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Il mio corpo


xela

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Cari amici, sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.

credo, che noi donne abbiamo una naturale tendenza a inglobare i sentimenti, a caricarli, idealizzarli, a colpevolizzarci, a farci male...e questo porta ad un certo punto a esplodere, in diversi modi..autolesionismo, anoressia, bulimia...

Nonostante ci siano anche tanti uomini che si provocano autolesionismo credo che l'uomo abbia la tendenza a portare la sofferenza all'esterno, più che all'interno...forse un uomo se sta male più facilmente infierirà su qualcun altro che su se stesso..

non lo so questa è una mia idea.. potrei pure sbagliare.

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PER XELA: l'età che conta veramente non è quella anagrafica ma quella che ti senti dentro....non è banale ma è la verità se tu continuerai a sentirti vecchia ti vedrai sempre così, mentre invece scommetto che sei tutt'altro....hai SOLO  trent'anni xè    :flowers

no non è banale, hai perfettamente ragione chiccha...lo so, ho solo 31 anni però mi sento così...e non so come fare per cambiare visione...comunque non sono più una ragazza e per forza di cose mi stò avviando verso l'invecchiamento..

mi disturba molto essere così legata alla mia esteriorità.moltissimo.

Grazie chicca :wink:

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Ciao summer, vorrei  spiegarmi meglio, perchè forse, credo di essere stata fraintesa, io non ho dei modelli televisivi o cinematografici o musicali o fashion  

che seguo  e verso i quali mi sento inferiore o non adeguata. io mi sento peggio di qualsiasi altra donna, che sia su di una rivista che sia al di la del bancone di un bar che sia per la strada..capisci? vedo donne, ragazze belle, e io mi sento inferiore. i miei due amici, con cui ho parlato di queste mie idee, mi dicono che sono fuori perchè sono una bella ragazza, ma loro mi vogliono bene, come potrebbero dirmi il contrario!! io non mi vedo bene, punto e basta. capisci?

il link sfata assolutamente il mito :LOL:  

ma non è  quello il mio mito. il mio mito ce l'ho nella testa. la perfezione. (la mia non quella delle riviste) io sono un esteta purtroppo... e questo dannato senso della perfezione, che pervade tutto, anima e corpo, spesso mi mette in ginocchio. io non mi vedo bene x niente...dentro e fuori.

Grazie sum :wink:

ciao kara

non ti avevo fraintesa ;) non mi sei mai sembrata una persona superficiale che avesse come massima aspirazione la moda.... figurati.... anzi, per molte cose ti sento molto vicina... ho anche la sensazione che abbiamo vissuto esperienze simili... ma questo è un'altro discorso...

quello che intendevo era proprio questo senso di perfezione irraggiungiblie che ci rovina, l'esempio dei miti di bellezza televisiva era un riferimento al contesto in cui siamo immersi, che direttamente o indirettamente alimenta questi desideri....

spero tu riesca a capire da cosa si origina questo tuo malessere...

un abbraccio

:abb

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Ospite LeGoLaS
per me scrivere queste parole è molto deprimente perchè se anche non sapete chi sono, per quel che mi riguarda mi conoscete, ed è come deludere qualcuno, paura di un giudizio, paura ..bo..  

Ciao xela.

Non sono intervenuto prima perchè non trovavo le parole adatte..

Ho visto questo post come un bucaneve, un fiore che sfida la legge del ghiaccio e brilla più della neve.. Ho letto la fatica e la costanza con cui hai lasciato le parole del post, ho osservato il lento ma progressivo *tono* delle parole . . . .

Nel mio piccolo, nella mia immaginazione hai solo guadagnato . . . . per quanto possa esserti d'aiuto voglio dirti che ti trovo ancora più intrigante, più donna..

Questo è tutto ciò che risco a dirti oltre a:

:firewTi Voglio Bene XELA:firew

:abb forte - forte

LeGo.

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Ospite LeGoLaS
Cari amici, sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.

Assolutamente solo che voi siete più propense a parlarne e li *sfoggiate*

Anche gli uomini si puniscono andando a prostitute o facendosi i grappini la domenica.. il fumo, il gioco, l'eterosessualità sterotipata, l'auto..

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Se riaccadrà ci proverò..ma non voglio che riaccada più.

si tratta semplicemente di un procedimento che favorisce l'autoconsapevolezza di quel gesto. Lo sai che i sintomi sono una preziosa fonte di informazione su noi stessi. Il procedimento che ti ho descritto risulta molto utile a questo fine.Poco importa, a quel punto, se tu ne hai voglia o no. A me sembra di capire che c'è un nesso tra il mettere le dita nella porta ed il procurarsi dei graffi/taglietti. C'è qualcosa che è ancora presente in te sotto questo aspetto, e certamente finirà col ripresentarsi, magari sotto altre forme. Tanto vale affrontare, come si dice, il toro per le corna, e non aspettare che si faccia vivo lui.

E' chiaro che il gesto ti ha fatto star bene, non ti meravigliare, è un modo che ti ha dato la possibilità di vivere delle emozioni che attualmente non puoi concederti in un modo diverso. E'stato senz'altro utile, puoi esserne certa.

Io non sono in grado di entrare maggiormente nel merito dei tuoi rapporti con i tuoi genitori, dato i limiti naturali di brevità del tuo racconto, in ogni caso mi sembra di scorgere una dinamica di "allontanamento" affettivo, supinamente accettato, dalla figura paterna…come se qualcuno ti avesse "fermato i polsi/le mani" nel tuo tentativo di raggiungerlo. Ed è proprio ai polsi ed alle mani, ovvero alle braccia, non a caso, che hai cercato di "far male".

Ma quando gli trattengono i polsi/le mani, una persona tende a divincolarsi, tende a sottrarsi alla morsa, prova rabbia…strilla…

Cosa vorrebbero fare quelle braccia, quelle mani a tuo padre? Cerca di andarci quanto più in profondità è possibile…

forse nel rapporto con mio padre. mi sento molto gelida affettivamente. certe volte mi sembra di essere egoista, dura, insensibile, priva di sentimenti, di tenerezza. egoista è la parola giusta.

e se si trattasse di identificazione proiettiva: cioè attribuisci a te stessa ciò che invece fa lui con te, ovvero tu ritieni che faccia,…, e cioè duro, insensibile, etc…

insomma, cosa/chi ha ostacolato il tuo rapporto con tuo padre? Cosa/chi ti ha tenuto ferme le mani che volevano un contatto profondo con lui ( un'abbraccio, una carezza, un pugno…)?

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cara xela,

mi ha stupito molto leggere questo tuo post, davvero non immaginavo..

mi fai venire in mente una cosa alla quale penso spesso e ancor di più in questo periodo riguardo a me:

ci sono tante cose che "ho capito", tutti i discorsi sull'accettarsi, sull'amarsi, sul accogliere ed integrare dentro di noi anche le nostre parti ,interne ed esterne,meno belle.E già il fatto di aver capito, razionalmente, certe cose è un bel sollievo perchè è come aver scorto un sentiero nel quale incamminarsi.

Il punto è arrivare a "sentire" quelle acquisizioni dentro di sè,fare in modo che scendano in profondità , che ci lavorino e scavino  dentro.

Inutile dirti, io credo, che forse quel che non ami è qualcosa di te che vedi riflesso nel tuo specchio, e che di Dorian Grey già ce n'è stato uno;  che ogni stagione della vita ha un suo senso e una sua ragion d'essere che va scoperto o inventato;che anche l'affezione per una versione di noi stessi,per un immagine di noi stessi è indice di  attaccamento, di paura di perdere qualcosa di se, di una difficoltà ad affrontare i cambiamenti.

Che forse non te le sei dette queste cose? Certo che sì. Ma il problema, di tutti, credo, è di arrivare a sentire ciò che abbiamo capito.

Io ti manderei a calcioni da uno psicoterapeuta :wink:

(p.s. x summer: ammazza se sfata i miti il tuo link!)

Hai colto Ilaria. è difficile proprio quello, applicare ciò che razionalmente hai capito. e infatti mi incazzo, perchè mi dico: ok hai raggiunto certe consapevolezze, e adesso che succede peggiora tutto quanto!

Però credo di aver capito il perchè...Prima c'era una persona per la quale soffrire, un motivo insomma, ora ci sono io.

ora sto giocando a carte scoperte con me stessa, ora davvero è arrivato il momento più onesto che ho con me stessa, perchè sto soffrendo per me. anche prima soffrivo e mi punivo, ma mi stavo nascondendo dietro all'amore verso una persona, ora non ci sono più scuse.

ora quelle consapevolezze dovrei applicarle al rapporto con me stessa ed è molto più difficile.

ci sono dei giorni che vorrei andarci da un terapeuta, che penso possa essermi utile, dei giorni (e sono la maggioranza) che penso di potercela fare da sola, non mi sembra di avere un problema enorme, o di stare male tanto da chiedere aiuto ad un terapeuta....sbaglio?

grazie ila

L'analisi che tu fai della tua storia è molto lucida e vera, secondo me e pure commovente per tutto il dolore che la scoperta della verità immagino abbia comportato.

Quanto al discorso della terapia fai bene a non andare se non ne senti la necessità...si può vivere e crescere e maturare e risolvere le proprie beghe senza necessariamente andare in terapia, purchè alla base dei motivi che ci convincono a non andare non vi siano ragioni difensive.

un bacione dolce e ossianica xela :LOL:

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Cari amici' date=' sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.[/quote']

Assolutamente solo che voi siete più propense a parlarne e li sfoggiate*o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbeAnche gli

uomini si puniscono andando a prostitute o facendosi i grappini la domenica.. il fumo, il gioco, l'eterosessualità sterotipata, l'auto..[/quote]

ti sembrano punizioni? o scelte?

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Cari amici, sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.

Assolutamente solo che voi siete più propense a parlarne e li *sfoggiate*

può darsi Legolas, pensi che ci sia qualcuno pronto ad ascoltare?

Anche gli uomini si puniscono andando a prostitute o facendosi i grappini la domenica.. il fumo, il gioco, l'eterosessualità sterotipata, l'auto..

le chiami punizioni o scelte?

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 o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbe  

ma se parli così piano come avolo ...

Cos'è tutto questo silenzio?

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Ciao summer, vorrei  spiegarmi meglio, perchè forse, credo di essere stata fraintesa, io non ho dei modelli televisivi o cinematografici o musicali o fashion  

che seguo  e verso i quali mi sento inferiore o non adeguata. io mi sento peggio di qualsiasi altra donna, che sia su di una rivista che sia al di la del bancone di un bar che sia per la strada..capisci? vedo donne, ragazze belle, e io mi sento inferiore. i miei due amici, con cui ho parlato di queste mie idee, mi dicono che sono fuori perchè sono una bella ragazza, ma loro mi vogliono bene, come potrebbero dirmi il contrario!! io non mi vedo bene, punto e basta. capisci?

il link sfata assolutamente il mito :LOL:  

ma non è  quello il mio mito. il mio mito ce l'ho nella testa. la perfezione. (la mia non quella delle riviste) io sono un esteta purtroppo... e questo dannato senso della perfezione, che pervade tutto, anima e corpo, spesso mi mette in ginocchio. io non mi vedo bene x niente...dentro e fuori.

Grazie sum :wink:

ciao kara

non ti avevo fraintesa ;) non mi sei mai sembrata una persona superficiale che avesse come massima aspirazione la moda.... figurati.... anzi, per molte cose ti sento molto vicina... ho anche la sensazione che abbiamo vissuto esperienze simili... ma questo è un'altro discorso...

quello che intendevo era proprio questo senso di perfezione irraggiungiblie che ci rovina, l'esempio dei miti di bellezza televisiva era un riferimento al contesto in cui siamo immersi, che direttamente o indirettamente alimenta questi desideri....

spero tu riesca a capire da cosa si origina questo tuo malessere...

un abbraccio

:abb

Ciao sum, ok ;) pensavo di essermi spiegata male, la scrittura non è il mio mezzo comunicativo migliore.

anch'io me lo auguro di riuscire a capirlo, perchè credo che se capirò l'origine forse riuscirò ad accettarmi di più.

Un abbraccio e grazie :star

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Ciao xela.

Non sono intervenuto prima perchè non trovavo le parole adatte..

Ho visto questo post come un bucaneve, un fiore che sfida la legge del ghiaccio e brilla più della neve.. Ho letto la fatica e la costanza con cui hai lasciato le parole del post, ho osservato il lento ma progressivo *tono* delle parole . . . .

Nel mio piccolo, nella mia immaginazione hai solo guadagnato . . . . per quanto possa esserti d'aiuto voglio dirti che ti trovo ancora più intrigante, più donna..

Questo è tutto ciò che risco a dirti oltre a:

:firewTi Voglio Bene XELA:firew

:abb forte - forte

LeGo.

Leg mi hai fatto commuovere con le tue parole..non so perchè.

Grazie Leg.. Un abbraccio grande grande :abb

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si tratta semplicemente di un procedimento che favorisce l'autoconsapevolezza di quel gesto. Lo sai che i sintomi sono una preziosa fonte di informazione su noi stessi. Il procedimento che ti ho descritto risulta molto utile a questo fine.Poco importa, a quel punto, se tu ne hai voglia o no. A me sembra di capire che c'è un nesso tra il mettere le dita nella porta ed il procurarsi dei graffi/taglietti. C'è qualcosa che è ancora presente in te sotto questo aspetto, e certamente finirà col ripresentarsi, magari sotto altre forme. Tanto vale affrontare, come si dice, il toro per le corna, e non aspettare che si faccia vivo lui.

E' chiaro che il gesto ti ha fatto star bene, non ti meravigliare, è un modo che ti ha dato la possibilità di vivere delle emozioni che attualmente non puoi concederti in un modo diverso. E'stato senz'altro utile, puoi esserne certa.

Quindi tu dici che dovrei provare a farlo, indipendentemente dal fatto che ne senta l'esigenza, per razionalizzare le emozioni che provo nel gesto, più che vivendolo passivamente.

Anch'io, razionalmente parlando, l'ho trovato utile, anzi ti dirò che l'ho percepito come il primo gesto istintivo e liberatorio fatto in anni di passività e stasi. Non ho inglobato ma ho fatto fuoriuscire...come se avessi pianto. io piango molto poco.

L'ho visto quasi come un iniziazione, o una conclusione di qualcosa...non so se mi spiego.

Sai che la cosa che descrivi l'ho letta simile nel libro arancione di Osho, il quale, parlando con un incallito fumatore, gli suggerisce un metodo x smettere di fumare, e gli dice di trasformare il gesto in meditazione, in una sorta di cerimonia zen, compiendo ogni gesto lentamente in modo tale da essere cosciente e consapevole di ciò che stava facendo.

L'allontanamento affettivo di cui parli, lo sento anch'io, l'ho sempre percepito. con mio padre non sono mai riuscita a parlare, è stata sempre una discussione: io dico A lui dice B. Siamo molto diversi come vedute, ma molto simili caratterialmente, molto orgogliosi, da qui il conflitto, credo. Quando mi capita di abbracciare mio padre se parto o torno da un viaggio( le uniche volte dove questo può accadere) lo sento come un gesto imbarazzante e forzato, non perchè non gli voglia bene ma perchè lo sento così. Io non ho mai abbracciato nessuno della mia famiglia senza un motivo paricolare (che non fosse un arrivo o una partenza o un ringraziamento per un regalo o degli auguri) o detto che gli volevo bene, e nessuno lo hai fatto con me. io non mi ricordo di una frase relativa al volersi bene se non parlando di concetti, del tipo: ci vogliamo bene ecc...

Infatti anche con gli amici o con un partner io ho enormi difficoltà con il contatto fisico o con le esternazioni verbali di affetto. le vivo come una forzatura mi sento goffa e imbarazzata, mi sembrano gesti e frsi innaturali...

Io non odio mio padre, anzi, ma lo sento lontano. è come se tutto fosse scontato, l'amore intendo.

Io non sono in grado di entrare maggiormente nel merito dei tuoi rapporti con i tuoi genitori, dato i limiti naturali di brevità del tuo racconto, in ogni caso mi sembra di scorgere una dinamica di "allontanamento" affettivo, supinamente accettato, dalla figura paterna…come se qualcuno ti avesse "fermato i polsi/le mani" nel tuo tentativo di raggiungerlo. Ed è proprio ai polsi ed alle mani, ovvero alle braccia, non a caso, che hai cercato di "far male".

Ma quando gli trattengono i polsi/le mani, una persona tende a divincolarsi, tende a sottrarsi alla morsa, prova rabbia…strilla…

Cosa vorrebbero fare quelle braccia, quelle mani a tuo padre? Cerca di andarci quanto più in profondità è possibile…

forse nel rapporto con mio padre. mi sento molto gelida affettivamente. certe volte mi sembra di essere egoista, dura, insensibile, priva di sentimenti, di tenerezza. egoista è la parola giusta.

e se si trattasse di identificazione proiettiva: cioè attribuisci a te stessa ciò che invece fa lui con te, ovvero tu ritieni che faccia,…, e cioè duro, insensibile, etc…

insomma, cosa/chi ha ostacolato il tuo rapporto con tuo padre? Cosa/chi ti ha tenuto ferme le mani che volevano un contatto profondo con lui ( un'abbraccio, una carezza, un pugno…)?

Quindi tu dici che io mi percepisco dura è insensibile perchè mi identifico in lui?

Io non lo so chi ha ostacolato il rapporto con mio padre..io penso lui, nel senso che non riesce ad esternare affetto...ma ti dirò, anche mia mamma, nonostante sia una persona speciale e con la quale parlo molto volentieri, non mi hai mai detto: ti voglio bene, non mi ha mai abbracciato senza motivo. o quantomeno io non me lo ricordo affatto.

Mi ricordo le sue incazzature di quando ero piccola....più le sue che quelle di mio padre, anche perchè mio padre lo vedevo alla sera e a pranzo mezz'ora.

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L'analisi che tu fai della tua storia è molto lucida e vera, secondo me e pure commovente per tutto il dolore che la scoperta della verità immagino abbia comportato.

Quanto al discorso della terapia fai bene a non andare se non ne senti la necessità...si può vivere e crescere e maturare e risolvere le proprie beghe senza necessariamente andare in terapia, purchè  alla base dei motivi che ci convincono a non andare non vi siano ragioni difensive.

un bacione  dolce e ossianica xela :wink:

No non ci sono ragioni difensive, non ho paura di ciò che mi potrebbe dire, anzi, mi interesserebbe...è che mi vedo su di una strada, e penso sia quella buona, è tortuosa, ma è la mia e voglio camminarci da sola. non sono seduta ad aspettare come un anno fa, sono in movimento, lo so.

Grazie Ila un abbraccio!

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 o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbe  

ma se parli così piano come avolo ...

Cos'è tutto questo silenzio?

Hai ragione Aioblu, ho fatto un gran casino con la dimensione del carattere.

Comunque, ritornando al topic, vorrei chiarire una cosa: nessuno ascolta nessuno. Quando parlo di me, ho bisogno vitale di raccontare un mio periodo critico cioè un intervento chirurgico, il quale mi ha lasciato delle conseguenze non proprio accettabili per una donna, bè se io voglio raccontarmi, sai cosa avverto? pena, compassione e...ovietà, ma non dalle persone sconosciute, ma dalla mia famiglia. Vorrei che qualcuno mi "ASCOLTASSE" senza cadere nell'ovvio.

IO ODIO L'OVVIO.

Un abbraccio, Lorella.

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Ospite LeGoLaS
Cari amici, sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.

Assolutamente solo che voi siete più propense a parlarne e li *sfoggiate* o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbeAnche gli

uomini si puniscono andando a prostitute o facendosi i grappini la domenica.. il fumo, il gioco, l'eterosessualità sterotipata, l'auto..

ti sembrano punizioni? o scelte?

Mi sembrano autopunizioni di massa.

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Cari amici, sbaglio o questo problema dell'invechiamento ed altri problemi (autolesionismo), riguarda solo noi donne?.

Un abbraccio, Lorella.

Assolutamente solo che voi siete più propense a parlarne e li *sfoggiate* o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbeAnche gli

uomini si puniscono andando a prostitute o facendosi i grappini la domenica.. il fumo, il gioco, l'eterosessualità sterotipata, l'auto..

ti sembrano punizioni? o scelte?

Mi sembrano autopunizioni di massa.

Ma perchè punizioni?

Un abbraccio, Lorella.

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 o forse perchè nessuno ci ascolta come dovrebbe  

ma se parli così piano come avolo ...

Cos'è tutto questo silenzio?

Hai ragione Aioblu, ho fatto un gran casino con la dimensione del carattere.

Comunque, ritornando al topic, vorrei chiarire una cosa: nessuno ascolta nessuno. Quando parlo di me, ho bisogno vitale di raccontare un mio periodo critico cioè un intervento chirurgico, il quale mi ha lasciato delle conseguenze non proprio accettabili per una donna, bè se io voglio raccontarmi, sai cosa avverto? pena, compassione e...ovietà, ma non dalle persone sconosciute, ma dalla mia famiglia. Vorrei che qualcuno mi "ASCOLTASSE" senza cadere nell'ovvio.

IO ODIO L'OVVIO.

Un abbraccio, Lorella.

magari possiamo provare ad alzare la voce... :wink:

P.S.: non nel senso dell'aumentare il volume, ma di verificare la nostra reale volontà/desiderio di essere ascoltati, indi, se ci è sufficientemente chiaro quello che vogliamo comunicare mettere più piglio, più determinazione nei nostri "messaggi" all'altro ( padre, amico, marito, collega, etc.)....cioè far si che quello che diciamo/facciamo sia esattamente quello che sentiamo, quello che desideriamo...quello che siamo fino in fondo.

Come si comunica/manifesta ad esempio un momento di tristezza o di gioia? Parliamo piano o ci tuffiamo completamente dentro quello che sentiamo? Immergersi in una cosa che sentiamo, andare in profondità, viverla tutta, piccola o grande che sia, è secondo me giusto come alzare la voce....

Cosa vuoi davvero?Cosa senti davvero? Urlalo a te stessa prima di ogni altra persona...e ascoltati ...ascoltati tu per prima.

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Quindi tu dici che dovrei provare a farlo, indipendentemente dal fatto che ne senta l'esigenza,  per razionalizzare le emozioni che provo nel gesto, più che vivendolo passivamente.

In effetti è quello che intendo dire.

Io non odio mio padre, anzi,  ma lo sento lontano. è come se tutto fosse scontato, l'amore intendo.

 

forse nel rapporto con mio padre. mi sento molto gelida affettivamente. certe volte mi sembra di essere egoista, dura, insensibile, priva di sentimenti, di tenerezza. egoista è la parola giusta.

Quindi tu dici che io mi percepisco dura è insensibile  perchè mi identifico in lui?  

Io non lo so chi ha ostacolato il rapporto con mio padre..io penso lui, nel senso che non riesce ad esternare affetto...ma ti dirò, anche mia mamma, nonostante sia una persona speciale e con la quale parlo molto volentieri, non mi hai mai detto: ti voglio bene, non mi ha mai abbracciato senza motivo. o quantomeno io non me lo ricordo affatto.

Mi ricordo le sue incazzature di quando ero piccola....più le sue che quelle di mio padre, anche perchè mio padre lo vedevo alla sera e a pranzo mezz'ora.

Potremmo a questo punto accennare una piccola conclusione: percepiamo il nostro corpo, la nostra fisicità, ovvero le nostre sensazioni fisiche di pari passo/grado a quello che ci è stato concesso nei rapporti familiari...cioè tendiamo, inavvertitamente, ad imitare i modelli genitoriali...una specie di imprinting...

Raggiungere una consapevolezza di queste dinamiche, vedere il dolore che ci hanno procurato, recuperarle cercando di modificare quel modo di rapportarsi, ovvero facendo luce sul nostro desiderio di manifestare di più la nostra emotività nel rapporto con i nostri genitori, credo sia la strada per affrancarsi dal "copione" che è stato scritto per noi dal nostro ambiente familiare, e credo sia anche il modo per recuperare il proprio corpo nel rapporto con gli altri...vedendolo come sede di sensazioni/emozioni, più che come un semplice fatto formale/estetico...

questo potrebbe addirittura modificare il tuo rapporto con l'arte...aggiungervi nuovi significati...un pò così personalmente vedo la tua attuale/salutare "crisi di ispirazione artistica"... :LOL:

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Potremmo a questo punto accennare una piccola conclusione: percepiamo il nostro corpo, la nostra fisicità, ovvero le nostre sensazioni fisiche di pari passo/grado a quello che ci è stato concesso nei rapporti familiari...cioè tendiamo, inavvertitamente, ad imitare i modelli genitoriali...una specie di imprinting...

Raggiungere una consapevolezza di queste dinamiche, vedere il dolore che ci hanno procurato, recuperarle cercando di modificare quel modo di rapportarsi, ovvero facendo luce sul nostro desiderio di manifestare di più la nostra emotività nel rapporto con i nostri genitori, credo sia la strada per affrancarsi dal "copione" che è stato scritto per noi dal nostro ambiente familiare, e credo sia anche il modo per recuperare il proprio corpo nel rapporto con gli altri...vedendolo come sede di sensazioni/emozioni, più che come un semplice fatto formale/estetico...

questo potrebbe addirittura modificare il tuo rapporto con l'arte...aggiungervi nuovi significati...un pò così personalmente vedo la tua attuale/salutare "crisi di ispirazione artistica"... :wink:

Tu pensi che forzarmi ad esternare dei (dei perchè non so definirli come miei) sentimenti ai miei genitori potrebbe aiutarmi? non saprei da dove iniziare , cosa fare.. mi sento raggelata in questo preciso momento.

Adesso capisco anche le mie difficoltà in ambito sessuale....sono triste, demotivata. e statica.

brutta serata.

sarà che ho dormito 2 ore stanotte, rigirandomi nel letto a pensare a quanto mi faccio schifo, a come potrò fare se dovessi avere una storia con un uomo per non essere scoperta nelle mie imperfezioni fisiche..

Vorrei tanto vedere il mio corpo come sede di sensazioni Aio, perchè credo in questo, fortemente ...e invece vedo solo la mia fisicità...

Si, potrebbe essere che la stasi che sto vivendo a livello creativo sia collegata a ciò che sto passando. pochi significati ci sono nella mia vita. ci sono io e il mio rifiuto verso me stessa.come potrei creare qualcosa di buono? come potrei creare? creare è amarsi. definitivamente.

mi sento vuota di cose belle e piena di xxxxxxx futili, il corpo che non mi piace , la vecchiaia, l'inadegutezza verso un uomo...dio ma perchè invecchiando stò diventando stupida e vuota?????

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Xela

non ti preoccupare,il senso di vuoto è solo l'effetto del "fare un pò di pulizia dentro di sè"...stai gettando via un pò di cose che ormai non senti più tue...questo ti da la possibilità di scoprire/guardare cosa c'è veramente dentro di te...e tutto quello che abbiamo di vero è solo la nostra capacità di emozionarci...niente più sovrastrutture mentali, concetti sovrapposti, imposti o autoimposti....le emozioni hanno bisogno del vuoto che le circondi, non dell'oppressione di oggetti inutili...hanno bisogno di spazio dentro di te...solo così potrai vederle, percepirle...potrà farti un pò paura all'inizio, ma dopo ti renderai conto che quel vuoto è come un oceano in cui potersi muovere, poter nuotare con le proprie forze...sentire...

Da quel vuoto , senza che tu te ne accorga quasi, saliranno profondissime ed intense la rabbia, la gioia, la tristezza, le paure...quella sei tu...la vera te...manifestala ai tuoi, e poi a chiunque ti sia vicino...questi hanno lo stesso vuoto...le stesse paure e tante emozioni dentro di sè...se tu manifesti le tue, agli altri potrà risultare più semplice tirare fuori le loro...esci allo scoperto...ti meraviglierai tu stessa di quanto gli altri, i tuoi genitori per primi, non stanno facendo altro che aspettare te...senti le tue braccia cosa vogliono fare...e non impedirgli di farlo...prova a dire a tua madre quanto ti ha inibito...quanto non sei riuscita a confessare a te stessa il tuo desiderio di un contatto fisico/emozionale più vivo , più intenso con tuo padre e con lei stessa...quanto lei non ti abbia aiutato ad avere questo tipo di rapporto...manifestale sia la rabbia o la tristezza che la gioia, la tenerezza che senti per lei...per lui...sarà sempre in quel vuoto che senti che cominceranno a trovare una forma le parole e le tue sensazioni /emozioni...meglio di te nessuna può suggerirti cosa dire, cosa fare, cosa senti per loro...tiralo fuori...è l'unico sistema che esiste per vivere qualsiasi rapporto...

e non offendere la mia Xela...che stupida non è affatto... :arrow:

fatti accompagnare a comprare un vestito da tuo padre o lo smalto noir...fai una passeggiata con lui...fatti invitare a prendere un caffè...parlagli...digli qualcosa di te...fatti dire un pò di più di lui...guardalo...abbraccialo, tiragli i capelli... :ok2

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Xela

non ti preoccupare,il senso di vuoto  è solo l'effetto del "fare un pò di pulizia dentro di sè"...stai gettando via un pò di cose che ormai non senti più tue...questo ti da la possibilità di scoprire/guardare cosa c'è veramente dentro di te...e tutto quello che abbiamo di vero è solo la nostra capacità di emozionarci...niente più sovrastrutture mentali, concetti sovrapposti, imposti o autoimposti....le emozioni hanno bisogno del vuoto che le circondi, non dell'oppressione di oggetti inutili...hanno bisogno di spazio dentro di te...solo così potrai vederle, percepirle...potrà farti un pò paura all'inizio, ma dopo ti renderai conto che quel vuoto è come un oceano in cui potersi muovere, poter nuotare con le proprie forze...sentire...

Da quel vuoto , senza che tu te ne accorga quasi, saliranno profondissime ed intense la rabbia, la gioia, la tristezza, le paure...quella sei tu...la vera te...manifestala ai tuoi, e poi a chiunque ti sia vicino...questi hanno lo stesso vuoto...le stesse paure e tante emozioni dentro di sè...se tu manifesti le tue, agli altri potrà risultare più semplice tirare fuori le loro...esci allo scoperto...ti meraviglierai tu stessa di quanto gli altri, i tuoi genitori per primi, non stanno facendo altro che aspettare te...senti le tue braccia cosa vogliono fare...e non impedirgli di farlo...prova a dire a tua madre quanto ti ha inibito...quanto non sei riuscita a confessare a te stessa il tuo desiderio di un contatto fisico/emozionale più vivo , più intenso con tuo padre e con lei stessa...quanto lei non ti abbia aiutato ad avere questo tipo di rapporto...manifestale sia la rabbia o la tristezza che la gioia, la tenerezza che senti per lei...per lui...sarà sempre in quel vuoto che senti che cominceranno a trovare una forma le parole e le tue sensazioni /emozioni...meglio di te nessuna può suggerirti cosa dire, cosa fare, cosa senti per loro...tiralo fuori...è l'unico sistema che esiste per vivere qualsiasi rapporto...

e non offendere la mia Xela...che stupida  non è affatto... :arrow:  

fatti accompagnare a comprare un vestito da tuo padre o lo smalto noir...fai una passeggiata con lui...fatti invitare a prendere un caffè...parlagli...digli qualcosa di te...fatti dire un pò di più di lui...guardalo...abbraccialo, tiragli i capelli... :ok2

Sai quanto è difficile per me manifestare la vera me... e per vera me intendo ciò che provo verso qualcun'altro.

Certe volte una semplice parola diventa..impossibile, bloccata nella mia gola e nel mio cuore.

Il vuoto , adesso, non mi fa così tanta pura, più che altro mi intristisce ciò che penso di me stessa. Vorrei non guardarmi allo specchio. vorrei vedere ciò che vedevo tempo fa. vorrei vedere la luce nei miei occhi oltre che piacermi..

Adesso non mi sento nemmeno in grado di avere un rapporto con qualcuno. Se penso a questa possibilità, mi viene da scappare. scappare lontano perchè un uomo lo percepisco come un giudice, che mi osserva e carpisce tutti i miei difetti, le mie mancanze.

Perdermi nel vuoto per trovare, sentire le mie emozioni...credo che lo stò facendo... e percepisco il mio essere succube delle mie paure, la mia non accettazione di non essere, non tanto come vorrei, ma..di non amarmi. di non accettarmi. di non essere ciò che qualcuno (un uomo) troverebbe interessante.

Lo sai, leggendo le tue parole, quando dici di provare a sentire la tenerezza che provo per mia madre e per mio padre, dimostrandoglielo, dicendoglielo, quando dici di chiedere a mio padre di accompagnarmi a comprare un vestito o di farei una passeggiata con lui, di prendere un caffè con lui..mi viene paura e imbarazzo. sono cose mai fatte, anzi, mai chieste, come potrei farlo adesso?..ho paura di questo, leggere queste possibilità, così normali per la stragrande maggioranza della gente, e così lontane e surreali x me, mi incutono timore e vergogna.

Aio io Xela credo di offenderla tante di quelle volte al giorno.. se poi si possono chiamare offese, a me sembra di vedere la realtà e di essere, si forse un pò severa con me stessa, ma nello stesso tempo obiettiva.

Grazie Aio

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per la forza di volontà ci dev'essere uno stimolo di base... forse sei un periodo in cui non riesci a trovare questa spinta :? razionalmente sai che sarebbe meglio perdere quei chili, ma dentro di te invece no... cos'è che ti blocca?  

ci son cose che fano male  ma le conosciamo.  

forse non lo voglio veramente.

io non ho mai vissuto questa cosa, quindi non so darti un vero consiglio, però ti posso dire che mi accorgo che se sono depressa tendo a cercare quel qualcosa che "riempia" il vuoto che sento... quando riesco cerco di optare per cose positive, tipo: nuoto, corro, ballo, canto, esco con le amiche , (un classico ;) ) vado a fare shopping...ecc... ma, se sono demotivata, insoddisfatta di me tendo invece al distruttivo... quindi mangio "schifezze", bevo, fumo, ecc...  

 

io non so  che tipo di depressione sia, ma certo è che mi sfogo sempre mangiando. Se riuscissi a diversificare sarei più felice... uffa. Grazie summer.  

scusa se nn ti ho risposto  prima, ma torno a casa tardissimo e sono sempre cotta.  :wink:

non so, intanto che ragioni sulle cause che ti spingono a questo comportamento, potresti, quando ti viene quella voglia di "qualcosa", cercare di fare un'altra cosa piacevole che non sia legata al cibo... che dici?

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è questo il punto. non lo affronto.

o meglio a tentoni.

l'anno scorso ho iniziato una dieta

ho perso 10 kg , seguita dal dietologo. ok ma ne devo perdee il triplo!!! e non ci riesco. non solo è come se oltre i miei 10 kg non volesi andare. un blocco. non meno 11

ed infatti ne ho ripresi già 3.  

ero andata da uno psichiatra psicoterapeuta. ipnoterapeuta. Dicono un big di torino. un disastro. mi veniva da ridere.. mi proponeva strani riti x ricordarmi di non mangiare. lo guardavo e mi sembrava tutto scemo. la terapia  non è durata molto. pochi mesi, un po' perkè non mi piaceva e , a maggior ragione, non mi sentivo di buttare così i soldi. proverò con un altro centro x i disturbi alimentari. cmq è uno strazio. mangio anche se non ho fame. ho attacchi compulsivi. di nuovo. erano passati e li ho di nuovo.  

uffa. il problema è che il cibo mi piace molto. anche oggi mi sono fatta le banane flambé. una delizia!! ma si può? mi sono appena messa a dieta e già sgarro. sono un disastro. zero volontà. che dirti la cosa mi deprime molto perchè oltre a riperquiotersi sull'aspetto, ho problemi alla schiena.  :LOL:

dai elio, il percorso è lungo e difficile...ma sono super-sicura che ce la farai :abb boxing

lo spero, spesso dispero... più spessolanguo. hai ragione , las trada è lnga tortuosa.. 'na palla, però!ma vedremo chicchina.... :wink:

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è questo il punto. non lo affronto.

o meglio a tentoni.

l'anno scorso ho iniziato una dieta

ho perso 10 kg , seguita dal dietologo. ok ma ne devo perdee il triplo!!! e non ci riesco. non solo è come se oltre i miei 10 kg non volesi andare. un blocco. non meno 11

ed infatti ne ho ripresi già 3.  

ero andata da uno psichiatra psicoterapeuta. ipnoterapeuta. Dicono un big di torino. un disastro. mi veniva da ridere.. mi proponeva strani riti x ricordarmi di non mangiare. lo guardavo e mi sembrava tutto scemo. la terapia  non è durata molto. pochi mesi, un po' perkè non mi piaceva e , a maggior ragione, non mi sentivo di buttare così i soldi. proverò con un altro centro x i disturbi alimentari. cmq è uno strazio. mangio anche se non ho fame. ho attacchi compulsivi. di nuovo. erano passati e li ho di nuovo.  

uffa. il problema è che il cibo mi piace molto. anche oggi mi sono fatta le banane flambé. una delizia!! ma si può? mi sono appena messa a dieta e già sgarro. sono un disastro. zero volontà. che dirti la cosa mi deprime molto perchè oltre a riperquiotersi sull'aspetto, ho problemi alla schiena.  :cry:

ma quale mancanza di volonta eli! :wink:

tu non ci stai riuscendo, perchè semplicemente non lo vuoi :LOL:

sei la prova vivente che le cose fatte CONTRO la propria volonta non funzionano... :roll:

se ho capito bene, a te viene voja di mangiare il banana flambè 8che roba è poi :shock: ) -volontà-, però ti imponi di non mangiarlo -finta volonta-

se lo mangi, la tua volontà ha il sopravvento, quindi cell'hai eccome :wink:

a beh certo , quella è la mia volontà distruttiva. fin qui lo sappiamo tutti. ed è anche vero che forse no voglio dimagrire. ma dovrei accidenti e dovrei volerlo. certo il punto è volerlo...... ma come?

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