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sospiro

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  1. Da wikipedia: Etimologicamente il termine assoluto deriva infatti dal composto latino ab + solutus, che significa "sciolto da" la via giusta è proprio quella di vedere ciò che è come ciò che in realtà non è e viceversa: :"quando farete dell'esterno l'interno e dell'interno l'esterno..." (come dici tu mio) effettivamente non esiste nulla "sciolto da" poichè è tutto interconnesso e cioè "non sciolto da", ma il fatto che di per sè tutto è "non sciolto da" rende contemporaneamente vera e falsa la definizione di assoluto, e cioè il paradosso dell'esistenza dell'assoluto, che poi lo si può trovare in ogni altro termine, concetto, ecc... un giorno lessi una frase da cui (solo da poco) ho concepito quanto l'essere ed il non-essere siano legati tanto da essere una cosa sola: "le cose che noi vediamo non sono le cose, perciò noi le chiamiamo cose!"
  2. Non è possibile sintetizzare l’assoluto in un discorso, né giungere a patti con esso limitandolo su di un foglio di carta… Se però l’assoluto non fosse l’assoluto allora lo si potrebbe cogliere e sintetizzare, ma è vero anche il fatto che se l’assoluto non fosse l’assoluto, nemmeno il discorso sarebbe il discorso, e così vale anche per il foglio di carta. Cos’è l’assoluto? Cos’è l’eterno? Cos’è la stabilità? Pensateci bene… è assoluto il fatto che non ci sia nulla di assoluto, quindi l’assoluto è tutto, poiché tutto non è assoluto. E’ eterno il fatto che non ci sia nulla di eterno, quindi è eterno il non-eterno. E’ stabile il fatto che non ci sia nulla di stabile, quindi è stabile il non-stabile. Questo è il paradosso: l’assoluto non è sintetizzabile poiché è l’assoluto, ma se anche non fosse l’assoluto (come in realtà è) non sarebbe sintetizzabile comunque per via della nostra limitatezza mentale e incapacità fisica di dimostrarlo, anche se per logica ogni mia parola è l’assoluto, ogni lettera che state leggendo è l’assoluto, poiché esse non sono assolute. Di per sé il paradosso è domanda e risposta contemporaneamente, è autosufficiente: è un cerchio che non ha né capo né coda, e quindi come può esistere qualcosa che non ha né inizio né fine? Nella sua contraddizione e imperfezione è coerente e perfetto, non ci possono essere elementi esterni che intervengono nel paradosso per mutarne la sua sostanza. Una volta compresa la dualità di questo discorso, se ne comprende la sua singolarità. E’ dunque questo il punto a cui sono giunto: noi siamo individui che viviamo sul confine degli opposti, distinguiamo ciò che è buono da ciò che non è buono, il dentro dal fuori, il sotto dal sopra… quest’eterna distinzione ci è tanto d’aiuto quanto dannosa. Noi pensiamo di essere ciò che in realtà non siamo, pensiamo di essere mortali (sul piano relativo in cui noi siamo incatenati è ovvio che sia così!) senza capire che singolarmente siamo eterni. Io ho avuto la mia esperienza di MU. Mu è un koan da ripetere mentre si è in meditazione. Lo scopo è quello di distogliere l’attenzione dalle illusioni esterne a noi per concentrarla su ciò che siamo davvero. Mentre recitavo MU, MU, MU (all’inizio fa ridere perché sembra il verso della mucca!!!), ad un certo punto non c’era più distinzione tra me e MU, esso era diventato qualcosa di inspiegabile, senza capo né coda, ho sentito un MU (io stesso ero quel MU) scandito tra il principio dei tempi e la fine di ogni cosa, anche se detto così è limitato perché lo esprimo comunque circoscritto in un determinato (anche se lungo) intervallo di tempo! Immaginate di pronunciare questa sillaba (MU) non in una frazione di secondo come accade in realtà mentre parliamo, ma di pronunciarla come se foste appena nati e fino alla vostra morte, l’intervallo di tempo in cui si scandisce il MU è lunghissimo e può sembrare assurdo, ma è così, una sola sillaba pronunciata in un’intera vita e anche di più: non potrei mai descrivere nella sua totalità la situazione che si crea. Nell’istante in cui ero MU non potevo essere conscio di ciò che mi accadeva, nel momento in cui ne ho preso coscienza ormai non era più così… Ecco che di fronte alla visione della propria natura, che è la natura di ogni cosa, ogni tipo di sofferenza non vale nulla e addirittura non la si può concepire. Ho scritto questo discorso perché volevo far capire che noi stessi siamo un paradosso: senza inizio e fine esistiamo comunque. Non pensate che la nascita sia l’inizio, né che la morte sia la fine, è qualcosa di molto più complesso ma semplice allo stesso tempo.
  3. forse è il bisogno di sentirsi attaccati a qualcosa, coltivare un proprio "mondo" in cui si crede di avere il controllo sulle cose che entrano ed escono... poi magari con la convinzione di riuscire a gestire in maniera ordinata e soprattutto eternamente questo "mondo". se ci si attacca con tesdardaggine a ciò che si ha, una volta perso si soffre tremendamente, la certezza è che tutto ciò che si ha prima o poi si perde... ma se si ha anche il più prezioso dei gioielli senza però attaccarsi ad esso, una volta perso sembrerà di non averlo mai avuto... io una volta collezionavo fumetti, mi piaceva leggerli, però ero arrivato ad un punto in cui compravo per il solo gusto di comprare, giusto per averli ma senza mai leggerli... poi fortunatamente me ne sono accorto e me ne sono liberato, liberarsi da ogni attaccamento è un sollievo anche se di primo acchito può sembrare doloroso...
  4. sospiro

    il sentire

    non c'è suono se non c'è nessuno a percepirlo. non c'è suono distaccato dai nostri sensi. di per sè il suono non esiste, come tutte le altre percezioni dei sensi d'altronde... ecco l'essenza della realizzazione. gli altri ti sentono perchè ti distinguono dal rumore di fondo... il silenzio (la cessazzione di ogni suono) non lo si può percepire nella sua totalità, c'è sempre un rumore di fondo: il battere del nostro cuore, lo scorrere del sangue nelle vene, quel rumore come di flebili vibrazioni elettriche al nostro interno... nessuno 2008, tu riesci ad ascoltare (percepire) ciò che è eterno? se sì, pensaci bene e dimmi: cos'è eterno?
  5. ci siete andati tutti vicini, non so se però abbiate compreso a fondo la domanda...
  6. questa è la più bella discussione a cui io abbia mai potuto partecipare, so che non dovrei essere così felice in questo momento (per il fatto dell'equilibrio degli opposti), ma sono disposto a mandare tutto a gambe all'aria per questo mio messaggio che sto per scrivere (se non si capisce sto scherzando, qui vedo che lo fate un po tutti... cmq sono contento davvero). voglio riportare in auge questa discussione con una mia domanda (sembra stupida ma non guardatela superficialmete), voglio far capire l'impossibilità di rispondere alle domande poste da TempFuoriLuogo, lancio la sfida: QUANTE MANI AVEVA IL BUDDHA? vediamo vediamo chi risponde...
  7. sospiro

    avete dei rapporti veri?

    la tua fermezza mi fa sorridere lapina, trovo che tu sia molto forte e testarda da parte mia trovo sia inutile farti cambiare per un secondo idea, soprattutto perchè non ho la capacità di farlo, poi perchè non vuoi vedere altro al di fuori di ciò che puoi vedere. vorrei soltanto descriverti una sensazione per farti capire di cosa sto parlando, di ciò che molti chiamano in modi diversi... verità assoluta (che tu sostieni non esistere), corretta visione delle cose, illuminazione, ecc... non pensare che sia uno stato da ricercare, nè che una volta acquisito sia possibile mantenere. se lo cerchi non lo ottieni, se lo ottieni non sai d'averlo, se pensi d'averlo non ce l'hai, se non ce l'hai allora non ricercarlo... è nelle mie parole come nelle tue, soltanto che noi vediamo solo segni neri su sfondo bianco questa è la mia massima espressione che posso concedere, non voglio ottenere nulla dicendoti questo, lo faccio solo per il gusto di farlo, senza secondi fini, senza pensare che tu capisca o non capisca. PS: chi si accontenta davvero del necessario (nel vero senso del termine) ha tutto il mio rispetto perchè lo considero al di sopra di ogni imperatore, sovrano o re, l'oro lo si ottiene anche rubando, l'umiltà la si ottiene soltanto col sacrificio, l'umiltà è il vero oro incastonato dentro di noi. chi accumula ricchezza su ricchezza, potere su potere, alimenta il nulla con il nulla. a che scopo ricercare sempre se poi non ci si ferma ad assaporare il gusto di ciò che si ha conquistato? se poi si conquista qualcosa, si soffre nel non riuscire a mantenerla. se si cerca di conquistare, di conoscere senza riuscirci, si soffre comunque. chi è dunque il vero potente? chi domina gli altri o chi domina se stesso? chi si "accontenta" facendosi "fregare" penso sia contento comunque
  8. sospiro

    avete dei rapporti veri?

    mio è troppo magnanimo a spargere quel veleno che uccide l'ego... si perchè UCCIDENDO L'EGO nasce la nostra vera natura... non vedetela come una cosa negativa l'uccidere l'ego, e nemmeno doveter pensare che chi usa un po' di logica applicata alla vera visione della realtà sia un mostruso genio capace di fare stupefacenti discorsi... Ottima analisi, ma ti sei mai chiesta perché non ti paragoni a ciò che non puoi vedere? La risposta è perché credi che non esista oppure, anche se sai che esiste quel qualcosa che la nostra limitata vista (udito, tatto, ecc…) non può cogliere, perché pensi che non sia possibile, poiché non puoi avere un idea di ciò che non percepisci. Di ogni cosa che percepisci con i sensi è come se vedessi soltanto la vetta della montagna: una vetta per il monitor che hai davanti, una vetta per i tasti che pigi sulla tastiera… Se si analizza profondamente un qualsiasi oggetto o situazione (metteteci tutto ciò che si può analizzare), si riuscirà a vedere che le vette delle montagne sono tutte unite alla stessa base, terminano tutte sulla terra, se guardi in alto le vette sono molte, se guardi in basso le vette non sono più. Esistono tanti punti di vista quante sono le entità di questo mondo, ad esempio: Dal punto di vista di un sasso morte e vita non sono percepite. Dal tuo punto di vista la morte è dolore. Dal punto di vista di mio è frustrante non riuscire a farsi capire totalmente. (sono solo congetture mio, non so se sei davvero frustrato...) Quindi esistono infiniti mondi, ma allo stesso tempo ne esiste uno, quello reale, dove un sasso è una montagna, dove la montagna è un pianeta, dove il pianeta è un sistema solare, dove un sistema solare è una galassia, dove una galassia è l’intero universo. Il mondo in cui un sasso è un intero universo, dove non c’è distinzione poiché la distinzione deriva da chi percepisce. Dove il nostro ego pensa di essere il mondo reale mentre in realtà è un granello di polvere. Prova a convincere un sasso che prima o poi non sarà più lo stesso. Prova a chiedergli quando è nato. E’ quando si entra in contrasto con qualcosa che non ha i nostri stessi punti di riferimento che si comincia a comprendere la limitatezza del nostro punto di vista. Se ci si pone una domanda difficile è più difficile capire che è impossibile rispondere alla domanda esaurientemente, né su questo forum, né altrove. Se ci si pone una domanda semplice è più semplice capire che è impossibile rispondere per lo stesso motivo che ho elencato sopra… Quindi chiedere “cos’è l’ego?” o “perché corpo e mente sono la stessa cosa come dice mio?” o “qual è il confine tra mente e sistema nervoso?” ricercando una risposta esterna è inizialmente sbagliato…. Poiché se si ricerca una risposta nel mondo in base alle conoscenze ricevute, la risposta sarà sempre la fetta più piccola della torta. Sarebbe come dire che un granello di mais dovrebbe sfamarci per tutta la vita. C’è chi si accontenta di poco è sta bene comunque (trattasi di persone che hanno realizzato sé stessi fin dalla nascita… veri geni) poi ci sono quelli che si accontentano di poco e DICONO di star bene comunque anche se in realtà non è vero, poi ci sono quelli che non si accontentano mai e soffrono della loro eterna fame di sapere, poi ci sono quelli che non si accontentano finchè si accorgono che non serve a nulla non-accontentarsi… questi ultimi hanno trovato la risposta che va bene per tutte le domande, e sono in pace con il mondo e con sè stessi!
  9. sospiro

    avete dei rapporti veri?

    ah ah ah.... (risata compiaciuta)..... mio sa sconquassare per bene tutti con le sue vere verità..... ciò che posso aggiungere io è superfluo..... ma basterebbe considerarlo un superfluo utile per capire ciò che dice mio: "ognuno deve cercare personalmente, domandarsi personalmente, capire personalmente e risvegliarsi personalmente." detto zen
  10. amo, "mio"... amo anche te... (oh, non prendermi per gay!!!)
  11. Volevo aggiungere una nota al mio precedente messaggio. Non ho reso pubblico a voi la mia malattia per paragonarla ai vari problemi che gli altri hanno. Non ho bisogno di prendere una posizione, non ce n’è motivo. Io non posso dire che soffro (fisicamente, dovuto alla mia malattia) più di qualcun altro poiché non potrò mai sapere quanto l’altro soffre! Una volta mi chiedevo: perché la gente non si rende conto di questo? Quando un mio amico si era suicidato andai al suo funerale ed il prete affermo questo: “non era ancora pronto per essere chiamato a Dio!”. Mi sono sentito inorridito di fronte a questa affermazione e mi sono chiesto: “perché il motivo del suo (del mio amico) suicidio non potrebbe essere la chiamata di Dio?” A quel punto mi accorsi che il prete non aveva capito nulla, stava vaneggiando! Solo ora ho capito che allo stesso tempo io non avevo capito nulla nel arrabbiarmi col prete! Il prete non ne aveva colpa per la frase detta poiché egli non aveva mai dato uno sguardo al reale andamento delle cose. Poi un giorno mi sono accorto del malessere psichico, di quanto esso sia presente nella società e di quanto io stesso ne soffrivo. Un giorno mi chiesi: “perché la gente soffre pur stando fisicamente bene?” “cosa succederebbe ad una persona che non ha malattie fisiche, ma con un trauma psichico, se gli capitasse un dolore fisico come il mio?” Ancora non avevo capito nulla. Solo ora so il perché. Poi forse davvero l’ultima domanda che mi è sorta mentre praticavo zen, e mentre credevo che l’illuminazione fosse una traguardo straordinario ed irraggiungibile. Mentre la ricercavo, senza sapere che stavo sbagliando, stavo soffrendo: “se tanti soffrono di fronte a qualcosa di cui non c’è nulla da soffrire, come reagirebbero di fronte al più grande degli ostacoli, e cioè alla difficoltà che si interpone tra il nostro intelletto e la corretta visione della realtà?” Poi mi sono accorto che non c’è nessun ostacolo fuori dalla mia mente (anch’io soffrivo per qualcosa che non c’è), era come se fossi sempre stato qui credendo di essere altrove: se prima pensavo che l’illuminazione fosse un grande traguardo, ora so che è soltanto una goccia d’acqua in un oceano di infinità comparata allo straordinario mondo che ne consegue. non è stato un libro a farmi capire, nemmeno una frase, nemmeno una situazione particolare, nemmeno la mia malattia, nemmeno le vostre risposte, nemmeno il mio modo di ragionare… eppure è stata la somma di tutto ciò che ho elencato (e non elencato), di tutti i libri, di tutte le frasi, di tutte le situazioni vissute, di tutte le malattie che ho avuto, di tutte le vostre risposte, di tutte le domande che mi sono fatto… La risposta che ho dato a tutte le mie domande si può dare anche a questa domanda: “PRIMA CHE LA MENTE SORGA, DOVE STANNO LE COSE?” Premetto che non sarà mai possibile rispondere esaurientemente a questa domanda su questo forum, né fuori da questo forum. Chi risponde credendo di aver dato una risposta giusta sbaglia, chi non risponde credendo di non riuscire a dare una risposta giusta sbaglia. Io stesso sbaglio nello sporgermi così tanto con le mie parole…
  12. trovo fantastica la tua reazione, perchè anche io trovavo giusto "arrabbiarmi" (lo metto tra virgolette perchè non è un vero e proprio arrabbiarsi) nel vedere la gente che non soffriva. attenzione, non che stava bene ma che non soffriva!!! poi ho avuto la fortuna di essere riuscito a mettere insieme tante cose, tanti discorsi, tanti modi di vedere le cose... ciò mi ha portato ad una serenità che nemmeno riesco ancora ad immaginare. amo osservare e vivere nel secondo. e cmq non pensare che io non abbia problemi, anzi (attenzione che qui si rivela una cosa che nemmeno i miei amici sanno, lo sanno solo i miei genitori e tra poco lo saprete voi, ma a me non interessa più di tanto) io ho una malattia fin dalla nascita, anche abbastanza grave da un certo punto di vista fisico (non entro nei dettagli), non si nota nulla ma posso descrivere quello che mi succede ogni tanto (è un infezione congenita dovuta allo stafilococco aureo): è come se ogni istante mille aghi mi perforassero nela zona infetta, è come se fossi marchiato a fuoco da un tizzone rovente.... ma io ho imparato a lasciare da parte il problema.... devo stare tutta la vita a piangermi adosso... forse la malattia mi porterà alla morte, che ne so io.... è da una vita che vado avanti e indietro dai medici per cercare una cura... e quando non la si trova ormai non sono più abbattuto... dov'è il problema??? se non uso adesso il tempo per essere sereno quando lo posso essere? non bisogna dare per scontato nulla... ed è proprio questa la ragione per cui ho creato questo thread.... ero proprio dal dottore per quella malattia.... chi poteva sapere che uno a prima vista sano come me potesse portarsi una bomba sotto la pelle???
  13. quindi è teoricamente giusto (generalizzando, se l'ha inventato l'uomo, dev'essere almeno giusto per lui) ma praticamente impossibile da applicare in tutte le sue forme (ne è un esempio l'italia, come dici tu)........ è un po' la storia di tutti i giorni: ogni tentativo di programmare uno stile di vita è destinato a fallire (poichè il diritto fallisce nel non essere applicato appieno, ma questo per colpa dei suoi stessi creatori). vediamo se posso osare con questa affermazione: il diritto è la perfezione in sè, ma se viene applicato in un mondo imperfetto (imperfetto perchè altrimenti non avrebbe bisogno del diritto), diventa imperfetto esso stesso. è un continuo ciclo...il diritto si sostiene sulle imperfezioni che esso stesso dovrebbe colmare. mi sbaglio?
  14. sospiro

    come state?

    poco tempo fa mi ero immaginato che prima o poi avrei trovato un affermazione simile. devo dirti che non hai tutti i torti... io ho scoperto il perchè vengo su questo forum (e ciò corrisponde in parte a quello che dici tu): vengo qui per trovare un ordine alle idee che mi sono fatto durante la giornata, trovo che rispondere agli utenti sia come rispondere a me stesso (solo che il più delle volte non si viene compresi), poichè mi accorgo che le domande che sento in giro sono le stesse che mi ero posto io. e quindi è vero che ognuno ragiona di per sè ma allo stesso tempo il modo di ragionare è lo stesso in tutti ma viene effettuato in periodi di tempo/spazio sfasati rispetto ad altri individui. quando siamo consapevoli del fatto che ognuno (ed ogni cosa) è un universo a parte rispetto a noi, trovo che sia un passo avanti, bisogna però vedere che siamo tanto diversi quanto uguali, la nostra origine è sempre la stessa. è come se fossimo dei pesci dentro ad un acquario, dove acquario è l'insieme dell'acqua, dei pesci e dei sassi al suo interno (a parte i particolari vari...). siamo tutti differenti ma legati da un filo comune. il fatto è che il posto in cui tu vuoi che tutti pensino alla stessa maniera è proprio qui, è lo stesso in cui tu credi che tutti la pensano diversamente. se questo non fosse vero non ci sarebbe spazio per nulla, non ci sarebbe spazio per accorgersi della diversità! e tu non esisteresti nemmeno! se tu non fossi, nemmeno Dio sarebbe! "mio" sempre in forma!!!
  15. questa mi è nuova, non la sapevo proprio..... secondo te nello, è riuscito pienamente nel suo intento il diritto?
  16. ciao mio sono venuto qui per essere percosso dal buddha: la verità è che prendere un pugno in faccia fa male, se buddha fosse qui, non gli basterebbero 2 mani per picchiarci tutti (me compreso), per farci scoprire la verità....
  17. come dice joker, anche io ci sono passato in questa fase, più o meno a 15 anni pure io.... ci sono tanti tipi di risposta alla domanda "perchè mi piace più A di B?" fondamentalmente ogni tipi di piacere, derivato da uno dei 5 sensi, è basato sul fattore della proporzione. Una cosa più proporzionata è più bella da vedere rispetto ad una sproporzionata…. È non è dato al caso questo, nelle cose proporzionate compare sempre un rapporto che ne esalta la bellezza. Il rapporto viene chiamato phi o sezione aurea. Io sostengo che il piacere che arriva come stimolo al nostro cervello nasce dal fatto che noi vediamo un oggetto (o ascoltiamo un brano) in cui questo phi compare più volte e sempre con maggiore precisione. Ad esempio se una canzone ci piace è perché le lunghezze d’onda dei suoni generati consecutivamente sono ben proporzionate: nella scala di DO maggiore il giro La min, do magg, fa magg e sol magg, piace perché il phi (come rapporto tra frequenze delle varie note) compare più volte, se aggiungessimo un accordo che non fa parte della scala, il giro stonerebbe… C’è chi lo chiama il rapporto universale, e lo si può trovare sotto tante forme…. Compare tra i petali di una rosa, nelle opere dei più grandi pittori (che ne hanno magari fatto inconsciamente uso), nel nostro corpo umano, ecc… A tutto questo si associa poi il gusto che ne deriva da un esperienza personale, ma qui andiamo sul difficile… Quindi siamo giunti alla conclusione che la domanda giusta non è “perché mi piace più A di B?” (poiché io rispondendoti brevemente volevo farti capire che si può trovare risposta nella scienza) la vera domanda è: “perché mi faccio queste domande?”…. Lì mi giunge impossibile da parte mia darti una risposta, perché una domanda del genere può trovare conclusione solo dentro di te… Io potrei dirti che ti fai quelle domande perché ti serviranno a capire qualcosa che va oltre alla semplice risposta data alla domanda stessa. Oppure potrei dirti che tu ti fai quelle domande perché così io sono qui a risponderti e non da un'altra parte. Oppure potrei dirti che ti fai quelle domande perché è giunto il momento per te di vedere le cose da più punti di vista invece di vederle solo dal tuo vecchio modo di vedere le cose. Non esiste una risposta da un solo punto di vista, ma la risposta dal tuo modo di vedere le cose la puoi sapere soltanto tu, solo che ancora non te ne sei accorto…
  18. ora ho la chitarra in mano e la sto canticchiando (non contemporaneamente a quello che sto scrivendo) .... come posso rendervi partecipi della sua armonia? sto pensando di fare il midi con music maker e poi metterlo qui come allegato... vedrò se sara possibile farlo....
  19. sospiro

    A che serve amarsi?

    Aldus, per caso chiedi "a cosa serve amarsi?" per trovare una risposta in giro per il forum che ti soddisfi? oppure la risposta te la sei dato da solo (e cioè che non serve a nulla, è puramente illusione) ma non vuoi crederci? secondo me è giusta la risposta: è solo illusione! solo che si fraintende il motivo per cui è illusione... non ci si deve amare perchè si ha consegiuto un successo! non ci si deve amare perchè ci si sente superiore ad un altro! non ci si deve amare perchè si è forti! ci si deve amare perchè si ha visto la nostra vera natura, la nostra fragile ed effimera natura originaria! come fossimo una noce senza guscio, la nostra più intima espressione... e questo porta alla compassione... non provoca in te compassione vedere un gattino (o altro animale a scelta) appena nato? non provoca in te il desiderio di protezione? non noti la sua fragilità? tu, più di chiunque altro dovresti vedere la tua fragilità, io mi stupisco che tu non ti sia amato per questo!!!
  20. sospiro

    il deserto

    hai ragione sax troppi paroloni non portano a nulla, ho sempre trovato difficoltà nello spiegarmi con chiarezza, anche se mi sforzo sempre di provarci.... la tua "impotenza mentale" sta anche forse nel non credere necessario qualcosa che lo potrebbe essere, forse perchè sei rimasta delusa di qualcosa (quello lo puoi sapere soltanto tu)... forse sono stato io a male interpretare i tuoi discorsi, proverò a riassumere con parole semplici... tu avresti voluto essere la somma di tutte le qualità che vedevi negli altri, però ti sei accorta di non poterci riuscire... il non poterci riuscire ha scatenato in te un po' di frustrazione che è andata via via ingigantendosi anche col fatto che i "grandi impegni" ti rubavano tutto il tempo che vavresti voluto utilizzare in altro modo... hai paura di mostrarti per quella che sei (o per lo meno per quella che credi di essere)? credi che la gente non accetti i tuoi lati che allo stesso tempo tu "disprezzi" negli altri? non sai più che cosa cercare nella vita perchè credi che ogni tuo progetto si sia sfaldato? avrei tante domande, prima o poi riuscirei a beccare quella giusta ma le mie sono solo congetture, non potrei mai capirti solo con ciò che scrivi su questo forum
  21. potrebbe essere il primo passo per arrivare a trovare una svolta decisiva nella tua vita, sta a te darti la risposta giusta... può essere facile ottenere una posizione agiata nella vita, una volta ottenuta magari ci si stanca e si vuole ancora di più.... la cosa difficile è rendersi conto ciò che si vuole davvero... la cosa difficile è accorgersi che tutte le certezze che si hanno sono solo illusioni, ma per questo non bisogna abbattersi, c'è un mondo sotto quello che percepisci con i tuoi occhi che non puoi nemmeno immaginare... tu, viandante dell'universo che attraversi la vita come una meteora, non rendere vana la tua caduta nel vuoto non giugere nulla nel nulla ma dai un senso alla tua effimera presenza in questa effimera realtà coltivando la più sublime delle realizzazioni e la meta più alta della coscienza che rende grande la materia: l'amore attraverso il non attaccamento... nell'eterno fluire dal nulla al nulla fa' che tra un nulla e l'altro la coscienza e l'amore prendano il loro posto nell'evoluzione di questo universo. Giulio Cesare Giacobbe
  22. sospiro

    ditemi perchè?

    io sono arrivato al punto che una volta eliminato la conoscenza (riassumo con conoscenza tutto ciò che tu hai chiamato "ciò che il pensiero ha creato") non si è vuoti totalmente, non si è stabili su di una vacuità assoluta, perchè il non-fare nulla è già di per se un fare qualcosa. l'elimininazione del pensiero è un cercare di fare qualcosa... ho scoperto che noi non possiamo stare senza non fare nulla.... la soluzione sta in una (difficilissima) rieducazione del proprio modo di vedere le cose, magari senza forzare troppo il fatto, ma impegnadosi comunque... la risposta che posso darti alla tua domanda "che cosa rimane?" è: rimane la nostra natura originaria, che è la stessa natura di tutte le cose, che non si può definire poichè la si può soltanto vivere, una volta definita la "natura originaria", "natura originaria" non è più... vi è solo spazio per la definizione...
  23. summer secondo me ti sei data una bella risposta me mi è piaciuta in ugual modo la risposta di t-e-x..... Tutti i bei paesaggi che hai visualizzato nel sogno erano secondo me la manifestazione del tuo stato d’animo, erano lo specchio del modo in cui tu (al momento) vedi le cose, perché di per sé, senza lo sguardo dell’umanità che da un giudizio a tutto, i paesaggi non sono né belli né brutti, siamo noi che ricolleghiamo ad un prato verde una sensazione di tranquillità e ad una nuvola nera uno stato di irrequietezza…. Al sogno piacevole hai inconsciamente mescolato la consapevolezza della doppia faccia della medaglia, del dualismo dei sentimenti (il teschio), hai voluto far accorgere a te stessa che non è sempre il momento di gioire, ma né sei uscita come se avessi accettato incondizionatamente il fatto. E’ un po’ come camminare sulla vita con la certezza in una mano e l’incertezza nell’altra, questo stato di equilibrio sarebbe giusto coltivarlo… mente sempre aperta a tutto, come se fossi conscia di non avere certezze, mentre il fatto stesso di non avere certezze diventa una certezza (ho fatto troppo casino?)… Alla fine quando parlo con te vado sempre sullo stesso argomento… ti prometto che non insisterò più, ma forse il fatto stesso di andare a finire sempre lì è come una grande tendenza universale che supera la nostra comprensione… Non c’è che dire sei equilibrata….e quando percepisci uno squilibrio (nel bene o nel male), porgi la tua attenzione nel far tornare al centro l’ago della bilancia, prendendoti anche il lusso di lasciare una sfumatura di serenità (e qui l’ago della bilancia allora pende un po’ verso il benessere, ma è talmente un inezia che è come se fosse al centro)… ma c’è un però, c’è un mistero, c’è un dubbio, e mi sembra che tu voglia rimanga tale, sempre per lo stesso discorso… attenzione summer anche la mia interpretazione è puramente intuitiva, io non so niente sui sogni…
  24. [OT: mi sono accorto di aver scritto male il titolo del topic e non riesco a correggerlo... volevo scrivere "C'è chi non ce la fa più" e non "Che chi non ce la fa più" C'è percaso un modo per correggere???] non sapevo dove inserie questo mio topic e quindi ho deciso di metterlo qui... parlando di un mio hobby vorrei dare una mano a chi pensa di non farcela più... io scrivo canzoni ed un giorno ho sentito al tg una "normalissima" notizia di suicidio da parte di un giovane ragazzo... mi ricordo che ero a casa dal lavoro perchè ero ammalato, ero a letto.... allora presi la mia chitarra e, su di un giro di accordi a cui stavo lavorando da tempo (insieme ad un mio amico), mi venne l'ispirazione per il testo... il mio vorrebbe essere un messaggio per tutti quelli che sono ancora a questo mondo che pensano di farla finita, vorrei che meditassero sulla loro azione, lo so non pretendo di salvare nessuno eppure in me è scattato qualcosa che facesse sì che io scrivessi questa canzone, non so per quale motivo, forse per il solo fatto di pubblicare su questo forum il testo, visto che probabilmente nessuno la sentirà mai cantata, posso solo dirvi che a me piace ho finto un dialogo (a senso unico) con questo ragazzo che non c'è più, facendo comunque delle domande, pur sapendo che lui non mi avrebbe mai risposto... sopportare è la più grossa fatica dell'essere umano se si crede che sia davvero una fatica... ADDIO COM’E’ LASCIARSI CEDERE? PERCHE’ IL MONDO PIU’ NON E’ QUEL SOGNO NATO INSIEME A TE SI RISPECCHIA DENTRO ME OGNI LACRIMA CHE POI BAGNA I DESIDERI TUOI RICORDANDOTI COSI’ COM’E’ SENTIRSI FRAGILE? PERCHE’ LA VITA PIU’ NON E’ QUEL VIAGGIO ACCANTO AL VENTO E TU L’ULTIMO SOSPIRO E POI SOLO IL BUIO DENTRO TE SOGNO ANCORA GLI OCCHI TUOI CHE S’APPOGGIANO COSI’ SU DI ME ANCORA E PERCHE’ E’ UNA LOTTA CONTRO IL CIELO VIVERE VIVERE COSI’ POI ANCORA RISORGE L’ATTESA E’ UNA GUERRA COL DOLORE SU DI NOI SU DI NOI COM’E’ LASCIARSI ANDARE VIA? PERCHE’ HAI PERSO TUTTO DEI RICORDI TUOI RINCHIUSI QUI TRA PARETI FRAGILI TRA RIMPIANTI ED INCUBI CON UN VOLO DI PAZZIA LEVIGANDOTI COSI’ COM’E’ SENTIRSI LIBERI? PERCHE’ E’ FORSE IL MONDO A TENERCI SCHIAVI DENTRO SE’ RIVIVRO’ DI NUOVO IL TUO LIMPIDO SORRISO CHE RUBA UN EMOZIONE IN ME E SI POSA ORMAI COSI’ SU DI ME ANCORA E PERCHE’ E’ UNA LOTTA CONTRO IL CIELO VIVERE VIVERE COSI’ POI ANCORA RISORGE L’ATTESA E’ UNA GUERRA COL DOLORE SU DI NOI SU DI NOI
  25. clap clap clap (battito di mani... ) si è proprio così che si dovrebbe ragionare, però ho scoperto (non solo su questo forum) che per aiutare la gente si dovrebbe prendere caso per caso senza mai generalizzare il problema: in pratica si da la soluzione senza conoscere i passaggi intermedi da compiere per far capire che la soluzione è giusta.... addirittura con le tue parole potresti peggiorare il problema, accendendo una lieve ira nelle persone che leggono perchè ti considerano saccente o presuntuoso.... è difficile aiutare gli altri dimostrando di non voler nulla in cambio, dimostrando che se si risponde ad un messaggio lo si fa per aiutare e non per criticare (in maniera negativa), dimostrando che non ci si vuole porre al di sopra della loro situazione... bisogna trovare le parole giuste e sperare che il destinatario le prenda per il verso giusto, senza interpretare in maniera sbagliata l'insegnamento, ma questa potrebbe considerarsi un utopia.... ecco che anche una sberla potrebbe essere il metodo per far tornare un sorriso...
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