Vai al contenuto

PAURA DI PARLARE IN PUBBLICO


AlessandroMartinelli

Messaggi consigliati

Di Enrico Caruso, Psicologo, psicoterapeuta, psicopedagogista, musicoterapeuta. Equipe Logodinamica - Milano

La paura di parlare in pubblico, colpisce la maggioranza della popolazione. Secondo stime americane, tale angoscia riguarda circa il 60% della popolazione. La logofobia ha cause molto varie. Innanzitutto si ha paura che il proprio narcisismo venga frustrato, determinando come soluzione estrema il rifiuto di affrontare tale prestazione.

Solitamente sentimenti d’inadeguatezza, faranno la loro comparsa ancor prima di affrontare la situazione temuta attraverso sintomi somatici (insonnia, mancanza d’appetito, difficoltà di concentrazione, ecc.). Questo tipo di angoscia è il risultato dell’azione confusionaria di strutture intrapsichiche che possiamo definire “voci interne”; queste rappresentano l’insieme di fantasie o pensieri, aventi come oggetto la profezia di un fallimento in agguato o di una azione coattiva fallimentare difficile da superare. L’ azione compulsiva di queste voci può avvenire prima di affrontare una prestazione, o subito dopo. Così ad esempio, prima di affrontare una situazione verbale, come affrontare un’interrogazione, parlare con un’autorità o parlare in pubblico, al soggetto s’impongono fantasie o pensieri ossessivi del tipo: "Devo star calmo! Questa volta andrà sicuramente bene! Adotterò questa o quest’altra condotta, così sicuramente non andrà come l’ultima volta! Ecc..".

Per affrontare questi tipi di situazione, più che far corsi sul “come comunicare”, ogni persona è chiamata a capire le motivazioni che bloccano la sua comunicazione. La qualità comunicativa può essere migliorata mediante l’impiego di tecniche psicologiche, comportamentali, psicosomatiche e musicoterapiche che avranno come oggetto tre livelli di comunicazione:

1) Comunicazione Creativa e Immaginativa: concernente la conoscenza delle modalità intrapsichiche e comportamentali che si sviluppano nella comunicazione.

2) Comunicazione Corporea: che riguarda la conoscenza del proprio corpo, per regolare il bio-ritmo e per controllare le forme ansiogene che si sviluppano all’interno di una relazione.

3) Comunicazione Sociale: avente come oggetto la conoscenza del proprio Sè all’interno delle relazioni umane.

Prima di imparare a comunicare e ancor prima di azionare il cervello è necessario apprendere l’arte di ascoltare. La comunicazione sviluppandosi nei termini dialogici (da “dia-logos”, ossia due intelligenze che s’incontrano), non è solo manipolazione della situazione relazionale, anche perché questo non sempre è possibile. L’ascolto e la comunicazione, sono qualità essenziali per entrare in punta di piedi nel mondo interno dell’altro, senza voler controllare i pensieri altrui, anche perché si rischia di rimanere intrappolati nella testa dell’altro. Il bombardamento logorroico o la pretesa di voler convincere a tutti i costi, sicuramente non è un’arma vincente per entrare in comunicazione.

In chiave di comunicazione, secondo le nostre ricerche cliniche, abbiamo osservato che in ogni persona esiste una componente intrapsichica che abbiamo definito “Sè-Sonoro”, ossia una sorta di rappresentazione fantasmatica che si attiva nella comunicazione con l’altro, e che riguarda la percezione del proprio linguaggio mediato dal rapporto dinamico tra fantasie interne e immagini passate. Il Sè-Sonoro si modifica con l’evoluzione delle persona e con la definizione dell’identità. In altre parole il Sè-Sonoro racchiude la fantasia della comunicazione e la percezione intrapsichica del nostro grado di comunicazione. Questa componente intrapsichica si evolve in base al grado di maturità personale e di sicurezza raggiunto nei rapporti sociali.

Il Sè-Sonoro è la percezione fantasmatica della nostra comunicazione che si manifesta nel momento in cui dobbiamo affrontare una situazione sociale. In questa fantasia vengono proiettate immagini passate e il nostro giudizio, rispetto alle nostre abilità comunicazionali.

Parlando ad una platea, gli accorgimenti necessari per regolare l’efficacia della comunicazione dovranno avere come oggetto:

1. Il linguaggio corporeo e la gestione della motricità, che rappresentano la primordiale comunicazione comprensibile a tutti.

Al fine di comunicare apertura, calore e desiderio di farsi capire, il viso dovrà essere rivolto verso la platea, gli occhi devono essere diretti verso la gente, senza ricercare punti fissi o far finta di guardare. La schiena dovrà esser ritta, i movimenti corporei dovranno essere plastici, ritmici ed aperti; evitate segnali di chiusura come accavallare le gambe, mettersi le mani in tasca, dietro la schiena o incrociare le braccia.

2. Il messaggio e i contenuti. La strutturazione dell’argomento dovrà tener conto anzitutto delle attese e degli obiettivi della platea, dovrà avere un cappello comprensibile a tutti, stabilire gli obiettivi (la tesi che si desidera dimostrare) rendendo chiari i passaggi, anche con esempi concreti per ottenere il coinvolgimento: attenzione alle eccessive citazioni che stancano ed annoiano. Infine il messaggio terminerà con una coda che prenderà congedo dall’ascoltatore, senza essere portatrice di verità, e che mediante l’uso di condizionali, sarà aperta ad altri possibili sviluppi (antitesi) che offriranno maggiore chiarezza e invito alla compartecipazione (sintesi).

3. Uso del microfono: Con l’uso del microfono il feedback della propria voce si amplifica con due tipi di risonanze: una "aerea", che determina un ri-ascolto esterno amplificato per mezzo dal movimento delle molecole d’aria e l’altra "ossea", che causa la vibrazione delle ossa determinando un ascolto interno. L’uso del microfono può creare molta angoscia con fantasie a carattere persecutorio. Il motivo di questo cattivo funzionamento psicologico può essere causato da fantasie aggressive o da esperienze passate, che hanno inibito la sintonia e la relazione affettiva con la...

http://www.psiconline.it/article.php?sid=6710

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Pubblicità


Posso dire la mia in merito a questo argomento.....bene,circa 15 anni fa ebbi a battesimo la mia prima apparizione in pubblico,effettivamente le ore che precedevano l'evento si avvertiva una certa tensione fortunatamente ando tutto bene (per modo di dire).....mi sono rivisto nella registrazione video,devo dire che una giusta tensione si percepiva.Con il passare degli anni volevo aquisire più sicurezza in merito,attraverso alcune tecniche(una di queste è quando stai sul palco e quello di posare lo sguardo verso alcune persone)poi un'altra è che quando ti rivolgono una domanda e magari sei in difficoltà,e quella di girare la domanda stessa ad altre persone in modo che prendi tempo,poi dai il tuo parere.Un altra cosa e quella che mi rivedo spesso nelle registrazioni video ,per capire dove ho sbagliato.Comunque col passare degli anni credo di possedere una buona preparazione verbale,una buona eloquenza,mi hanno anche insegnato che bisogna scandire bene le parole,il tono deve essere deciso PRESENTE ma non invasivo.Concludo che personalmente preferisco più parlare che scrivere.

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Boh...diciamo che preferisco suonare in pubblico...ma se devo, va bene anche parlare...prima si comincia, meglio è. Nel senso di età. Mia sorella aveva la fobia di parlare in pubblico....ha cominciato che aveva più di vent'anni. Ora dice di avere superato...

Non sapevo come aiutarla, perchè non capivo il problema...poi ho pensato che la mia abitudine giocava a mio favore. L'abitudine è tutto...

Link al commento
Condividi su altri siti

 
  • 4 weeks later...

Di Enrico Vien dal mare, Psicologo, psicoterapeuta, psicopedagogista, musicoterapeuta. Fantasista, Equilibrista, Giostraio, Palestrato, Attore, Pornoridens Equipe Logo-Cucco-dinamica - Milano

La paura di fare il pornoridens in pubblico, colpisce la maggioranza della popolazione. Secondo stime americane, tale angoscia riguarda circa il 60% della popolazione. La pornofobia ha cause molto varie. Innanzitutto si ha paura che il proprio porno-narcisismo venga frustrato, determinando come soluzione estrema il rifiuto di affrontare tale prestazione.

Solitamente sentimenti d’inadeguatezza, faranno la loro comparsa ancor prima di affrontare la situazione temuta attraverso sintomi somatici (insonnia, prurito, scorreggiamento, grattomania, lecca lecca, mancanza d’appetito, difficoltà di concentrazione, equlibrismo, dadaismo da galleria, guittismo ecc.). Questo tipo di pornoangoscia è il risultato dell’azione confusionaria di strutture intraporcellone che possiamo definire “voci porno interne”; queste rappresentano l’insieme di fantasie o pensieri porno, aventi come oggetto la profezia di un fallo gigante in piena area di rigore ovvero di fallimento in agguato o di una azione coattiva prno-fallimentare difficile da superare.

IL RESTO ALLA PROSSIMA PORNOPUNTATA

UGO DALLE VETTE FOR EVER

Link al commento
Condividi su altri siti

 

L'ho riletta è geniale! :o:

Link al commento
Condividi su altri siti

 
 
Nello ma come ti vengono??? :o:

Sai digi è un vecchio gioco

che facevamo da studenti delle medie sull'autobus

sostituendo la parola chiave > in quel caso biglietto con Kulo

tipo :

Presentare il KULO ad ogni richiesta del controllore

tenerlo conservato e leggibile

esibirlo nelle vicinanze della corriera

non dare il proprio KULO a nessun altro passeggero

il KULO vale solo per una corsa semplice

per le linee extra urbane ci vuole un KULO supplementare ................. e così via.

Era un modo di scherzare e di ridere a crepapelle....in maniera semplice....

ti giuro che rileggendo quello che ho scritto con un poco di aggiunte ironiche

ho riso come un nano che schiaccia in canestro in una finale di BASKET all'NBA..

le idee divertenti più sono semplici e più sono efficaci.

Ciao.

Link al commento
Condividi su altri siti

 
Sai digi è un vecchio gioco

che facevamo da studenti delle medie sull'autobus

sostituendo la parola chiave > in quel caso biglietto con Kulo

tipo :

Presentare il KULO ad ogni richiesta del controllore

tenerlo conservato e leggibile

esibirlo nelle vicinanze della corriera

non dare il proprio KULO a nessun altro passeggero

il KULO vale solo per una corsa semplice

per le linee extra urbane ci vuole un KULO supplementare ................. e così via.

Era un modo di scherzare e di ridere a crepapelle....in maniera semplice....

ti giuro che rileggendo quello che ho scritto con un poco di aggiunte ironiche

ho riso come un nano che schiaccia in canestro in una finale di BASKET all'NBA..

le idee divertenti più sono semplici e più sono efficaci.

Ciao.

bè ti capisco, è così! sai mi hai fatto venire in mente una cosa che facevamo alle superiori, mentre il prof. di diritto parlava, noi sostituivamo la sua voce con la nostra e inventavamo delle tresche stupide , assurde e soprattutto impossibili fra professori, era molto divertente nella sua stupidità.....comunque sei davvero bravo, complimenti....

Link al commento
Condividi su altri siti

 

Unisciti alla conversazione

Adesso puoi postare e registrarti più tardi. Se hai un account, registrati adesso per inserire messaggi con il tuo account.

Ospite
Rispondi

×   Incolla come testo formattato.   Incolla invece come testo normale

  Sono permesse un massimo di 75 faccine.

×   Il tuo link è stato inserito automaticamente.   Visualizza invece come link

×   Il tuo contenuto precedente è stato ripristinato.   Editor trasparente

×   Non puoi incollare le immagini direttamente. Carica o inserisci immagini dall'URL.

  • Navigazione recente   0 utenti

    • Non ci sono utenti registrati da visualizzare in questa pagina.
×
×
  • Crea nuovo/a...

Informazione importante

Navigando questo sito accetti le nostre politiche di Politica sulla Privacy.