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Insegnare


ANTIUS

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Allora disse al maestro;Parlaci dell'insegnare,

Egli disse:Nessun uomo può rivelarvi nulla,se non quello che già

sonnecchia nell'alba della vostra conoscenza.

Il maestro cammina all'ombra del tempio

tra i suoi discepoli non offre il suo sapere ma piuttosto

la sua fede e il suo amore

Se egli e saggio non vi inviterà ad entrare nella dimora del suo

sapere,ma vi guiderà piuttosto verso la soglia della vostra conoscenza

L'astronomo può dirvi ciò che egli sa dei grandi spazi,ma non

può dare a voi la sua conoscenza

Il musico può cantarvi del ritmo che è nell'aria,ma non

può darvi orecchio che ferma quel ritmo nè la voce che lo riecheggia

E chi è versato nella scienza dei numeri può descrivervi i mondi del peso

e della misura,ma non potrà guidarvi colà

Poichè la visione di un uomo non presta le proprie ali a un altro uomo

E come ognuno di voi è solo davanti all'occhio conoscitivo di DIO,così

ognuno di voi deve essere solo nella sua conoscenza di DIO

e nella sua conoscenza della terra.

Gibran

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A proposito di insegnamento... e di Maestri Spirituali...

uno stralcio di R.P. Kaushik, tratto da "Verso una nuova coscienza e altri dialoghi":

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getmediaca7kwlf1ts0.jpg

Il Guru

(Guru è un termine sanscrito che significa “colui che illumina”. Colui che offre illuminazione, è chiamato Guru)

Chi è il guru...

Il guru è personale o impersonale? Il guru è essenziale per il progresso spirituale? Ecco dei quesiti assai pertinenti che par necessario esaminare.

La vita intera è il guru. La realtà o la verità non è divisa dal processo della vita intera. Se c’è una qualsiasi verità, Dio o realtà, ciò dev’essere scoperto in questo vero e proprio tempio della vita. Qualsiasi Dio diviso da questa vita è un antagonismo e una contraddizione, qualsiasi Dio del genere se mai esiste da qualche parte, può essere al massimo un frammento di questo tutto che chiamiamo vita. La vita ci è continuamente maestra cambiando le proprie scene in una rapida successione di avvenimenti. Non potrebbe esserci guru più grande.

Naturalmente tale iniziazione può venire da una pianta, da un fiore, da un animale, da un uccello, da un libro o da una persona. Sri Dattatreya ebbe ventiquattro guru del genere. Sri Dattatreya imparò dalla vita nella sua totalità.

Questa luce può venire da una persona, e può rendersi necessario per molte persone ricevere l’iniziazione da un guru umano. Per coloro che hanno una mentalità semplice e innocente e sono sensibili di spirito e in comunione con la natura, forse non è necessario alcuno guru umano perché sono aperti sul piano della percezione e imparano da ogni fonte.

Ma per persone che non sono così sensibili forse può essere necessario ricevere l’iniziazione da un guru umano. Se si deve far ricorso a ciò, possono essere formulati i seguenti criteri indicativi.

Un vero guru è uno che insegna al discepolo come pensare e non che cosa pensare. Uno che risveglia l’intelligenza del discepolo è un vero guru. Più che altro è come un insegnante di corsi a livello universitario e postuniversitario, che indirizza e produce il vero spirito di ricerca, e aiuta l’allievo nella sua esplorazione anziché fornirgli alcuni dogmi e articoli di fede belli e fatti, ridotti e inariditi, per quanto elevati o nobili.

Un insegnante di questo tipo dev’essere umile, semplice di cuore e amante della verità se vuole trasmettere le stesse qualità nel discepoli. Deve essere in grado di comunicare con il discepolo allo stesso livello.

Se d’altro canto si comporta invece come un’autorità, che per la sua stessa natura ostacola la ricerca e l’apprendimento, una persona del genere non è affatto un guru. Se è ambizioso, desideroso di farsi un nome, di conseguire la fama o la ricchezza, non può avere una relazione veramente affettuosa e d’amore con il discepolo. Sarà incapace di comunicare quello stato che chiamiamo amore. Una persona che desidera essere idolatrata o che persino incoraggia gli altri a idolatrarla, apertamente o meno, è sempre una persona incapace d’essere un vero insegnante. Un aspirante che lotti per uscire dall’ignoranza può essere alla ricerca di un insegnate e può spesso averne molto bisogno, ma se un guru è alla ricerca di discepoli deve essere evitato. E’ solo chi è libero e ama la libertà che inculcherà la libertà negli altri.

Se abbiamo un guru che non abbraccia l’umiltà, dobbiamo stare attenti, perché siamo nelle mani di un Dio vivente: e un Dio vivente può essere veramente terribile e tirannico. Grazie allo sviluppo delle idee democratiche e delle idee di libertà, la possibilità che dèi viventi assumano il controllo assoluto di un gran numero di esseri umani sta allontanandosi.

Tuttavia le persone serie devono stare attente a non cader preda della magia dei mass media, della pubblicità e della propaganda e devono ricordarsi sempre che quanto è molto consolante, rassicurante, e dà un massimo di sicurezza, si rivelerà il più grande legame e la più grande catena alla quale può non esservi possibilità di sfuggire.

Se non possiamo trovare un guru di questo tipo, perché persone di questo genere sono molto poche, è molto meglio essere senza alcun guru e affrontare la vita da soli come meglio possiamo. Se siamo onesti con noi stessi, chiari nelle nostre motivazione, la natura non ci abbandonerà mai.

Bello era il metodo per risvegliare l’intelligenza nel periodo delle Upanishad in India. Il guru incoraggiava sempre il discepolo a scoprire da solo sollecitandolo a uno spirito di ricerca. Fu solo molto più tardi, allorché allo spirito di ricerca si sostituì un estremo desiderio di sicurezza, che l’insegnate assunse un’autorità, come fecero il re dispotico e il sacerdote.

Speriamo di essere ora all’alba di una nuova età, un’età nella quale i vecchi valori e i vecchi schemi stanno scomparendo alla svelta. Un nuovo spirito di rivolta, una nuova era di indagatine sta maturando e tutto ciò che è falso potrà facilmente crollare come un castello di carte.

L’insegnate della nuova era sarà un funzionario e vi saranno funzionari a vari livelli di un nuovo ordine sociale. Ma questi funzionari non sfrutteranno la propria funzione per farsi una posizione sociale privilegiata. Perché per un uomo che si rende conto della verità, la libertà è veramente sacra, la propria come quella degli altri. La bellezza della libertà consiste nel fatto che è indivisibile.

Mentre un’anima realizzata può non esercitare autorità, il discepolo può inconsciamente costruire l’autorità dell’insegnante per propria soddisfazione psicologica e sicurezza.

Non potrebbe essere diversamente, a meno che il discepolo, sin dall’inizio impari anche ad aver cara la libertà più di qualsiasi altra cosa. Inoltre finchè il discepolo è attaccato a qualsiasi tipo di piacere, avrà sempre un guru, un’autorità, poiché il suo stesso piacere funzionerà da guida e da guru. Rendendosi conto di tutto questo, uno può superare la necessità di un guru esterno, ma che dire del guru interiore, l’esperienza personale che agisce da autorità? Nel primo stadio del viaggio, era necessario avere ala propria esperienza di prima mano e non dipendere dall’esperienza di un’altra persona. Avendone avuto abbastanza della nostra stessa esperienza, è tempo di rendersi conto che ogni esperienza, sia d’altri che nostra, è pur sempre incapace di misurare l’oceano insondabile della vita. La verità assoluta giace oltre i confini di ogni esperienza. Così cessa l’autorità della nostra esperienza personale. Ora, che ci resta? Siamo così leggeri, così vuoti e liberi da qualsiasi peso, e con questo vuoto, quest’innocenza, siamo alla soglia della non-esperienza: la più alta vetta della realizzazione dalla quale ogni cosa procede e si sviluppa: la sorgente negativa di tutta la vita.

Può darsi che questo libro abbia dato a qualcuno una spinta a iniziale. Può anche avere occasionalmente dato un aiuto nel corso del viaggio. Ma ora, forse, se quel qualcuno non ha più bisogno di un libro, né di una persona da cui dipendere per il viaggio nella vita, benedetto sia quel momento.

Infatti l’ultimo tratto del viaggio, sia in questo mondo fenomenico, sia sul piano della spiritualità in assoluto, va fatto da soli. La porta è così stretta che non ci si può passare in due contemporaneamente.

Colui che ti ispira è il tuo vero insegnante.

Colui che ti ama è il tuo vero insegnante.

Colui che ti sprona è il tuo vero insegnante.

Colui che ti rende perfetto è il tuo vero insegnante.

Colui che tiene molto a te è il tuo vero insegnante.

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uno stralcio di R.P. Kaushik, tratto da "Verso una nuova coscienza e altri dialoghi":

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Il Guru

(Guru è un termine sanscrito che significa “colui che illumina”. Colui che offre illuminazione, è chiamato Guru)

Chi è il guru...

Il guru è personale o impersonale? Il guru è essenziale per il progresso spirituale? Ecco dei quesiti assai pertinenti che par necessario esaminare.

La vita intera è il guru. La realtà o la verità non è divisa dal processo della vita intera. Se c’è una qualsiasi verità, Dio o realtà, ciò dev’essere scoperto in questo vero e proprio tempio della vita. Qualsiasi Dio diviso da questa vita è un antagonismo e una contraddizione, qualsiasi Dio del genere se mai esiste da qualche parte, può essere al massimo un frammento di questo tutto che chiamiamo vita. La vita ci è continuamente maestra cambiando le proprie scene in una rapida successione di avvenimenti. Non potrebbe esserci guru più grande.

Naturalmente tale iniziazione può venire da una pianta, da un fiore, da un animale, da un uccello, da un libro o da una persona. Sri Dattatreya ebbe ventiquattro guru del genere. Sri Dattatreya imparò dalla vita nella sua totalità.

Questa luce può venire da una persona, e può rendersi necessario per molte persone ricevere l’iniziazione da un guru umano. Per coloro che hanno una mentalità semplice e innocente e sono sensibili di spirito e in comunione con la natura, forse non è necessario alcuno guru umano perché sono aperti sul piano della percezione e imparano da ogni fonte.

Ma per persone che non sono così sensibili forse può essere necessario ricevere l’iniziazione da un guru umano. Se si deve far ricorso a ciò, possono essere formulati i seguenti criteri indicativi.

Un vero guru è uno che insegna al discepolo come pensare e non che cosa pensare. Uno che risveglia l’intelligenza del discepolo è un vero guru. Più che altro è come un insegnante di corsi a livello universitario e postuniversitario, che indirizza e produce il vero spirito di ricerca, e aiuta l’allievo nella sua esplorazione anziché fornirgli alcuni dogmi e articoli di fede belli e fatti, ridotti e inariditi, per quanto elevati o nobili.

Un insegnante di questo tipo dev’essere umile, semplice di cuore e amante della verità se vuole trasmettere le stesse qualità nel discepoli. Deve essere in grado di comunicare con il discepolo allo stesso livello.

Se d’altro canto si comporta invece come un’autorità, che per la sua stessa natura ostacola la ricerca e l’apprendimento, una persona del genere non è affatto un guru. Se è ambizioso, desideroso di farsi un nome, di conseguire la fama o la ricchezza, non può avere una relazione veramente affettuosa e d’amore con il discepolo. Sarà incapace di comunicare quello stato che chiamiamo amore. Una persona che desidera essere idolatrata o che persino incoraggia gli altri a idolatrarla, apertamente o meno, è sempre una persona incapace d’essere un vero insegnante. Un aspirante che lotti per uscire dall’ignoranza può essere alla ricerca di un insegnate e può spesso averne molto bisogno, ma se un guru è alla ricerca di discepoli deve essere evitato. E’ solo chi è libero e ama la libertà che inculcherà la libertà negli altri.

Se abbiamo un guru che non abbraccia l’umiltà, dobbiamo stare attenti, perché siamo nelle mani di un Dio vivente: e un Dio vivente può essere veramente terribile e tirannico. Grazie allo sviluppo delle idee democratiche e delle idee di libertà, la possibilità che dèi viventi assumano il controllo assoluto di un gran numero di esseri umani sta allontanandosi.

Tuttavia le persone serie devono stare attente a non cader preda della magia dei mass media, della pubblicità e della propaganda e devono ricordarsi sempre che quanto è molto consolante, rassicurante, e dà un massimo di sicurezza, si rivelerà il più grande legame e la più grande catena alla quale può non esservi possibilità di sfuggire.

Se non possiamo trovare un guru di questo tipo, perché persone di questo genere sono molto poche, è molto meglio essere senza alcun guru e affrontare la vita da soli come meglio possiamo. Se siamo onesti con noi stessi, chiari nelle nostre motivazione, la natura non ci abbandonerà mai.

Bello era il metodo per risvegliare l’intelligenza nel periodo delle Upanishad in India. Il guru incoraggiava sempre il discepolo a scoprire da solo sollecitandolo a uno spirito di ricerca. Fu solo molto più tardi, allorché allo spirito di ricerca si sostituì un estremo desiderio di sicurezza, che l’insegnate assunse un’autorità, come fecero il re dispotico e il sacerdote.

Speriamo di essere ora all’alba di una nuova età, un’età nella quale i vecchi valori e i vecchi schemi stanno scomparendo alla svelta. Un nuovo spirito di rivolta, una nuova era di indagatine sta maturando e tutto ciò che è falso potrà facilmente crollare come un castello di carte.

L’insegnate della nuova era sarà un funzionario e vi saranno funzionari a vari livelli di un nuovo ordine sociale. Ma questi funzionari non sfrutteranno la propria funzione per farsi una posizione sociale privilegiata. Perché per un uomo che si rende conto della verità, la libertà è veramente sacra, la propria come quella degli altri. La bellezza della libertà consiste nel fatto che è indivisibile.

Mentre un’anima realizzata può non esercitare autorità, il discepolo può inconsciamente costruire l’autorità dell’insegnante per propria soddisfazione psicologica e sicurezza.

Non potrebbe essere diversamente, a meno che il discepolo, sin dall’inizio impari anche ad aver cara la libertà più di qualsiasi altra cosa. Inoltre finchè il discepolo è attaccato a qualsiasi tipo di piacere, avrà sempre un guru, un’autorità, poiché il suo stesso piacere funzionerà da guida e da guru. Rendendosi conto di tutto questo, uno può superare la necessità di un guru esterno, ma che dire del guru interiore, l’esperienza personale che agisce da autorità? Nel primo stadio del viaggio, era necessario avere ala propria esperienza di prima mano e non dipendere dall’esperienza di un’altra persona. Avendone avuto abbastanza della nostra stessa esperienza, è tempo di rendersi conto che ogni esperienza, sia d’altri che nostra, è pur sempre incapace di misurare l’oceano insondabile della vita. La verità assoluta giace oltre i confini di ogni esperienza. Così cessa l’autorità della nostra esperienza personale. Ora, che ci resta? Siamo così leggeri, così vuoti e liberi da qualsiasi peso, e con questo vuoto, quest’innocenza, siamo alla soglia della non-esperienza: la più alta vetta della realizzazione dalla quale ogni cosa procede e si sviluppa: la sorgente negativa di tutta la vita.

Può darsi che questo libro abbia dato a qualcuno una spinta a iniziale. Può anche avere occasionalmente dato un aiuto nel corso del viaggio. Ma ora, forse, se quel qualcuno non ha più bisogno di un libro, né di una persona da cui dipendere per il viaggio nella vita, benedetto sia quel momento.

Infatti l’ultimo tratto del viaggio, sia in questo mondo fenomenico, sia sul piano della spiritualità in assoluto, va fatto da soli. La porta è così stretta che non ci si può passare in due contemporaneamente.

Colui che ti ispira è il tuo vero insegnante.

Colui che ti ama è il tuo vero insegnante.

Colui che ti sprona è il tuo vero insegnante.

Colui che ti rende perfetto è il tuo vero insegnante.

Colui che tiene molto a te è il tuo vero insegnante.

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:D:

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io direi che non leggerlo è un peccato,....

concordo nella totalità di quanto espresso...

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Antius e Mio: siete degli ottimi "compagni di viaggio"... eh eh... :D::give_rose::blush:

:abbr:

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...nù vasill' per ricambiare: :mellow:

nù vasill'.....è un dialetto che non mi è nuovo.......uè ma di dove sei?....non sarai mica una TERRONA?.....

se è così meglio non avere a che fare con i TERRONI.....AHAHAHHA

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nù vasill'.....è un dialetto che non mi è nuovo.......uè ma di dove sei?....non sarai mica una TERRONA?.....

se è così meglio non avere a che fare con i TERRONI.....AHAHAHHA

...eh eh... sono perfettamente al centro... ah ah... un IBRIDO!... uh uh... :mellow:

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...eh eh... sono perfettamente al centro... ah ah... un IBRIDO!... uh uh... :mellow:

Forse al centro esatto della musica?

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Forse al centro esatto della musica?

Oooooh... ma centro Italia... se poi la vogliamo chiamare musica, eh eh... si, sono al centro della musica... furbone!

:mellow:

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Oooooh... ma centro Italia... se poi la vogliamo chiamare musica, eh eh... si, sono al centro della musica... furbone!

:mellow:

Furbone?....io ma non esiste proprio!

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Furbone?....io ma non esiste proprio!

Eh eh... era un complimento affettuoso Ant... ci mancherebbe... dalla mia bocca, ovvero dalle mie dita, verranno digitate sempre parole di rispetto e stima nei tuoi confronti... capisc'a me! :mellow:

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Eh eh... era un complimento affettuoso Ant... ci mancherebbe... dalla mia bocca, ovvero dalle mie dita, verranno digitate sempre parole di rispetto e stima nei tuoi confronti... capisc'a me! :mellow:

Non ti preoccupare tutto sono tranno che furbone........COLLODI!

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Non ti preoccupare tutto sono tranno che furbone........COLLODI!

...non ho dubbi! :):

...grazie Ant! :friends:

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La vita intera è il guru. La realtà o la verità non è divisa dal processo della vita intera. Se c’è una qualsiasi verità, Dio o realtà, ciò dev’essere scoperto in questo vero e proprio tempio della vita. Qualsiasi Dio diviso da questa vita è un antagonismo e una contraddizione, qualsiasi Dio del genere se mai esiste da qualche parte, può essere al massimo un frammento di questo tutto che chiamiamo vita. La vita ci è continuamente maestra cambiando le proprie scene in una rapida successione di avvenimenti. Non potrebbe esserci guru più grande.

questo lo trovo assolutamente bellissimo...

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rileggendo un vecchio topic...leggo un po' in merito a questo...

L’uomo è sempre dipeso da qualcuno che gli mostrasse la via: un guru, una religione, un libro, un'ideologia politica, più di tutte il comunismo. Dobbiamo essere luce a noi stessi, senza cercarla da qualcun altro. Il ruolo della guida, del capo è solo quello di indicare, è l’individuo stesso che deve imparare. E la capacità di imparare è molto più importante della capacità di insegnare.

In questo campo, nessuno può veramente insegnare qualcosa a un altro. Ciascuno deve incontrare la verità da se stesso, cominciando con il conoscere se stesso. Senza comprendere il processo del proprio pensiero e il condizionamento acquisito dalle proprie esperienze, tradizioni, cultura, religione, ecc., non si può trovare una vera risposta ad alcuna domanda seria. I nostri credi, opinioni, conclusioni e pregiudizi, ci impediscono di vedere le cose nella loro giusta prospettiva perché distorcono la nostra visione.

Dobbiamo essere ben consapevoli di questo fatto e dubitare di ogni opinione e conclusione ci venga in mente, perché potrebbe non rappresentare la verità.

Quando si indaga in se stessi in questo modo, con l’intenzione di cercare la verità e non semplicemente di essere soddisfatti, c’è il vero imparare. E dobbiamo vivere con questo stato di indagine, mettendo tutto in questione e in dubbio nella nostra vita, senza cercare di arrivare a qualcosa.

Quello che possiamo ricevere da un altro è un pensiero, una domanda, ma tocca a noi esplorare.

Se non incontriamo la verità per conto nostro, per noi non è la verità, è solo una descrizione della verità.

Questa è la differenza tra il Budda e un professore di filosofia buddista: il primo ha il reale insight, la consapevolezza, mentre il secondo ne ha solo una descrizione. L’uomo ha spesso confuso il simbolo, la parola, il concetto, con la cosa reale.

Un vero cristiano è quello che vive secondo il discorso della montagna - e lo si può fare solo avendo la stessa consapevolezza di Cristo - non quello che va in chiesa seguendo i vari riti.

Un vero buddista è colui che condivide la consapevolezza del Budda, non chi obbedisce alla chiesa buddista. Tutte le chiese, tutte le religioni organizzate, sono solo riuscite a ridurre la grande verità a semplici sistemi, simboli, riti.

Quello che conta non sono gli abiti, le etichette, ma il contenuto della coscienza.

Il ruolo di un maestro (il guru) è quello del lampione nella strada. Non dobbiamo sederci ad adorare il lampione, dobbiamo camminare.

Krishnamurti ripeteva continuamente che non era molto importante che si accettasse o si rifiutasse quello che egli diceva. Ciò che conta è che lo si consideri, lo si metta in questione e lo si esamini a fondo, in modo da scoprire per conto nostro se sia vero che ha valore.

lato che la verità e la liberazione sono qualcosa che l’individuo deve scoprire da sé attraverso la propria indagine, qualsiasi organizzazione che cerchi di propagare “la verità” attraverso credi, conformismo o propaganda, serve solo a condizionare ancora di più la mente dell’individuo e a renderlo schiavo.

Un’indagine che abbia senso richiede libertà da tutti i credi, i pregiudizi, le conclusioni e i condizionamenti. Richiede una profonda consapevolezza di sè così come si è. Dal momento che la verità non può essere organizzata e diffusa, le organizzazioni che cercano di farlo non hanno alcun senso.

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