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autostima


hai stima di te ?  

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I sensi di colpa sono la nostra più grande fregatura non servono a niente e ci inchiodano nel conflitto,imprigionano le energie :cry:

Siamo noi che dobbiamo essere più forti dei nostri sensi di colpa :wink:

Alessandro Martinelli.

vero,Ale,noi dobbiamo essere più forti di quel tiranno interno che ci fa sentire sempre sbagliati (e dargli,metaforicamente, un bel calcio nel c****,)perchè tanto tutto si gioca dentro la nostra testa .

Il mondo fuori potrebbe essere soltanto un'allucinazione :LOL:

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I sensi di colpa sono la nostra più grande fregatura non servono a niente e ci inchiodano nel conflitto,imprigionano le energie :LOL:

Siamo noi che dobbiamo essere più forti dei nostri sensi di colpa :wink:

Alessandro Martinelli.

vero,Ale,noi dobbiamo essere più forti di quel tiranno interno che ci fa sentire sempre sbagliati (e dargli,metaforicamente, un bel calcio nel c****,)perchè tanto tutto si gioca dentro la nostra testa .

Il mondo fuori potrebbe essere soltanto un'allucinazione :LOL:

Ehehe :cry:

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secondo me la stima di se ha qualcosa a che fare con quel senso di inadeguatezza che molti come me provano e sicuramente ha origini piu' profonde.

voglio dire che forse la mancanza di stima per se è un sintomo di un altro disagio. nascosto e profondo. è una conseguenza.

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Io penso che il senso di essere sbagliati e l'inadeguatezza che ne deriva dipenda in parte dal fatto che l'idea che abbiamo di noi stessi non regge al confronto con l'ideale di ciò che vorremmo essere.Se non avessimo un termine di confronto e se questo termine di confronto non fosse troppo fuori misura perchè dannarci e non voler bene a ciò che siamo, paro paro.

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forse perchè in testa abbiamo un idea.

l' idea di non avere il diritto di vivere come gli altri.

è come se ci condannassimo a scontare una pena.

credo che una colpa c' è dietro a questa condanna.

piu' che un idea di se irraggiungibile, il rifiuto di un idea di se punto e basta.

cioè ci riteniamo inaccettabili.

e nessuno ci riuscirà mai a convincere del contrario. nessun successo nessuna gratificazione nessun complimento.

nulla.

la condanna è piu' forte.

forse scavando nel profondo questa colpa salta fuori, secondo me è sepolta nell' inc e dimenticata.

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x ilaria

ciao, ilaria,sei stata chiarissima...(ho letto due volte :D )

ti faccio un piccolo esempio:ieri sono stata in posta per pagare una bolletta, mi metto in fila, aspetto il mio turno, entra un uomo, si vede che è di fretta ,fa di tutto per passarmi davanti , se mi avessi chiesto gentilmente , l'avrei lasciato passare ,gli faccio presente che io sono prima di lui, ma lui niente ,paga ,e va via ...morale :esco con senso di colpa,perché non sono stata capace a far valere il mio diritto...

se fosse riuscita ,senso di colpa non avrei...ecco dov'e la differenza...

è una cavolata, però...

ciao, la_pioggia

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Quanto al dibattito lo leggerò dopo.

Caro Nello, in questo mondo così troppo serio non c'è più nessuno che sorrida alle battute (o pianga perchè non lo fanno ridere, ma capendo la battuta), e si limitano a dirti "bravo"...

Partiamo con chi ci sta, possibilmente bionde o more, alte almeno 1,70, età 20 - 25, verso le Isole del Buonumore, dove troveremo tanti matti come noi che di mestiere fanno i raddrizzatori di zampe canine, i lettori di riviste ugandesi, i piallatori di stuzzicadenti, i revisori dei conti dei baroni...lontano lontano, al di fuori dello spazio, del tempo e degli esattori delle tasse...dove osano le aquile e defeca l'Uomo Ragno...per trovare la nostra vera dimensione e dimenticare questo mondo blablabla e quaquaraqua...che fai, parti?

Ciao, La Grandine

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x ilaria

ciao, ilaria,sei stata chiarissima...(ho letto due volte :D )

ti faccio un piccolo esempio:ieri sono stata in posta per pagare una bolletta, mi metto in fila, aspetto il mio turno, entra un uomo, si vede che è di fretta ,fa di tutto per passarmi davanti , se mi  avessi chiesto gentilmente , l'avrei lasciato passare ,gli faccio presente che io sono prima di lui, ma lui niente ,paga ,e va via ...morale :esco con senso di colpa,perché non sono stata capace a far valere il mio diritto...

se fosse riuscita ,senso di colpa non avrei...ecco dov'e la differenza...

è una cavolata, però...

ciao, la_pioggia

Capisco e ho provato anch'io il disagio per aver subito una prevaricazione senza aver saputo reagire adeguatamente.

Le cose per cui mi sento in colpa, nel mio caso, sono diverse.A volte mi sento in colpa per essermi concessa delle cose,magari andando contro qualcuno o qualcosa, perchè quelle cose erano per me tanto importanti quanto urgenti.Ma il fatto di aver perseguito qualcosa per me contravvenendo a delle "regole" che qualcuno ha stabilito mi ha fatto sentire 'na schifezza.

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Talvolta i sensi di colpa si identificano con quello che da bambini definivamo "la voce della coscienza". In genere sono un peso che facciamo fatica a sopportare, ma altre volte sono il contraltare con cui confrontare le nostre impennate d'orgoglio, il nostro egoismo. Non so dire, onestamente, se addirittura talvolta non siano utili perchè ci costringono a pensare e quindi ci fanno migliorare. Forse però sto estremizzando il concetto, oppure sto identificando (erroneamente) i sensi di colpa con la nostra capacità critica... non lo so.

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Quello che trovo pericolosamente imparentato con la colpa è la sigla "punitiva" che l' accompagna. E poi la colpa prevede sempre un codice normativo di riferimento:e il punto è,allora:chi lo stabilisce quel codice?Da chi e per chi è pensato? Da piccoli era importante che fossimo "bravi","ubbidienti", che ci comportassimo in modo da ricevere il premio dell'approvazione dei genitori.Poi siamo entrati nella scuola e dovevamo ubbidire ed essere bravi per compiacere gli insegnanti, per avere un buon profitto.E così via sempre a muoverci tra paletti che hanno arginato i nostri slanci, nel bene e nel male.Ora forse il punto è:fin dove regole e paletti sono necessari e salutari (quando non sono a volte addirittura salvifici) a partire da dove tali paletti costringono, limitano, soffocano, frenano lo sviluppo di un'identità autonoma che sia in grado di valutarsi e fare scelte in proprio e non in modo "eterodiretto", suggerito dall'esterno, dal così è che si fa.Io credo che certi stili educativi richiedano la trasgressione, che grazie alla trasgressione è possibile andare avanti nella crescita personale.

Assumersi la responsabilità della propria colpa, della propria trasgressione, se necessario, significa uscire dalla sudditanza rispetto a un codice normativo rispettato perchè lo si è trovato lì, e ci siamo adattati.Significa rischiare di diventare se stessi anche andando contro quel che si è trovato già bell'e confezionato e inventarsi un modo, proprio, personale.

Io credo che si migliori perchè si diviene sempre più consapevoli e responsabili, e non perchè abbiamo verso noi stessi un atteggiamento di condanna e punitivo.Una regola, per dire, se la sento, se la condivido e la osservo per attiva scelta responsabile ha più efficacia di una regola che osservo perchè ho paura delle conseguenze di una mia eventuale trasgressione.

Insomma secondo me trasgredire è crescere, è liberarsi dalla sudditanza al genitore interiore che vieta e proibisce secondo una sua regola, e la maturità è seguire per scelta (non per timore) ciò che si ritiene giusto seguire.E se anche, per caso alla fine ci trovassimo a seguire quelle stesse regole a causa delle quali ci siamo sentiti in colpa, e che poi abbiamo contestato, bene l'utilità c'è stata lo stesso perchè alla fine del percorso mi trovo a vivere quella regola in modo diverso, più attivo.

Mah, mi auguro di essermi spiegata.

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cara ilaria, i tabu' non sono proprio un problema educativo.

quando un bambino desidera ardentemente la morte di suo padre si rende ben conto che stà pensando un abella carognata anche se non ha ancora imparato neanche il senso della morte.

le colpe che ci portiamo dietro traggono origine da desideri sessuali nei confronti dei nostri genitori dai desideri di mortee di chi sa quali altre diavolerie da bambini riusciamo a partorire.

poi dimentichiamo tutto.. completamente tutto.

e da grandi ci sentiamo solo male... solo in colp asolo inadeguati ... ma non sappiamo perchè.

non è colpa delal famiglia, se un ragazzino vorrebbe vedere morto il suo fratellino minore perchè gli ha sottratto l' affetto materno.

non è colpa della madre.

e la punizione la pretende il nostro stesso inconscio con forza per tutta la vita, il nostro inconscio vuole essere punito per le colpe che ha, ma spesso questa punizione non viene dall' esterno.

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cara ilaria, i tabu' non sono proprio un problema educativo.

quando un bambino desidera ardentemente la morte di suo padre si rende ben conto che stà pensando un abella carognata anche se non ha ancora imparato neanche il senso della morte.

le colpe che ci portiamo dietro traggono origine da desideri sessuali nei confronti dei nostri genitori dai desideri di mortee di chi sa quali altre diavolerie da bambini riusciamo a partorire.

poi dimentichiamo tutto.. completamente tutto.

e da grandi ci sentiamo solo male... solo in colp asolo inadeguati ... ma non sappiamo perchè.

non è colpa delal famiglia, se un ragazzino vorrebbe vedere morto il suo fratellino minore perchè gli ha sottratto l' affetto materno.

non è colpa della madre.

e la punizione la pretende il nostro stesso inconscio con forza per tutta la vita, il nostro inconscio vuole essere punito per le colpe che ha, ma spesso questa punizione non viene dall' esterno.

E' la terza volta che provo a postare perchè ogni volta che invio mi compare la maledettissima pagina "Impossibilire visualizare..." e cancella tutto...uffaaaaaaaaaaaaa!!

Insomma il post che hai scritto , cuorenero, è proprio stimolante e getta luce su aspetti interessanti (sempre che io non fraintenda) E mi chiedo se con quello di cui tu parli non c'entri qualcosa il famoso "disagio della civiltà".Noi siamo anche pulsioni primitive, animalesche, distruttive, siamo gelosia e rivalità e forse lo siamo potentemente specie nell'infanzia proprio perchè il processo di civilizzazione deve ancora fare il suo corso e perchè la consapevolezza di sè è quella che è e pure lasciano a desiderare capacità di gestione e/o sublimazione di quelle pulsioni.Poi arrivano gli dei, i santi & e Co., aumenta la consapevolezza e interviene la vergogna, ci sentiamo orribili e preferiamo scacciare quelle pulsioni nello sgabuzzino/monnezzaio dell'inconscio.Così l'interdizione ha la meglio sul riconoscimento che la natura umana consiste anche di quella roba là, e tuttavia non solo di quella roba là, ma anche di slanci di solidarietà e di amore.Forse avevano ragione i narratori della letteratura del "doppio", che ci dipingevano come Dott.Jekyll e Mr Hyde, come amore e odio, bontà e cattiveria.Ma di questa doppiezza purtroppo troppo spesso ci sbarazziamo del lato che è più disdicevole, che è oscuro e incrina l'ideale che abbiamo di noi (arieccolo).Ma l'interdizione caccia il mostro nello sgabuzzino e lì dentro quello acquista sempre più potenza.Invece bisognerebbe aprire la porta del monnezzaio e guardarci dentro pietosamente.

grazie dello spunto

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il problema è che ognuno di noi è un potenziale pazzo, omicida suicida e chi sa che altro.

se abbiamo dovuto costruirci un posto dove ibernare le nostre pulsioni aggressive è perchè le abbiamo ritenute pericolose per noi e per gli altri.

il problema è che ci illudiamo che stiano immobili in una spece di freezer.

tutt' altro sono vive e agiscono continuamente nel quotidiano.

qualche giorno fa ho mangiato del pollo al forno, mi sono sentito molto male avevo la nausea e mi sentivo salire la febbre.

la memoria mi ha riportato ad un asituazione analoga quando ero bambino mia madre fece il pollo al forno e io stetti male.

di li mi ricordai di una scena di un film con franco franchi e ciccio ingrassia in cui trovano una testa di un uomo in un forno, la scena mi sconvolse ero piccolo.

ma che centra il pollo?... mia madre mi raccontò la storia che io da piccolo ero un pulcino e che dopo avermi spiumato per bene ero di diventato così.

la storiella metteva in dubbio il fatto che io fossi suo figlio alludendo ad un adozione.... e guarda un po mia madre era figlia adottiva.

in piu' il gioco preferito di mia madre quando era sola con me consisteva nel prendermi in giro sul fatto che siccome ero tenerello mi avrebbe mangiato dopo avermi messo in forno.

ecco che io " pollo " finivo al forno .. avevo dal film visto al cinema la conferma che questo si puo' ... e la motivazione era che non ero suo figlio ma un intruso .

mia madre riverso' su di me tutta l' aggressività repressa dalla sua razionalità. in tutti i modi possibili.

io avevo rimosso quasi tutto ... solo quando mangio il polo al forno mi viene l anauesea e mi sale la febbre... il solo oddore del pollo al forno mi resta nel naso per giorni e mi provoca profondo disgusto.

ora capisco il perchè ... ho guardato nello sgabuzzino ma questo non basta.

devo rivivere la paura e l' orrore ... rivivere quelle emozioni se no è inutile . i ricordi salgono a gall ama le paure no, le emozioni no .

continuerò a non poter mangiare il pollo. non è tutto li .

ci sono danni ed effetti collaterali.

non so perchè sto raccontando tutto questo.

a voltel amente è come un rubinetto qualcosa lo apre e incomincia ad uscire di tutto.

baci.

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io fossi in te non perderei tempo, stamperei il tuo post e correrei suuubito da uno psicoanalista a farglielo leggere: dentro questo tuo post c'è un intero mondo, un universo affettivo.

e non voglio sciuparlo, vorrei solo dire che sono daccordo che guardare non basta, ricordare non basta,e soprattutto "capire razionalmente" non basta, ma bisogna ripassarci attraverso con la consapevolezza che il mondo psichico, mentale e affettivo di un bambino registra gli avvenimenti in un modo assolutamente diverso dal modo proprio di un adulto, attribuisce significati diversi agli stessi episodi, e quindi ritornare "sul luogo del delitto", oggi, serve soprattutto per rapportarsi a quell'orrore e a quelle paure con le modalità, con le capacità di fronteggiarle di cui oggi disponiamo.Un bambino teme il rifiuto e subisce gli adulti perchè non saprebbe come vivere senza lo sguardo amorevole di qualcuno e senza la cura di qualcuno, l'adulto fa diversamente.Ma soprattutto "stare addosso" a quelle paure serve a depotenziarle: sono tremende le prime volte, ma a ogni nuova visita,a ogni passo in avanti che facciamo sulla via dell'elaborazione la robaccia che sta dentro lo sgabuzzino farà sempre meno paura e noi scopriremo un nuovo modo di vivere le emozioni liberandoci dalle vecchie modalità.

Cambiare, io spero, significhi "sentire" in modo nuovo, essere abitati da un nuovo alfabeto emotivo perchè il vecchio, compreso e sistemato non ci suggerisca nè ci imponga più le sue modalità.Freud diceva che con l'analisi noi faremo sì che là dove c'era l'Es oggi ci sarà l'Io: questo è il fine di ficcare il muso nello scantinato; serve a bonificare il terribile.

ciao :D

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per cuorenero e ilaria

mi sento veramemte a mio agio a parlare con voi...davvero..

ho subito delle violenze psicologiche nell'infanzia...e quando certi ricordi ..più forti ..vengono in mente ,io li scaccio immediatamente,perché sto male , malissimo... anche se sono passati degli anni..so ,che faccio male , che dovrei elaborarli, tanti miei problemi nascono da li...ma non ce l'ha faccio proprio...

ciao, la_pioggia

un bacio a tutti e due

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ci sono già stato dallo psico tanti anni, ma purtroppo non possono fare molto, non hanno "strumenti" per aprire il cuore.

grazie :wink:

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  • 3 weeks later...
 
per cuorenero e ilaria

mi sento veramemte a mio agio a parlare con voi...davvero..

ho subito delle violenze psicologiche nell'infanzia...e quando certi ricordi ..più forti ..vengono in mente ,io li scaccio immediatamente,perché sto male , malissimo... anche se sono passati degli anni..so ,che faccio male , che dovrei elaborarli, tanti miei problemi nascono da li...ma non ce l'ha faccio proprio...

ciao, la_pioggia

un bacio a tutti e due

è sempre la solita storia! Certi genitori bisognerebbe impalarli.

Nessuno può ridarmi ciò che non mi è stato mai dato, nulla possono le chiacchiere degli psicoterapeuti.

Chissà se provo con ecstasy,cocaina,alcol ed eroina... ma a quel punto invece che un fottuto infelice sono un fottuto felice e drogato

allora ho in mente di provare qualche antidpressivo e andare dallo psichiatra.

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Viene naturale dire che certi genitori bisognerebbe impalarli, mi sembra una reazione istintiva ed autentica di fronte a tanto dolore, a tante violenze psicologiche. Purtroppo anche loro, i genitori, si portano dietro la propria storia, la propria sofferenza che, a volte volontariamente nei casi più disperati, o involontariamente, incide sui figli anche al di là di quelle che sono le vere loro intenzioni o l'amore sincero che possono provare nei confronti di un figlio. Costa molta fatica riuscire ad interiorizzare questo, secondo me, ma una volta fatto, è come se si aprisse la strada per tutto un mondo soltanto nostro, che abbiamo il diritto ed il dovere di vivere fino in fondo, anche solo per il fatto di esistere, al di là dei nostri meriti, riconosciuti o meno, non ha importanza.

Complimenti a Ilaria, Xela e Cuorenero per i loro interventi: intelligenti, umani, pieni di dolore, pieni di passione, ricchi di vita.

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grazie gavja e il corvo.

Penso che fare i genitori è un “lavoro” molto difficile, e sopratutto una responsabilità enorme, io non la sono e forse non la sarò mai, ma non credo ci sia una vera colpa nel malessere provocato nei figli, o quantomeno non credo ci siano una consapevolezza e una volontà nello sbagliare e nel ferire, fermo restando che ci sono casi e casi quindi generalizzare mi sembra assurdo.

Una psicologa tempo fa mi disse che un genitore può sbagliare influendo negativamente sul figlio solo nel modo in cui lava il suo bambino, può sbagliare nel modo in cui lo abbraccia, può sbagliare nel non dirgli ti voglio bene, può sbagliare soffrendo e di conseguenza involontariamente addossandogli il suo dolore o la sua depressione…i bambini sono così sensibili, vulnerabili, sono vergini spugne...questa cosa onestamente mi ha molto spaventato nell’ipotesi di aver un figlio..al di là del fatto che non mi vedo e non mi sento madre, nemmeno in un futuro…sensazioni.

Spesso quando si soffre si tende a dare colpe agli altri perché il fardello deve essere in qualche modo condiviso con qualcuno, è troppo pesante per addossarsene tutta la responsabilità.

E questo non solo con i genitori ma anche con chi si ama, se ci si pensa le uniche persone che trattiamo male quando soffriamo sono quelle che amiamo.

X Il corvo

Non sarai un fottuto felice drogato ma un fottutto drogato e basta, fidati di ciò che ti dico, sia con ecstasi, cocaina e alcol che con piscofarmaci. Cercare la non lucidità, l’oblio dell’anestetico, è la prima cosa che si cerca, la più facile, la più istintiva, lo so.

So quanto la lucidità possa essere cattiva, ma è solo la lucidità che ti da la forza per Capirti.

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ho riflettuto tanto sull'autostima, e anche sulla mia stima verso gli altri...meno sulla stima degli altri verso di me. Su quest'ultima non devo riflettere perché so che mi condiziona e spesso mi fa soffrire...

Su un post cuorenero scriveva di uomini di serie a, b, c...e mi ha fatto pensare che spesso mi sono sentita e mi sento un a "mezza sega" di donna, un'anima nera....ed è vero serve moltissimo avere accanto qualcuno che ti dice che hai un'anima bella! Ma non è sufficiente.

Personalmente credo, quando sono un po' meno pessimista, che la mia anima è fatta di due parti, una chiara ed una scura. A volte l'anima scura compie azioni brutte, volgari, ma subito l'anima chiara vede questo e allora la mia autostima va in frantumi.

Quello che posso fare, che voglio fare, è fare in modo che la mia parte più bella, più onesta, più solare, non perda mai la capacità di vedere e di sperare di potere fare meglio. Di fare in modo che intorno a me ci sia più luce possibile. Fare in modo che ogni azione, ogni parola ogni passo, non siano casuali, volgari...non lasciare che tutto mi passi addosso...troppe volte ho lasciato che intorno a me venissero dette e fatte cose che non condividevo, violenze verbali gratuite...

Voglio dire che quello che si può fare per mantenere l'autostima è non stancarsi di lottate contro l'imbruttimento interiore e l'indifferenza.

Nell'altra persona poi si può riuscire a vedere il nostro ideale di "bello", ma questo, secondo me, viene di conseguenza.

Perciò non basta che io mi ami, devo anche fare e dire cose che io stessa vedo belle...

Scusate se mi sono intrecciata, il fatto è che in queste cose non esistono ricette universali, probabilmente...

E' solo che spesso leggo cose molto belle su questi forum e ho fatto un tentativo di scrivere di getto quello che non avevo ancora letto, ma sicuramente devo ancora fare molta strada...grazie comunque a tutti per questi spazi per comunicare.

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grazie gavja e il corvo.

X Il corvo  

Non sarai un fottuto felice drogato ma un fottutto drogato e basta, fidati di ciò che ti dico, sia con ecstasi, cocaina e alcol che con piscofarmaci. Cercare la non lucidità, l’oblio dell’anestetico, è la prima cosa che si cerca, la più facile, la più istintiva, lo so.  

So quanto la lucidità possa essere cattiva, ma è solo la lucidità che ti da la forza per Capirti.

Mi stai dicendo che gli SSRI non sono poi tanto dissimili dalla droga?

A funzionare come anestetici sono gli ansiolitici, gli antidepressivi sono fatti

appositamente per stimolare il soggetto ad uscire dall'oblio del sonno della depressione.

Il nevrotico, peggio ancora se depresso, è quanto di più lontano c'è dalla lucidità, perchè vittima dell'irrazionale. Se ne avessi il potere, sarei sempre su di giri.

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  • 1 year later...

Non ho stima di me. A volte però mi sono simpatico. Ma non entrerei mai in un circolo dove accetterebbero come socio uno come me. L'autostima poi, lo sappiamo, è un beffardo autoinganno mentale, come afferma 'o professore Aioblu.

Anni fa tenevo 'a macchina nu poco scassaticcia, e a vulevo venne. Aggio fatto fa' l'AUTO stima. E' successo ca vulevano famme pagà a mme pe' sfascialla...inzomma, ho ditto "basta co' l'autostima, annate tutti a favve...". Firmato:

PASQUALINO 'O STRACCIAROLO

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