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zazà

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Mai stata autorevole, non ce l'ho nel dna, e non sono particolarmente dotata per natura, anzi io ero una ribelle, e le regole le ho dovute interiorizzare in analisi.

.....

.....

Dunque: come recuperare autorevolezza e cercare di aprire un canale di comunicazione con questi adolescenti?

Quali tecniche?

ehm... perdonami ma da quello che scrivi e da come lo scrivi io vedo un pò di confusione.

al di la della contraddizione presente in questo tuo ultimo topic, gia addietro avevi scritto:

Per funzionare, intendo, tenere gli alunni con la mia presenza, basta, come era possibile un tempo, essere autorevoli, non autoritari.

che questo per chiunque conosce l'italiano, significa che un tempo te lo eri autorevole (co sti ragazzi o nella vita non lo so)...

ora se la tua confusione che traspare dai tuoi interventi è dovuta ad una semplice confusione etimologica dei termini (autorevole vs autoritario), oppure è una confusione "piu profonda" non ha importanza.

quindi forse, prima di chiederti come gestire i monelletti, dovresti chiarire questa situazione che ti riguarda, che, una volta risolta, magari, potresti neanche avere più il bisogno di farti e di fare certe domande, dato che potresti trovare la soluzione spontaneamente :ola (4):

Così bisognerebbe fare anche a scuola, come si trattano i casi difficili: si può imparare, certo io non sono la più adatta al caso, ma ci sto pensando.

non esiste una soluzione per i casi difficili, poiche non esistono casi difficili generali. se vuoi scendere nei particolari magari...

Bisogna mi documenti bene sullo "smontailbullo".

i bulli non esistono senza le vittime. quindi per un "smontabullo" efficace dovresti applicare anche uno "smontavittime".

ognuna delle due parti in causa ha determinate caratteristiche sulle quali si può fare leva per intervenire.

non avendo approfondito particolarmente l'argomento (per scarso interesse :Big Grin: ), al momento non posso contriuire di piu (a meno che non me lo vado a rivedere). cmq le tecniche di role playing che agiscono su l'empatia sarebbero le più efficaci.

senno se ti interessa documentarti bene ti posso suggerire i libri su cui ho studiato io (che se te li leggi tu sicuramente apprendi molte più cose di quante te le possa dire io). mi ricordo ce n'era uno che parlava proprio di queste cose, uno piccoletto e semplicissimo, anche se più "nosografico" che "pratico" :thumbdown:

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invece credo che alcuni insegnanti possano essere dei maestri di vita. in alcuni casi colmando pure i vuoti lasciati dalla famiglia...

concordo.

la mia prof.sa di lettere alle superiori è stata la seconda donna più importante della mia vita (considerando come la prima mia madre naturalmente).

chissa come sarei ora se non l'avessi mai conosciuta :Monkey:

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concordo.

la mia prof.sa di lettere alle superiori è stata la seconda donna più importante della mia vita (considerando come la prima mia madre naturalmente).

chissa come sarei ora se non l'avessi mai conosciuta :Monkey:

Ah, è colpa sua? :icon_confused:

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Tex io non lo mastico proprio, figurati se andavo a capire la sottile differenza....però non la potevi spiegare prima di arrivare ad alzare un polverone

ormai le offese erano partite.

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impa

Ma scusa, hai già visto che far vedere ai ragazzi che non si scherza, funziona. E allora perchè non usate le maniere forti? Non fisiche, ovviamente, ma cominciare a sospendere ogni volta che esagerano, affibbiare 7 in condotta e conseguente bocciatura, ecc. Fatevi un bel regolamento interno da appendere visibili a tutti (che magari comprenda anche il divieto di strozzare i compagni o mettere vinavil sulle tastiere tongue.gif ) e poi fatelo rispettare.

Poi, quando i genitori vi dicono che non è colpa loro o non c'è niente da fare, rispondete che non è neanche colpa vostra e il loro figliolo verrà bocciato finché non si mette in riga. Vediamo chi si stanca prima...

ai miei tempi impa nn si usava chiamare i genitori anche perche' pochi avevano il telefono.

il problema molte volte nn sono i genitori, le maestre oppure i compagni di classe.

nel mio caso, ho ripetuto la terza media perche' nn studiavo, nn mi recavo a scuola,

rendevo la vita molto difficile ai professori di turno, alla classe, al vice preside ed al preside.

mio padre era disperato, mi mandava al dopo scuola da un privato ogni pomeriggio,

mandava casse di vino e formaggi a mezza scuola finche' arrivai alla seconda magistrale.

mio padre, l'anno prima tento' di mandarmi in un istituto privato ma senza successo

perche' sapeva dei problema che recavo e sapeva usare solo le maniere forti

per risolverli. gli ultimi giorni, prima di essere espulso da tutte le scuole statali,

mi recai a prendere la pagella , il voto piu' alto fu' un 2 in condotta , nn ero sorpreso anzi.

da quel giorno spari' dalla circolazione sapendo molto bene cosa sarebbe successo a casa.

idem alla naia, il sotto tentente , il capitano ed il colonello mi conoscevano molto bene

per la mia dissobedienza, e per i giorni passati nella cella. nn mi alzavo nemmeno per la sveglia.

molto probabilmente avevano capito che la mia testa nn funzionava, (cio' che mio padre in guei

tempi sfortunatamente nn aveva capito altrimenti mi avrebbe aiutato diversamente)

perche' potevano mandarmi al carcere militare di gaeta. il morale della favola nn e' semplice,

forse molti hanno problemi psichiatrici ma per il tabu' oppure per l'ignoranza sulla materia

tutti girano le spalle. ovviamente ci saranno tante eccezioni ma son certo che ci son tanti

col mio caso.

ps, d'allora nn son piu' rientrato in casa di mio padre .

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ci mancherebbe. ma oltre alla punizione tentare di coinvolgerli, in qualche modo.

il bullismo o l'aggressività possono essere modi "rumorosi" coi quali si esprime un disagio...

Su questo sono d'accordo. Però la linea ferma della punizione deve rimanere: il prof., durante l'anno, deve cercare di tenere aperto un dialogo con questi ragazzi e con le famiglie, ma deve anche essere chiaro che verranno bocciati finché non ci saranno segnali positivi anche da parte loro.

ai miei tempi impa nn si usava chiamare i genitori anche perche' pochi avevano il telefono.

il problema molte volte nn sono i genitori, le maestre oppure i compagni di classe.

nel mio caso, ho ripetuto la terza media perche' nn studiavo, nn mi recavo a scuola,

rendevo la vita molto difficile ai professori di turno, alla classe, al vice preside ed al preside.

mio padre era disperato, mi mandava al dopo scuola da un privato ogni pomeriggio,

mandava casse di vino e formaggi a mezza scuola finche' arrivai alla seconda magistrale.

mio padre, l'anno prima tento' di mandarmi in un istituto privato ma senza successo

perche' sapeva dei problema che recavo e sapeva usare solo le maniere forti

per risolverli. gli ultimi giorni, prima di essere espulso da tutte le scuole statali,

mi recai a prendere la pagella , il voto piu' alto fu' un 2 in condotta , nn ero sorpreso anzi.

da quel giorno spari' dalla circolazione sapendo molto bene cosa sarebbe successo a casa.

idem alla naia, il sotto tentente , il capitano ed il colonello mi conoscevano molto bene

per la mia dissobedienza, e per i giorni passati nella cella. nn mi alzavo nemmeno per la sveglia.

molto probabilmente avevano capito che la mia testa nn funzionava, (cio' che mio padre in guei

tempi sfortunatamente nn aveva capito altrimenti mi avrebbe aiutato diversamente)

perche' potevano mandarmi al carcere militare di gaeta. il morale della favola nn e' semplice,

forse molti hanno problemi psichiatrici ma per il tabu' oppure per l'ignoranza sulla materia

tutti girano le spalle. ovviamente ci saranno tante eccezioni ma son certo che ci son tanti

col mio caso.

ps, d'allora nn son piu' rientrato in casa di mio padre .

Però, Tex, tu hai scritto un sacco di volte che hai avuto parecchi problemi con tuo padre, che manco consideravi un padre (e lo ribadisci anche in questo post). Non credi che questo possa aver influito sui problemi che hai dovuto affrontare ed anche sul tuo scarso impegno scolastico, soprattutto riguardo alla condotta?

Per esempio, ho scritto che anch'io non ero un'alunna modello, però di problemi a casa non ne avevo ed infatti la mia era solo poca voglia di studiare, mai creato problemi in classe.

Anche le maestre di mio figlio, che ora è in terza elementare, non fanno altro che dirci quanto sono contente di questa classe, soprattutto dopo aver portato alla quinta i bambini che li hanno preceduti che, a detta loro, erano terribili e non si riusciva a fare lezione: hanno però anche detto che c'erano molti casi sociali in quella classe e che i primi a fregarsene erano i genitori, a cui non importava un accidente che il figlio disturbasse o non facesse i compiti. Quando un bambino cresce in questo modo e arriva alle medie in questo modo, come può la scuola cambiare le cose, se il disinteresse arriva per primo dalla famiglia?

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Su questo sono d'accordo. Però la linea ferma della punizione deve rimanere: il prof., durante l'anno, deve cercare di tenere aperto un dialogo con questi ragazzi e con le famiglie, ma deve anche essere chiaro che verranno bocciati finché non ci saranno segnali positivi anche da parte loro.

[...] come può la scuola cambiare le cose, se il disinteresse arriva per primo dalla famiglia?

Appunto, stavo giusto per scrivere che spesso le famiglie sono fin troppo pronte a giustificare il povero figlio incompreso e ad attribuire tutte le colpe agli insegnanti incapaci. Un brutto voto o un provvedimento disciplinare nei confronti di un ragazzo sono considerati quasi un affronto dalla famiglia stessa, e in questo modo l'autorevolezza degli insegnanti viene minata alla base.

Del resto, chi ci guida insegna che studiare non serve: basta sposare un riccone o avere le conoscenze giuste per sfondare nella vita.

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Quando un bambino cresce in questo modo e arriva alle medie in questo modo, come può la scuola cambiare le cose, se il disinteresse arriva per primo dalla famiglia?

magari la scuola non le può cambiare... ma disinteressandosi totalmente non farebbe altro che precludere ogni possibilità di miglioramento per i ragazzi che vengono da famiglie di un certo tipo.

per dire, dal racconto di tex... se nel suo percorso avesse trovato qualche professore che cercasse di dialogasse con lui, invece di pensare solo a "bocciare", forse il suo percorso scolastico sarebbe stato diverso...

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magari la scuola non le può cambiare... ma disinteressandosi totalmente non farebbe altro che precludere ogni possibilità di miglioramento per i ragazzi che vengono da famiglie di un certo tipo.

Ma io non ho mai detto che si debba disinteressare totalmente, fin dall'inizio ho scritto che è dovere degli insegnanti informare e quindi cercare un dialogo con le famiglie, ho anche scritto che, in base all'esperienza di light, quando la famiglia collabora il problema si risolve.

Ma se la famiglia non collabora, credo che la scuola possa fare poco e non le rimanga altro che passare alle maniere forti, pur continuando a cercare il dialogo. Le maniere forti, però, in questi casi, devono rimanere, altrimenti passa il messaggio che ognuno può fare quello che vuole.

Era questo il senso del mio discorso.

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Ma io non ho mai detto che si debba disinteressare totalmente, fin dall'inizio ho scritto che è dovere degli insegnanti informare e quindi cercare un dialogo con le famiglie, ho anche scritto che, in base all'esperienza di light, quando la famiglia collabora il problema si risolve.

Ma se la famiglia non collabora, credo che la scuola possa fare poco e non le rimanga altro che passare alle maniere forti, pur continuando a cercare il dialogo. Le maniere forti, però, in questi casi, devono rimanere, altrimenti passa il messaggio che ognuno può fare quello che vuole.

Era questo il senso del mio discorso.

quello che ti voglio far notare... è che sono proprio le famiglie "problematiche" (per fattori diversi) quelle che probabilmente non dialogheranno coi professori. e quindi che si fa, si mollano a se stessi quei ragazzi provenienti da quelle famiglie?

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oggi non mi so spiegare, mi scuso...

intendo dire, che da famiglie "sane" e collaborative difficilmente escono figli scapestrati fino a quel punto.

quindi il problema non si pone. o si pone in maniera molto più gestibile...

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Si, su questo hai ragione, però rimango dell'idea che la scuola, in quei casi, possa fare poco, soprattutto se non sono casi isolati, che magari sono più facili da seguire, ma si parla di gruppi interi.

Però non ho capito una cosa: tu saresti solo per il supporto e niente punizioni, o pensi anche tu che comunque le punizioni debbano rimanere?

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dipende da cos'è la punizione. penso che ci debbano essere, ma se si tratta solo della "bocciatura", beh allora è solo una stroncatura fine a se stessa. come raccontava tex, probabilmente a lui non fregava nemmeno nulla di essere bocciato. idem per certi ragazzi/e. poi la scuola dell'obbligo è fino a una certa età, li puoi bocciare fino a li, e poi fine del discorso.

cacchio, mi aspetterei di più dalla scuola...

(so bene che questo discorso poi si inserisce in un discorso molto più ampio e anche politico: tagli alle scuole, classi in sovrannumero, precariato e demotivazione dei docenti...ecc, ecc)

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dipende da cos'è la punizione. penso che ci debbano essere, ma se si tratta solo della "bocciatura", beh allora è solo una stroncatura fine a se stessa. come raccontava tex, probabilmente a lui non fregava nemmeno nulla di essere bocciato. idem per certi ragazzi/e. poi la scuola dell'obbligo è fino a una certa età, li puoi bocciare fino a li, e poi fine del discorso.

cacchio, mi aspetterei di più dalla scuola...

(so bene che questo discorso poi si inserisce in un discorso molto più ampio e anche politico: tagli alle scuole, classi in sovrannumero, precariato e demotivazione dei docenti...ecc, ecc)

Ma oltre a note, sospensioni e bocciature, la scuola che altro può fare? Nel caso di vandalismi, può ricorrere all'obbligo di rimedio da parte dei responsabili, ma se i ragazzi si "limitano" a disturbare o tormentare gli altri compagni, quali punizioni si potrebbero adottare?

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ma io infatti ritengo più importante il dialogo della punizione! mi baso sempre sulle parole di tex, lui è stato bocciato, punito e ripunito... e non è servito a niente!

ne parlavo con un amico educatore. lui mi diceva che in questo momento , per la realtà che conosce lui, il problema grosso dei ragazzini di quell'età (medie inferiori) è che tutti se ne fregano di loro! la famiglia se ne frega (anche non punendoli e comunque demandando il ruolo educativo) la scuola se ne frega. e loro sono allo sbando!

stiamo creando una generazione di "emarginati", così!

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concordo.

la mia prof.sa di lettere alle superiori è stata la seconda donna più importante della mia vita (considerando come la prima mia madre naturalmente).

chissa come sarei ora se non l'avessi mai conosciuta :Monkey:

a sto punto me l ochiedo anche io.... :Raised Eyebrow:

dipende da cos'è la punizione. penso che ci debbano essere, ma se si tratta solo della "bocciatura", beh allora è solo una stroncatura fine a se stessa. come raccontava tex, probabilmente a lui non fregava nemmeno nulla di essere bocciato. idem per certi ragazzi/e. poi la scuola dell'obbligo è fino a una certa età, li puoi bocciare fino a li, e poi fine del discorso.

cacchio, mi aspetterei di più dalla scuola...

(so bene che questo discorso poi si inserisce in un discorso molto più ampio e anche politico: tagli alle scuole, classi in sovrannumero, precariato e demotivazione dei docenti...ecc, ecc)

Io credo che in linea di massima state dicend oal stessa cosa, poi insomma bisognerebbe fare degl iesempi pratici per capirci davvero.

Nel senso che un prof. può fare molto per i ragazz difficili, ognuno di noi avrà avuto il prof. più amato dalla classe, in generale, io ricordo per esempio il prof. di tecnica bancaria alle superiori, che era un idolo anche per i più difficili, tra l'altor per noi quella era una materia principale, per cui andare bene con lui era importante. La cosa che faceva la differenza era il sapersi approcciare con tutti noi, c'erano dei ragazi poco propensi all ostudio che però amavano molto i lclacio, con loro riuscì a instaurare un dialogo calcistico, fatto di battute, anche scherzi da parte dei ragazzi, che lui prendeva sempre con grande ironia e serenità, poi nel momento della lezione era molto serio e pretendeva disciplina, e guardacaso la otteneva proprio da quegli elementi che con cui poco prima aveva scherzato, entrando nel loro mondo!

poi per altre problematiche invece c'era un'altra prof, più propensa ad aiutare quelli più chiusi o timidi.... devo dire che complessivamente siamo stati fortunati con i prof. alle superiori, ma non c'erano elementi aprticolarmente difficili, tranne qualcuno.

tutto questo per dire però che alla fine qualcuno comunque è stato bocciato strada facendo, percèh nonostante questi approcci, alal fine venivano semrpe a scuola completamente impreparati a volte senza libri (ricorod che il prof. quando li vedeva arrivare con solo un libro o quaderno in mano, diceva "eh la scienza pesa"! :Just Kidding: ). E credo anche sia giusto nei confronti di quegli alunni che invece si erano impegnati per un anno intero, e anche perchè mandare avanti un ragazzo che ha molte lacune vuol dire anche poi farlo arrivare alle superiori o all'università non idoneamente preparato.... Certo ci sta però richiamare questi ragazzi, spiegar loro prima che stanno rischiando l'anno, magari mettersi a disposizione per un eventuale recupero...ma sono sicura che molti prof. lo fanno.

Quello che ci vuole è polso duro( e non aver paura di loro, dimostrarsi adulti, che poi è quello che ci si aspetta da un prof.

Molte volte i prof. fanno di tutto, per poi sentirsi dire dai genitori che non è colpa dei loro figli o che hanno sbagliato addirittura a comportarsi in un determinato modo. Io lo vedo ogni giorno già da adesso alle elementari nella classe di mio figlio, figuriamoci crescendo!

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ehm... perdonami ma da quello che scrivi e da come lo scrivi io vedo un pò di confusione.

al di la della contraddizione presente in questo tuo ultimo topic, gia addietro avevi scritto:

che questo per chiunque conosce l'italiano, significa che un tempo te lo eri autorevole (co sti ragazzi o nella vita non lo so)...

ora se la tua confusione che traspare dai tuoi interventi è dovuta ad una semplice confusione etimologica dei termini (autorevole vs autoritario), oppure è una confusione "piu profonda" non ha importanza.

quindi forse, prima di chiederti come gestire i monelletti, dovresti chiarire questa situazione che ti riguarda, che, una volta risolta, magari, potresti neanche avere più il bisogno di farti e di fare certe domande, dato che potresti trovare la soluzione spontaneamente :ola (4):

non esiste una soluzione per i casi difficili, poiche non esistono casi difficili generali. se vuoi scendere nei particolari magari...

i bulli non esistono senza le vittime. quindi per un "smontabullo" efficace dovresti applicare anche uno "smontavittime".

ognuna delle due parti in causa ha determinate caratteristiche sulle quali si può fare leva per intervenire.

non avendo approfondito particolarmente l'argomento (per scarso interesse :Big Grin: ), al momento non posso contriuire di piu (a meno che non me lo vado a rivedere). cmq le tecniche di role playing che agiscono su l'empatia sarebbero le più efficaci.

senno se ti interessa documentarti bene ti posso suggerire i libri su cui ho studiato io (che se te li leggi tu sicuramente apprendi molte più cose di quante te le possa dire io). mi ricordo ce n'era uno che parlava proprio di queste cose, uno piccoletto e semplicissimo, anche se più "nosografico" che "pratico" :thumbdown:

"recuperare" parlavo in nome della categoria, non per me, da qui quella che hai chiamato contraddizione.

Tipico esempio di alunno pinzillaccheroso, di quelli con i quali è richiesto il "dialogo".

<non esistono casi difficili non è vero, c'è un disturbo che si chiama DSA( disturbo specifico dell'apprendimento) che si manifesta sola a scuola, per esempio, di fronte alle attività scolastiche e in quell'ambiente, fuori magari, in altre attività non c'è alcun problema.

Allora, ma se persino nell'ambulatorio dei terapisti dell'ASL certi ragazzi si arrampicano sugli armadi e bisogna chiamare le mamme( testimonianza raccolta da una neuropsichiatra) mi dici noi come si deve fare?

Non mi sembra di averci tanta confusione, senti.

Anche stamani due si sono picchiati, io non c'ero, se Dio vuole, uno ha scazzottato nello stomaco un altro: "Spiegazione: ma io giocavo."

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ma io infatti ritengo più importante il dialogo della punizione! mi baso sempre sulle parole di tex, lui è stato bocciato, punito e ripunito... e non è servito a niente!

Credo sia su questo punto che non ci incontriamo: io li ritengo importanti entrambi. Certamente il dialogo deve rimanere aperto, così come la disponibilità del prof. verso gli alunni, ma allo stesso modo bisogna essere fermi sulle proprie posizioni e punire chi disturba o, peggio, tormenta gli altri.

Molte volte i prof. fanno di tutto, per poi sentirsi dire dai genitori che non è colpa dei loro figli o che hanno sbagliato addirittura a comportarsi in un determinato modo.

Già, e in questi casi credo ci sia poco da fare. Credo sia dura anche cambiare la mentalità della famiglia, che probabilmente è quella che potrebbe intervenire più efficacemente. Anzi, da questo punto di vista, forse è più facile cambiare la mentalità di un ragazzino che quella dei suoi genitori, ormai adulti, e quindi il discorso di Juditta avrebbe senso, ma il punto è che io ci credo poco, perchè penso che per un ragazzo di 12-13 anni sia difficile prendere come punto di riferimento un prof. quando a casa ha esempi opposti. Questo non legittima la scuola a fregarsene, però la legittima a prendere provvedimenti.

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Credo sia su questo punto che non ci incontriamo: io li ritengo importanti entrambi. Certamente il dialogo deve rimanere aperto, così come la disponibilità del prof. verso gli alunni, ma allo stesso modo bisogna essere fermi sulle proprie posizioni e punire chi disturba o, peggio, tormenta gli altri.

guarda che non ho mai affermato che non ci dovrebbero PER NIENTE essere punizioni. :icon_rolleyes:

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Anche stamani due si sono picchiati, io non c'ero, se Dio vuole, uno ha scazzottato nello stomaco un altro: "Spiegazione: ma io giocavo."

Ed il personale della scuola che ha fatto? Li ha puniti? Ha avvisato i genitori? Ha lasciato perdere?

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guarda che non ho mai affermato che non ci dovrebbero PER NIENTE essere punizioni.

Come io non ho mai affermato che non ci debba essere il dialogo. Però tu dici che per te è più importante il dialogo delle punizioni, per me invece hanno la stessa importanza.

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Ed il personale della scuola che ha fatto? Li ha puniti? Ha avvisato i genitori? Ha lasciato perdere?

C'erano i genitori a scuola, e poi facciamo il solito Consiglio di Classe straordinario.

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C'erano i genitori a scuola, e poi facciamo il solito Consiglio di Classe straordinario.

Quindi, niente provvedimenti o si deciderà se prenderli nel consiglio straordinario?

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Quindi, niente provvedimenti o si deciderà se prenderli nel consiglio straordinario?

sì, questa è la prassi.

Lunedì abbiamo dato quattro sospensioni, in un'altra classe.

Stavolta lo stesso, prenderemo provvedimenti.

Oggi Tizio, sospeso otto giorni, è tornato, io lo avevo alla prima ora, pensa, ha ricominciato come prima, tale e quale.

Cantava ad alta voce, chiamava i compagni, ecc.

Alla seconda ora l'insegnante di matematica gli ha fatto il rapporto, aveva il cellulare acceso e ci smaneggiava, ecc ecc..

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