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muchachaenlaventana

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Contenuti inseriti da muchachaenlaventana

  1. Oddio, qua si scade nell'x-rated prima di mezzanotte!
  2. Pat, è sufficiente far finta di capire e digitare un po' di lettere a caso: vedrai che ci cascano tutti
  3. ODANQBVVWZZPYDHQJWQSF CNDAVAVCHQ!
  4. A parte il fatto che io a volte mi ci diverto a dirlo, proprio per vedere le reazioni, tu di' che vai dallo psicanalista: fa molto figo
  5. E c'hai ragione pure tu, ma pensa anche che per uno psichiatra un reparto di psichiatria è vita quotidiana, normalità, mentre per un paziente lucido no. Un ricovero è senz'altro una soluzione, ma definirlo "ambiente protetto" ecc. ecc. mi fa venire seri dubbi. E a prescindere: mi spieghi come te lo immagini tu un reparto di psichiatria?
  6. Allora, di me credo si possa dire tutto tranne che ho pregiudizi a riguardo. Varie cose mi lasciano perplessa: 1) A una paziente che si conosce relativamente poco (mi pare che Patrina abbia avuto poche sedute con questa psi, giusto?) e che parla di disperazione, si propone un ricovero in psichiatria così come se niente fosse? Se anche lo scopo della psi fosse stato di darle uno "schiaffone metaforico", a me più che uno schiaffone sembra una mossa piuttosto avventata e molto poco sensibile. 2) Giustificare il ricovero come la possibilità di restare in un "ambiente protetto" in cui "non pensare a niente e rilassarsi"... Aoh, ma si sta parlando di un reparto di psichiatria o di un Centro Mességué??? Ma stiamo scherzanod, dai. Poi c'è poco da chiedersi per quale motivo Patrina l'abbia presa così male: mi sembra una reazione più che umana, soprattutto da parte di una persona che si rivolge a psicologi e psichiatri, e la sua psi avrebbe dovuto mostrare più tatto.
  7. Ma perché scrivi che sai perché dice così? Ad ogni modo è vero che quando si inizia una terapia farmacologica nuova il paziente deve essere monitorato con una certa frequenza: mi hanno spiegato che nelle prime settimane di assunzione di un farmaco aumenta considerevolmente il rischio di autolesionismo, per esempio. All'epoca concordai delle visite settimanali con lo psichiatra per tarare la terapia ed erano un bel po' di soldini che in reparto non avrei speso. Ma io non sono tipo da ospedale
  8. Qualche considerazione un po' bastian contraria: Patrina, io penserei innanzi tutto alla mia salute, passando sopra a ciò che dicono e pensano gli altri, che tanto il malessere di un membro della famiglia non può non influire sulla serenità degli altri. Tua madre se ne farà una ragione e sarà solo felice se starai meglio: anche mio padre, quando fui ricoverata, mi chiese di "non deluderlo", come se l'avessi deciso io di essere depressa... Quanto al ricovero, le motivazioni della tua psicologa non fanno una grinza ma nella pratica peccano secondo me di scarso realismo e umanità. Domanda retorica: chi di voi ha trascorso qualche giorno in un reparto di psichiatria? Per me è stata un'esperienza scioccante. Prima di tutto mi sistemarono accanto a una vecchietta in stato larvale per "non farmi vedere di peggio" e già lì non fu il massimo ma sorvoliamo pure; poi mi trasferirono in un'altra corsia, non so bene perché, e ho visto: una ragazza gravemente anoressica morente, una ragazza che ha dato in escandescenza e a cui è stato praticato una sorta di - non so - elettrodi sul torace tipo elettrocardiogramma che la facevano sobbalzare come un burattino; sono stata oggetto di affetto di una dolcissima signora con atteggiamenti e voce da bambina che, in un momento di lucidità e voce perfettamente consona all'età, mi ha spiegato come e quando fosse "diventata così", per poi ripristinare la modalità "bambina" e tornare nel suo mondo. Ho stretto una breve amicizia con una ragazza anoressica e mi sono sentita un cane quando me ne sono andata lasciandoli tutti dentro. Ogni forma di privacy era bandita per evitare che gli autolesionisti potessero farsi del male: quindi toilette rigorosamente prive di chiavi (e niente specchi, ovvio); ogni mattina passava il primario con il codazzo di studenti e io non sapevo dove nascondermi per evitare di sentirmi un animale; il personale aveva sempre una ghigna che te la raccomando: "per difendersi da quello che vedono", mi ha spiegato poi lo psichiatra. L'unico svago possibile in un luogo in cui il tempo non passa mai e per una paziente non sufficientemente malata da restare tutto il tempo a letto era fumare: nella stanzetta della TV. Fumare fumare fumare. Dormire la notte, un'utopia, e nella saletta TV, la notte, ci dormivano le megere di guardia ben inchiavardate. (In compenso ricordo di aver perso con soddisfazione tre kg in quattro giorni grazie alle compagne anoressiche e alla qualità del vitto). A me non ha fatto bene stare là dentro. Ne ho parlato anche con Ugo, molti anni dopo, e lui mi ha confermato che - da psichiatra - non consiglia mai il ricovero ai pazienti non psicotici perché è un'esperienza tutt'altro che edificante, senza pensare alla stigmatizzazione che un ricovero comporta: e chi se ne frega di quello che pensano gli altri, diciamo noi. Eh già, ma realisticamente dobbiamo fare i conti anche con questo.
  9. Però questa è la mia esperienza relativa a una realtà specifica. È possibile che altrove la situazione sia migliore o che tu sia più resistente alla vista della malattia mentale. E il ricovero non è necessariamente da stigmatizzare: per esempio in quel periodo conobbi una paziente che sembrava molto equilibrata e che altrimenti non avrebbe avuto la possibilità di curare la depressione con quel medico specifico poiché viveva in un'altra regione.
  10. Però questa è la mia esperienza relativa a una realtà specifica. È possibile che altrove la situazione sia migliore o che tu sia più resistente alla vista della malattia mentale. E il ricovero non è necessariamente da stigmatizzare: per esempio in quel periodo conobbi una paziente che sembrava molto equilibrata e che altrimenti non avrebbe avuto la possibilità di curare la depressione con quel medico specifico poiché viveva in un'altra regione.
  11. Avrei potuto rifiutare, certo, è stato quando ho iniziato la terapia farmacologica. Ma dopo 3 giorni in cui sono solo riuscita a ricominciare a fumare come una turca e a smettere completamente di mangiare, ho chiesto la grazia e ho preferito andare a pagamento nella struttura privata del primario (che a onor del vero ha cercato in tutti i modi di persuadermi che l'osp. era più economico - giuro). Credo sinceramente che per restare in _quel_ reparto di psichiatria senza rischiare la salute mentale occorrano una forza d'animo e un equilibrio incrollabili, oppure un rapporto con la realtà seriamente compromesso.
  12. Se tuo marito si separarebbe solo per un ricovero, io coglierei la palla al balzo Ad ogni modo io ci sono stata in un reparto di psichiatria e ne sono uscita... distrutta Certo, a volte può essere necessario ma se lo si può evitare...
  13. Sì ma fare la donna senza mestruazioni, senza partorire, SENZA UN MARITO e senza tutte le menate tipiche del nostro sesso, beh, bella forza Comunque già che ci sei ci puoi anche dire se percepisci delle differenze...
  14. Sì, non me lo ricordare va' Ti sei mai allenata/o a correre?
  15. Mi sa che sono tutti uccelli notturni: max. un paio d'ore e saltano fuori
  16. Io non riesco neanche a saltare mezzo pasto, per dirla tutta. Hai mai affrontato un weekend aspettando con impazienza il lunedì?
  17. O perbacco, non me n'ero accorta Ma, dico, oggi sul forum non c'è un'anima: siete tutti a festeggiare Ste? Auguri
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