Il lancio delle monetine

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Non so quanti di voi ricordino quel giorno del lontano 1992, in pieno scandalo di Tangentopoli, in cui Craxi, uscendo dall'Hotel Raphael (la sua residenza romana) è stato accolto da una folla inferocita, ma anche a suo modo spiritosa,con insulti di ogni genere, e lancio di monetine.

Questa è stata spesso ritenuta una brutta, bruttissima pagina della storia recente di questo paese. Molti giornalisti lo hanno spesso ricordato come un "giorno nero".

E a 15 anni di distanza, io ancora mi chiedo perchè.

Ogni volta che mi capita di leggere qualcosa in proposito, o di vedere le immagini, non è affatto questo il mio pensiero. Anzi, io che allora ero giovincella, ma percepivo abbastanza bene la portata di quanto stava succedendo, non ho mai capito perchè questo episodio dovesse essere ritenuto brutto. Per me era, ed è , bello. Io ci ho sempre visto un risveglio, questo popolo di ignavi che finalmente apre gli occhi, ed esprime fortissimi segni di rifiuto. l'ho sentita come una cosa fresca, che poteva portare un rinnovamento vero.

Poi si sa come sono andate le cose, il problema non è più il fatto che dei politici abbiano rubato a mani basse, ma che dei magistrati abbiano indagato su di loro, Mani Pulite è stata abilmente trasformata in una specie di persecuzione contro un'intera classe politica (che comunque se ne sta ancora seduta al calduccio in parlamento), e Craxi in una specie di eroico esule (da tizio fuggito nella sua principesca villa di Hammamet per evitare la galera).

E mi chiedo che fine abbia fatto la memoria, come sempre. E mi chiedo, le persone che quel giorno erano davanti all'Hotel Raphael ad esprimere, finalmente, un dissenso, cosa pensino adesso di tutto ciò.

[Ste 0]

Forse è OT, forse no. Stavo scuriosando la rassegna stampa e mi è sfuggito l'occhio su questa intervista:

http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagw...ntArticle=FDB1N

Sulla base solo del mio intuito - cioè con altissime probabilità d'errore - secondo me l'analisi è abbastanza azzeccata...

[yngyang 0]

Quoto S.