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Non ho letto nulla di lei.

Mi ricordo commenti entusiastici di mie amiche a riguardo di "Un uomo" e di "Lettera a un bambino mai nato", ma nonostante il loro entusiasmo non mi hanno incuriosita al punto da prendere in mano un suo libro.Sarà che io non riesco a leggere, sul momento,cose intorno alle quali si sta parlando e discutendo molto.

Poi ha scritto quel che ha scritto dopo l'11 settembre e il mondo si è spaccato in due: chi l'ha accusata di avere posizioni aggressive e antistoriche, chi ne ha ammirato il coraggio di essere "politically uncorrect", di risultare antipatica pur di rimanere fedele alla sua idea di libertà e giustizia.

Io mi limito a "perplimermi" molto e a continuare a non essere invogliata a leggerla.

E non per le note questioni.

Ma per una spontanea resistenza umana alla sua personalità. Una personalità tragica, dolente, sola,incompiuta, a mio modo di vedere.

Mi lascia perplessa il fatto che chiamasse "Alieno", il cancro di cui era ammalata da tempo: una definizione che sa di scissione, di disconoscimento della malattia come parte di sè.

Mi lascia perplessa il risentimento con cui alcuni parenti intervistati hanno valutato come "tardivi" i riconoscimenti di merito fatti pervenire alla famiglia da alcune autorità o personaggi autorevoli della politica e della cultura.Uno vive, intanto, e per sè.Se il riconoscimento viene, bene, in ogni caso non è dovuto, nè lo si può pretendere, nè si può mettere il broncio se non arriva,secondo me.

Mi lascia perplessa il modo con cui sono stati celebrati i funerali che mi hanno fatto pensare non tanto a un amore per la riservatezza ma a una rancorosa esclusione.

Mi lascia perplessa il suo grande,unico, amore per un eroe e idealista,il greco Alekois Panagulis, e il modo in cui parlava del padre come "la figura più importante di tutta una vita".E qui di roba "intuisco" se ne potrebbe trovare moltissima, a voler giocare ai piccoli Freud.

In un'intervista in cui le viene chiesto di parlare dei suoi errori, Oriana risponde:

"Ti diro' il piu' grave. Quello di non aver amato abbastanza me stessa. Cioe' di aver dimenticato che il grande comandamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso', parte dal presupposto di amare prima e innanzitutto se stessi. Non ho amato abbastanza me stessa perche' non sono mai stata contenta di me stessa, non mi sono mai molto piaciuta. Non ho capito insomma che non e' necessario piacersi per amarsi, che amarsi e' amare la vita. Ho amato la vita in astratto, e non sulla mia pelle. O meglio, l'ho amata amando gli altri o sforzandomi di amare gli altri. Ma e' tempo che io riconosca la piu' banale delle verita': tra gli altri ci sono anch'io. E' tempo che io sorrida, che rida"

Non mi sembra che mai sia riuscita a sorridere, davvero.

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Non ho letto nulla di lei.

Mi ricordo commenti entusiastici di mie amiche a riguardo di "Un uomo" e di "Lettera a un bambino mai nato", ma nonostante il loro entusiasmo non mi hanno incuriosita al punto da prendere in mano un suo libro.Sarà che io non riesco a leggere, sul momento,cose  intorno alle quali si sta parlando e discutendo molto.

Poi ha scritto quel che ha scritto dopo l'11 settembre e il mondo si è spaccato in due: chi l'ha accusata di avere posizioni aggressive e antistoriche, chi ne ha ammirato il coraggio di essere "politically uncorrect", di risultare antipatica  pur di rimanere fedele alla sua idea di libertà e giustizia.

Io mi limito a "perplimermi" molto e a continuare a non essere invogliata a leggerla.  

E non per le note questioni.

Ma per una spontanea resistenza umana alla sua personalità. Una personalità tragica, dolente, sola,incompiuta, a mio modo di vedere.

Mi lascia perplessa il fatto che chiamasse "Alieno", il cancro di cui era ammalata da tempo: una definizione che sa di scissione, di disconoscimento della malattia come parte di sè.

Mi lascia perplessa il risentimento con cui alcuni parenti intervistati hanno valutato come "tardivi" i riconoscimenti di merito fatti pervenire alla famiglia da alcune autorità o personaggi autorevoli della politica e della cultura.Uno vive, intanto, e per sè.Se il riconoscimento viene, bene, in ogni caso non è dovuto, nè lo si può pretendere, nè si può mettere il broncio se non arriva,secondo me.

Mi lascia perplessa il modo  con cui sono stati celebrati i funerali che mi hanno fatto pensare non tanto a un amore per la riservatezza ma a una rancorosa esclusione.

Mi lascia perplessa il suo grande,unico, amore per un eroe e idealista,il greco  Alekois Panagulis, e il modo in cui parlava del padre come "la figura più importante di tutta una vita".E qui di roba "intuisco" se ne potrebbe trovare moltissima, a voler  giocare ai piccoli Freud.

In un'intervista in cui le viene chiesto di parlare dei suoi errori, Oriana risponde:

"Ti diro' il piu' grave. Quello di non aver amato abbastanza me stessa. Cioe' di aver dimenticato che il grande comandamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso', parte dal presupposto di amare prima e innanzitutto se stessi. Non ho amato abbastanza me stessa perche' non sono mai stata contenta di me stessa, non mi sono mai molto piaciuta. Non ho capito insomma che non e' necessario piacersi per amarsi, che amarsi e' amare la vita. Ho amato la vita in astratto, e non sulla mia pelle. O meglio, l'ho amata amando gli altri o sforzandomi di amare gli altri. Ma e' tempo che io riconosca la piu' banale delle verita': tra gli altri ci sono anch'io. E' tempo che io sorrida, che rida"

Non mi sembra che mai sia riuscita a sorridere, davvero.

Oriana Fallaci...un grande personaggio!, una grande perdita!

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Per me invece è una donna che si è interrogata molto, sul nostro secolo, ed ha avuto il coraggio di affermare sempre le sue verità, assumendosene sempre la responsabilità. Sicuramente i suoi scritti non saranno privi di errori, e del libro sul 11 settembre non posso certo condividere tutto, ma la lucidità e la precisione della scrittura la confermano come una giornalista con un occhio parziale sul nostro mondo, ma lucido e coraggioso. Cosa non da poco. Poi lkeggere e dissentire fa fare ginnastica al cervello, cosa di cui sarò sempre grata.

Gli errori li fanno tutti... nessuno escluso, ma non molti hanno avuto il coraggio di essere politically incorrect da dentro il ventre del mostro attaccato.......

Grazie Signora Fallaci per i libri che ci ha dato, e peccato per quelli che avrebbe potuto farci leggere.....

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Non ho letto nulla di lei.

Mi ricordo commenti entusiastici di mie amiche a riguardo di "Un uomo" e di "Lettera a un bambino mai nato", ma nonostante il loro entusiasmo non mi hanno incuriosita al punto da prendere in mano un suo libro.Sarà che io non riesco a leggere, sul momento,cose  intorno alle quali si sta parlando e discutendo molto.

Poi ha scritto quel che ha scritto dopo l'11 settembre e il mondo si è spaccato in due: chi l'ha accusata di avere posizioni aggressive e antistoriche, chi ne ha ammirato il coraggio di essere "politically uncorrect", di risultare antipatica  pur di rimanere fedele alla sua idea di libertà e giustizia.

Io mi limito a "perplimermi" molto e a continuare a non essere invogliata a leggerla.  

E non per le note questioni.

Ma per una spontanea resistenza umana alla sua personalità. Una personalità tragica, dolente, sola,incompiuta, a mio modo di vedere.

Mi lascia perplessa il fatto che chiamasse "Alieno", il cancro di cui era ammalata da tempo: una definizione che sa di scissione, di disconoscimento della malattia come parte di sè.

Mi lascia perplessa il risentimento con cui alcuni parenti intervistati hanno valutato come "tardivi" i riconoscimenti di merito fatti pervenire alla famiglia da alcune autorità o personaggi autorevoli della politica e della cultura.Uno vive, intanto, e per sè.Se il riconoscimento viene, bene, in ogni caso non è dovuto, nè lo si può pretendere, nè si può mettere il broncio se non arriva,secondo me.

Mi lascia perplessa il modo  con cui sono stati celebrati i funerali che mi hanno fatto pensare non tanto a un amore per la riservatezza ma a una rancorosa esclusione.

Mi lascia perplessa il suo grande,unico, amore per un eroe e idealista,il greco  Alekois Panagulis, e il modo in cui parlava del padre come "la figura più importante di tutta una vita".E qui di roba "intuisco" se ne potrebbe trovare moltissima, a voler  giocare ai piccoli Freud.

In un'intervista in cui le viene chiesto di parlare dei suoi errori, Oriana risponde:

"Ti diro' il piu' grave. Quello di non aver amato abbastanza me stessa. Cioe' di aver dimenticato che il grande comandamento ‘Ama il prossimo tuo come te stesso', parte dal presupposto di amare prima e innanzitutto se stessi. Non ho amato abbastanza me stessa perche' non sono mai stata contenta di me stessa, non mi sono mai molto piaciuta. Non ho capito insomma che non e' necessario piacersi per amarsi, che amarsi e' amare la vita. Ho amato la vita in astratto, e non sulla mia pelle. O meglio, l'ho amata amando gli altri o sforzandomi di amare gli altri. Ma e' tempo che io riconosca la piu' banale delle verita': tra gli altri ci sono anch'io. E' tempo che io sorrida, che rida"

Non mi sembra che mai sia riuscita a sorridere, davvero.

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Per me invece è una donna che si è interrogata molto, sul nostro secolo,  ed ha avuto il coraggio di affermare sempre le sue verità, assumendosene  sempre la responsabilità. Sicuramente i suoi scritti non saranno privi di errori, e del libro sul 11 settembre non  posso certo condividere tutto, ma la lucidità e la precisione della scrittura la confermano come una  giornalista con un occhio parziale sul nostro mondo, ma lucido e coraggioso. Cosa non da poco. Poi lkeggere e dissentire fa fare ginnastica al cervello, cosa di cui  sarò sempre grata.

Gli errori  li fanno tutti... nessuno escluso, ma non molti hanno avuto il coraggio di essere  politically incorrect  da dentro il ventre del mostro attaccato.......

Grazie  Signora Fallaci per i libri che ci ha dato, e peccato per quelli che avrebbe potuto  farci leggere.....

quoto in pieno, una persona che le cose non le mandava certo a dire, senza peli sulla lingua..

una grande donna

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  • 2 months later...

Ultraazionista illuministica, fautrice dell'intervento dall'alto, antidemocratica ma utopica era spinta sempre verso il marxismo che ammirava della sua Toscana (un tempo illuminista) e gli contraponevaun mondo utopico formato da un insieme dialettico di elementi postindustriali e di fondamentalismo islamico.

Il mondo islamico era il suo mondo agreste con le violenze e illegalità da lei descritte nel libro L'orgoglio e la rabbia e La forza della ragione.

Odiava gli uomini politici italiani come classe: elemento marxista e non populista , come si crederebbe.

Pieno patrimonio della sinistra nel versante eretico.

Flavio

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Ho letto "Lettera ad un bambino mai nato" da adolescente, ed è stato illuminante e formativo.

Di tutto il resto ho solo sentito parlare, ma sono d'accordo con ilaria, non ha mai imparato a sorridere, e questo, mi dispiace perché è morta, ma non è un buon segno.

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  • 2 weeks later...
Ospite Sirenen
Per me invece è una donna che si è interrogata molto, sul nostro secolo,  ed ha avuto il coraggio di affermare sempre le sue verità, assumendosene  sempre la responsabilità. Sicuramente i suoi scritti non saranno privi di errori, e del libro sul 11 settembre non  posso certo condividere tutto, ma la lucidità e la precisione della scrittura la confermano come una  giornalista con un occhio parziale sul nostro mondo, ma lucido e coraggioso. Cosa non da poco. Poi lkeggere e dissentire fa fare ginnastica al cervello, cosa di cui  sarò sempre grata.

Gli errori  li fanno tutti... nessuno escluso, ma non molti hanno avuto il coraggio di essere  politically incorrect  da dentro il ventre del mostro attaccato.......

Grazie  Signora Fallaci per i libri che ci ha dato, e peccato per quelli che avrebbe potuto  farci leggere.....

quoto in pieno, una persona che le cose non le mandava certo a dire, senza peli sulla lingua..

una grande donna

quoto!

Ce ne fossero di più di donne con due palle tante così!

Per sapere perchè non ha sorriso, va letta la sua storia, cari miei.

Ha sofferto tantissimo, ha avuto una vita durissima, e l'ha sempre affrontata a testa alta.

Dopo tante intemperie del genere... è veramente difficile e forzato sorridere.

Ha tutta la mia stima, anche se certe cose non le ho condivise a pieno... ma sempre ha avuto la mia stima: come donna, scrittrice e giornalista.

Leggetevi la sua storia, capitela... e poi non vi chiederete più perchè non ha mai sorriso.

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Ultraazionista illuministica, fautrice dell'intervento dall'alto, antidemocratica ma utopica era spinta sempre verso il marxismo che ammirava della sua Toscana (un tempo illuminista) e gli contraponevaun mondo utopico formato da un insieme dialettico di elementi postindustriali e di fondamentalismo islamico.

Il mondo islamico era il suo mondo agreste con le violenze e illegalità da lei descritte nel libro L'orgoglio e la rabbia e La forza della ragione.

Odiava gli uomini politici italiani come classe: elemento marxista e non populista , come si crederebbe.

Pieno patrimonio della sinistra nel versante eretico.

Flavio

Concordo con Flavio.

L' ho ammirata per il suo essere donna forte e sensibile, nello stesso tempo. Combattiva, coraggiosa ed energica : qualità che hanno fatto

di lei una splendida giornalista inviata di guerra.

Quello che non ho condiviso in lei, è stato il fatto che non riuscita mai

a distaccarsi completamente da quella sua visione ideologica e politica, della vita e della società,

così radicale ed interventista, che negli anni è andata sempre

più estremizzandosi, senza mai ricercare il vero equilibrio dei fatti storici,

libero da ideologie personali. Ha privato, così i suoi scritti di quell' alone di

ottimismo, che hanno reso la sua comunicazione provocatoria e di non

facile accoglimento. Per me, un grande giornalista è colui che riesce a

raccontare gli avvenimenti, con la loro drammaticità e le contraddizioni,

arrivando al cuore della gente, attraverso la propria sensibiltà e non con le provocazioni e le ideologie.

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sarò bestia, ma per me era poco più di una povera pazza delirante

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Nutro profonda stima e ammirazione per la scrittrice, autrice di best- sellers meravigliosi, che sono da sempre tra i libri più venduti e apprezzati, del panorama letterario italiano.

IL mio preferito è : Lettera a un bambino mai nato.

Per quanto riguarda la sua vita privata, rispetto la sua coerenza di donna

libera ed emancipata, sempre in difesa delle donne , in prima linea nel rivendicare un ruolo paritario a quello maschile.

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....Amando molto Terzani ,il suo approccio pacifista, mistico e illuminato alla vita.non posso non notare il senso di rivalsa e parzialità che traspare dai libri della fallaci.

Con la "rabbia e l'orgoglio" ha rotto un silenzio lunghissimo sull 'onda di un 'emotività che le ha fatto dire parole che un giornalista delsuo livello dovrebbe rinnegare..

Oserei dire che la sua visione del mondo è oscurata .

Dal suo vissuto, dall 'ambiente in cui è vissuta .

O per lo meno che ancora è ferma al concetto storico "buoni" " cattivi",dove per lei buono è Bush...

Anche nel privato io sono rimasta affascinata dalla meravigliosa serenità di terzani nell' affrontare la malattia..

Anche lui inviato speciale,anche lui profondo conoscitore di culture cosi diverse dalla nostra dalle quali però ha saputo trarre solo profondi insegnamenti.

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....Amando molto Terzani ,il suo approccio pacifista, mistico e illuminato alla vita.non posso non notare il senso di rivalsa e parzialità che traspare dai libri della fallaci.

Con la "rabbia e l'orgoglio" ha rotto un silenzio lunghissimo sull 'onda di un 'emotività che le ha fatto dire parole che un giornalista delsuo livello dovrebbe rinnegare..

Oserei dire che la sua visione del mondo è oscurata .

Dal suo vissuto, dall 'ambiente in cui è vissuta .

O per lo meno che ancora è ferma al concetto storico "buoni" " cattivi",dove per lei buono è Bush...

Anche nel privato  io sono rimasta affascinata dalla meravigliosa serenità di terzani nell' affrontare la malattia..

Anche lui inviato speciale,anche lui profondo conoscitore di culture cosi diverse dalla nostra dalle quali però ha saputo trarre solo profondi insegnamenti.

Guarda, non ci avevo pensato, ma l'accostamento Fallaci-Terzani è interessantissimo proprio per la diversità tra i due...quanto meno rispetto alla malattia.

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