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sospiro

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  1. sospiro

    come state?

    bella domanda antius......... non saprei dirti come sto...... forse perchè mi accorgo che ogni frazione di secondo io sono una persona diversa da quella che ero una frazione di secondo prima, e quindi non posso trovare una giusta identificazione del mio attuale stato d'animo... nè ora, nè ora nè ora, nè ora... tick-tack il tempo scorre e non posso dirti come sto, se lo facessi sarebbe finzione, una volta che te lo avessi detto potrei già essere il contrario di quello che ho affermato...... penso che summer abbia trovato un po di malinconia che traspariva dalle tue parole mentre scrivevi il messaggio.... scrivere ti ha forse risollevato? a me sinceramente credo che mi faccia stare bene.... allora fondamentalmente sto bene.... anche se con precisione non potrò mai dirlo....
  2. sospiro

    il deserto

    può un maschio di coccio come me intervenire? vorrei fare quattro passi (con umiltà) in questo topic... vi prego donne-tigri non sbranatemi.... mi rivolgo a sax: se in te ci vosse davvero il vuoto nel senso letterale del termine vorrei che tu vossi il mio maestro di vita... quanto ti invidio... sta di fatto che vorrei riassumere il tuo stato d'animo in poche righe, per vedere se ho capito... ti sei fatta uno stereotipo di vita, con la certezza di riuscire ad essere ciò che trovavi ammirevole negli altri. però il fatto di non esserci riuscita ha scatenato in te un'apparente impotenza a livello mentale causando una consegente reazione di passività degli eventi e di impossibilità di fare ciò che ti piacerebbe veramente fare, senza preoccuparti del giudizio degli altri. dai la colpa a quelli che tu chiami "grandi impegni" (voluti o meno). in pratica vedi un ostacolo in ciò che dovrebbe per te essere un insegnamento. perchè vorresti essere diversa da quella che sei? non rimarrebbe in te comunque l'immagine di quella che eri, un volta mutato il tuo modo di essere? perciò rimarresti quella che eri, avresti solo aggiunto un illusione al tuo repertorio e siamo daccapo... e se invece tu volessi essere ciò che sei ora?
  3. Quello che sto per scrivere mi ha divertito molto e tuttora mi diverte. Attenzione non è cinismo, è solo un osservazione che ho fatto mentre ero in ambulatorio, in attesa di entrare dal mio medico… questo ragionamento lo si può fare dovunque c’è bisogno di attendere. Vi è mai capitato di andare dal dottore e fare la fila per delle ore? Io non sono nessuno per giudicare chi ha la precedenza di entrare o meno, sta di fatto che va preso per buono che chi arriva per primo entra per primo, chi per secondo entra per secondo (casi speciali a parte) e così via… come una coda allo sportello delle poste. Eppure arriva sempre qualcuno che decide di avere la precedenza quando, agli occhi dei presenti, sembra non mostrare sintomi di una visita urgente. Sinceramente mi chiedo: “come può decidere, senza sapere come stanno gli altri presenti, di dover avere la precedenza?” La seconda domanda sorge spontanea: “come possono i presenti, senza sapere come sta effettivamente il nuovo arrivato, a decidere che non ha bisogno di entrare subito?” E finalmente arriva la vera domanda: c’è davvero qualcuno che ha ragione più di un altro? Il mio era solo un esempio su piccola scala, ma questo lo si può anche verificare su larga scala… In pratica la società moderna si basa sul buon senso, sulle regole o su entrambi? Se la risposta è su entrambi, quando si può decidere di usare il buon senso e quando le regole? Lo si fa a discrezione della situazione immagino… Una giornata dal dottore (dalle 13.00 alle 17.15, può sembrare strano ma è così) si è rivelata essere una profonda meditazione passiva… Sono arrivato al punto di non agire, o per lo meno di agire passivamente, modellandomi sulle decisioni altrui… con questo non voglio sembrare codardo, bensì intendo covare in me il dubbio che lentamente si sgretola di fronte all’evidenza, e cioè che non esiste chi ha una ragione assoluta né chi ha un torto assoluto, ed io sono un tutt’uno con questo principio d’interdipendenza, sono un tutt’uno col paradosso. Agli’occhi dell’intera umanità nessuno ha ragione e nessuno ha torto, tutti hanno ragione e tutti hanno torto… Piano piano mi sembra di riuscire a vedere con più chiarezza quello che già ho sostenuto in molti altri miei topic, quindi non dico né d’aver ragione né d’aver torto… Volevo chiudere il discorso con un mio ultimo pensiero (che si lega al discorso) sul Buddha, che tanto venero quanto disprezzo… Se Buddha avesse avuto qualcosa da insegnare, non sarebbe valsa la pena impararlo. Ciò che egli aveva era così prezioso che non poteva nemmeno essere rubato. Addirittura c’era qualcuno (allora come oggi) che implorava invano di ricevere in dono quel suo prezioso tesoro. Il Buddha aveva il nulla. Lo stesso nulla che sta dappertutto. Perché dovremo chiedere a lui di donarcelo? Perché dovremo disturbarci a rubarglielo se fosse possibile farlo? Faremo soltanto una figura meschina in entrambi i casi! Allora ci basta fare nostro il nulla come facciamo involontariamente nostra l’aria che respiriamo. Con le proprie mani ognuno potrebbe salvarsi da sé stesso: in pochi s’impegnano a farlo, in molti si aggrappano alle spalle di qualcun altro, ma questa non è colpa di nessuno.
  4. Sono “risorto” dalle mie ceneri, “reincarnato” in una persona nuova, con ancora più dubbi che certezze, io non ho mai detto d’aver capito, non ho mai detto di non aver capito….. Ringrazio summer che con un semplice commento inviatomi ha fatto si che io tornassi…. Ringrazio mio per l’”elogio funebre” inviatomi in privato della mia finta morte virtuale (che casino)… Ringrazio tutti gli utenti in generale che hanno portando off topic la mia discussione …. E ringrazio velvetgoldmine84 che sta riportando un po’ sulla retta via la discussione, stimolando la mia voglia di sperimentare, intuire e analizzare… In pratica ringrazio tutti…. In questi 13 giorni di assenza virtuale ho meditato a lungo (fisicamente, facendo zazen) senza però trovare una risposta vera e propria… se l’avessi trovata non sarei qui…. Ci siamo ci siamo ci siamo, conosci forse un po’ di zen?… il punto è proprio quello che dici tu….. ho riletto quasi tutti i post che ho fatto su questo forum e mi sono accorto che in certi punti mi sono letteralmente impastato con le parole, perché forse ho voluto forzare ciò che non si può forzare, ho voluto rendere semplice qualcosa che non può essere classificabile, è come se ogni sforzo che ho fatto per esprimere ciò che ho “intuito” fosse stato vano… sono impotente nello spiegare con completezza, ma di questo ne ero già consapevole. Il paradosso ci sta tutto… grazie per il tuo illuminante intervento… sarei contento di ricevere altre tue critiche... Fantastica summer…. (basta! non devo adularti troppo altrimenti faccio brutta figura! ) Una volta mi meravigliavo delle parole di poesie o brani che volevano tentare di esprimere un concetto, ora mi meraviglio del concetto perché mi sono accorto che esso non può mai essere espresso totalmente in un brano o in una poesia…. Mentre potrebbe essere (questo stesso concetto ipotetico) spiegato in un semplice punto…. Wow… è proprio alle soglie del paradosso che dovrebbe sopraggiungere la realizzazione della propria natura originaria…. Mi hai fatto venire in mente un passo che considero la chiave di volta per la comprensione!!!! È un piccolo koan (http://it.wikipedia.org/wiki/Koan) rivisto con parole mie: QUANDO NON SI PUO’ NE’ AFFERMARE NE’ NEGARE, QUANDO NON SI PUO’ NE’ RISPONDERE NE’ STARE IN SILENZIO, QUANDO NON SI PUO’ NE’ MUOVERSI NE’ STARE FERMI, VOI COSA FARESTE?
  5. ciao summer, sono tornato grazie ad un tuo commento... 13 giorni di assenza per meditare.... ho passato quasi ogni sera a contemplare me stesso, cercando di staccarmi dal mondo e sono tornato con nuove domande e nuove intuizioni.... nessuna risposta ;-)

  6. Quando nasce un sentimento nasce anche il suo opposto per il principio dell’interdipendenza. Quando è nata la realtà è nata l’astrazione, poiché se non ci fosse l’astrazione non ci sarebbe anche la realtà. La cosa è più profonda, già al fatto di pensare che sia nato qualcosa si contrappone il morire… Tu tex pensi che sia un utopia: ed è giusto così. Se non ci fosse nessuno che si incatena nel proprio mondo limitato allora non ci sarebbe nemmeno nessuno che si apre ad un mondo di infinità. Ogni fiore, ogni petalo, ogni gambo è concetto. Ogni cosa che riusciamo a distinguere in noi e nella realtà è concetto poiché la raggruppiamo in insiemi chiusi in cui vi sono : i fiori, gli alberi, i fili d’erba, ecc… Poi ogni insieme magari è suddiviso in altri sotto-insiemi: i fiori gialli, i fiori blu, i fiori, rossi, gli alberi sempre verdi, i fili d’erba lunghi, i fili d’erba corti, ecc… Tendiamo a generalizzare pensando che la realtà si fermi qui… eppure se ti ponessi dinnanzi un fiore tu non potresti comprenderlo nella sua totalità perché significherebbe comprendere l’origine di ogni cosa. Se ti chiedessi cos’è un fiore magari tu mi risponderesti dicendo che forma ha, da che elementi chimici è composto, mi diresti che ha un gambo e dei petali. Ma così facendo limiteresti quel fiore. Quello non è UN fiore è QUEL fiore è basta… Descrivendolo lo scomporresti in altri concetti: gambo e petali. La mia domanda è: dove finisce il fiore ed inizia il gambo? Non c’è un confine delimitato che ti permette di vederlo, è solo un concetto nella nostra mente (come dicevo prima: fine ed inizio sono concetti). Quel fiore è collegato a te, tu sei collegato alla terra, la terra è collegata al… tutto. In quel fiore puoi vederci tutte le altre cose. In mano ti rimarrebbe il cadavere mutilato del fioree non più il fiore stesso. Se uso il modo indicativo, tempo presente per coniugare i verbi per descrivere quel fiore lo limiterei temporalmente, quando invece bisognerebbe vederlo in un contesto di passato-presente-futuro. Il fatto è che per noi i concetti sono fondamentali altrimenti come potremo sostenerci: però bisogna accorgersi che quando nasce il concetto deve nascere anche il non-concetto. Ed è un circolo vizioso di contrapposizioni, il segreto è non pensare alla staticità senza dinamicità e viceversa: è fondamentale che noi ci relazioniamo a qualcosa o a qualcuno, ma dobbiamo anche accorgerci del resto, e questo accorgersi è un continuo andare e venire. In quello che dico non ci sono valori da difendere è “semplicemente” pura comprensione senza altro attorno, non vale la pena difenderla perché non esistono armi reali capaci di distruggerla, ma possono esistere pregiudizi che ne offuscano la sostanza. Non devo rendere conto a nessuno, non voglio inculcare a nessuno il mio insegnamento, scrivo per il puro gusto di farlo, senza fini (anche se in passato ne ho avuti). Se tu avessi una spina conficcata in un braccio il primo passo per non soffrire è toglierla perché è così che abbiamo imparato a fare, è così che ci hanno insegnato… Se ti dicessi che per comprendere la realtà bisogna buttare via i preconcetti, per te sarebbe più difficile farlo poiché non ti è ma stato insegnato come fare: eppure vi già intrinsecamente spiegato come fare nella locuzione “buttar via”, un “buttar via” mentale non è diverso da un “buttar via” fisico, eppure lo sforzo nel primo caso è maggiore (se non impossibile per molti)… Io sono finzione, le mie parole sono finzione, il mio stesso alter ego virtuale è finzione e quindi sottoposto alla finzione della nascita e della morte. Appagato da ciò e non meno insoddisfatto posso dichiarare che “sospiro” nato il 24-01-2008 muore il giorno 16-02-2008: ora del decesso 2:32
  7. non capisco se lo hai fatto apposta ma questa è la risposta che cercavo... ti sei accorta che hai abbattuto le barriere dell'intelletto con questo? perchè hai risposto miao? Ti sei accorta dell'intuitività che hai usato? non hai nè affermato nè negato... eppure hai risposto a qualcosa.... Un giorno un discepolo chiese al suo maestro se un cane avesse o meno una propria auto-natura. Il maestro rispose: "MU!" (mu nel senso di vuoto, nulla... Come il mio avatar: non il semplice no di negazione, non ha niente a che fare con questo... nemmeno con il verso della mucca....) MU è abbattere le barriere e RICORDARE il principio dove noi eravamo MU... Trascendere, andare oltre... se si vede una barriera (dell'intelletto), la si deve superare, non fermarsi davanti all'affermazione-negazione... non fermarsi davanti alla felicità-tristezza... non fermarsi davanti al passato-futuro... non fermarsi davanti alla gioia-dolore....
  8. ciao medime Prova a fare questo esperimento senza chiederti a che cosa porterà. Dai rilassati… Se io ti ponessi di fronte un foglio bianco, tu cosa percepiresti? Prova ad immaginarlo… Quanto sarebbe grande questo foglio? Che forma avrebbe? Con che tipo di carta sarebbe fatto, ruvida o liscia? Se lo annusassi che odore sentiresti? E se provassi a gustarlo leccandolo? Ora c’è realmente questo foglio davanti a te? Ora c’è realmente il dolore davanti a te o c’è solo il monitor del pc? Appena ho detto “dolore” ti sarai forse ricordata della sofferenza che provavi prima e che ora è ritornata: ti sarai staccata dal foglio che stavi immaginando… (sempre se lo hai immaginato davvero). E’ un esperimento che volevo farti fare per capire che non sei sempre in uno stato d’animo sofferente, anche se ti sembra che questo dolore in cui ti chiudi quando non sai a cosa pensare sia come un rumore di fondo sempre accanto a te… Lo so, forse a te non bastano questi attimi di “sospensione” del dolore, ricerchi qualcosa di più duraturo, ma così facendo non troverai mai nulla… Potrei dirti, porgendoti le chiavi in mano e indicandoti un’automobile: “Tieni, queste sono le chiavi per fuggire dal dolore… Tu sai come avviare il motore di quest’auto?” Posso combattere la finzione solo con altra finzione… Non esiste nessuna automobile che ti possa far correre via! Non esiste nessun dolore! Eppure esistono entrambi, dentro di te: e non è poco!!! Se anche io ti dicessi: “non pensare al passato perché non è più” Tu non ci penseresti? La risposta è sicuramente sì… Se anche io ti dicessi: “non pensare al futuro perché non è ancora” tu ci penseresti? Probabilmente si… Allora non esasperare gli estremi, vivi nel contrasto tra presente e futuro… devi tanto essere nel presente da essere il presente stesso… Proprio oggi ho scritto un pensiero che ti si può addire, si tratta della visione delle cose dai due opposti: “Se qualcuno ti prende con forza per scuoterti non è certo che lo faccia per farti del male, potrebbe essere per scrollarti di dosso le tue debolezze… lascia aperta ogni possibilità…” Ah un'altra cosa, non voglio avere la presunzione di farti capire… Tutto quello che fanno gli altri per aiutarti è loro non tuo…
  9. sospiro

    tornano le ombre**

    Mi sono reso conto che i consigli dati a qualcuno possono essere tanto efficaci quanto inutili: Dipende tutto dallo stato d’animo della persona che li riceve e dal tipo di interpretazione del consiglio stesso… Io non sono qui per dispensare consigli ma per pura curiosità: mi piace analizzare le situazioni, immergermi in esse… Pur sapendo che l’aiuto lo si può soltanto cogliere spontaneamente anche attraverso qualche discorso di qualcuno che non ha il fine di aiutarti, ho provato lo stesso ad aiutare consapevolmente le persone (attraverso metafore e non) ma nella maggior parte dei casi con risultati dubbi (ma questo non è importante ai fini del mio discorso). Posso affermare che l’architettura del pensiero di un individuo è completamente differente da ogni altra architettura di un simile individuo (unicità di esistenza), quindi ciò che può aiutare me potrebbe non aiutare te. Anche pur sapendo esattamente quale sia il tuo problema come lo posso (io o qualcun altro) risolvere? Non posso immedesimarmi completamente in te stesso carpendo ogni particolare del tuo ego per poi trovare una soluzione, quindi la risoluzione del problema può venire soltanto da te stesso (magari attraverso l’input di qualcuno che permetta di smuoverti dal tuo presunto stallo di malessere)… L’interpretazione muta considerevolmente la vera cognizione della realtà (il fatto stesso che qualcuno si alteri a qualcun’altro no leggendo il mio discorso ne è un esempio…), è da molto che sostengo che siamo troppo legati ai sentimenti… Diamo una definizione a ogni cosa: come se dovessimo farlo per forza, come se senza l’utilizzo di questa spiegazione non riuscissimo a capire. Potrei scrivere un discorso infinito usando tutte le parole del mondo ma girerei sempre e comunque attorno alla stessa cosa: CONCRETIZZIAMO LA FINZIONE DELLA NOSTRA MENTE E ASTARIAMO LA REALTA’ CHE STA FUORI NEL MONDO. È giusto fingere finché questo non ci porta ad un estremo, è giusto realizzare finché questo non ci porta ad un estremo. Non si può né andare avanti, né tornare indietro, né star fermi: quando sopraggiunge sinceramente questo stato d’animo “assurdo” allora si può affermare di non aver utilizzato l’interpretazione per capire. Sono sicuro che chi leggerà ciò che ho scritto darà una propria interpretazione alle mie parole: ed è giusto così, voglio aggiungere però che io scrivo con obbiettività, senza una ragione precisa… Non ho altro da dire.
  10. mi togli le parole di bocca... la cosa strana è che mi stupisci...
  11. sospiro

    La Poesia

    Si dovrebbe raggiungere uno stato (non permanente) in cui unicità e dualismo sono la stessa cosa... mentre credeva di pensare solo a se stesso non s'è accorto d'essere comunque interconnesso con il tutto...
  12. ottimo, mi stimola molto interloquire con te... è proprio l'altalenarsi di soggettività con piccoli instanti di oggettività... conservarne la percezione significa andare contro l'inarrestabile mutamento... e quindi come si diceva in precedenza un contrasto... il sussegursi di causa-effetto, l'effetto diverrà una nuova causa che produrra un nuovo effetto... e così via... l'unica cosa è che ci appelliamo ai "bisogni" poichè ci è stato insegnato che senza di essi non si può procedere... ma questo non deve ostacolare la ricerca del vuoto, bensi i bisogni devono viaggiare con noi come tutte le altre cose, si devono anche opporre a noi ed ecco ancora il contrasto, perchè siamo vivi... ci rendiamo conto che siamo distinti dalle cose che ci circondano, dalle cose che conosciamo, eppure cerchiamo di tornare al principio in cui non vi è nè conoscitore nè conosciuto...
  13. hai posto dinnanzi ai miei occhi un esempio simile che mi ero fatto alcuni giorni fa... wow... cmq è molto difficile la realizzazione del vuoto, ma penso che ne valga la pena sforzarsi per raggiungerlo... per poi accorgersi che è sempre stato qui...
  14. sospiro

    Ancora un week end a casa

    Non potevi descrivere al meglio la situazione… Il fatto è che la vostra vena sovrasensibile (mi rivolgo anche a Aldus) prende il sopravvento: così facendo il vostro modo di vedere le cose è molto limitato. C’è un aggrapparsi quasi ossessivo agli stati d’animo conseguiti dopo una certa situazione: è come se vi avessero insegnato ad usare solo un colore per pitturare la vostra vita e di conseguenza non riuscite a distinguere le cose (né distinguete più una forma, tenete in voi soltanto ciò che vi hanno insegnato senza aprirvi ad un mondo di infinità.). Non avetene a male per i miei commenti: li considero pura osservazione interiore che espongo a voi senza mezzi termini e/o barriere. Ahimè io non posso aiutare, posso solo far ragionare… Il problema non è tanto il fatto che possiate riprendervi dal vostro stato di solitudine da quello che ho capito, ma il problema sta nel fatto che avete paura del ritorno in questa solitudine, in questa vacuità… Tenete troppo a cuore ciò che non sentite vostro… Ci sono due vie diametralmente opposte: una è la percezione soggettiva e l’altra è la vera comprensione oggettiva. Non posso dirvi cosa sia la vera comprensione ma posso spiegarvi cos’è la percezione (come se volessi farti conoscere l’amore attraverso l’odio: essi sono interdipendenti come tutti i sentimenti). Forse sbaglio ma io vi pongo esattamente al centro della percezione soggettiva, legati ai sentimenti, avvolti da una barriera che non vi può far vedere oltre, e poiché nessuno vi ha mai detto che c’è qualcosa oltre, voi nemmeno pensate a questa eventualità di poter davvero guardare senza il velo che vi copre lo sguardo… Se poi andiamo ad analizzare a fondo mi sembra di capire che la solitudine non sia la causa del vostro malessere, ma solo l’effetto: la vera causa è una scorretta interpretazione della realtà ed una conseguente noia nata dal quello che sostenete essere un continuo susseguirsi di identici eventi. Noto anche una sfumatura di pigrizia che non fa altro che peggiorare la situazione, come se steste pensando che non ne vale la pena di ricercare qualcosa: tanto non gioverebbe a nulla. Ora posso dirvi una cosa: immaginate che il vostro stato d’animo non sia altro che il mescolarsi di eventi reali filtrati attraverso le vostre esperienze, attraverso il vostro giudizio… Esattamente cosa vi rimane in mano? Sicuramente non la realtà stessa, bensì una visione della realtà, come un quadro impressionista non troppo particolareggiato… Concretizzate ciò che avete in testa e astraete ciò che è nel mondo: ecco da dove deriva la sofferenza. Bisognerebbe buttare via tutto ciò che si ha compreso e tutte le esperienze che si ha vissuto… Il puro atto di osservare con gli occhi la realtà (pur avendo ipoteticamente la mente vuota) è già di per sé una comprensione non completa di quest’ultima, perché ci si limita solo al campo visivo, e lo stesso vale per tutti gli altri sensi. Allora la via giusta è buttare via anche i sensi… tutto: lasciar spazio solo alla comprensione oggettiva! E’ giusto che ci sia qualcuno che reputi impossibile quello che dico, ma così facendo non si accorge che sta affrontando l’argomento con un pregiudizio nella mano: quanto costa lasciar andare questo pregiudizio? La mia risposta è: UNO SFORZO IMMANE!, anche perché c’è chi si aggrappa a ciò che conosce per paura di sprofondare una volta abbandonato tutto… Siamo (mi ci metto anch’io in quest’insieme) troppo condizionati… PS per JuliaBrownings : soltanto il fatto che tu ti sia sporta a scrivere un messaggio in questo topic (sfogandoti o meno…) ha fatto sì che il tuo stato mentale sia cambiato (non importa se da male in peggio o da male in meglio, fatto sta che un cambiamento è avvenuto: hai combattuto la noia che ti circondava poiché in te è scattato qualcosa che ti ha fatto valere la pena di rispondere…) Ti sei accorta di questo mentre scrivevi? Ti sei accorta che ti ponevi al di fuori di te stessa pur mentre scrivevi di te stessa? O forse non l’hai fatto? Analizzavi la tua situazione quindi per forza in te in alcuni istanti non c’era spazio per il tuo supposto malessere, ma solo per l’analisi di te stessa! Ah un ultima cosa: non voglio offendere nessuno con quello che ho detto... se sono sembrato troppo drastico con le mie supposizioni me ne scuso... Una volta lessi di un uomo che andò dal Buddha chiedendogli se poteva curare la sua anima in preda alla sofferenza. Il Buddha gli disse che se gli avesse portato la sua anima, egli l'avrebbe guarita. Allora l'uomo disse: "Come posso portarti qui la mia anima: essa è sfuggevole e non sta in nessun luogo, non posso di certo afferrarla!" Il Buddha replicò: "Allora essa è già in pace!" Che faticaccia… sono stanco!
  15. sono d’accordo con te…. È proprio questo “contrasto” la vela spiegata dell’albero maestro… noi navighiamo dal principio tra acque del cambiamento sospinti dal vento della “causa-effetto”… hai detto una cosa eccezionale “A” deve essere “non-A” quando “A” vuole essere “A” (D.T. SUZUKI)
  16. e' esattamente come dici.... ma hai molti preconcetti: il fatto stesso che tu abbia collegato “distruggere la mente” ad un termine come utopia significa che non ti sei posta il fatto che sia possibile farlo veramente (con utopia si intende un progetto apparentemente irrealizzabile basato su dei principi giudicati universalmente giusti: a meno che tu non abbia sbagliato a usare questo termine significa proprio che non ti sei posta davanti il fatto che sia realmente possibile distruggere la mente). Con “uccidere la mente” si può dire che non si sta ricercando alcunché ma al contrario si sta buttando via tutto ciò che si ha… lo so è di difficile comprensione… La tua coscienza (o non so come la chiami tu…) come funziona? Io personalmente ho come una voce che mi parla, che mi spiega le cose, come se io dipendessi da questa voce nella comprensione. In realtà viene prima la comprensione e poi la voce che me la spiega, solo che è difficile accorgersene… Bhè immagina di buttare via tutto quello che hai imparato, come se ogni situazione che si mostrasse davanti a te fosse completamente differente da tutte le altre vissute: qui non puoi appellarti ad altre vicende, le hai dimenticate, bisogna che agisci per il puro scopo di agire senza altri fini. Poi immagina di non sapere più la tua lingua, di non conoscere più il significato delle parole: la coscienza non parlerebbe più, vi sarebbe spazio per la comprensione pura senza parole, senza sentimenti, senza preconcetti, senza…………………………………………………………….…………. Solo il nulla. Non un pensiero, non uno stimolo… Dici che non si può? E’ giusto così… Non posso di certo darti torto… ;-)
  17. il tuo commento non può che scolpire un fuggevole sorriso sul mio volto... grazie per la piccola orma lasciata nel mio profilo... :-P

  18. La domanda che vorrei farvi viene dopo tutto un breve discorso sulla visione della realtà, spero riusciate a cogliere il tema della discussione, cercherò di essere il più chiaro possibile senza fare troppi giri di parole… Io ricordo che da bambino ero sempre stato un discreto osservatore: ricordo lo stupore nel cogliere le situazioni e gli eventi, ricordo la maestosità della natura che suscitava meraviglia in me, ricordo la semplicità di quei giorni (niente preoccupazioni e niente progetti)… Mi sono reso conto (anche dopo aver trovato riscontro in svariati libri) di come l’esperienza abbia colorato delle più svariate sfumature quello che posso definire il mio animo: il tempo ha plasmato la mia personalità rivelandomi per le esperienze che ho vissuto ed il mio stato di Consapevolezza lentamente si è oscurato (sono convinto del fatto che la consapevolezza si abbia nel momento in cui i nostri sentimenti vengono estraniati da dentro noi stessi), trovo che rendersene conto sia il primo passo per arrivare all'origine, quando ancora noi non avevamo sviluppato i sensi per distinguerci dal mondo, quando la nostra coscienza era un tutt’uno con la realtà, quando oggetto e soggetto erano la stessa cosa.... La domanda è: noi eravamo tutto questo ma voi ve lo ricordate? A mio parere questa è la chiave per la risoluzione di tutti i problemi: non si tratta della ricerca di un famigerato e irraggiungibile santo graal, bensì un ricordo che è in noi in ogni momento e in ogni situazione, solo che siamo troppo presi dalla società che ci impone uno standard, dalla vita frenetica che ci annebbia la mente con le paure e con la concretizzazione della sofferenza nel mondo esterno... personalmente sono un cattolico non praticante (amo anche definirmi filo-buddhista), e sono convinto che la Bibbia sia una grande metafora dei conflitti interiori che l’umanità si porta dietro fin dagli albori: noi viviamo già fisicamente nel paradiso terrestre ma la mente tende portarci fuori strada, verso l’inferno… Non voglio offendere nessuno dicendo ciò che sto per dire, ma credo che in troppi abbiano frainteso il messaggio della Bibbia: essa a mio parere è l’esempio con cui si può capire che le parole non possono portarci sulla giusta strada, ogni ragionamento non può portarci sulla giusta strada (chi ha scritto la Bibbia secondo me ha fallito nel suo compito, ma fallendo ha fatto la cosa giusta poiché è riuscito a far accorgere a qualche individuo che l’interpretazione è avversa alla reale comprensione…) Uccidere la mente e DIMENTICARE ogni condizionamento (ogni parola, ogni significato…) vuol dire RICORDARE ciò che siamo davvero… allora voi ve lo ricordate ciò di cui parlo?
  19. sospiro

    La Poesia

    ...non amate solo l'albero, amate la terra dove questo albero cresce... non amate solo la terra, amate tutte le creature e tutte le cose, piochè esse sono interconnesse tra di loro e noi siamo interconnessi con esse: ogni cosa è unicità, ogni situazione è unicità... anche l'albero senza ramo è insignificante... grazie mio per il profondo pensiero che ho potuto coltivare grazie al tuo input...
  20. sospiro

    La Poesia

    vi ringrazio per l'apprezzamento...
  21. ah stellina... ti sei salvata in corner (mi riferisco al mess sul topic di aldus..)... si ho solo 23 anni, sono ancora un bambino... vedo che tu sei dell'anno della scimmia...

  22. sospiro

    La Poesia

    Molto tempo sono rimasto affascinato da questo mondo, era il periodo in cui mi aggrappavo ai sentimenti, ho visto cose nascoste che gli altri non potevano vedere: una panchina sul viale dei lidi ferraresi mi ha rivelato ciò che ancora non ho compreso appieno... volevo solo mostrare in questo topic un ventaglio del mio periodo di poeta... Poesie dedicate alla vita... Poesie dedicate ad un amore... Poesie dedicate al nulla... Poesie dedicate a se stessi... Comminando sulla vita ogni soffio è poesia se lo si ascolta... Una Panchina sul Viale Lido degli Estensi, 25 Aprile 2007 Siede grave sul viale ospitando grazie di soffi vitali sul suo stanco sguardo di pietra: Ha visto passare anni di solitarie stagioni serbando in silenzio l’immutabile giudizio. Ubriaco di Solitudine Bevetti dei fiori della vita il nettare più dolce, ma ora solo il nulla mi riveste, recando ebbrezza al peregrinare dei miei ricordi in lutto d’amore. Sulla Battigia Lido di Spina, 22 Aprile 2007 Il palmo del mare Si estende Inchinandosi Ai miei piedi Come per voler Supplicare Un applauso Al suo infinito Concerto d’onde Automa Ecco Che dell’amore Tanto affranto Ne legheranno Freddo Al silicio Un brandello Il Tuo Dono Finché i miei piedi mortali calpesteranno in silenzio questa terra di ricordi, il mio pensiero a te si aggrapperà ancora qualche istante, tornando a rivivere con la stessa purezza ogni tuo soffio sfumato di vita, e steso sopra a un addio mi fermerò di nuovo a raccogliere quello sguardo, quel tuo dono a me più caro che con mano di seta tu hai posato sulla mia esistenza. Lacrime d’Oro Colgo e contemplo Fissando in silenzio Ogni lacrima d’oro Che bagna gli sguardi, Dove scorrono i sogni E il pensiero si spoglia. Amo stringere a me Questi vitrei momenti Senza troppo sporcarli, Rivolgendomi al cielo, E chiedendo umilmente Di nasconderli all’uomo. Ma il fato rapisce Ogni tua sensazione E si perde nel nulla Dove muore l’attesa, Mentre il mondo rivela Ogni lato dei sogni, Esiliando l’affetto Di chi piange con te. Morte Dove ci porta la vita se non tra umili porte d’un cancello fatto di morte d’una strada vecchia e sgualcita? Cosa c’è oltre quel porto oscuro al primo guardare che rivela un sentiero ‘sì corto e non pare che altro mostrare? Ma tutto più limpido appare una volta passata la valle tra nuvole soffici e stelle quasi ci sembra sognare! Quel mondo eterno risiede tra ombre d’un niveo portale e si mostra ‘sì candido e quiete più dolce della vita mortale! Ingenuo Lido degli Estensi, 22 Aprile 2007 Ho rubato una conchiglia alla spiaggia credendo di fare mio un pezzo di paradiso. Pigiama A proteggere Il sonno Di stoffa È l’armatura
  23. voglio farti i complimenti per la genialità con cui hai mostrato un pezzetto di realtà con la discussione "è morto un essere vivente"... un po in ritardo (sono pressochè nuovo della zona e quindi devo recuperare ciò che non ho letto poichè non ero presente..)

  24. quel velo chiamato "mano" copre di segretezza i tuoi lineamenti... un piccolo gesto può mostrare la tua forma, e un altrettanto piccolo gesto può rivelarti per ciò che sei davvero (pura quiete), il fatto è che a te il secondo può sembrare uno sforzo immane ;-)

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