare scena muta come all'esame :)

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Infatti... Però, senti... nell'esame sei fai scena muta ti senti piccolina piccolina e ti bocciano.

Qui invece bocciarti non possono, e rimane solo il pericolo di sentirti piccolina piccolina. A meno che...

... a meno che tu non riesca a far presente al giudice (cioè te stessa) che questo non è un esame, e che in questo caso

il far scena muta o il dare risposte elusive sono reazioni che vanno giudicate in modo diverso.

A convincerlo che quel genere di domande non sono domande d'esame, ma provocazioni, e che se riesci a non rispondere

ad una provocazione anche se te la fanno in 6 contro 1, sei un mito.

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Infatti... Però, senti... nell'esame sei fai scena muta ti senti piccolina piccolina e ti bocciano.

Qui invece bocciarti non possono, e rimane solo il pericolo di sentirti piccolina piccolina. A meno che...

... a meno che tu non riesca a far presente al giudice (cioè te stessa) che questo non è un esame, e che in questo caso

il far scena muta o il dare risposte elusive sono reazioni che vanno giudicate in modo diverso.

A convincerlo che quel genere di domande non sono domande d'esame, ma provocazioni, e che se riesci a non rispondere

ad una provocazione anche se te la fanno in 6 contro 1, sei un mito.

ma infatti probabilmente io la vivo come un esame.. un esame importantissimo che deciderà la mia vita.. se lo passo inizio a vivere, se non ci riesco la mia vita non ha piu' senso e anche l'idea che ho di me non può che peggiorare.

Al di là di questo, io vorrei provare ad immaginarmi quel giorno.

Rientro dalle ferie di Natale, saluto i colleghi e i capi, che mi chiederanno "come sono andate le ferie? sei pronta x ricominciare?" e io dovrò rispondere "si si" perchè voglio aspettare che arrivi il mio capo, quello con cui ho più rapporti e che è di fianco alla mia stanza.. è quello con cui parlo di piu' di lavoro e anche di vita privata ogni tanto.

E' anche quello che mi ha assunto e quello che in parte dirige il mio lavoro.. quindi mi sembra doveroso parlare con lui prima.

Lui arriva verso le 11.30 ogni mattina.. quindi dovrò aspettare quell'ora e sarò molto in ansia.

Inoltre dovrò cercare di deviare eventuali domande degli altri miei capi perchè preferisco non accennare la cosa prima a loro.

Quando arriverà lui, gli do 10-15 minuti che si sistema.. e poi gli dico il quanto. Lui rimarrà scioccato, chiamerà gli altri soci e ci ritroveremo nella sua stanza a parlare tutti insieme.

Dovrò spiegare le motivazioni e mi devo preparare alle 1000 domande che mi faranno.

Voglio cercare di mantenere uno stato d'animo il piu' sereno possibile.. non voglio essere troppo in ansia nè avere il batticuore.. so come ci si sente a dover dire cose difficili con quello stato d'animo.

Una volta iniziato il discorso penso sarà piu' facile continuare.. il brutto è buttarsi e lanciare la "bomba".. e in parte anche il rientro il pomeriggio, dopo la pausa pranzo.

Gli sguardi, i saluti, i commenti..

Fareste così anche voi?

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ma sì... vedrai che tutto andrà bene

e tieni anche conto che agli esami, più li prepari e più ti cresce l'ansia!

meglio prepararli il giusto e, almeno il giorno prima, chiudere il libro e formulare l'incantesimo che alcuni autori chiamano "il maccheccazzo" e

altri chiamano il "vada-vada" (la formula magica è: "maccheccazzo! quel che potevo fare l'ho fatto! vada come vada!")

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ma sì... vedrai che tutto andrà bene

e tieni anche conto che agli esami, più li prepari e più ti cresce l'ansia!

meglio prepararli il giusto e, almeno il giorno prima, chiudere il libro e formulare l'incantesimo che alcuni autori chiamano "il maccheccazzo" e

altri chiamano il "vada-vada" (la formula magica è: "maccheccazzo! quel che potevo fare l'ho fatto! vada come vada!")

si infatti è così!!

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certo... quando avrò parlato con loro vi racconterò!! inizio gennaio cmq :)

cmq oggi ho parlato con il barista dove vado sempre a far colazione.. e mi sono un po' tirata su di morale.

Mi ha detto che è normale per una ragazza di 25 anni fare scelte di questo tipo. Gli altri dipendenti sono li da piu' di 20 anni perchè sono tutti adulti e ormai hanno fatto una scelta di vita.

Io invece sono giovane.. ed è normalissimo decidere di cambiare, o di fare un figlio, o di trasferirsi.. loro questo dovrebbero capirlo.

C'è questa differenza tra me e loro.. non posso paragonare le esigenze di una 25enne con quelli di 40-50enni..

Quindi adesso smetterò di pensarci per un po' e cercherò di stare tranquilla, almeno fino al momento in cui dovrò parlare loro.

Grazie a tutti voi che mi avete supportato e ascoltato in questi giorni :)

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Facci sapere poi come è andata, sono curiosa :)

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tex a me non concedono nessuna aspettativa qui, ne periodo lungo di malattia... piuttosto c'è il licenziamento

Le prospettive per il dopo sono molto buone, l'azienda dello zio del mio ragazzo va bene, per questo vuole ingrandirsi.. e ad Ancona il mio ragazzo ha un appartamento, quindi andremmo a convivere lì. Poi ovvio che nella vita non sa mai come possono andare le cose... ma se non si rischia a 25 anni...

Alla tua eta' e' naturale e certe volte molto perspicace nel rischiare.

Cmq, ti fai troppe seghe mentali , forse il tuo psi nn ha fatto il giro totale

dei 360 gradi.......buona fortuna.

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Alla tua eta' e' naturale e certe volte molto perspicace nel rischiare.

Cmq, ti fai troppe seghe mentali , forse il tuo psi nn ha fatto il giro totale

dei 360 gradi.......buona fortuna.

ovvio che mi faccio troppe seghe mentali.. lo riconosco, ma non so come smettere :/

cmq vi terrò aggiornati, la mia decisione è presa al 100% dentro di me. Si tratta solo di comunicarla a tempo debito.

Speriamo che tutto vada per il meglio e che io riesca a controllare la mia enorme emotività. Sono dalla parte del giusto, e voglio dimostrarlo anche a loro.

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certo... quando avrò parlato con loro vi racconterò!! inizio gennaio cmq :)

cmq oggi ho parlato con il barista dove vado sempre a far colazione.. e mi sono un po' tirata su di morale.

Mi ha detto che è normale per una ragazza di 25 anni fare scelte di questo tipo. Gli altri dipendenti sono li da piu' di 20 anni perchè sono tutti adulti e ormai hanno fatto una scelta di vita.

Io invece sono giovane.. ed è normalissimo decidere di cambiare, o di fare un figlio, o di trasferirsi.. loro questo dovrebbero capirlo.

C'è questa differenza tra me e loro.. non posso paragonare le esigenze di una 25enne con quelli di 40-50enni..

Quindi adesso smetterò di pensarci per un po' e cercherò di stare tranquilla, almeno fino al momento in cui dovrò parlare loro.

Grazie a tutti voi che mi avete supportato e ascoltato in questi giorni :)

Ha ragione -il barista!!

Quando avevo 25 anni, mi ricordo che mi parevano tutti alieni i colleghi, e poi la frase tipica di fronte a una lamentela era: "eeeee, ci siamo passati tutti, cosa credi?" e intanto loro passavano le giornate parlando della pensione, perchè a quei tempi a 50 anni eri un padreterno, poi avevano le condizioni migliori, gli orari migliori, i figli grandi e sistemati ecc.

I vecchi sul lavoro sono la disgrazia dei giovani!!

Prima di tutto lavorano la metà, perchè fanno sempre le stesse cose di quando avevano venticinque anni per non durare fatica, poi sono una iattura perchè loro hanno la famosa "esperienza", e con quella rompono tutti i giorni, qualunque cosa un giovane dica, loro hanno più esperienza e ti segano, terzo guardano con quell'aria di sufficienza e distacco e a tutto pensano fuorchè al lavoro:))pensano alle vacanze:))

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Ha ragione -il barista!!

Quando avevo 25 anni, mi ricordo che mi parevano tutti alieni i colleghi, e poi la frase tipica di fronte a una lamentela era: "eeeee, ci siamo passati tutti, cosa credi?" e intanto loro passavano le giornate parlando della pensione, perchè a quei tempi a 50 anni eri un padreterno, poi avevano le condizioni migliori, gli orari migliori, i figli grandi e sistemati ecc.

I vecchi sul lavoro sono la disgrazia dei giovani!!

Prima di tutto lavorano la metà, perchè fanno sempre le stesse cose di quando avevano venticinque anni per non durare fatica, poi sono una iattura perchè loro hanno la famosa "esperienza", e con quella rompono tutti i giorni, qualunque cosa un giovane dica, loro hanno più esperienza e ti segano, terzo guardano con quell'aria di sufficienza e distacco e a tutto pensano fuorchè al lavoro:))pensano alle vacanze:))

Si infatti qui i "grandi" cioè i soci fanno gli orari che vogliono, uno entra alle 11.30, gli altri escono quando gli pare, se devono fare le loro cose non si fanno problemi.. noi dipendenti invece non possiamo mai sgarrare.. io poi, che sono la segretaria/ragioniera sono la piu' sfruttata, perchè se mi assento un attimo e suona il telefono è un casino, poi devo assistere il capo anziano che non riesce a fare nulla al computer, e di ferie non ne parliamo, faccio 2 settimane e mezzo all'anno contro le 5 che mi spetterebbero.

Insomma loro difficilmente si mettono nei nostri panni.. non capiscono le esigenze che può avere una 25enne.. pensano solo che dobbiamo ritenerci fortunati perchè loro ci offrono un lavoro.

Qui alle vacanze si pensa poco, loro vivono per lavorare e pretendono che noi facciamo lo stesso!

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spesso dicono che vivono per lavorare per pretendere che altri lo facciano davvero

quelli che davvero vivono per lavorare tendono ad essere più comprensivi, perché ne provano le implicazioni sulla pelle

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non capiscono le esigenze che può avere una 25enne.. pensano solo che dobbiamo ritenerci fortunati perchè loro ci offrono un lavoro.

In realtà le capiscono, è che spesso queste esigenze si scontrano con le loro e allora fanno finta di non capirle...

Loro non vi offrono un lavoro, loro hanno bisogno del vostro lavoro come voi avete bisogno dello stipendio a fine mese.

Alla base c'è uno scambio, manodopera contro denaro, il problema è solo che ultimamente c'è in giro molta più manodopera rispetto al denaro e quindi alcuni datori di lavoro (non tutti, qualcuno si salva, altri si suicidano) fanno la voce grossa.

Naturalmente, il fatto di trovarsi in un'azienda familiare, dove le cariche sono distribuite in base all'albero genealogico e non in base ai meriti, rende tutto ciò peggiore.

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Naturalmente, il fatto di trovarsi in un'azienda familiare, dove le cariche sono distribuite in base all'albero genealogico e non in base ai meriti, rende tutto ciò peggiore.

dove le cariche sono distribuite in base ai meriti potrebbe essere peggio: potrebbero piovere meriti

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dove le cariche sono distribuite in base ai meriti potrebbe essere peggio: potrebbero piovere meriti

E dove sono distribuite in base ai mariti spesso piovono guai...

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